Osservatorio Edilizia in legno 2025: il pubblico supera il privato e ridisegna il settore

L’Osservatorio “Edilizia in legno 2025” mostra un comparto in evoluzione, trainato dal PNRR e dal pubblico, mentre il residenziale rallenta. Le imprese investono in ingegneria, prefabbricazione avanzata e sistemi ibridi per rispondere alla domanda di opere più complesse, con una migrazione della produzione verso Centro e Sud e un focus crescente su studentati, RSA e hospitality. Le prospettive per il 2026 indicano una filiera sempre più industrializzata e integrata, in linea con il recepimento delle direttive europee e con le nuove strategie di finanziamento.

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Osservatorio Edilizia in legno 2025: il pubblico supera il privato e ridisegna il settore
Credit img Filiera Legno

E’ stato presentato alla stampa il Secondo Osservatorio “Edilizia in Legno 2025”, promosso dalla Federazione Filiera Legno*, che restituisce un quadro dettagliato della filiera e mette in luce risultati particolarmente significativi emersi dall’analisi condotta sulla base dei dati 2024. Il settore si trova in una fase di profonda trasformazione e il report ridefinisce gli equilibri tra commesse pubbliche, mercato privato, residenziale e nuove tipologie di intervento.

Il 2024 è stato l’anno in cui il settore delle costruzioni in legno ha cambiato la propria fisionomia: per la prima volta, il valore della produzione destinata alle opere pubbliche ha superato quello delle realizzazioni private, segnando un’inversione storica e mostrando la capacità del materiale di entrare stabilmente nelle politiche nazionali di trasformazione urbana e territoriale.

Valore produzione legno 2024 vs 2023

Il presidente della Federazione, Angelo Luigi Marchetti, ha evidenziato che all’interno del mondo delle costruzioni il settore dell’edilizia in legno ha una rilevanza sempre più percepita, evidenziando l’ingresso del legno in un ruolo strategico nelle politiche pubbliche: “Il 2024 ci consegna un settore che ha dimostrato non solo resilienza ma anche una notevole capacità di adattarsi ai nuovi paradigmi dell’edilizia pubblica. Il legno sta entrando stabilmente nelle politiche nazionali, non più come alternativa sperimentale ma come tecnologia matura, capace di garantire qualità, velocità esecutiva e coerenza con gli obiettivi climatici europei”.

Marchetti ha evidenziato come il settore delle costruzioni in legno stia vivendo una nuova consapevolezza e un consolidamento strutturale, con imprese che crescono in continuità investendo in persone, tecnologie e capacità produttive, e con un mercato che riconosce sempre più la rilevanza della filiera, confermata anche dall’evoluzione dei volumi: dagli 1,3 miliardi del 2019 ai 2,3 miliardi del 2023 e al consolidamento del 2024.

Il fatturato complessivo della filiera si attesta a 2,301 miliardi di euro, un valore in linea con il 2023 che dimostra la resilienza del comparto anche in assenza della spinta dei bonus fiscali.

2024: pubblico in crescita, residenziale in calo e trasformazione industriale della filiera

Il passaggio del baricentro verso il pubblico è il risultato di una serie di dinamiche convergenti che hanno ridefinito gli assetti del 2024.

Il segmento residenziale registra una contrazione del 9,2%, mentre il non residenziale – composto in larga parte da edifici pubblici – cresce del 20%. Le opere edili accessorie si riducono dell’11%, risentendo del ridimensionamento degli incentivi per manutenzioni straordinarie e interventi sul costruito.

edificio in legno per il residenziale
credit img Filiera Legno

Parallelamente cresce il numero di imprese che partecipano a gare pubbliche e investono nel potenziamento degli uffici tecnici, nella progettazione avanzata e nella modellazione ingegneristica. Le migliori performance del 2024 appartengono infatti alle aziende con turnover superiore ai 15 milioni di euro, dotate di competenze interne in grado di affrontare opere complesse e appalti su più livelli.

La spinta più rilevante arriva dal PNRR, che nel 2024 rappresenta il 12% del valore della produzione in legno. Le tecnologie a secco e i sistemi prefabbricati dimostrano di rispondere con efficacia ai vincoli temporali e organizzativi dei bandi pubblici, grazie alla rapidità di esecuzione, al basso impatto cantieristico e alla prevedibilità dei processi.

La competitività del legno viene ulteriormente riconosciuta nell’aggiornamento dei Criteri Ambientali Minimi, che introducono per la prima volta un criterio premiante per i progetti che utilizzano almeno il 20% di legno strutturale, confermando il ruolo della filiera nel percorso di decarbonizzazione nazionale.

Nel confronto sulle dinamiche del residenziale, Vanni Bottaro Direttore Commerciale WOLF HAUS ha evidenziato come il mercato Premium continui a mostrare una domanda vivace, trainata da clienti che ricercano design evoluto, prestazioni tecnologiche avanzate, sicurezza sismica, comfort e soprattutto edifici immediatamente abitabili grazie alla salubrità garantita dai sistemi a secco. La flessione del residenziale non riguarda invece una minore propensione verso lo stile di vita green, ma riflette la perdita di potere d’acquisto della fascia media, oggi meno in grado di sostenere l’investimento complessivo per una nuova abitazione. Per questo la filiera è chiamata a investire ulteriormente nei processi di industrializzazione, ottimizzando costi e tempi per rendere l’edilizia in legno accessibile a un pubblico più ampio. 

La distribuzione territoriale e l’evoluzione delle soluzioni costruttive 

La geografia del settore evidenzia a sua volta un cambiamento profondo. Il Nord mantiene il 51% delle realizzazioni, mentre il Centro raggiunge il 40% confermandosi l’area più dinamica dell’ultimo anno. Il Sud tocca il 9%, in crescita rispetto al 2023, grazie all’aumento di gare e investimenti pubblici e all’adozione delle tecnologie a secco nelle regioni meridionali.

La distribuzione territoriale del legno nel 2024

Anche le soluzioni costruttive mostrano una maturazione del mercato: il telaio rappresenta il 53% delle opere, il CLT il 41% e le tecnologie Blockhaus e sistemi ibridi il restante 6%. La consegna degli edifici riflette il peso crescente degli appalti pubblici: il 31% delle opere è consegnato al grezzo, il 48% al grezzo avanzato e il 21% chiavi in mano.

Edificio industriale in legno
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Guardando al 2025, la Federazione prevede un ulteriore aumento del peso del pubblico, che potrebbe arrivare a rappresentare fino al 60% del fatturato complessivo del comparto. La crescita continuerà a essere trainata da studentati, RSA, strutture turistiche e interventi di riqualificazione, con un calo atteso del residenziale di circa il 10%.

Marchetti ha ribadito l’importanza di un quadro di riferimento stabile e aggiornato: “La spinta del PNRR ha accelerato questa trasformazione, ma il nostro compito è guardare oltre: servono prezzari aggiornati, investimenti nelle competenze e una visione industriale che permetta alla filiera di crescere in modo coordinato”. 

La lettura del mercato secondo Marco Lucchetti: imprese, competenze e nuovi driver 2025 

Nel suo intervento, Marco Lucchetti, responsabile tecnico-organizzativo di Federazione Filiera Legno e curatore del sondaggio alla base dell’Osservatorio, ha evidenziato come il 2025 sarà per molte imprese un anno decisivo di rafforzamento della capacità progettuale interna. Le aziende stanno investendo in modo sempre più sistematico nei propri uffici tecnici per affrontare opere ingegneristicamente complesse, con un orientamento marcato verso settori come RSA, hospitality e studentati, individuati come driver di sviluppo soprattutto dalle realtà con fatturati superiori ai 20 milioni di euro.

Lucchetti ha sottolineato anche la dimensione climatica del costruire in legno, ricordando come il materiale non rappresenti solo una soluzione costruttiva, ma un vero contributo agli obiettivi europei di mitigazione, poiché in grado di immagazzinare CO₂ in modo sicuro e duraturo all’interno delle strutture edilizie. Coerentemente con questo aspetto cresce l’attenzione delle imprese nel promuovere un’integrazione verticale della filiera, avvicinando gli anelli produttivi e valorizzando l’impiego di materiale proveniente dal territorio nazionale.

Dalle interviste emerge inoltre l’esigenza di aumentare le dimensioni delle aziende attraverso modelli di aggregazione, indispensabili per affrontare i mercati esteri e gestire in modo competitivo commesse di maggiore scala e complessità. In vista del 2026, Lucchetti richiama l’attenzione su un intervento legislativo non più rinviabile, volto a garantire stime corrette già in fase progettuale e a valorizzare le maestranze specializzate nella gestione del legno.

Lucchetti ha ricordato che il campione analizzato, rappresentativo di oltre il 50% del turnover nazionale, evidenzia una forte concentrazione del mercato: le prime dodici imprese coprono il 27% del settore, solo il 7% supera i 50 milioni di euro di fatturato, mentre il 62% delle realtà coinvolte presenta un profilo dimensionale inferiore ai 5 milioni, confermando una filiera composta da grandi player ma anche da un tessuto diffuso di operatori specializzati.

Dinamiche 2026: EPBD, clima, rigenerazione urbana e ruolo strategico del legno 

La prospettiva di medio periodo delineata dall’Osservatorio indica un 2026 fortemente influenzato dai driver comunitari in arrivo. Il recepimento della Direttiva EPBD IV porterà alla definizione di una cornice legislativa nazionale dedicata all’efficientamento energetico e alla progressiva riqualificazione del patrimonio edilizio esistente.

Parallelamente, la Legge Europea sul Clima fissa l’obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas serra del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990, contribuendo a spostare l’attenzione verso materiali a basso impatto, cicli produttivi controllati e soluzioni costruttive in grado di agire come bacini di carbonio.

Un materiale strategico per opere complesse e rigenerazione urbana 

In questo quadro il legno viene riconosciuto come materiale strategico per l’edilizia del futuro. La filiera, secondo il sentiment delle imprese intervistate, guarda al 2026 con un livello crescente di fiducia, consapevole di poter supportare tanto la rigenerazione urbana quanto la realizzazione di opere ingegneristicamente complesse. La prefabbricazione avanzata, il sistema a secco e le tecnologie ibride stanno diventando strumenti centrali non solo per garantire prestazioni elevate, ma anche per rimodellare il tessuto edilizio delle città con interventi rapidi, prevedibili e compatibili con edifici in uso.

La Federazione sottolinea come la crescita del comparto debba ora consolidarsi attraverso maggiori investimenti in competenze, integrazione verticale, aggregazioni tra aziende e un dialogo costante con le istituzioni. L’obiettivo è facilitare un’evoluzione coordinata della filiera, permettendo alle imprese di affrontare appalti pubblici sempre più articolati e, allo stesso tempo, di ampliare la presenza del legno nei segmenti applicativi emergenti.

Il settore rappresentato da Federazione Filiera Legno si conferma oggi uno dei più strutturati dell’intero panorama edilizio nazionale. Con 520 imprese associate, oltre 6 miliardi di valore aggregato e più di 23.000 addetti, la Federazione mostra un indice di rappresentatività superiore al 50% delle opere in legno realizzate in Italia. L’Osservatorio 2025 restituisce così l’immagine di una filiera in piena evoluzione, guidata dall’innovazione tecnologica, sostenuta da un quadro normativo europeo sempre più stringente e pronta a contribuire in modo decisivo alla trasformazione dell’edilizia italiana nel segno della qualità, della sostenibilità e della rapidità esecutiva. 

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