La scuola di gomme di Gerusalemme Est.

Un piccolo edificio scolastico realizzato nove anni fa con materiali di recupero e maestranze locali per una comunità palestinese, rischia di essere demolito. Un esempio di economia circolare imposto dalle condizioni socio-politiche dell’area. Pneumatici esausti riempiti di terra: una tecnica povera, che ha funzionato in un contesto molto difficile

a cura di Pietro Mezzi

LA realizzazione della scuola di Al Khan Al Ahmar  (credits ARCò)

Gerusalemme Est, comunità di Al Khan Al Ahmar, Zona C del territorio occupato palestinese. Un villaggio beduino, diviso in quattro accampamenti, ospita circa 300 famiglie in una zona desertica a nord della statale 1, che collega Gerusalemme a Gerico. L’area è di interesse strategico per il governo israeliano per tenere separati i territori della Cisgiordania, dividendo il governatorato di Hebron da quello di Gerusalemme. In queste zone desertiche ci sono da sempre gravi problemi di approvvigionamento dell’acqua e di inquinamento, a causa della vicinanza di un impianto chimico.

In questo contesto le condizioni dei bambini minori sono molto difficili, in particolare riguardo la possibilità di andare a scuola e di essere curati.

Il progetto di realizzazione di un edificio scolastico – di 350 metri quadrati di superficie, per cento bambini, composto di due aule e di alcuni spazi per la direzione e gli insegnanti e i servizi igienici – all’interno di un progetto di cooperazione partito dall’Italia, ha cercato di far fronte a tali problemi.

La realizzazione della scuola di Al Khan Al Ahmar  (credits ARCò)
I lavori per la realizzazione della scuola di Al Khan Al Ahmar (credits ARCò)

Il progetto ha dovuto misurarsi con una serie di vincoli: il clima desertico, la rigida normativa che impedisce ai palestinesi di realizzare edifici, la necessità di costruire in modo semplice e veloce, di disporre di materiali locali e di risorse finanziare scarsissime.

Per superare tali vincoli, i progettisti di ARCò, uno studio milanese, hanno sviluppato un progetto innovativo che ha previsto la realizzazione di una scuola costruita con pneumatici esausti.

La tecnica costruttiva ha puntato sull’uso di questi prodotti di scarto, riempiti di terra: una tecnica semplice, rapida e di elevate prestazioni termiche e statiche.

La realizzazione della scuola di Al Khan Al Ahmar  (credits ARCò)
credits ARCò

Lo pneumatico è un materiale facilmente reperibile a costo zero, di elevata elasticità e resistenza, grazie agli elementi di gomma e ferro che lo compongono. Al suo interno presenta infatti un intreccio di cavi d’acciaio che offrono garanzie sufficienti per un suo utilizzo in edilizia. La re-immissione nel ciclo di vita di un materiale altrimenti destinato allo smaltimento, si propone anche come alternativa sostenibile di riutilizzo.

La sezione trasversale dell’edificio scolastico di Al Khan Al Ahmar
La sezione trasversale dell’edificio (credits ARCò)

La terra, fortemente costipata, costituisce il riempimento, garantisce la stabilità e la resistenza agli sforzi di compressione e assicura, allo stesso tempo, un’elevata inerzia termica.

Le gomme così riempite, posizionate a file sfalsate, vanno a comporre le pareti che fanno da tamponamento e da struttura portante dell’edificio. L’intonacatura esterna in argilla garantisce la protezione della gomma dai raggi solari, evitandone il deterioramento e il rilascio di sostanze nocive.

Il complesso scolastico di Al Khan Al Ahmar (credits ARCò)
Il complesso scolastico di Al Khan Al Ahmar (credits ARCò)

Il progetto, predisposto nel febbraio del 2009, è stato seguito da un workshop auto-organizzato in Italia, in cui ARCò ha verificato nel dettaglio la tecnica costruttiva. Il progetto era accompagnato da un libretto d’istruzioni per rendere comprensibili le operazioni di costruzione ai volontari di Jahalin.

La copertura, in lamiera sandwich, è sorretta da una struttura di travi di legno e garantisce l’isolamento dalle temperature esterne. Un sistema a circolazione d’aria incrociata favorisce la ventilazione estiva naturale e costante. L’inerzia termica della struttura permette di ottenere temperature più fresche d’estate e più miti d’inverno, con differenze rispetto all’esterno nell’ordine dei 10 gradi.

La sezione longitudinale dell’edificio scolastico di Al Khan Al Ahmar (credits ARCò)
La sezione longitudinale dell’edificio scolastico di Al Khan Al Ahmar (credits ARCò)

Nel giugno 2010, il lavoro di dieci giovani beduini ha portato alla realizzazione di una scuola composta di quattro aule di 50-60 metri quadrati e una segreteria-ufficio di 22, affacciate su un cortile centrale comune.

La scuola è stata inserita nel programma educativo primario del ministero dell’Educazione palestinese, che ha messo a disposizione quattro insegnanti e una direttrice: qualche mese dopo sono iniziati i primi corsi e le prime lezioni.

Nell’inverno successivo, grazie anche al sostegno del Consolato italiano di Gerusalemme, sono stati installati i pannelli fotovoltaici che garantiscono la completa autonomia energetica della struttura.

Per realizzazione dell’edificio sono stati impiegati 2.200 pneumatici usati, più di 300 metri quadrati di pannelli sandwich, 260 metri quadrati di pavimentazione di legno e 15 metri quadrati di pannelli fotovoltaici.

Ma la bella storia della scuola di gomme, purtroppo, rischia di finire. Recentemente, l’Alta corte di giustizia israeliana ha emesso il suo verdetto: la scuola ecologica della comunità beduina di Khan al Ahmar dovrà essere demolita.

Questo esperimento, sociale ed educativo, si è scontrato con gli interessi dei coloni israeliani. L’edificio, secondo l’Alta corte, dovrà essere demolito, insieme alle decine di capanne e recinti improvvisati in cui vive la comunità beduina jahalin. La giustificazione dei giudici è che tutto è stato costruito senza i permessi necessari. Il 30 maggio scorso le autorità israeliane hanno approvato un piano per ampliare l’insediamento di Kfar Adumim: un nuovo quartiere che ospiterà 92 abitazioni di lusso e che disterà solo un chilometro dal villaggio beduino, destinato a essere distrutto.

Per il momento, però, la demolizione della scuola è bloccata. Grazie alle proteste diplomatiche dei giorni scorsi.

 

Scheda Progetto

Realizzazione: Scuola primaria; costruzione a basso impatto ambientale per un progetto di cooperazione

Località: Villaggio beduino Jahalin di Al Khan Al Ahmar – Gerusalemme Est, Territorio occupato palestinese

Promotore: Vento di Terra Onlus, Rozzano, Milano

Progettisti: ARCò – Architettura e Cooperazione, Milano

Partner in loco: Jerusalem Bedouin Committee Anata

Destinatari: 100 bambini e insegnanti della comunità beduina Jahalin

Superficie coperta: 350 mq

Tipologia: due aule, direzione, sala professori, servizi igienici

Costo: 80mila euro

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