Edificio 4.0. Il manifesto di Federcostruzioni

Presentata a Roma dalla Federazione delle associazioni del comparto delle costruzioni la piattaforma per la digitalizzazione degli edifici e del settore edilizio. Dieci proposte per la rigenerazione urbana, la riqualificazione immobiliare del Paese e il rilancio della filiera

a cura di Pietro Mezzi

Edificio 4.0. Il manifesto di Federcostruzioni

Costruire digitale per un’Italia più sociale, più sicura, più sostenibile. È questo il mood del manifesto di Federcostruzioni per l’Edificio 4.0.

La federazione delle categorie produttive delle costruzioni prova a innovare il comparto edilizio del nostro Paese. Ci prova con un documento che, per l’importanza che i promotori danno al momento attuale del settore, con qualche ambizione definisce Manifesto.

La proposta è stata presentata ieri mattina a Roma, nella sede dell’Ance di via Guattani, in un’iniziativa organizzata dalla stessa federazione (a Federcostruzioni aderiscono Ance, Anie, Anima, Assovetro, Federazione Confindustria Ceramici e Laterizi, Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, FederlegnoArredo, Federbeton, Oice, Confindustria Metalli, FederUnacoma, Federchimica, Adcomac e Federcomated).

1.- FEDERICA BRANCACCIOIl compito di illustrare i contenuti della piattaforma è toccato alla presidente Federica Brancaccio (nell’immagine) e al vice presidente Paolo Perino, ai quali sono seguiti gli interventi di  Maurizio Tira (sul tema Vivere 4.0), Gianni Dominici (Città 4.0), Gian Marco Revel (Edificio 4.0), Alberto Pavan (Sicurezza 4.0) e Giuseppe Padula (Industria 4.0) e una tavola rotonda con Gabriele Buia (Ance), Gabriele Scicolone (Oice), Piero Torretta (Uni), Alessandro Almadori (Ater Umbria), Pietro Baratono (Provveditorato alle opere pubbliche di Lombardia ed Emilia-Romagna) e Marco San Giorgio (presidente del comitato rigenerazione urbana di Assoimmobiliare).

Il manifesto si articola in dieci punti, contenenti altrettante proposte per la rigenerazione urbana e la riqualificazione immobiliare del Paese.

Le premesse al decalogo tracciano un profilo economico, produttivo e occupazionale aggiornato del sistema delle costruzioni, che realizza un giro d’affari che supera i 400 miliardi di euro all’anno e dà lavoro a circa 2,6 milioni di persone: il 12% dell’occupazione nazionale.
Un settore che acquista beni e servizi rivolgendosi quasi esclusivamente alla produzione interna: il 95,8% degli acquisti effettuati dalle imprese di costruzioni è prodotto dal sistema produttivo nazionale. Un settore, quello delle costruzioni, che ha effetti moltiplicativi sull’economia: una domanda aggiuntiva di un miliardo di euro nelle costruzioni genera effetti diretti e indiretti e indotti pari a 3,513 miliardi di euro e un aumento di 15.555 unità di lavoro, di cui 9.942 nelle costruzioni e 5.613 nei settori collegati.

L’altra premessa che il manifesto di Federcostruzioni propone riguarda la necessità di digitalizzare il comparto delle costruzioni, oggi tra i più lenti nel far ricorso alle nuove tecnologie. Gli esperti della federazione stimano che attraverso il ricorso alle nuove applicazioni software e alle piattaforme digitali nelle fasi di progettazione e realizzazione, ogni anno sarà possibile risparmiare tra i 20,4 e 32,2 miliardi di euro. Risparmi che potrebbero voler dire maggiori investimenti, aumento dell’occupazione, qualità delle opere, costi contenuti, tempi certi e ricadute positive sull’intero Sistema Paese.

Terza premessa al decalogo riguarda l’Edificio 4.0. È noto che il 60% degli edifici esistenti ha più di quarant’anni di vita e l’80% è stato costruito prima del 1980, in carenza di norme di sicurezza ed energetiche. L’edificio, in quanto tale e in questa nuova fase, assume invece sempre più importanza, tanto che è la stessa Commissione europea che individua negli edifici le criticità da superare per rendere concreto il modello di sviluppo sostenibile (non a caso, la revisione della direttiva sulle performance energetiche degli edifici pubblicata da poco, propone di caratterizzare gli edifici identificando il loro livello di digitalizzazione intrinseco, il cosiddetto smartness indicator; nda).

“La prospettiva dell’Edificio 4.0 – sostengono a Federcostruzioni – rappresenta un’occasione di trasformazione essenziale per la filiera delle costruzioni, un’opportunità per uscire definitivamente dalla crisi del settore, per crescere e per favorire l’occupazione”.

E la filiera già oggi può contare su nuovi strumenti innovativi per favorire questa transizione, come il Building information modeling o le piattaforme digitali, che si configurano quali fondamentali acceleratori del processo di digitalizzazione delle costruzioni, abilitando l’accesso a numerose applicazioni “Smart 4.0” negli edifici (nel novembre scorso, la Francia, all’interno del Piano per la digitalizzazione del settore delle costruzioni iniziato nel 2015, ha presentato la sua piattaforma nazionale digitale per le costruzioni; nda).

In Italia, il progetto di piattaforma digitale INNOVance, creata per la gestione delle informazioni codificate di natura tecnica, scientifica, economica e legale, per diventare operativo e per non perdere terreno rispetto agli altri Paesi, ha necessità di essere rifinanziato.

Per la federazione delle costruzioni digitalizzare il processo di realizzazione di un edificio vuole anche dire migliorare il mercato, renderlo più affidabile e con più qualità di prodotto e di processo.

Le 10 proposte di Federcostruzioni

Il Manifesto rappresenta il punto di vista e le proposte operative della federazione per contribuire al dibattito politico sull’evoluzione che porterà i nostri edifici a diventare Edifici 4.0, nodi attivi di network interconnessi, nell’ambito dei quali si imporranno nuovi servizi e opportunità per utenti, committenti, fornitori di servizi, materiali, macchine, prodotti, soluzioni e sistemi. L’auspicio di Federcostruzioni è inaugurare un nuovo ciclo delle costruzioni, che abbia come obiettivo le esigenze di modernizzazione e di sviluppo digitale degli edifici e delle città e la loro messa in sicurezza.

Ecco, in sintesi, i dieci punti del Manifesto di Federcostruzioni.

Migliorare la sostenibilità urbana. Così come avvenuto per l’Industria 4.0, serve un Piano nazionale Edificio 4.0 all’interno di una strategia nazionale per la digitalizzazione del settore delle costruzioni.

Riqualificare il patrimonio immobiliare. È necessario superare la logica dei micro-interventi e mettere in campo un Piano di rigenerazione urbana che affronti il problema dell’obsolescenza del patrimonio edilizio. Servono investimenti per la riqualificazione digitale del patrimonio immobiliare e incentivi fiscali per realizzare edifici digitali.

Migliorare l’efficienza e il comfort degli edifici. Per Federcostruzioni serve un piano di decarbonizzazione, efficientamento energetico e aumento del comfort del patrimonio immobiliare esistente. Serve promuovere le tecnologie digitali, interconnesse e interoperabili per favorire l’infrastrutturazione digitale degli edifici per la mobilità sostenibile. Occorre favorire il coinvolgimento dei fondi immobiliari in progetti di edifici digitali, con materiali e soluzioni tecniche in grado di mantenere le prestazioni energetiche durante la vita operativa dell’edificio.

Rendere sicuro il patrimonio immobiliare. È necessario promuovere l’impiego delle tecnologie digitali nell’analisi e prevenzione del rischio attraverso la cosiddetta manutenzione predittiva anche in chiave di sicurezza.

Garantire la qualità in cantiere. Vanno promossi sistemi premiali a favore delle imprese per l’introduzione di sistemi di identificazione e tracciabilità dei campioni prelevati per l’accettazione in cantiere.

Ridurre i costi della  pubblica amministrazione. Serve ammodernare e rendere sostenibili gli edifici pubblici con progetti innovativi; la sostenibilità va perseguita con una prospettiva moderna, di lungo periodo, basata sulla digitalizzazione. Occorre sviluppare la banca dati dei materiali e delle apparecchiature utilizzate nel ciclo di realizzazione di un edificio.

Tutelare e valorizzare gli edifici storici. Occorre rendere obbligatorio l’utilizzo di sistemi in grado di monitorare e ottimizzare la manutenzione e conservazione e istituire l’Agenzia unica per la digitalizzazione degli edifici storici italiani.

Ridurre i costi di gestione degli edifici. Per i nuovi edifici occorre prevedere l’obbligo di un sistema di gestione delle prestazioni delle componenti dell’edificio per favorirne una corretta gestione, manutenzione e sostituzione in caso sia  superata una soglia di efficienza. Occorre istituire la figura del Building management system.

Diffondere l’uso del Bim. La certificazione delle figure professionali in ambito Bim potrebbe fornire un valido aiuto nel garantire al settore dell’edilizia la professionalità richiesta per la digitalizzazione del costruito.

Promuovere la cultura del riuso. Serve integrare i concetti di Cam e  Lca nei modelli digitali dei processi delle costruzioni, attraverso l’adozione del Bim e l’applicazione dei protocolli di certificazione. Occorre supportare lo sviluppo di una banca dati dei materiali e delle apparecchiature utilizzate nel ciclo di realizzazione di un edificio, con conseguente integrazione nei Bim. Il percorso di digitalizzazione dell’edificio deve avere un suo compimento formale nella disponibilità di una carta di identità digitale dell’edificio, un fascicolo digitale del fabbricato che dovrà fotografare gli elementi caratterizzanti l’edificio, integrato nel catasto digitale, completando così il livello di dettaglio digitale del sistema integrato del territorio.

 

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