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Indice degli argomenti Toggle Ddl Salva Milano, cosa cambia per il settore edilePerché si chiama “Salva Milano”?Sanatoria mascherata? La Camera ha approvato il Ddl “Salva Milano”, il provvedimento che introduce disposizioni di interpretazione autentica in materia di edilizia e urbanistica. Per diventare legge, si attende l’ok definitivo dal Senato. Con il “Salva Milano” il governo vuole chiudere i numerosi contenziosi che, negli ultimi anni, hanno rallentato i cantieri nel capoluogo meneghino (e non solo). La Presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, ha commentato positivamente gli emendamenti presentati: È un bene che le forze politiche abbiano compreso la necessità di una proroga della misura senza la quale il blocco dei cantieri sarebbe alle porte. Ora bisogna dare certezza alle imprese, impegnate in questi mesi nella realizzazione del Pnrr, di poter contare sui ristori anche per il 2025. Nonostante l’entusiasmo di alcuni player del settore edile, il Ddl ha suscitato diverse polemiche per le possibili criticità applicative. Ecco le misure introdotte e i possibili “contro”. Ddl Salva Milano, cosa cambia per il settore edile Battezzato “Salva Milano”, il Ddl approvato avrà effetti sugli interventi edilizi in tutta Italia. Il testo introduce modifiche significative alla Legge Urbanistica n.1150 del 1942 e semplifica i progetti di rigenerazione urbana, con particolare attenzione alle demolizioni seguite da ricostruzioni, con criteri più moderni e sostenibili. L’effetto del provvedimento sarà uniformare l’approccio normativo su scala nazionale, riducendo le incertezze legali che spesso rallentano le riqualificazioni edilizie. Sul versamento pratico, le nuove regole permetteranno di risolvere in modo rapido i contenziosi legati al mancato rispetto di standard urbanistici, così da favorire la ripresa dei cantieri bloccati. Obiettivo del Ddl è dare maggiore certezza legale agli investitori e rilanciare il mercato edilizio. Perché si chiama “Salva Milano”? Nonostante il nome, l’efficacia del testo si estende su scala nazionale. Tuttavia la sua elaborazione pone le basi sui numerosi interventi edilizi nel milanese qualificati come “ristrutturazione” anziché come “nuove costruzioni”, con il conseguente ricorso alla SCIA senza la preventiva approvazione di un piano attuativo. Questa situazione aveva creato un impasse burocratico, contestato dalla magistratura, che ha bloccato numerosi cantieri e investimenti. La situazione della Lombardia, nello specifico del capoluogo meneghino, è un chiaro esempio dei rischi derivanti dal continuo cambiamento normativo, con conseguenze analoghe anche in altre zone d’Italia. Sanatoria mascherata? Anche se apprezzato da molti, il Ddl Salva Milano ha suscitato qualche critica, specialmente tra i partiti all’opposizione che lo hanno definito una “sanatoria mascherata”. Ciò perché potrebbe favorire i grandi speculatori immobiliari a scapito di una pianificazione urbanistica sostenibile e attenta al bene comune. Inoltre, secondo diversi giuristi, il Ddl aprirebbe la strada a nuovi contenziosi legali, vanificando l’obiettivo di ridurre le controversie e accelerare la chiusura dei cantieri. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento