Materiali innovativi per pavimentazioni e rivestimenti: la sostenibilità al servizio del design 11/02/2025
Indice degli argomenti Toggle Contenzioso Superbonus, le cause più comuniCome evitare la causaChe fare se la mediazione non bastaContenzioso Superbonus, perché provare le vie alternative alla causa A causa dei repentini cambiamenti di rotta del governo, privati cittadini e costruttori hanno dovuto – o dovranno – affrontare cause giudiziarie legate al Superbonus. Queste possono essere causate da inadempimenti da parte delle ditte appaltatrici, lavori eseguiti male o lasciati a metà. Il contenzioso Superbonus è particolarmente intricato, poiché implica sia aspetti pratici (come l’effettiva esecuzione dei lavori) sia fiscali. Fortunatamente la legge offre diversi strumenti per evitare lunghe e costose cause giudiziarie, ecco come comportarsi senza rinunciare alle proprie pretese. Contenzioso Superbonus, le cause più comuni Non è raro che un privato cittadino o un intero condominio sia coinvolto in un contenzioso legato all’esecuzione degli interventi agevolati dal Superbonus. Può trattarsi del caso in cui il proprietario dell’immobile sia insoddisfatto dei lavori eseguiti o in caso di ritardo nella chiusura dei cantieri. Dall’altro lato, anche le ditte appaltatrici possono adire le vie legali contro i proprietari degli immobili, ad esempio per via del mancato pagamento di quanto concordato. Nei casi peggiori, più complessi da risolvere dal punto di vista legale, entrambe le parti avanzano richieste contrapposte: da una parte l’impresa pretende il saldo delle somme dovute dall’altra il committente contesta la qualità dei lavori o l’inesistenza del credito In questi casi si potrebbe esser tentati di coinvolgere un avvocato e iniziare una causa giudiziaria per il risarcimento dei danni. Tuttavia questa non è l’unica via, e soprattutto la più breve, per risolvere il contenzioso Superbonus. Come evitare la causa Se è in corso un contenzioso, ci sono diverse vie alternative alla causa per far valere i propri diritti e ottenere un risarcimento o la riparazione dei danni. Queste “vie alternative” si possono intraprendere per qualunque contenzioso che riguarda i bonus edilizi, quindi non soltanto il Superbonus. Sono principalmente due: la negoziazione assistita, cioè un accordo tra le parti con l’assistenza dei rispettivi avvocati al di fuori del tribunale. Questo strumento prevede il raggiungimento di un compromesso – ad esempio un ristoro economico – ma richiede la collaborazione di entrambe le parti coinvolte. Se la questione viene chiusa durante la mediazione assistita, non sarà necessario andare avanti con una causa giudiziaria la mediazione civile – in alcuni casi obbligatoria – con l’intervento di un mediatore professionista con il compito di raggiungere un accordo conciliativo tra le parti. Il mediatore deve essere imparziale e deve favorire il dialogo tra le parti per il raggiungimento di una soluzione condivisa Che fare se la mediazione non basta Non sempre le vie stragiudiziali si rivelano efficaci per raggiungere un compromesso tra le parti. Se il privato cittadino e la ditta che ha eseguito i lavori del Superbonus non raggiungono un accordo condiviso, si possono adottare altre strategie (meno costose delle cause in tribunale). La prima è l’accertamento tecnico preventivo (ATP), un procedimento disciplinato dall’art. 696 c.p.c. con il quale si verifica lo stato dei luoghi o la qualità dei lavori prima dell’avvio di un giudizio. Questo rimedio, tuttavia, è previsto soltanto nel caso in cui il giudice riconosca l’urgenza dell’intervento. C’è poi l’accertamento tecnico a fini conciliativi, ex articolo 696-bis c.p.c: prevede la nomina di un consulente tecnico che, in via preventiva, verifica la situazione e cerca di conciliare le parti. L’accertamento tecnico a fini conciliativi non richiede l’urgenza e garantisce diversi vantaggi: la riduzione dei tempi e dei costi rispetto ad una causa ordinaria, l’imparzialità e la produzione di prove solo in caso di proseguimento della questione in sede civile. Entrambi gli strumenti conciliativi permettono alle parti di evitare lunghi procedimenti giudiziari, inoltre gli atti e le prove prodotti in questa fase possono essere usati come “prova” in un eventuale processo successivo, velocizzando le tempistiche di quest’ultimo. Dunque gli accertamenti preventivi e conciliativi si rivelano vantaggiosi anche se non raggiungono lo scopo, poiché velocizzano la causa civile successiva senza il bisogno di ulteriori accertamenti tecnici. Contenzioso Superbonus, perché provare le vie alternative alla causa Intentare una casa in sede civile per il risarcimento dei danni non è certamente una procedura semplice e rapida. I tempi della giustizia italiana spesso spingono le parti a rinunciare alle proprie pretese, anche se sono giuste. Per questo motivo, prima di adire le vie legali, in caso di contenzioso sul Superbonus è consigliabile tentare le vie alternative previste dalla legge. Mediazione, negoziazione assistita, accertamenti: a seconda dei casi e dei fatti in essere, un professionista del settore è in grado di orientare le parti verso il procedimento più conveniente. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento