Comunità energetiche virtuose: la CER dell’anno punta su tecnologia e condivisione

La Comunità energetica di Riccomassimo, nel Trentino, è stata riconosciuta CER più innovativa d’Italia del 2022. A suo favore la tecnologia, ma soprattutto il desiderio di valorizzare il territorio

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Comunità energetiche virtuose: la CER dell’anno punta su tecnologia e condivisione

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Oltre che sostenibili e promotrici dello sviluppo delle fonti rinnovabili, si può parlare di comunità energetiche virtuose? Sì, quando esse promuovono il senso stesso alla base della CER, ovvero la condivisione non solo dell’energia prodotta, ma anche dei benefici economici ottenuti per il bene comune.

L’esempio più rappresentativo è la Comunità energetica “La Buona Fonte” di Riccomassimo, frazione di 51 abitanti di Storo (Trento). Un borgo di montagna, situato a più di 700 metri di altezza, dove è sorta un’iniziativa che ha fatto dell’innovazione tecnologica, ma soprattutto della voglia di valorizzare il territorio, la sua forza.

Quella di Riccomassimo è stata recentemente riconosciuta la CER di maggior innovazione dal punto di vista tecnologico, economico e sociale dell’anno. La cerimonia è avvenuta in occasione della seconda Conferenza IFEC, ovvero l’Italian Forum of Energy Communities e il riconoscimento è stato consegnato al Centro Congressi Federico II di Napoli.

Perché ha ottenuto questo tributo? Perché, oltre al valore tecnologico, la stessa ha dimostrato il suo valore nel promuovere il territorio: i cittadini e soci della comunità hanno deciso in maniera unanime di destinare l’intero ammontare degli incentivi per promuovere la sistemazione dei sentieri.

Comunità energetiche virtuose: il caso della CER trentina

Ecco allora spiegato il senso di comunità energetiche virtuose: mettere al centro il bene comune. Un concetto ribadito da Laura Borsieri, del CEDIS Consorzio Elettrico di Storo, promotore della CER: «così si mette in pratica il concetto stesso di comunità: avere scopi condivisi che portino miglioramenti sociali, ambientali ed economici al territorio di cui ne beneficiano tutti».

È lei a ricordare che quella di Riccomassimo è la prima comunità energetica del Trentino ed è una delle più numerose in termini di utenti finali associati: a fronte di una media di otto utenti, in questo caso ne sono collegati 26.

«L’elemento innovativo del progetto riguarda più aspetti conta su ottimizzatori per ogni singolo pannello fotovoltaico, sul controllo da remoto mediante connessione in fibra ottica garantito dal CEDIS». Oltre a essere gestore locale della rete elettrica, CEDIS ha realizzato una rete in fibra ottica portandola in ogni abitazione del borgo, dove ha promosso la costituzione della comunità energetica.

Veniamo alla parte tecnologica: la CER si basa su un impianto fotovoltaico da 18 kWp. L’inverter ha una potenza di picco in uscita pari a 15 kW. Alla produzione è abbinato anche un sistema di energy storage Tesla Powerwall, una batteria da 13,5 kWh che accumula l’eccesso di energia.

“Produzione e consumo vengono monitorati attraverso la app Tesla, che permette il controllo in tempo reale e l’ottimizzazione istantanea dei flussi di energia per ridurre al massimo la dipendenza dalla rete elettrica.”

Inoltre, il monitoraggio in tempo reale dell’impianto è garantito dalla connessione alla rete in fibra ottica del Consorzio elettrico.

Vicino all’impianto è stata installata una colonnina di ricarica per e-bike, nell’ottica di promuovere la mobilità elettrica e sostenibile.

Veniamo ora all’aspetto sociale. Il GSE incentiva l’energia fisicamente condivisa (minore tra l’energia prodotta e consumata nella stessa ora), riconoscendo un incentivo di 0,110 €/kWh e un’agevolazione tariffaria di 0,008 €/kWh. Tale incentivo viene riconosciuto direttamente alla CER, che riconosce poi una piccola quota a CEDIS per la messa in condivisione dell’impianto e destina il resto a iniziative e interventi per il proprio territorio.

Come ricorda Elisa Lombardi, residente a Riccomassimo e membro dell’associazione “La Buona Fonte”, che gestisce la CER di Riccomassimo, «la nostra comunità risponde ai tutti e tre i requisiti della normativa, in particolare l’elemento più significativo è che si è deciso di riversare tutti i vantaggi ottenuti sulla comunità e sui soci stessi e questo è particolarmente presente in quanto l’incentivo ottenuto sarà riversato completamente sul territorio per la sua valorizzazione, senza prevedere la suddivisione tra i soci partecipanti. Questi fondi verranno stanziati, per esempio, per sistemare i sentieri e promuovere così anche finalità turistiche.

Un progetto condiviso che prosegue

Questo progetto, infatti, «va a favore delle persone che sostengono e partecipano al progetto. La Comunità energetica ha nel suo statuto lo scopo di promuovere lo sviluppo sociale, culturale, ambientale, energetico del territorio a cui appartiene», ricordano Borsieri e Stefano Lombardi Presidente dell’associazione.

Il progetto è stato condiviso fin da prima che fosse realizzato. I rappresentanti de La Buona Fonte, supporto giuridico su cui è fondata la CER, hanno contattato tutti i titolari di utenze elettriche illustrando l’opportunità di associarsi, impegnandosi ad utilizzare l’energia elettrica nelle ore in cui è possibile condividere la produzione dell’impianto.

“L’iniziativa è stata accolta con molto favore, andando ad incastrarsi nel progetto già avviato anche dall’Amministrazione del Comune di Storo di recupero dello stabile dove si è realizzato l’impianto fotovoltaico, con l’obiettivo in futuro di creare spazi di socializzazione all’interno dello stesso ed un parco giochi all’esterno.”

Ma il progetto non termina qui. Si attendono sviluppi. La stessa comunità, infatti, oltre al riconoscimento quale comunità energetica 2022 ha vinto il premio Calì (elargito dalla famiglia di Michele Calì, professore emerito del Politecnico di Torino scomparso nel 2021), che prevede l’elargizione da parte della famiglia Calì di un premio di 2400 euro, vincolato ad attività per lo sviluppo della comunità energetica vincitrice.

 

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