Vetrate Panoramiche Amovibili (VePa): normativa, vantaggi e risparmio energetico

Le Vetrate Panoramiche Amovibili (VePa) sono una soluzione innovativa ed efficiente per trasformare i balconi, le logge o i terrazzi in spazi protetti e fruibili durante tutto l’anno, senza la necessità di permessi edilizi. Questi sistemi di chiusura in vetro sono caratterizzati da una struttura amovibile e trasparente, che non altera la volumetria dell’edificio e rientra nel regime di edilizia libera.
In questo articolo, esploreremo come le VePa possano rappresentare una scelta vantaggiosa in termini di risparmio energetico, isolamento acustico e sicurezza. Approfondiremo anche i vantaggi fiscali associati, come le detrazioni del 50%, e forniremo dettagli pratici sull’installazione, manutenzione e gli errori da evitare

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Vetrate Panoramiche Amovibili (VePa): normativa, vantaggi e risparmio energetico

Uno spazio esterno da vivere in ogni momento dell’anno, capace di coniugare comfort termoacustico e accrescere la luminosità degli ambienti domestici. In poche parole, parliamo delle vetrate panoramiche, soluzioni che assicurano numerosi vantaggi. Vengono comunemente definite “VePa”, acronimo, appunto, di “vetrate panoramiche”, manufatti dalla struttura essenziale e facilmente amovibili.

Le vetrate panoramiche rappresentano una soluzione architettonica versatile e raffinata, in grado di trasformare qualsiasi ambiente abitativo o commerciale in uno spazio luminoso e aperto, migliorando l’interazione tra interni ed esterni. Realizzate con tecnologie all’avanguardia, queste vetrate offrono una combinazione perfetta di design, funzionalità e prestazioni energetiche. I sistemi di vetrate panoramiche sono progettati per garantire la massima trasparenza e continuità visiva, creando un effetto di fusione con il paesaggio circostante. Grazie alle proprietà isolanti del vetro stratificato e temperato, queste soluzioni assicurano anche un elevato comfort termico e acustico.

Vetrate panoramiche

Le Vetrate Panoramiche Amovibili, conosciute con l’acronimo VePa, rappresentano oggi una delle soluzioni più innovative per trasformare balconi, logge, terrazzi o porticati in spazi protetti, luminosi e versatili, senza modificare in modo permanente la volumetria dell’edificio.

Vetrate Panoramiche Amovibili (VePa): normativa, vantaggi e risparmio energetico

L’evoluzione di questo sistema ha seguito negli ultimi anni un percorso normativo importante: grazie all’impegno di ASSVEPA che nel 2021 ha proposto un emendamento  a sostegno dell’installazione delle VePa in edilizia libera – modifica del Decreto Aiuti Bis (Legge 21 settembre 142) – installare una vetrata amovibile rientra oggi in quegli interventi che non necessitano di alcun titolo edilizio per essere avviati, a condizione che siano amovibili e totalmente trasparenti. Le VePa non creano cubatura e neppure volumetria. 

Ma cosa rende davvero interessanti le VePa, oggi, per privati, progettisti e amministratori di condominio? Sicuramente la capacità di unire design contemporaneo, comfort termoacustico e benefici tangibili sul piano dell’efficienza energetica.
In questa sezione analizziamo nel dettaglio cos’è una VePa e come si differenzia da altre chiusure vetrate o serre solari, spesso confuse tra loro.

Cosa sono le vetrate panoramiche amovibili 

Secondo la definizione aggiornata dall’Associazione Italiana Vetrate Panoramiche (Assvepa), le VePa sono sistemi di chiusura trasparenti, amovibili e non permanenti, dotate di ante scorrevoli e richiudibili su se stesse che permettono di proteggere balconi, logge o terrazzi dagli agenti atmosferici, senza modificare volumetria né destinazione d’uso dell’immobile.

Le ante sono montate su guide in alluminio e fissate tramite viti non strutturali, senza ancoraggi permanenti né telai murati o saldature: un aspetto fondamentale per rientrare nell’ambito dell’edilizia libera.

La loro funzione è prevalentemente protettiva e temporanea: riparano gli spazi esterni dagli agenti atmosferici, migliorano l’isolamento termico e acustico, ma non trasformano un balcone in una superficie abitabile stabile.
Proprio grazie a questa caratteristica amovibile, una VePa può essere completamente aperta o rimossa all’occorrenza, lasciando intatta la destinazione d’uso originaria dello spazio esterno. 

Ma non tutte le chiusure vetrate possono essere definite VePa: esistono requisiti precisi e verificabili, riportati in un Decalogo Tecnico realizzato dall’Associazione e depositato presso le istituzioni competenti.

In sintesi, una VePa conforme deve avere:

  • Marchio registrato “VePa” inciso su ogni anta di vetro o stampato sui profili metallici;
  • Un Libretto d’Uso e Manutenzione con numero di serie, consegnato all’utente finale per garantire la tracciabilità del prodotto;
  • Carrelli di scorrimento con doppio cuscinetto a sfera sia nella guida superiore che inferiore, per assicurare stabilità e resistenza anche in caso di vento forte;
  • Installazione eseguita esclusivamente da professionisti qualificati, abilitati attraverso corsi di formazione certificati Assvepa Academy, per garantire prestazioni e sicurezza reali nel tempo.

Inoltre, è fondamentale sapere che un produttore o installatore non può sostituire la certificazione di conformità con una semplice Dichiarazione sostitutiva dell’Atto di Notorietà: questo documento è privo di valore legale per le detrazioni fiscali e non tutela l’utente finale in caso di contestazioni condominiali o comunali.

Il suggerimento per i lettori è di richiedere sempre la documentazione completa e verificare la presenza del logo originale VePa prima dell’acquisto, per evitare problematiche di sicurezza, manutenzione o di non conformità urbanistica.

Differenze tra VePa, serre solari e chiusure tradizionali

Spesso si genera confusione tra VePa, serre solari e chiusure permanenti con infissi tradizionali.

Mentre le VePa sono amovibili, trasparenti e prive di impatto volumetrico, le serre solari sono invece vere e proprie estensioni dell’involucro edilizio: strutture chiuse, ancorate e progettate per massimizzare l’accumulo di energia solare e contribuire attivamente al bilancio energetico dell’edificio.
Le serre possono modificare la volumetria e richiedono permessi specifici, spesso accompagnati da incentivi fiscali ad hoc.

Differenze tra VePa, serre solari e chiusure tradizionali

Le chiusure tradizionali con infissi in alluminio o PVC, invece, generano di fatto nuovi vani abitabili, aumentando cubatura e superficie utile: in questo caso si ricade nella disciplina edilizia ordinaria, con l’obbligo di presentare titolo abilitativo (permesso di costruire o SCIA) e il rischio di incorrere in sanzioni se realizzate senza autorizzazioni.

Le VePa sono la scelta ideale per chi desidera un sistema di protezione temporaneo, versatile e 100% reversibile, evitando oneri amministrativi e vincoli strutturali più complessi.

Ma come sono realizzate le VePa? Una definizione esaustiva arriva da Assvepa: “vetrate panoramiche, ovvero paravento in vetro senza profili verticali, ad ante scorrevoli richiudibili su se stesse, installate con viti di fissaggio (e non ancoraggio) su una guida in alluminio e senza l’utilizzo di telai in acciaio murati, plinti, saldature o strutture di fissaggio permanenti”.

Normativa VePa aggiornata 2025

Negli ultimi anni la disciplina che regola l’installazione delle Vetrate Panoramiche Amovibili (VePa) ha subito modifiche sostanziali, con l’obiettivo di semplificare le procedure e incentivare l’efficienza energetica degli edifici residenziali.
Come già detto, un cambiamento significativo è arrivato con la Legge 21 settembre 2022, n. 142, di conversione del cosiddetto Decreto Aiuti Bis, che ha aggiornato l’art. 6 del DPR 380/2001 — il Testo Unico dell’Edilizia.

Vediamo di seguito cosa prevede la normativa per definire le VePa come intervento di edilizia libera, quando occorrono permessi e quali rischi possono emergere in caso di interpretazioni restrittive.

Edilizia libera: cosa dice la legge (Decreto Aiuti bis e DPR 380/2001)

Con la Legge n. 142/2022 (conversione del Decreto Aiuti Bis), è stato introdotto l’articolo 33-quater, che modifica l’art. 6 del DPR 6 giugno 2001, n. 380 (Testo Unico dell’Edilizia).

In base a questa disposizione, l’installazione di VePa risponde ai requisiti di edilizia libera, purché vengano rispettate alcune condizioni strutturali:

  • Le vetrate devono essere totalmente amovibili e trasparenti.
  • Non si devono configurare spazi stabilmente chiusi che possano generare nuova volumetria o comportare il mutamento della destinazione d’uso dell’immobile.
  • La loro funzione è temporanea, finalizzata a proteggere da agenti atmosferici, migliorare l’isolamento termoacustico e ridurre le dispersioni termiche.

Inoltre  

“Tali strutture devono favorire una naturale microaerazione che consenta la circolazione di un costante flusso di arieggiamento a garanzia della salubrità dei vani interni domestici ed avere caratteristiche tecnico-costruttive e profilo estetico tali da ridurre al minimo l’impatto visivo e l’ingombro apparente e da non modificare le preesistenti linee architettoniche”.

In sostanza, le VePa non devono contribuire a creare un ambiente permanente o un cambio di destinazione d’uso dell’immobile: si tratta di una soluzione temporanea che ha come obiettivo quello di isolare lo spazio esterno dagli agenti atmosferici o creare un migliore isolamento acustico.

Oltre a colmare un vuoto legislativo, ecco i vantaggi più importanti raggiunti grazie alla normativa:

  • impedire la creazione di vani esterni trasformati in organismi edili abusivi con infissi e serramenti, determinanti  illeciti amministrativi e penali, aumento di volumetria, modifica delle facciate, impatto architettonico e degrado urbano;
  • permettere alle famiglie italiane di fruire spazi esterni alla casa, spesso inutilizzati, aumentando lo spazio abitabile con ambienti protetti, confortevoli e luminosi, senza aumentare la volumetria, nel rispetto della destinazione d’uso;
  • limitare dispersioni termiche ed emissioni di CO2 e risparmiare in bolletta, in linea da quanto richiesto dalle direttive europee per il clima.

E’ possibile consultare il testo integrale aggiornato dell’art. 6, comma 1, lettera b-bis del DPR 380/2001 direttamente sul sito della Gazzetta Ufficiale.

Permessi per balconi e logge: quando servono?

Nonostante le VePa siano considerate intervento in edilizia libera, non tutte le configurazioni edilizie sono esenti da rischi interpretativi.

Il testo normativo distingue chiaramente tra:

  • Balconi aggettanti dal corpo dell’edificio, aperti su almeno due lati;
  • Logge rientranti, cioè spazi coperti e incassati nella volumetria dell’edificio.

Se la VePa viene installata su un balcone aggettante o una loggia conforme, rispettando le condizioni di amovibilità e trasparenza, non è necessario alcun permesso di costruire o titolo edilizio abilitativo.
Diversamente, se la struttura chiusa genera di fatto un nuovo vano abitabile o modifica l’aspetto architettonico dell’immobile, potrebbero scattare oneri autorizzativi e rischi di sanzioni per abuso edilizio.

Le VePa rientrano sempre nell’edilizia libera? La sentenza del Tar del Lazio

Nonostante l’associazione tra Vepa ed edilizia libera sia ormai consolidata una  sentenza del tribunale amministrativo del Lazio (n. 15129/2023) sottolinea che la tipologia di loggia è determinante per stabilire se servono autorizzazioni oppure no.

Il Tribunale ha applicato un’interpretazione letterale della normativa di riferimento, rendendo in qualche caso necessario il permesso di costruire prima di installare le vetrate panoramiche. Nella decisione in esame i giudici hanno dato rilevanza alla definizione di “balcone” e “loggia” secondo il testo Unico dell’edilizia. 

Il Tar Lazio (nella sentenza 15129/2023) si è espresso su un caso particolare. Un cittadino aveva installato sulla loggia esterna alla propria abitazione una tenda a vetri ripiegabile, chiusa su tre lati e aperta su un solo lato ed aggettante all’esterno. Da qui il contenzioso con il Comune dove l’immobile è ubicato: per l’amministrazione comunale l’intervento aveva creato un aumento volumetrico e quindi avrebbe richiesto il “permesso a costruire”.
Di parere opposto il proprietario dell’immobile, secondo il quale la tenda a vetri installata, essendo ripiegabile e non fissa, non costituisce un aumento volumetrico.

Nel caso di specie il Tar Lazio ha dato ragione al Comune tenendo in considerazione le dimensioni, la collocazione e l’altezza della vetrata, tali da generare un aumento di volumetria. Così il tribunale amministrativo ha escluso la vetrata dai casi di “edilizia libera” elencati nel Decreto Aiuti bis che modifica il Testo unico dell’edilizia.

Nel prendere la decisione il tribunale amministrativo si è basato sulle disposizioni del Testo unico edilizia riguardo ai balconi. Qui è stabilito che le vetrate panoramiche amovibili possono essere installate in regime di edilizia libera (quindi senza richiesta di particolari permessi) su balconi aggettanti dal corpo dell’edificio o logge rientranti all’interno dell’edificio.

Nel determinare la tipologia di balcone/loggia, il Tar Lazio ha citato la definizione contenuta nel Regolamento edilizio tipo secondo il quale il balcone è:

Un elemento edilizio praticabile ed aperto su almeno due lati, a sviluppo orizzontale in aggetto, munito di ringhiera o parapetto e direttamente accessibile da uno o più locali interni.

Invece la loggia viene definita come:

l’elemento edilizio praticabile coperto, non aggettante, aperto su almeno un fronte, munito di ringhiera o parapetto, direttamente accessibile da uno o più locali interni.

Sulla base di queste definizioni, la sentenza 15129/2023 del Tar Lazio prevede che la VePa del cittadino non rientri tra l’edilizia libera. Ciò perché la loggia dell’unità immobiliare è aggettante e non interna, come invece richiesto dal Testo unico dell’edilizia per consentire le vetrate senza permesso a costruire.

Rispetto alla sentenza del Tar del Lazio, gli ingegneri, architetti, urbanisti ed esperti in termodinamica che compongono il Comitato Tecnico-scientifico dell’Associazione Italiana Vetrate Panoramiche tengono a precisare che:

Le peculiari caratteristiche che possiedono le vetrate panoramiche vepa rimangono invariate indipendentemente da dove vanno collocate.
I legislatori hanno individuato nelle cosiddette vepa, sistemi che – nei termini elencanti dalla norma – “non configurano né generano spazi stabilmente e permanentemente chiusi”, e pertanto non in grado di generare maggiore volumetria o nuove superfici residenziali; a differenza dei tradizionali infissi/serramenti in alluminio, legno o pvc.
Sistemi che nascono quindi per “assolvere a funzioni temporanee” (al pari, per alcuni aspetti, delle tende da sole) “di protezione dagli agenti atmosferici, di riduzione delle dispersioni termiche e di parziale impermeabilizzazione delle acque meteoriche” – Art. b-bis), legge 124 del 21/9/2022 di conversione del Decreto Aiuti Bis, che ha modificato l’Art. 6 del D.P.R 380/2001– e, per tale motivo, non sono assoggettate ad alcun procedimento amministrativo di natura edilizia, beneficiando del regime di Edilizia libera.  Sempre, a prescindere dall’organismo edile o dalla struttura esterna che andranno a proteggere, e a prescindere quindi dalla loro collocazione. Soprattutto a prescindere dall’orientamento giurisprudenziale di qualche magistrato che, a quanto pare, non coglie nel merito lo spirito della norma né l’intento dei nostri legislatori che, attraverso e grazie a quell’Art. 33-quater, hanno evidentemente voluto semplificare l’installazione delle vepa, incoraggiandone l’utilizzo, proprio per i tanti benefici e i tanti vantaggi, ampiamente acclarati, che ne ricavano le famiglie, la collettività, il territorio, l’ambiente… e le tasche dei contribuenti.

La sentenza del Consiglio di Stato: quando la VePa diventa abuso edilizio

Un altro recente precedente giurisprudenziale di rilievo è la Sentenza Consiglio di Stato, Sez. II, 7 aprile 2025, n. 2975, che conferma un principio già emerso: la chiusura di un balcone con vetrate, anche se scorrevoli e amovibili, può configurare un intervento edilizio abusivo se di fatto trasforma uno spazio accessorio in un nuovo volume abitabile, senza titolo abilitativo.

Nel caso esaminato, il Comune di Parma aveva ordinato la demolizione di una struttura a vetrate installata nel 2019 a chiusura di un balcone. La proprietaria sosteneva che si trattasse di un sistema leggero, assimilabile a una tenda o arredo esterno, quindi rientrante in edilizia libera.
Tuttavia, sia il TAR Emilia-Romagna sia il Consiglio di Stato hanno respinto la tesi difensiva, chiarendo che non conta la natura dei materiali o la possibilità di rimuovere i pannelli, ma l’effetto finale: se la struttura delimita uno spazio chiuso e stabile, capace di modificare la destinazione d’uso e generare volumetria aggiuntiva, occorre un titolo edilizio.

Nella sentenza, la Corte ha ribadito che non è possibile applicare retroattivamente il regime semplificato introdotto dal Decreto Salva Casa (DL 69/2024, convertito in Legge 105/2024) per sanare opere realizzate in assenza di permesso prima dell’entrata in vigore della nuova norma, richiamando il principio tempus regit actum.

In sintesi: se la VePa è installata in modo tale da chiudere completamente un balcone o loggia, trasformandolo in uno spazio abitabile permanente, non può essere qualificata come semplice elemento di protezione temporanea. In questi casi, la mancanza di permesso di costruire legittima l’ordine di demolizione e il ripristino dello stato originario. 

Vantaggi delle VePa

Le Vetrate Panoramiche Amovibili (VePa) non sono solo un elemento estetico per balconi e terrazzi, ma una soluzione tecnica multifunzionale in grado di migliorare il comfort abitativo e ridurre i costi di gestione dell’edificio.

L’installazione di una vetrata amovibile sulla veranda o in balcone come abbiamo visto ha come finalità quella di garantire una fruizione migliore dell’ambiente esterno, proteggendolo dall’azione degli agenti atmosferici. Le VePa non modificano né la destinazione d’uso dell’ambiente, né la volumetria dell’edificio
Contribuiscono al risparmio energetico e alla riduzione del consumo di suolo e cementificazione del territorio.

Analizziamo in dettaglio i principali benefici in termini di risparmio energetico, isolamento acustico e incremento del valore immobiliare.

Isolamento termico e risparmio energetico

Una delle funzioni più rilevanti delle VePa è quella di limitare la dispersione termica in inverno riducendo i consumi per il riscaldamento.
Secondo dati elaborati da Assvepa, una VePa ben installata può garantire un risparmio energetico medio di circa 36,65 kWh/m² anno, corrispondente a una riduzione del 25-30% per un’abitazione di medie dimensioni.

Questa capacità di captazione solare deriva dall’effetto “buffer termico”: lo spazio verandato si scalda naturalmente grazie all’irraggiamento solare, proteggendo i locali interni e migliorando la classe energetica dell’immobile.
In estate, se opportunamente combinata con sistemi di schermatura o tende esterne, una VePa contribuisce anche a limitare l’effetto serra e il surriscaldamento.

Comfort acustico: come funziona

Oltre ai benefici sul piano termico, le VePa offrono un notevole contributo all’isolamento acustico. La chiusura vetrata crea una barriera fisica che può ridurre il rumore proveniente dall’esterno fino al 25-30%, in base alla tipologia di vetro stratificato utilizzato e alla qualità delle guarnizioni anti-spiffero.

Questa caratteristica è particolarmente apprezzata nei contesti urbani ad alta densità di traffico o in prossimità di strade rumorose: il balcone verandato si trasforma in una “zona cuscinetto”, attenuando i decibel percepiti all’interno dell’abitazione.

Installare le VePa, oltre a garantire un miglioramento del comfort termico e acustico della propria casa, ha un impatto positivo anche in termini di abitabilità dello spazio, potendo utilizzare il balcone tutto l’anno, aspetto che è stato particolarmente apprezzato durante la pandemia. Uno spazio verandato offre per esempio una postazione luminosa per lo studio, per il lavoro oppure per trascorrere del tempo libero.

Incremento valore immobiliare

Installare una VePa non comporta solo vantaggi immediati in termini di efficienza energetica e comfort, ma garantisce anche un plus immobiliare.

Secondo dati raccolti da Scenari Immobiliari e portali di settore come Idealista, l’aggiunta di una veranda o di un balcone chiuso può incidere dal 5% al 10% sul valore di rivendita, in base alla zona e alla qualità dell’intervento.

Questo avviene perché la VePa rende lo spazio esterno fruibile in ogni stagione, trasformandolo in una vera estensione dell’abitazione: una zona relax, un home office luminoso o un angolo verde protetto.
In più, trattandosi di un intervento reversibile in edilizia libera (se realizzato a norma), non modifica la cubatura né comporta oneri urbanistici aggiuntivi, ma garantisce un ritorno d’investimento reale nel lungo periodo.

Installazione e manutenzione

L’installazione di una Vetrata Panoramica Amovibile (VePa) è un intervento tecnicamente semplice se affidato a professionisti qualificati, ma richiede la scelta di materiali certificati e una posa a regola d’arte per garantire performance, sicurezza e rispetto della normativa.

Di seguito tutte le informazioni essenziali su come avviene l’installazione, i costi medi e gli incentivi fiscali disponibili, oltre agli errori da evitare.

Come si installa una VePa: step e materiali

L’installazione di una VePa segue uno schema modulare che prevede un primo sopralluogo tecnico: il professionista verifica dimensioni, tipologia di balcone o loggia, vincoli condominiali e conformità al regime di edilizia libera. Segue il progetto esecutivo con la definizione precisa del disegno delle ante, la disposizione delle guide superiori e inferiori, eventuali sistemi di scorrimento su binari e pacchettamento laterale. Ricordiamo che i materiali devono essere certificati: i vetri utilizzati sono generalmente stratificati e temperati, con marchio inciso “VePa” per garantire conformità ASSVEPA. Profili e guide sono in alluminio anodizzato o verniciato per resistere agli agenti atmosferici. Per un lavoro a regola d’arte la posa deve essere qualificata e realizzata da installatori abilitati (es. attraverso corsi Assvepa Academy) per evitare infiltrazioni, instabilità o contestazioni condominiali.

Ricordatevi di verificare sempre la presenza del Libretto d’Uso e Manutenzione con numero di serie per la tracciabilità, come previsto dal Decalogo VePa.

Costi medi e incentivi fiscali

Il costo di una VePa varia in base a: superficie da chiudere, tipologia di vetro, meccanismo di apertura (scorrevole o a pacchetto) e complessità del parapetto o loggia.
In media, i prezzi oscillano tra € 250 e € 500 al metro quadro (installazione inclusa), ma possono salire per soluzioni di design o profili custom.

Sul piano fiscale, va ricordato che le VePa non rientrano automaticamente nelle detrazioni edilizie con una semplice dichiarazione sostitutiva: serve una pratica corretta e la certificazione di conformità.
Possono essere ammesse al Bonus Ristrutturazioni 50% se l’intervento è inserito in un progetto di riqualificazione energetica globale e se contribuiscono in modo certificato all’isolamento termico dell’edificio o alla schermatura solare, riducendo la dispersione di calore in inverno e l’irraggiamento in estate. Se dotate di vetri antisfondamento, le VePa possono essere considerate un sistema di prevenzione contro furti e intrusioni. In questo caso rientrano tra gli interventi incentivabili per la sicurezza dell’immobile, analogamente ad altri dispositivi di protezione passiva.

Errori da evitare

Nonostante l’apparente semplicità, l’installazione di VePa comporta rischi comuni da cui è bene proteggersi.

E’ sconsigliata l’installazione fai-da-te: realizzare una chiusura vetrata senza supporto tecnico può compromettere la stabilità e farti incorrere in sanzioni per abuso edilizio. Ripetiamo, poi, che è importante scegliere materiali certificati affidarsi a produttori generici senza marchio VePa può generare contestazioni. Occhio se si abita in condominio al rispetto del regolamento condominiale: in molti casi, l’assemblea di condominio può opporsi a modifiche che alterano il decoro architettonico.

Infine bisogna farsi rilasciare il libretto e tracciabilità: senza documenti di conformità, si potrebbe non essere tutelati in caso di controlli comunali o contenziosi. 

FAQ Vepa – Vetrate panoramiche amovibili

Che cos’è una VePa (vetrata panoramica amovibile)?

Una VePa è una vetrata panoramica amovibile, cioè un sistema di chiusura in vetro composto da ante scorrevoli o impacchettabili, senza profili verticali fissi, installato su guide in alluminio.
La sua funzione è proteggere balconi, logge o terrazzi dagli agenti atmosferici, migliorando isolamento termico e acustico, senza creare volumetria aggiuntiva.
Per essere conforme alla normativa di edilizia libera, deve essere totalmente amovibile e trasparente, non modificare la destinazione d’uso e avere certificazioni di conformità. 

In quali contesti si possono installare le Vepa in regime di edilizia libera? 

Le VePa possono essere installate in regime di edilizia libera quando rispettano le condizioni previste dall’art. 6 del DPR 380/2001, aggiornato dal Decreto Aiuti Bis.
Nello specifico, devono essere montate su balconi aggettanti o logge rientranti nell’edificio, senza generare nuovi volumi né modificare la destinazione d’uso.
Devono essere totalmente amovibili e trasparenti, con struttura non fissa e senza opere murarie permanenti.
Se queste condizioni non sono rispettate (es. chiusura di spazi non conformi o trasformazione in ambiente abitabile stabile), può essere necessario un titolo edilizio abilitativo.

Quali vantaggi termici ed acustici offrono le Vepa? 

Le Vetrate Panoramiche Amovibili (VePa) creano un effetto barriera che protegge gli spazi esterni dagli agenti atmosferici e migliora le prestazioni energetiche dell’edificio.
Dal punto di vista termico, una VePa ben installata riduce la dispersione di calore in inverno, funziona come serra solare tampone e può portare a un risparmio sui consumi di riscaldamento fino al 30%, secondo stime di settore.
Sul piano acustico, le VePa possono abbattere il rumore esterno del 25-30%, grazie all’uso di vetri stratificati e guarnizioni anti-spiffero, garantendo un ambiente interno più silenzioso e confortevole. 

Che tipologie di apertura sono disponibili per le VePa (scorrevoli, a libro, pieghevoli)?

Le VePa possono essere realizzate con diverse tipologie di apertura, in base alle esigenze architettoniche e di spazio:

  • Scorrevoli in parallelo: le ante scorrono su binari superiori e inferiori, affiancandosi una dietro l’altra. Ideali per balconi lineari di piccola-media dimensione.
  • A libro o a pacchetto: le ante sono impacchettabili e possono ruotare di 90°, ripiegandosi lateralmente come le pagine di un libro. Questa soluzione massimizza la totale apertura della vetrata e la sua amovibilità.
  • Pieghevoli o a fisarmonica: è una variante del sistema a libro, con cerniere che consentono di piegare le ante in modo più compatto, ideale per chiudere grandi luci senza ingombri permanenti.

Tutti i sistemi devono garantire massima trasparenza, assenza di profili verticali invasivi e scorrimento fluido su guide certificate, per rispettare le caratteristiche di edilizia libera. 

Che benefici fiscali possono essere ottenuti (detrazioni 50%)?

Le VePa, se installate nel rispetto della normativa e con caratteristiche tecniche certificate, possono accedere in alcuni casi alle detrazioni fiscali del 50%, ma non in modo automatico.
In genere, rientrano nel Bonus Ristrutturazioni se l’intervento fa parte di un progetto di manutenzione straordinaria o di riqualificazione energetica che comporta un miglioramento delle prestazioni termiche dell’edificio.
In alternativa, possono beneficiare del Bonus Sicurezza se dotate di vetri antisfondamento, riconosciuti come sistema di prevenzione contro furti e intrusioni.

Attenzione: per accedere ai bonus è obbligatorio rispettare i requisiti tecnici, conservare la documentazione di conformità e, se previsto, trasmettere la pratica all’ENEA entro i termini di legge. 


1/12/2023

Vito Chirenti: il vetro in edilizia e l’evoluzione delle VePa 

Vito Chirenti, titolare dell’azienda Chirenti e presidente anche dell’associazione Assvepa, spiega che da oltre un secolo il vetro viene utilizzato in architettura, anche in grandi progetti firmati da importanti architetti, grazie alle sue caratteristiche: “La trasparenza del vetro annulla il volume, elude la forma e lascia trasparire l’esterno e gli elementi della natura esaltandoli, moltiplicandoli in un gioco di specchio e di rimandi all’infinito”.

Ecco quindi che le grandi vetrate arrivano a sostituire i muri tradizionali, trasformando gli ambienti, a seconda della luce o delle stagioni, creando – continua Chirenti – dei “quadri dinamici, dove appaiono e svaniscono, mai uguali, tutte le sfumature poetiche del tempo, attraverso lo scorrere delle emozioni”.

Naturalmente per evitare problemi di surriscaldamento in estate e il conseguente effetto serra, è necessario proteggere i vetri delle facciate in vetro dai raggi del sole. Ma, nel tempo, sono emerse altre difficoltà, legate per esempio alla pulizia dei vetri esterni di alcune vetrate. 

Vepa, le vetrate panoramiche amovibili tra gli interventi di edilizia libera
credit img @chirenti

Proprio per cercare di evitare queste problematiche, circa 25 anni fa sono state realizzate dai Comuni di alcuni Paesi del Nord Europa le prime facciate panoramiche, che furono installate in maniera massiccia su balconi e verande, senza fosse necessario richiedere l’autorizzazione e senza oneri da dover sostenere.

“I dirigenti comunali notarono che, laddove i balconi degli appartamenti venivano chiusi e protetti da serramenti, si trasformavano in serre solari ‘captanti’ e, al contempo, serre solari ‘tampone’: nelle giornate assolate immagazzinavano calore all’interno della casa facendo risparmiare energia; nelle giornate fredde diminuivano la dispersione termica dell’abitazione, determinando un risparmio di gas o di acqua calda che, moltiplicato per centinaia di migliaia di abitazioni, e per centinaia di giorni all’anno, permetteva allo Stato di risparmiare ingenti somme di denaro. Nel contempo, ciò contribuiva a contenere l’inquinamento atmosferico”. – Vito Chirenti

In un primo momento per chiudere i balconi vennero usati degli infissi, che però impattavano sull’aspetto estetico degli edifici.

Architetti e imprese hanno dunque studiato le migliori soluzioni per superare le iniziali problematiche legate alle dimensioni, alla pesantezza e al sistema di apertura, chiusura e scomparsa dei vetri, all’impatto del sistema nel suo complesso.

Le Vetrate panoramiche di Chirenti
credit img @chirenti

Soluzioni che il Dott. Chirenti ci riassume:

  • Le ampie lastre di vetri sono state tagliate in tante ante più strette, più piccole.
  • Sono stati eliminati gli elementi metallici orizzontali e verticali, vistosi e impattanti, lasciando libere le antine di vetro.
  • Tra un’antina di vetro e l’altra, per la tenuta al vento e alla pioggia, sono stati utilizzati sottili, quasi invisibili, guarnizioni anti-spifferi semi trasparenti in plastica (oggi in pvc siliceo cioè traslucido).
  • Ad ogni antina è stato inserito un profilo di sostegno inferiore e uno superiore con dei perni su cuscinetti a sfera, che permettevano di fare scorrere le antine su sottili
    profili-guida superiori e inferiori, aprendole da destra verso sinistra o viceversa.
  • La funzione più importante, anzi determinante, dei perni su cuscinetti è stata quella di permettere ad ogni anta di fuoriuscire dai binari (già fresati) e di ripiegarsi a novanta gradi, impacchettandosi l’una sull’altra, come le pagine di un libro, e quindi scomparendo alla vista.

Vetrate panoramiche: riqualificazione e risparmio energetico

Trascorriamo negli spazi chiusi, case e uffici, quasi il 90% del nostro tempo e, secondo diversi studi l’inquinamento indoor è peggiore di quello outdoor. L’Agenzia Europea dell’Ambiente, segnala che le nostre case emettono 5 volte più polveri sottili di auto, camion e bus.

Impatto delle VePa, vetrate panoramiche amovibili sul risparmio energetico
credit img @chirenti

Vito Chirenti spiega che grazie a un software per il calcolo delle prestazioni energetiche di un edificio, si è verificato che “in inverno, un grande balcone di un condominio in via Savona a Milano, esposto a Sud e protetto con le VePa, funge sia da serra solare tampone che da serra climatica captante a convenzione naturale e a guadagno energetico”. Il che comporta una diminuzione delle dispersioni termiche e un “accumulo del calore generato dai raggi solari che attraverso la superficie vetrata raddoppiano d’intensità, permettendo all’unità immobiliare di migliorare la propria efficienza fino a conseguire un salto di classe energetica. Ottimizzando così al massimo il rapporto “costi-benefici”.


Articolo aggiornato – Prima pubblicazione 2022

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