SPARK ONE visto da vicino

Infobuild visita il cantiere dell’edificio numero uno di Lendlease in costruzione a pochi passi dalla stazione milanese di Rogoredo, mentre è in corso la posa delle facciate. Una lavorazione complessa e delicata che richiede competenze specialistiche. Parlano il project manager della società australiana e il project manager & senior façade expert di Deerns

a cura di Pietro Mezzi

Render del progetto di Spark One di Milano
Render del progetto di Spark One, un’iniziativa di Lendlease (credits, Lendlease)

Indice degli argomenti:

È una delle più importanti operazioni di riqualificazione urbana attualmente in corso nel nostro Paese. È Milano Santa Giulia, un nuovo brano di città fatto di residenze, uffici, negozi e grandi spazi pubblici. Un nuovo quartiere, al confine sud del capoluogo, servito in modo invidiabile da tutti i sistemi di trasporto: metropolitana, ferrovia, tangenziale, autostrade e aeroporto Linate è a due passi.

Sorto sulle ceneri delle storiche fabbriche milanesi Redaelli e Montecatini-Montedison, a breve la zona sarà interessata da nuovi sviluppi: qui infatti vedrà la luce PalaItalia, l’arena per le Olimpiadi di Milano-Cortina del 2026; una struttura sportiva che potrà ospitare fino a 16mila spettatori.

Santa Giulia è l’immagine della Milano che è cambiata e che, nonostante il Covid, sta ancora cambiando.

Lendlease a Milano

A gestire questa fase dell’operazione è Lendlease, gruppo internazionale con sede a Sydney che opera nel settore del real estate, in particolare nello sviluppo di aree urbane, con progetti in Australia, Asia, Europa e nelle Americhe. Conta 10mila e 900 dipendenti in tutto il mondo. L’attività della società si sviluppa su tre segmenti di business: development, construction e investment. Al 30 giugno dello scorso anno gestiva asset per un valore di 36 miliardi di dollari australiani.

A Milano Lendlease è attiva in due dei maggiori progetti di rigenerazione urbana: Mind, Milano Innovation District, una partnership pubblico-privata con Arexpo per costruire il distretto dell’innovazione sulle ex aree di Expo2015, e dal 2017 in partnership con Risanamento, appunto Santa Giulia, un’operazione urbanistica che vale 2,5 miliardi di euro.

A sostenere il progetto, oltre a Lendlease, dallo scorso anno c’è anche il fondo pensioni canadese Psp Investment, attivo anche nel real estate. L’alleanza tra australiani e canadesi si è concretizzata in un fondo immobiliare del quale Lendlease e Psp sono azionisti al 50%.

Render del progetto Spark One
Render del progetto (credits Lendlease)

Al fondo sono conferiti i due edifici in costruzione, Spark One e Spark Two, nella zona nord dell’area, proprio a ridosso della stazione di Milano Rogoredo. Qui, nell’ottobre 2019, per oltre 260 milioni di euro Lendlease ha acquisito l’headquarter Sky, decisione questa che consente al gruppo australiano di procedere all’attuazione della restante parte del programma di intervento che prevede uffici, residenze e negozi.

Spark One e Spark Two

I due nuovi fabbricati stanno sorgendo proprio a ridosso dell’hub di Rogoredo; a breve ospiteranno uffici e negozi: una volta realizzati entreranno a far parte del business district Santa Giulia-Rogoredo, uno dei primi a essere registrato per il Leed Neighbourhood Development.

Spark One e Spark Two, rispettivamente di 30 e 20mila metri quadrati di superficie interna, verranno consegnati entro il 30 aprile del 2022 (oltre a questi, sono previsti altri tre Spark per 55mila metri quadrati circa).

L’edificio di Spark One in costruzione a Milano Santa Giulia
L’edificio di Spark One in costruzione a Milano Santa Giulia (credits, Deerns)

Entrambi gli edifici in costruzione si sviluppano su otto piani, destinati prevalentemente a uffici, con diverse unità retail ai piani terra per gli utenti del trasporto pubblico e i residenti della zona.

In Spark One e per tre quarti degli spazi di Spark Two è previsto l’ingresso di Saipem, che con i suoi uffici occuperà più di 43mila metri quadrati di superficie.

Per entrambi i fabbricati, progettati secondo le linee guida previste dalle certificazioni Well Gold e Leed Platinum, sono previsti spazi flessibili, lobby a doppia altezza, piani illuminati con luce naturale, multi-platform e interfacce intuitive, spazi destinati a parcheggio delle bici, con docce e spogliatoti, armadietti per il personale e per i visitatori, una palestra, parcheggi sotterranei e colonnine di ricarica dei veicoli elettrici, aree verdi, giardini e spazi di lavoro all’aperto, oltre a dispositivi per l’IoT e lo smart building.

Infobuild visita il cantiere di Spark One

Infobuild è entrata nel cantiere di Spark One mentre era (ed è) in corso una delle fasi più complesse dei lavori: il montaggio delle facciate dell’edificio.

Installazione delle facciate sul fronte ovest dell’edificio Spark One a Milano Santa Giulia
Installazione delle facciate sul fronte ovest dell’edificio (credits, Lendlease)

Di questa operazione ne abbiamo parlato con Filippo Reggiardi, senior project manager di Lendlease, e Nicola Greco, project manager & senior façade expert di Deerns, società internazionale di progettazione multidisciplinare specializzata anche in facciate.

lavori all'interno del cantiere Spark One a Milano
Lavori all’interno del cantiere

Due ingegneri, il primo laureatosi al Politecnico di Milano, il secondo a quello di Bari, con un percorso professionale simile: hanno lavorato prima in Italia, poi per diversi anni a Londra, infine ancora in Italia. E ora sono insieme nello stesso cantiere.

Struttura e destinazioni del primo fabbricato

La “scintilla” numero uno ha una struttura portante di tipo tradizionale: colonne in cemento armato e, dal primo all’ottavo piano, solai in c.a. post-tesi con trefoli tesati; all’ultimo livello il solaio è invece realizzato in lamiera grecata. Il blocco ascensori è sostenuto da una struttura metallica indipendente. Due i piani interrati, che ospiteranno l’autorimessa, i locali tecnici e la cabina di trasformazione.

Al piano terra sono invece previste otto unità retail, mentre al primo la destinazione è divisa a metà tra uffici e caffetteria a uso dei dipendenti. Gli uffici, che si svilupperanno dal secondo all’ottavo piano, sono di tipo chiuso (per Spark Two, al primo piano è previsto il ristorante a uso interno, mentre gli uffici di Saipem si svilupperanno dal secondo al quinto livello; per i successivi tre piani sono previsti altri tenant).

La sequenza delle lavorazioni

In un cantiere complesso come quello di Lendlease, in cui a massimo regime lavoreranno circa 450 persone contemporaneamente, è interessante cogliere la sequenza delle lavorazioni.

Filippo Reggiardi, senior project manager di Lendlease
Filippo Reggiardi, senior project manager di Lendlease

«Dal secondo al settimo piano stiamo lavorando a soffitto con la distribuzione impianti, bandraster e i primi pannelli, per poi passare alle lavorazioni a pavimento – racconta Reggiardi -. Una volta completati, passeremo all’ottavo piano per poi scendere al primo e al piano terra. Al secondo stiamo ora montando le travi fredde e subito dopo cominceremo l’installazione dei pannelli con i terminali. Poi andremo a operare a livello solaio, per posare le canaline, il pavimento sopraelevato, le pareti divisorie e la moquette. Ripetiamo la stessa sequenza di lavorazioni tra un livello e il successivo a circa due settimane di distanza».

Dal punto di vista energetico, entrambi gli edifici fanno ricorso alla geotermia e al fotovoltaico in copertura.  Entrambi avranno una forte dotazione tecnologica: presenti in modo massiccio i cavi degli impianti per la Ict e la security.

L’importanza delle facciate nell’architettura

Nell’architettura contemporanea la facciata dell’edificio rappresenta una componente essenziale del progetto, sia dal punto di vista estetico che tecnologico: molte sono le funzioni che oggi vengono affidate a questa particolare pelle del fabbricato: tenuta al vento e all’acqua, regolazione delle condizioni termoigrometriche interne e dell’irraggiamento solare, livello di illuminazione naturale, prestazioni antincendio.

Il montaggio delle facciate

«Abbiamo iniziato da qualche mese l’installazione delle facciate – continua l’ingegnere di Lendlease -. La sequenza è identica a quella seguita per il fit-out. Abbiamo ultimato i primi tre piani, dal secondo al quarto, e prossimamente saremo anche all’ottavo piano a installare montanti e traversi delle facciate».

Le facciate sono una componente tecnologica importante dell’edificio, per la cui progettazione servono competenze specialistiche.

Installazione delle facciate sul fronte est dell’edificio Spark One a Milano
Installazione delle facciate sul fronte est dell’edificio (credits Lendlease)

«La scelta è caduta su Deerns, in quanto è una delle più importanti società di progettazione a livello mondiale. Da subito abbiamo iniziato il confronto sul progetto. Un’operazione questa, come altre, che monitoriamo con il supporto dei nostri uffici di Londra. Così è avvenuto anche per quanto riguarda la selezione dei fornitori. Prima di andare in gara c’è stato un lungo lavoro di affinamento delle specifiche tecniche».

Parla il progettista

Nicola Greco, project manager & senior façade expert di Deerns
Nicola Greco, project manager & senior façade expert di Deerns

«Per ingegnerizzare le facciate, dalla fase preliminare fino all’esecutivo, abbiamo lavorato con i progettisti fin dall’inizio – afferma Greco -. Siamo partiti dal concept architettonico di Progetto Cmr e valutato le tipologie in rapporto agli obiettivi progettuali. Abbiamo così definito una facciata continua, con diverse tipologie, ma riconducibili tutte al tipo a cellule per gran parte dell’edificio e a montanti e traversi nella restante parte. La sfida più impegnativa è consistita nella progettazione del sistema di schermatura. Abbiamo svolto delle analisi parametriche per ottimizzare il sistema e raggiungere le prestazioni energetiche prestabilite. Le pale frangisole, le cosiddette pinne verticali, sono frutto di studi realizzati per ottimizzarne le caratteristiche di protezione dall’irraggiamento solare. Poi siamo arrivati al dettaglio costruttivo del sistema tecnologico. Abbiamo predisposto una serie di elaborati e di specifiche tecniche che hanno costituito la documentazione necessaria per andare in appalto per la scelta del facciatista. Essendo un progetto complesso, nella scelta dell’azienda più idonea abbiamo prestato la nostra assistenza a Lendlease. Alla gara hanno partecipato le società italiane più importanti: alla fine l’appalto è stato aggiudicato ad Aza Aghito Zambonini. Dopodiché è iniziata la progettazione costruttiva vera e propria, con dettagli, particolari, profili e quant’altro. Si è cioè passati dal progetto all’officina».

Di mestiere Greco si è sempre occupato di progettare facciate (ha svolto un PhD proprio su questo tema e lavora in Deerns dal 2013; nda): un lavoro complesso, che richiede competenze e mestiere, doti che all’ingegnere di Bari non mancano.

«Nel mondo anglosassone – ci racconta – il progettista delle facciate è una figura professionale che esiste da molti anni. Oggi, nei team di progettazione questa figura comincia ad essere richiesta anche in Italia. Si tratta di competenze specialistiche, per le quali, come in tutte le cose complesse, sono richieste figure qualificate».

Progettare bene questo componente insomma significa produrre effetti positivi sull’intero ciclo di vita dell’edificio: un buon progetto serve infatti a ridurre i rischi futuri.

«Dal progetto al cantiere, ci è voluto circa un anno di lavoro – precisa Greco . Ogni settimana, con i tecnici dell’azienda ci riuniamo per fare il punto sullo stato dei lavori. Controlliamo le certificazioni dei materiali utilizzati, la posa dei moduli, la coerenza dei componenti al progetto originario. Eseguiamo anche delle prove».

Particolare curioso: Spark Two, a differenza del primo edificio, non avrà in facciata le lame frangisole. Una scelta imposta dalla Commissione Paesaggio del comune di Milano.

Due tipi sette varianti

Come detto, il progetto ha previsto due tipologie di facciata: dal secondo al settimo piano una facciata continua a cellule (con tre varianti: con lamelle verticali, senza lamelle, per i terrazzi); ai piani zero (negozi, ingresso, vani tecnici), uno (podio) e otto (uffici e vani tecnici) a montanti e traversi.

Le tipologie di facciata di Spark One a Milano: continua a cellule e a montanti e traversi
Due sono le tipologie di facciata: continua a cellule e a montanti e traversi

La facciata a cellule presenta delle pale frangisole esterne, costituite da lame verticali di sezione variabile da 40 a 70 centimetri e un interasse di 150 (identico al modulo di facciata), con finitura bicolore e un light shelf di 40 centimetri di profondità a un’altezza di 2metri e 20 dal pavimento interno.

Milano Spark One: Installazione della facciata a cellule
Installazione della facciata a cellule con lamelle verticali frangisole (credits Lendlease)

Dal punto di vista estetico, la facciata a cellule senza lamelle verticali è caratterizzata dalla presenza di profili verticali coprigiunto e da light shelves di 40 e 10 centimetri di profondità.

La facciata continua dei terrazzi, prevista a cellule in fase di progettazione poi effettivamente realizzata a montanti e traversi, si distingue per la presenza di profili verticali coprigiunto e da light shelves di 40 e 10 centimetri, oltre che da serramenti apribili per l’accesso ai terrazzi stessi.

Spark One a Milano, le cellule che compongono le facciate
Le cellule a terra in attesa di essere posate (credits, Deerns)

Allo scopo di massimizzare la funzione di controllo solare durante il periodo di raffrescamento e garantire adeguate condizioni di comfort termico e luminoso in prossimità della vetrata, la geometria degli elementi schermanti è stata ottimizzata attraverso un’analisi dell’irraggiamento solare incidente, con lo scopo di determinare la percentuale di ombreggiamento prodotta dai frangisole.

Le facciate di Spark One in corrispondenza dei terrazzi
Le facciate in corrispondenza dei terrazzi (credits, Deerns)

Dal punto di vista tecnologico si tratta di un sistema di facciata continua a cellule prefabbricate in officina (unit system), con profili di alluminio a taglio termico e vetrate isolanti ad alta prestazione termica e solare.

La scelta di optare per un sistema a cellule prefabbricate rispetto a quello tradizionale (montanti e traversi) si giustifica con una maggior rapidità di installazione, un maggior controllo della qualità garantita dalla prefabbricazione, migliori livelli di tenuta all’acqua e all’aria, movimenti di aggiustamento nel piano della facciata superiori a quelli del sistema tradizionale.

Le pale frangisole e i light shelves sono integrati direttamente nelle cellule.

Le facciate a montanti e traversi del piano primo (podio) sono caratterizzate da un sistema di schermatura verticale con sezione di 30 centimetri e passo di 150; sono realizzate con un sistema tradizionale a montanti e traversi in profili di alluminio a taglio termico e vetrate isolanti ad alta prestazione termica e solare.

Al piano terra le facciate a montanti e traversi delle attività commerciali, sono in parte vetrate e in parte opache, con rivestimento in lastre di grés porcellanato. In corrispondenza della lobby di ingresso, invece, considerata la notevole altezza (circa 10 metri), le facciate a montanti e traversi sono state concepite in fase di progetto con un sistema riportato sulla struttura portante realizzata con profili scatolari in acciaio rivestiti con carter in profili estrusi di alluminio; durante la fase di progettazione costruttiva si è invece passati a profili customizzati interamente in alluminio estruso.

All’ottavo piano le facciate degli uffici sono realizzate con un sistema a montanti e traversi in profili di alluminio a taglio termico e vetrate isolanti ad alta prestazione termica e solare, abbinati a un sistema di schermatura esterno fisso verticale e orizzontale.

Le pinne verticali hanno una profondità di 30 centimetri e 150 di passo, mentre i frangisole orizzontali sono composti da tre light shelves di 40 centimetri di profondità alle altezze di 2metri e 90, 3 metri e 90 e 5metri e 80 centimetri rispetto al pavimento interno. Le superfici opache, in corrispondenza dei vani tecnici, sono invece realizzate con pannelli metallici e lamiera metallica ondulata.

L’impatto del Covid

«Abbiamo chiuso il cantiere – conclude Reggiardi – dal 13 marzo al 5 maggio dell’anno scorso. Da quella data abbiamo ripreso le attività con le nuove procedure, che hanno reso più complessa l’organizzazione del lavoro. Non abbiamo avuto per fortuna cluster di Covid. Abbiamo dovuto rivedere l’organizzazione e il funzionamento di accessi, spogliatoi, bagni e mensa, organizzata su più turni. Ma da allora non abbiamo mai dovuto interrompere i lavori di cantiere. Qualche problema l’abbiamo avuto, in particolare nelle consegne da parte dei fornitori».



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