Salaria Sport Village

Una vera e propria oasi di benessere e svago la palestra del circolo sportivo Salaria Sport Village.
Caratterizzata da una forma armoniosa, la copertura è realizzata interamente in legno lamellare, ad esclusione dei soli elementi di appoggio in acciaio.
Per esigenze costruttive l’opera é stata suddivisa in tre lotti costruttivi, di cui due relativi alla copertura vera e propria ed uno alle facciate di tamponamento.
La struttura é costituita da una serie di portali realizzati tramite travi bifalda in legno lamellare poste su pilastri compositi sempre in legno lamellare ed aventi una sagoma caratteristica stondata in sommità così da creare un effetto di continuità con il manto di copertura.
Le travi principali, di notevole luce pari a circa 34.60 metri, hanno una sezione variabile da 150 cm circa agli appoggi fino a 200 cm circa al colmo ed uno spessore pari a 18 cm.; sono vincolate a cerniera alla sommità dei pilastri, realizzando così uno schema statico di portale incastrato al piede.
I pilastri, composti da 3 sezioni in legno lamellare incollate; hanno un elemento interno di sezione pari a 18 cm x 60.1 cm sporgente di 16 cm circa verso l’interno dell’ edificio rispetto ai due guanciali laterali, realizzati questi ultimi tramite elementi con spessore di 10 cm ed un’altezza variabile da un minimo di 60 cm circa all’ appoggio fino ad un massimo di 135 cm circa in sommità, dove viene realizzato il raccordo curvo con la copertura.
Sulle travi principali é disposta un’ orditura secondaria costituita da correntizi di sezione 14 x 19.6 cm, supportante un perlinato di spessore 21 mm ed il pacchetto di copertura.
La controventatura di falda é realizzata tramite elementi diagonali in legno lamellare di sezione 18 x 19.6 cm disposti su 4 campate.
Per non appesantire le specchiature laterali tramite crociere di controvento, l’irrigidimento verticale é stato realizzato tramite incastro al piede dei pilastri stessi nonché un dimensionamento opportuno di questi ultimi in modo da consentirgli l’assorbimento dei momenti flettenti dovuti alle azioni orizzontali, sia nel piano delle travi bifalda principali che in quello longitudinale della struttura.
Tutte gli elementi lamellari e le controventature sono stati dimensionati in modo da avere una resistenza al fuoco di 60 minuti, studiando gli spessori delle sezioni lamellari in modo opportuno.
L’opera é completata da una serie di tamponamenti sia laterali che frontali, costituiti da montanti in legno lamellare avente sezione 12 x 29.7 cm poggianti su un supporto in acciaio e vincolati con giunto scorrevole verticalmente alle travi bifalda di testa, e da traversi sempre in legno lamellare di sezione 12 x 19.6 cm disposti tra i suddetti montanti e tra i pilastri principali.

Premesse e dissertazioni formali sul tema progettuale
Sacha Giannini
Oggi, rispetto al passato, viviamo un ribaltamento, la regola d’arte diventa diversa, in qualche modo assolvimento delle funzioni.
Al di sopra delle regole astratte (cornici, capitelli, ordini, colonne,…..) si arriva dai grandi maestri a noi alla funzione che determina in qualche modo l’estetica.
L’origine dell’idea in architettura e in edilizia può avere dei padri completamente diversi da quelli del passato, con l’unica limitazione, a mio giudizio, data dal “contesto” che in qualche modo si fa attore importante del concepimento architettonico contemporaneo.
La stessa definizione terminologica “contesto“ mi induce a pensare in termini trasgressivi : un’operazione, un gesto contestuale ad un contesto equivarrebbe ad una sovrapposizione di due colori uguali, due note identiche, in una monocorde univocità di segnali che non crea messaggio o informazione ; ……..strana assonanza….. “ contestare il contesto “ !!!
Un “ contesto “ per essere definito, quindi, deve necessariamente contenere dei parametri digressivi, dissonanti per poter essere da noi letto.
L’Architettura come l’arte, la cinematografia e qualunque altra manifestazione estetica ha prodotto costantemente opere in digressione con i contesti, anzi non esiste opera architettonica che è passata alla storia che non sia leggibile come operazione di trasgressione da un contesto.
Non sarebbe esistito il Guggenhaim di Wright se il contesto New York non si fosse posto provocatoriamente con i propri assi stereometrici e non sarebbero esistite le opere di Aalto, Loos, Le Corbusier, tutte leggibili in questa logica comune di trasgressione ;……. l’Arte poi se ne fa un obbligo !!
La città e i luoghi dell’abitare per essere vivificati, per seguitare ad esistere, per seguitare a corromperci necessitano di trasgressioni ; troppo facile adeguarsi al postulato, alle norme, ai codici e ai conformismi e formalismi “ urbatettonici “.
E proprio qui, con queste premesse, che nasce e si sviluppa l’idea progettuale di un grosso contenitore, una scatola, un involucro per attività sportive all’interno di uno storico circolo sportivo della capitale, il Salaria Sport Village (ex Banco di Roma).
Situato lungo un’area golenale del tevere a nord della diga sulla Flaminia in un territorio ancora poco compromesso, questo grande “ Hangar dello sport “ si impone con provocazione e la sua leggibilità è quasi obbligatoria e dovuta !
Non ho mai pensato al modo (corretto… ?) in cui esso si sarebbe potuto introdurre e mostrare sul luogo, in una formale mimesi paesaggistica, ma, al contrario al fatto di creare e proporre, appunto, un “contesto“ per contrastarne un altro (esistente…), altrimenti privo e ancora incompiuto…almeno nella sua definizione e caratterizzazione tettonica.
Nel mantenere distinte le differenti personalità di entrambi i protagonisti del progetto (natura e costruito), ho pensato, come compromesso e apertura a un dialogo, di isolare il progetto dalla natura, di allontanarlo, di confinarlo, quasi costipandolo tra due edifici esistenti tra loro formalmente discordanti (uno in c.a. e l’altro in ferro), come un “terzo incomodo” in una posizione sopraelevata, quasi privilegiata per contemplare e osservare verso ovest il paesaggio fluviale dalle grandi vetrate laterali previste.
Scelta strategica non solo urbanistica, ma anche formale per poter così meglio assolvere, quasi in silenzio e più discretamente mettersi in evidenza, alla funzione di realistico e schietto contenitore di attività umane e nello specifico…..sportive, come un enorme capannone per il rimessaggio e la manutenzione invernale di……??……..atleti !!
Brutale scatola, ingentilita da un accurato disegno e profilo laterale delle strutture in elevazione e da una singolare soluzione tettonica che restituisce chiarezza compositiva e pulizia formale all’organismo.
Soluzione progettuale unita e vincolata amichevolmente al contesto naturale fronteggiante dalla sola “ materia legnosa “ del telaio strutturale, simbolo e forse “ giustificazione morale “ per un immaginario collettivo ancora impreparato scientificamente che vede, così, nel legno qualcosa di sicura affidabilità, di rassicurante, di familiare, domestico, sostanzialmente buono, come “…. La ciambella della mamma o un maglione fatto a mano…!!!!!.”, configurandosi sempre più ancora solo come materiale che sopravvive sulla base di una fiducia tradizionale e di una conoscenza di tipo strettamente personale.
Il legno lamellare è anche oltre, è molto di più.
E’ un materiale straordinario, è :
* ECOLOGICO – la materia prima è sempre rinnovabile, nessun prodotto chimico nel processo produttivo, nessuno scarto di lavorazione……
* LEGGERO – pesa 7 volte in meno del c.a., riduce i costi strutturali del 20%, riduce i tempi e quindi i costi di costruzione
* ECONOMICO – a parità di sezione ha una portata 5 volte maggiore del legno massiccio, nessuno spreco…..
* VERSATILE – si possono ottenere forme curve e stravaganti, può essere montato, smontato e rimontato, si sposa bene con molti altri materiali, la superficie può essere naturale o colorata in 100 modi…
* GARANTITO – incollaggi, giunzioni, impregnanti e fissaggi a norma DIN…..

Il legno rappresenta indubbiamente il primo materiale che l’uomo ha utilizzato per modificare l’ambiente naturale, secondo le sue esigenze di vita; non per questo tale materiale ha cessato di svolgere la sua funzione, che al contrario trova continuo riscontro nell’evoluzione delle tecnologie e dei sistemi di lavorazione.
E’ proprio dalla sua attualità, sempre rinnovata, che il legno si ripropone come fondamentale anche nel settore dell’edilizia sportiva, sia come elemento costruttivo, che come materiale di finitura e attrezzatura.
Il legno, per quanto antico, è materia che si adatta con straordinaria versatilità alle concezioni più avanzate del costruire contemporaneo. Il suo rapporto con le sofisticate tecnologie oggi disponibili lo rende anzi ancora più “ moderno “ di quanto di per se non sia.
L’Architettura è da sempre stata legata, nel suo sviluppo, all’evoluzione della Tecnologia.
Non solo per affinità tecnica, ma perché sono entrambe un’espressione culturale della società che le partorisce.
“La tecnologia è chiarezza” e nella promozione della Sostenibilità fornisce all’Architettura un “paradigma estetico” .
L’Architettura entra nel percorso della Sostenibilità non solo rispondendo alla richiesta di costruzioni ecosostenibili ma anche svolgendo un ruolo di comunicazione sull’ambiente.
Le impostazioni del progetto manifestano l’intenzione di lavorare con l’ambiente e nel rispetto dello stesso, mettendo in risalto le caratteristiche e il funzionamento dell’ambiente e rendendone possibile un’esperienza estetica.
L’Architetto promuove ed induce delle funzioni che portano gli utenti a seguire le istruzioni sul come abitare e vivere gli spazi, pone in evidenza il concetto di sostenibilità attraverso lo svelarsi dei principi seguiti nel percorso del progetto.
“L’architettura pare presentarsi come un messaggio persuasivo e indubbiamente consolatorio ma che possiede nel contempo degli aspetti euristici e inventivi.” …..Umberto Eco,
In conclusione, parafrasando Michel Foucault (1994),
…. “la tecnologia deve essere sociale prima di essere tecnica,……..”, sociale, nella misura in cui è assolvimento delle funzioni previste e in questo “servire” funzionalmente l’utente deve, credo, necessariamente mostrarsi e presentarsi in una limpida e armonica pulizia formale.
La decifrabilità dell’immagine architettonica non deve più obbligare l’osservatore ad oltrepassare l’immagine e a mettersi nella condizione di ricercare fonti alternative al visuale, evitando l’assenza di riferimenti facilmente individuabili con un linguaggio tettonico senza contraddizioni delle aspettative architettoniche della costruzione, conferendo , così, una nuova e ritrovata libertà
La percezione del manufatto si trasforma in esatta interpretazione degli intenti ; all’osservatore non è consentito di costruirsi una propria visione e concezione dell’edificio o di una instabile in continuo mutamento.
L’Architettura è per me, ordine, chiarezza mentale e serissime intenzioni costruttive, e in questo progetto Holzbau ha risposto professionalmente confermando questi requisiti.



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