AI e ambiente costruito: l’intelligenza artificiale può aiutarci a decarbonizzare il settore edile? 26/06/2024
Il National Museum del Qatar, progettato da Jean Nouvel, ha aperto ufficialmente al pubblico lo scorso marzo rivelando un’incredibile architettura le cui forme richiamano alla mente l’immagine di una rosa del deserto, fiore tipico del territorio qatari. A cura di Fabiana Murgia Credit: Atelier Jean Nouvel Indice: L’architettura del museo I temi proposti Il parco pubblico Sostenibilità Il progettista si è posto l’obiettivo di omaggiare la cultura di un paese giovane che si è fatto strada tra il deserto e il mare e per riuscire nella sua impresa si è lasciato ispirare da un fiore tipico delle aree desertiche, dando vita a un design suggestivo caratterizzato da grandi dischi di diametro variabile incastrati tra loro. Il museo sorge nel sito in cui padroneggia il Palazzo Reale dello sceicco Abdullah Bin Jassim Al Thani, cuore dell’identità nazionale del Qatar, e racconta la storia del Paese a partire dalle sue origini, segnate dagli spostamenti di una popolazione nomade vissuta e cresciuta tra mare e deserto, fino a raggiungere la storia odierna. La linea del tempo si snoda in tre diversi capitoli tematici presentati all’interno di undici gallerie individuali: Beginnings, Life in Qatar e The Modern History of Qatar. L’architettura del museo Nella realizzazione di questa opera risiede tutta la maestria di un architetto che è riuscito a realizzare una struttura che sembra prendere vita grazie a forme complesse che richiamano l’elemento floreale e vengono sfruttate ora per divenire elementi portanti, ora per suddividere gli spazi interni in ampie sale e ricavare passaggi segreti che guidano il visitatore nel percorso, oltre a possedere un’evidente valenza estetica. Credit: Atelier Jean Nouvel Le undici gallerie espositive sono caratterizzate dalla presenza di pavimenti inclinati, che avvicinano il visitatore alla morfologia dei paesaggi tipici qatari e sottolineano la non verticalità degli elementi. È proprio grazie alla presenza di questi elementi inclinati e incastrarti reciprocamente che il percorso si articola in una serie di spazi mai uguali, la cui forma si rivela solamente dopo esservi entrati. La pelle dell’edificio è realizzata in fibrocemento beige ad alte prestazioni e la disposizione dei dischi, i cui diametri variano dai 14 agli 87 metri, genera molteplici aggetti, grazie ai quali è possibile ripararsi dal sole, proiettando lunghe ombre che nell’arco della giornata generano giochi suggestivi. La pianta assume una forma circolare segnata dallo sviluppo di un percorso ad anello lungo 1,5 chilometri e mostra al centro uno spazio vuoto dedicato alla baraha, ossia al cortile privato. Il museo ospita al suo interno due laboratori di restauro, uffici amministrativi e un auditorium dotato di una capienza di 213 posti a sedere. I temi proposti Il viaggio proposto attraversa la storia del Qatar dalle origini ai giorni nostri, raccontando la vita delle città costiere sia dal punto di vista sociale, considerandole come punti di sosta per nomadi e pescatori di pesci e perle, che dal punto di vista ambientale, mostrandone la fauna e la flora. Credit: Atelier Jean Nouvel Sono tre gli eventi significativi che hanno mutato le calme tradizioni della popolazione nomade qatari; il primo evento risale all’epoca romana ed è legato alla pesca delle perle e al loro commercio; il secondo è avvenuto in seguito alla seconda guerra mondiale e corrisponde alla scoperta del petrolio e il terzo risiede in un’altra fondamentale scoperta avvenuta vent’anni dopo: la scoperta del gas. Jean Nouvel ha voluto dare forma a un edificio che potesse trasmettere appieno queste tre storie. Il percorso si apre con una serie di film che mostrano diversi volti del Qatar e della sua storia, che devono la propria realizzazione al lavoro di registi e videografi, per arricchirsi di testimonianze concrete, come resti di fossili e gioielli rinvenuti nel territorio. Il parco pubblico All’esterno il complesso è arricchito da un parco pubblico con laguna artificiale progettato dal paesaggista Michel Desvignes. Desvignes ha optato per la piantumazione di sole specie autoctone tra le quali emergono undici diverse specie di palme da dattero. L’area verde assume molteplici funzioni divenendo un’area picnic, uno spazio gioco per i bambini e uno spazio didattico grazie alla presenza di un’area interattiva; allo stesso tempo non trascura il valore artistico dell’intero progetto ospitando l’installazione di una mostra d’arte scultorea contemporanea. Sostenibilità Non è mancata l’attenzione alla sostenibilità che ha portato l’edificio ad aggiudicarsi sia la certificazione Gold LEED che quattro stelle conferite dal Global Sustainability Assessment System.L’efficienza energetica è garantita dai pesanti dischi in fibrocemento che assumono la valenza di materasso protettivo dal calore solare; inoltre, quando il sole raggiunge l’edificio da est o da ovest si generano lunghe ombre protettive. La sporadica presenza di aperture e il posizionamento strategico delle finestre che non vengono colpite dal sole contribuiscono a mantenere adeguate condizioni climatiche interne, limitando l’utilizzo dell’aria condizionata. Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto