Tecnologia e innovazione in edilizia: occorre aprirsi alla digitalizzazione e all’inclusione 21/07/2025
Il Distretto Solidale, progettato dallo studio Pier Currà Architettura, è un esempio di come sia possibile trasformare un edificio in un presidio civico capace di accogliere, generare relazioni e restituire dignità alle persone. È un’opera che tiene insieme misura estetica, innovazione materica, sensibilità urbana e valore umano. Il costo, un milione di euro, finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza A cura di: Pietro Mezzi Indice degli argomenti Toggle Uno spazio di solidarietàLe scelte architettonicheLa scelta dell’alluminio riflettenteGli interniL’architettura circolare che genera ambienteL’architettura come cura L’architettura ha il potere di trasformare i luoghi non solo dal punto di vista estetico o funzionale, ma anche sociale e culturale. Con il Distretto Solidale di Cesena, lo studio Pier Currà Architettura ha interpretato questa possibilità, restituendo alla città non soltanto un edificio, ma un presidio civico, un motore di legami e un catalizzatore di fiducia. Uno spazio di solidarietà L’intervento nasce da un’esigenza concreta: creare uno spazio per la raccolta, lo stoccaggio e la distribuzione gratuita di beni alimentari destinati alle famiglie in difficoltà. Grazie a un processo partecipativo che ha coinvolto numerose associazioni del territorio e al sostegno dei fondi del Pnrr, il progetto ha assunto da subito una valenza che supera il perimetro funzionale per diventare un attivatore urbano. Il Distretto, infatti, non è soltanto un mercato solidale, ma un luogo di incontro, ascolto, formazione, un ambiente in cui la dimensione dell’assistenza si intreccia con quella dell’autodeterminazione delle persone generando dignità e opportunità. Le scelte architettoniche Dal punto di vista architettonico, l’intervento si articola in due volumi. Il primo, frutto della rifunzionalizzazione di un edificio esistente, accoglie al piano terra gli spazi del Market e al piano superiore ambienti destinati ad attività sociali e formative. Il secondo è un corpo nuovo: un magazzino di circa 300 metri quadrati progettato ex novo. I due elementi dialogano attraverso flussi interni studiati con precisione, che garantiscono efficienza, ma al tempo stesso rimandano simbolicamente al gesto del donare e del restituire, creando un ciclo continuo tra città e cittadini, tra comunità e individui. La cifra architettonica dell’intervento trova la sua forza nel rapporto con il contesto naturale in cui è inserito. Il lotto, collocato all’interno di un parco urbano, ha richiesto un approccio misurato e rispettoso. Lo studio ha scelto di rivestire il nuovo volume con un involucro di lamiera metallica ondulata riflettente, una pelle capace di mutare aspetto a seconda della luce e delle stagioni, restituendo i colori e le essenze del verde circostante. In questo modo, la massa costruita non impone la propria presenza, ma si lascia attraversare visivamente dal paesaggio, diventando un’architettura silenziosa, che vibra e dialoga con l’intorno. È un gesto che protegge e al tempo stesso riflette, come uno specchio collettivo in cui la comunità può riconoscersi. La scelta dell’alluminio riflettente La scelta della superficie, apparentemente semplice, racchiude un significato profondo. L’alluminio riflettente non è solo un materiale tecnico, ma un dispositivo poetico che trasforma il volume in una presenza mutevole, capace di fondersi con il parco e di restituire all’architettura un ruolo di mediatore tra natura e artificio. Il progetto ha previsto la realizzazione di un involucro in lamiera metallica ondulata riflettente, capace di mutare aspetto secondo la luce La luce diventa parte integrante del progetto, e lo spazio aperto, il verde e il costruito formano un sistema unitario, in cui il confine tra interno ed esterno si assottiglia. Gli interni All’interno gli ambienti sono organizzati per offrire al tempo stesso funzionalità e accoglienza. Il piano terra ospita le attività legate alla distribuzione dei beni di prima necessità: uno spazio di servizio per lo smistamento delle merci, un’area polivalente, il market vero e proprio. Al livello superiore, le sale sono pensate per attività formative, sociali, di orientamento e di incontro. Questa duplicità funzionale rafforza la natura ibrida del progetto: non soltanto luogo di sostegno, ma anche di crescita, di partecipazione e di cittadinanza attiva. L’architettura circolare che genera ambiente Nel progetto del Distretto Solidale la sostenibilità non è solo un principio, ma una pratica misurabile. L’intervento, che ospita il nuovo Emporio Solidale della città, rappresenta un caso studio di architettura circolare, in cui la qualità dello spazio si intreccia con la responsabilità ambientale e sociale. Alla base del progetto vi è un approccio Life Cycle Assessment (Lca) conforme agli standard EN 15804 e Level(s), adottato come strumento guida per le scelte costruttive. Ogni materiale è stato valutato nel suo intero ciclo di vita, dalla produzione al fine vita, misurando l’impatto ambientale di ciascuna fase. L’analisi ha evidenziato che l’81% delle emissioni climalteranti è imputabile ai materiali impiegati nelle fasi iniziali del ciclo (A1-A3), con un embodied carbon di 410 kg/CO2 e/mq e un potenziale di riscaldamento globale complessivo pari a 574 tonnellate di CO₂ equivalente. Dati che, se letti nel contesto del settore, segnano un risultato virtuoso, grazie alle strategie di riduzione e compensazione adottate. Elemento chiave è stato l’impiego di acciaio strutturale ad alto contenuto di materiale riciclato (minimo 92%), proveniente da una filiera controllata e tracciabile. Una scelta che unisce prestazioni strutturali e qualità ambientale, contribuendo al raggiungimento di un Building Circularity Index del 41%: un valore che testimonia la reale capacità del progetto di integrare principi di economia circolare, riduzione dei rifiuti e recupero energetico. L’approccio sistemico ha permesso di mappare i flussi di materia ed energia in ogni fase del ciclo di vita, valutando le opportunità di riuso, smontaggio e riciclo. Il risultato è un edificio che non solo riduce il proprio impatto, ma apre la strada a una nuova responsabilità progettuale, in cui l’efficienza dei materiali diventa parte integrante del valore architettonico. La pelle metallica riflettente del nuovo volume, oltre a dialogare poeticamente con il paesaggio, sintetizza questa visione: un materiale tecnico che riflette la luce e il verde del parco, trasformando l’involucro in un dispositivo ambientale e percettivo. Così il Distretto Solidale si configura come un modello replicabile di architettura sostenibile e sociale, in cui l’etica della costruzione incontra l’estetica della leggerezza. L’architettura come cura Il Distretto Solidale si inserisce in un quadro più ampio di politiche di inclusione e coesione sostenute dal Piano nazionale di ripresa e resilienza del comune di Cesena. Ma ciò che distingue questo intervento è la capacità di tradurre un investimento pubblico in un luogo di valore collettivo, capace di rafforzare il tessuto sociale e di rigenerare uno spazio urbano con un progetto architettonico di qualità. Particolare del nuovo volume Il disegno non si limita a risolvere esigenze pratiche: costruisce un immaginario nuovo, restituisce dignità a chi vi accede e afferma che l’architettura può essere strumento di equità e cura. Parla il progettista «Non volevamo creare solo un contenitore funzionale – spiega l’architetto Pier Currà -, ma uno spazio capace di accogliere, ascoltare e restituire dignità. Il Distretto nasce come presidio di comunità, dove l’architettura diventa alleata silenziosa di un impegno collettivo verso un futuro più equo». Il Distretto Solidale è un’opera che tiene insieme misura estetica, innovazione materica, sensibilità urbana e valore umano. Un esempio di come spazi, superfici e natura possano fondersi per restituire alla città non un edificio, ma un luogo di comunità. Pier Currà Architettura Fondato a Cesena nel 2017, lo studio opera in diversi ambiti: dalla progettazione di sedi aziendali, uffici ed edifici residenziali all’interior design, a complessi industriali e spazi pubblici. Pier Currà Architettura è stato riconosciuto tra i cento migliori studi di architettura in Italia secondo il Rapporto Guamari 2024. Sempre l’anno scorso lo studio è entrato nella classifica FT1000 – Europe’s Fastest Growing Companies, redatta dal Financial Times. Il primo volume, oggetto della ristrutturazione di un edificio esistente, accoglie al piano terra gli spazi del Market e al piano superiore ambienti destinati ad attività sociali e formative (credits, Politecnica) Il secondo è un corpo nuovo: un magazzino di circa 300 metri quadrati (credits, Politecnica) Scheda progetto Distretto Solidale di Cesena Committente: Comune di Cesena Luogo: Cesena Anno: 2025 Tipologia: Edificio sociale Progetto architettonico: Pier Currà Architettura Team di progetto: Pier Nicola Currà, Nicolas Piazza (responsabile, Riccardo Minghini, Alice Ravizza, Sofia Montalti, Luca Daltri, Matteo Giulianelli, Martina Pedrelli Progettazione impianti: Cube Progettazione strutture: Sandro Cedri Progetto antincendio: FSE progetti Importo dei lavori: 1.000.000 euro Fotografie: Nicolas Piazza Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto