Tecnologia e innovazione in edilizia: occorre aprirsi alla digitalizzazione e all’inclusione 21/07/2025
A cura di: Pierpaolo Molinengo Indice degli argomenti Toggle Bollette di casa, cosa possono controllare i ComuniIl contrasto all’evasione Imu e TariI controlli sulle bollette: cosa prevede la normativaI controlli sulle utenze domestiche I dati contenuti nelle bollette di acqua, luce e gas possono essere consultati dal Comune. Il controllo delle utenze è uno strumento in mano a questi enti locali per permettere loro di verificare se gli utenti abbiano diritto ad accedere – solo per fare un esempio – all’esenzione Imu. Per un immobile adibito ad abitazione principale ci saranno dei consumi, se invece è disabitato, a fronte di una serie di utenze attive, i consumi saranno pressoché nulli. Ma vediamo nel dettaglio a cosa possono i comuni e a cosa è necessario prestare attenzione. Bollette di casa, cosa possono controllare i Comuni I Comuni hanno facoltà di controllare le bollette degli immobili ubicati sul proprio territorio. Questa operazione, che è perfettamente legale, ha una motivazione ben precisa: permette di verificare se gli immobili siano abitati realmente per la maggior parte dell’anno e, quindi, attestare se i proprietari abbiano effettivamente diritto a beneficiare delle esenzioni Imu previste per le abitazioni principali e delle riduzioni Tari. Se, invece, l’immobile viene utilizzato esclusivamente per le vacanze non sono previsti degli sconti per l’utilizzo dello stesso. Controllare i consumi dei contribuenti attraverso le bollette ha uno scopo ben preciso: scoprire se ci siano delle finte residenze di comodo, che servono solo per beneficiare indebitamente delle esenzioni e delle riduzioni previste dalla normativa. Quello che stiamo descrivendo è un fenomeno particolarmente diffuso soprattutto nelle località turistiche – estive o invernali -, anche se spesso coinvolge le grandi città, nelle quali i proprietari tentano di eludere il pagamento dell’Imu spostando la propria residenza in quell’immobile, anche se in realtà è semplicemente una seconda casa, per la quale generalmente si devono pagare l’Imu e la Tari in misura piena. È bene ricordare che l’esenzione Imu per la prima casa è concessa unicamente nel caso in cui l’abitazione principale costituisce la residenza effettiva del proprietario; le agevolazioni Tari, invece, vengono concesse sulla base del numero di occupanti dell’immobile, della superficie calpestabile e di una serie di parametri che possano, almeno presuntivamente, quantificare l’ammontare dei rifiuti prodotti. Il contrasto all’evasione Imu e Tari Le amministrazioni comunali, per contrastare l’evasione Imu e Tari, hanno a disposizione una serie di strumenti attraverso i quali effettuare i controlli. Tra questi c’è la verifica dei consumi di elettricità, gas ed acqua. Questo tipo di monitoraggio risulta facilitato dal fatto che i dati sono completamente informatizzati e possono essere acquisiti in qualsiasi momento direttamente dalle società che erogano i vari servizi. Il controllo sulla carta delle bollette si aggiunge ad altri strumenti che i Comuni utilizzano regolarmente, tra i quali ci sono: i sopralluoghi della Polizia locale per accertarsi che l’immobile sia effettivamente occupato ed utilizzato come residenza; l’incrocio delle informazioni presenti negli archivi anagrafici, catastali e di altre banche dati in possesso delle Pubbliche Amministrazioni; la richiesta ai contribuenti della documentazione necessaria ad attestare la veridicità o meno delle dichiarazioni che sono state presentate. I controlli sulle bollette: cosa prevede la normativa La normativa che autorizza le amministrazioni comunali a verificare le bollette dei residenti è contenuta nell’articolo 2 e seguenti del Dlgs n. 23/2011, che, sostanzialmente, ha introdotto, per i Comuni, la possibilità di accedere ai dati delle utenze di luce, acqua e gas e a “qualsiasi altra banca dati pubblica, limitatamente ad immobili presenti ovvero a soggetti aventi domicilio fiscale nel comune, che possa essere rilevante per il controllo dell’evasione erariale o di tributi locali”. Ultimamente questo strumento è stato ulteriormente potenziato attraverso l’introduzione del “Portale dei consumi”, un’applicazione che viene gestita da Arera, ossia l’Autorità di Regolazione Energia, Reti e Ambiente, che permette di esaminare e monitorare con precisione i dati storici dei consumi di elettricità e di gas, che vengono inseriti periodicamente dai vari fornitori. I singoli Comuni, a questo punto, attraverso il sistema informativo della fiscalità locale, hanno la possibilità di accedere ai dati dei consumi delle utenze domestiche, in modo da verificare se gli immobili vengono utilizzati realmente. E quindi accertarsi che i contribuenti vi siano effettivamente residenti. Tra l’altro è bene ricordare che la sentenza della Corte Costituzionale 209/2022 – diventata storica perché permette ai coniugi di beneficiare dell’esenzione Imu per due immobili diversi adibiti ad abitazione principale e dimora abituale separate -, non esclude la possibilità di effettuare delle verifiche per accertare che non ci siano delle false residenze di comodo. I giudici, infatti, hanno ribadito che i Comuni hanno la possibilità di effettuare le verifiche per accertare che i coniugi abitino realmente nei due immobili. I controlli sulle utenze domestiche Per appurare l’effettiva residenza in un immobile, i Comuni hanno la possibilità di chiedere ai contribuenti le bollette di acqua, luce e gas o di acquisire i dati direttamente dai fornitori. In entrambi i casi, l’analisi dei consumi permette di appurare eventuali anomalie che possono indicare un utilizzo saltuario e sporadico dell’immobile, anziché abituale e continua. Solo per portare un esempio, eventuali consumi di elettricità o di gas molto bassi se non proprio pari allo zero per lunghi periodi – come interi bimestri di fatturazione – fanno desumere che l’immobile non risulti essere realmente abitato. Questo significa che la residenza è solo di comodo ed è stata fissata per ottenere l’esenzione Imu. Per poterne fruire, come abbiamo sottolineato in precedenza, è necessario che la dimora effettiva sia all’interno dell’immobile, non è sufficiente la residenza anagrafica. Nell’immobile bisogna viverci realmente, fatto che determina il consumo di elettricità, gas ed acqua. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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