Angaisa e Cresme hanno presentato l’Osservatorio sulla competitività delle province italiane: uno strumento per conoscere il settore e i mercati locali dell’idro-termo-sanitario. A Roma si vendono più sanitari, rubinetti caldaie e pavimenti che a Milano, che primeggia invece per la vendita dei condizionatori. Intanto il mercato cresce. Anche per biennio 2019-2020 Indice degli argomenti: L’Osservatorio sulla competitività delle province Le città più competitive Nei giorni scorsi, Angaisa, l’associazione nazionale dei distributori di prodotti e impianti idro-termo sanitari, ha chiamato a raccolta a Milano oltre 700 soci per discutere con loro l’andamento del mercato e per mettere a fuoco le nuove strategie di marketing. Il compito di aprire i lavori è toccato al presidente dell’associazione Enrico Celin, che ha illustrato i dati di mercato del settore. «Nel periodo 2013-2018 – ha annunciato Celin – il fatturato censito dall’Osservatorio delle vendite di Angaisa è cresciuto da 2,05 miliardi di euro del 2013 a 2,61 miliardi di euro del 2018. Prevediamo di chiudere il 2018 con un +3,29%. Un trend positivo che è proseguito anche nei primi dieci mesi del 2019, che in termini di fatturato hanno fatto registrare, rispetto all’anno precedente, un +3,23%, che potrebbe consentire di chiudere l’anno in corso con un +2,99%. Anche le stime per il 2020 parlano di un mercato in crescita del + 2,98%». Nel corso dell’appuntamento milanese si è discusso molto delle trasformazioni che hanno interessato (e che interesseranno sempre più) il lavoro delle migliaia di imprese del settore, alle prese con la digitalizzazione e con i cambiamenti indotti nei comportamenti dei clienti, i quali rivestiranno un ruolo sempre più centrale nel processo di commercializzazione. Si è parlato poi della necessità di profilare la propria clientela, di abbandonare la logica aziendale basata esclusivamente sul prodotto e sul prezzo e di conoscere e impiegare le tecniche del marketing. Quattro, infine, le raccomandazioni rivolte alla platea: serve lavorare con i fornitori in un’ottica di partnership; non basta puntare al solo prodotto; lo spazio fisico della rivendita è ancora importante, ma serve cambiare; va ripensata la catena del valore dove al centro è collocato il cliente. L’Osservatorio sulla competitività delle province Ma l’appuntamento milanese aveva il suo pezzo forte nella presentazione della prima edizione dell’Osservatorio sulla competitività delle province italiane realizzato dal Cresme per conto di Angaisa. «In un mercato sempre più complesso e diversificato in termini di domanda e di modelli di offerta – ha detto Celin – è importante poter disporre di strumenti di analisi ancora più evoluti ed efficaci. I numeri tradizionali devo essere accompagnati anche da informazioni aggiornate riguardanti i contesti macroeconomici, sociali, demografici e ambientali. Nella consapevolezza che esiste il mercato, ma esistono tanti mercati locali, non solo regionali, ma provinciali e comunali. Conoscere i propri territori è essenziale per impostare le corrette strategie commerciali». Il compito di analizzare una domanda così articolata è toccato al Cresme, che utilizzando una serie di indicatori è in grado di registrare l’effettiva competitività di ognuna delle 107 province italiane con l’obiettivo di stimare i reali potenziali di crescita non solo del mercato del comparto, ma del territorio nel suo complesso. «La conoscenza del territorio – ha sostenuto Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme – è fondamentale sia per comprendere le disparità esistenti a livello internazionale sia a livello regionale e locale. In un contesto territoriale problematico in cui i territori competono per attrarre risorse umane e finanziarie con l’obiettivo di generare sviluppo economico sostenibile e duraturo, la conoscenza dei territori diventa un fattore strategico per le imprese». Per questi motivi Angaisa e Cresme hanno deciso di dar vita all’Osservatorio sulla competitività delle province italiane, dalla cui lettura emergono sia un quadro di insieme nazionale sia approfondimenti locali in grado di far emergere le aree più attrattive del Paese. Il risultato è una classifica dei territori italiani: dai più dinamici ai più competitivi da quelli più problematici a quelli maggiormente in difficoltà. Le città più competitive Dall’analisi di otto indicatori (dimensioni, demografia, economia, capacità innovative, dotazione infrastrutturale, accessibilità territoriale, qualità della vita e welfare, turismo) si trovano una serie di conferme e alcune sorprese. Milano è di gran lunga la provincia più competitiva (al secondo posto troviamo Monza, poi Roma, Bologna, Firenze), mentre le ultime 20 province sono tutte collocate nel Mezzogiorno (la questione meridionale si conferma più viva che mai). Passando al settore delle costruzioni, secondo i dati disaggregati per province dell’Osservatorio, si scopre che le province di Milano, Roma e Torino con 4 milioni di euro ciascuna, rappresentano il 16% del totale degli investimenti in costruzioni; se si sommano i valori di Napoli e Brescia si superano i 23 miliardi di euro: più di un quinto del totale è concentrato in cinque province, quattro delle quali del Centro-Nord. L’Osservatorio Angaisa-Cresme va avanti per decine di pagine ad analizzare e raccontare i vari segmenti di mercato delle costruzioni disaggregati per singole province. Per quanto riguarda il mercato dell’idro-termo-sanitario (Its), si scopre che è Roma il primo mercato Its in Italia, con 940 milioni di euro di fatturato e oltre 3 miliardi di spesa realizzati nel 2018. La città metropolitana romana supera quella di Milano che segue con 828 milioni di fatturato e una spesa complessiva di 2,4 miliardi. Seguono Torino, Napoli e Brescia. Le ultime cinque, per spesa finale, sono Enna (ultima in classifica), Crotone, Isernia, Caltanissetta e Campobasso; per fatturato invece sono Gorizia, Isernia, Rieti, Matera e Vercelli. Passando al mercato potenziale dell’Its, il contesto è di crescita generale per quattro tipologie di prodotto: +2% in media nel periodo 2015-208 e di modesto rallentamento in base alle previsioni per il 2019. Per quanto riguarda il mercato potenziale dei sanitari installati nel 2018, in testa alla classifica per province troviamo Roma con oltre 674mila pezzi, poi Milano, Torino, Napoli e Brescia; si vendono meno pezzi invece a Enna, Crotone, Caltanissetta, Isernia e Biella. Identica è la classifica 2018 del mercato potenziale dei rubinetti: in testa infatti troviamo sempre Roma con oltre 754mila pezzi installati, seguita dalle province di Milano (circa 558mila), Torino (392mila), Napoli (373mila) e Brescia (209mila). Per quanto riguarda il mercato potenziale delle caldaie, Roma è in testa con circa 107mila pezzi installati (seconda Milano con circa 93mila pezzi); idem per quanto riguarda i metri quadrati di pavimenti posati: 12,4 milioni di metri quadrati contro i 10,3 milioni di Milano. Il capoluogo milanese risulta in testa invece per quanto riguarda il mercato potenziale dei condizionatori: nel 2018 si sono installati circa 74mila motori, poco meno a Roma (71mila), Firenze (40mila), Brescia (circa 31mila) e Torino (circa 34mila). Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento