Tecnologia e innovazione in edilizia: occorre aprirsi alla digitalizzazione e all’inclusione 21/07/2025
Indice degli argomenti Toggle Cos’è la UNI/PdR 176:2025 e cosa prevedeUn cambiamento concreto per tutta la filieraNon solo ridurre le emissioni, ma più qualità e durabilitàFAQ sul calcestruzzo sostenibile secondo la UNI 176:2025Il calcestruzzo può essere davvero sostenibile?Quanto impatta il calcestruzzo sull’ambiente?Come funziona il calcestruzzo?Dove si utilizza il calcestruzzo? È stata pubblicata la nuova prassi di riferimento UNI/PdR 176:2025 per il calcestruzzo preconfezionato, un documento che segna un passo importante verso una filiera più sostenibile, trasparente e tracciabile. L’obiettivo è ridurre le emissioni e promuovere l’uso di un materiale essenziale per l’edilizia, ma con un impatto ambientale più contenuto. La sostenibilità dei materiali da costruzione, e in particolare del calcestruzzo, entra così in una nuova fase grazie al lavoro congiunto di UNI e ATECAP (Associazione Tecnico Economica del Calcestruzzo Preconfezionato), che hanno definito criteri oggettivi per misurarne concretamente l’impatto ambientale. Cos’è la UNI/PdR 176:2025 e cosa prevede La nuova prassi si fonda sul concetto di “classi di efficienza ambientale” e introduce un sistema di valutazione basato sul rapporto tra resistenza meccanica del materiale e livello di emissioni di CO₂. Questo approccio consente di quantificare la sostenibilità del calcestruzzo lungo tutto il ciclo di vita del prodotto, dalla produzione all’utilizzo in cantiere. Il punto di partenza è la classificazione definita nella UNI 11104:2025, che utilizza l’indicatore GWP (Global Warming Potential) per assegnare al calcestruzzo una classe di impatto ambientale. In questo modo la sostenibilità diventa un parametro tecnico verificabile, utile sia in fase progettuale sia nella scelta dei materiali più idonei dal punto di vista ambientale. Le informazioni fornite dalla UNI/PdR 176:2025 sono un valido supporto per il calcolo dell’LCA (Life Cycle Assessment) e per la redazione delle EPD (Environmental Product Declaration). Un cambiamento concreto per tutta la filiera La nuova prassi non riguarda solo il materiale in sé, ma coinvolge l’intera filiera del calcestruzzo. Dalla progettazione alla produzione, fino alla posa in opera, ogni fase è ora valutabile secondo criteri ambientali misurabili. Questo rappresenta un cambio di paradigma importante per produttori, progettisti, imprese e committenti pubblici e privati. La UNI 176:2025 non si limita a definire prestazioni meccaniche o fisiche, ma introduce una visione più ampia, che integra durabilità, tracciabilità e impatto ambientale. In sostanza, uno strumento che accompagna la transizione del comparto verso un’edilizia realmente sostenibile. Non solo ridurre le emissioni, ma più qualità e durabilità ATECAP ha accolto con favore la pubblicazione della nuova prassi. Rispetto al passato, si supera l’idea – spesso fuorviante – che sostenibilità significhi semplicemente usare meno cemento o calcestruzzi poveri. Il nuovo approccio riconosce, invece, il valore dell’equilibrio tra performance strutturali, durabilità e riduzione delle emissioni. Un calcestruzzo sostenibile, in quest’ottica, è un materiale che garantisce buone prestazioni meccaniche, lunga durata e ridotta necessità di manutenzione nel tempo. Un investimento sul lungo periodo, sia dal punto di vista ambientale che economico. FAQ sul calcestruzzo sostenibile secondo la UNI 176:2025 Il calcestruzzo può essere davvero sostenibile? Sì, ma dipende da come viene prodotto e impiegato. La sostenibilità del calcestruzzo non si misura solo in termini di emissioni, ma anche in base alla qualità della miscela, alla scelta delle materie prime e alla durabilità del materiale. Un calcestruzzo progettato per durare riduce gli interventi di manutenzione e l’impatto ambientale nel lungo periodo. Quanto impatta il calcestruzzo sull’ambiente? Il contributo maggiore alle emissioni deriva dalla produzione del cemento, responsabile di circa l’8% della CO₂ globale. Tuttavia, l’innovazione tecnologica e normative come la UNI/PdR 176:2025 possono incidere positivamente sull’intero comparto. Come funziona il calcestruzzo? Il calcestruzzo è un materiale composito formato da cemento, acqua, sabbia, ghiaia e additivi. Quando acqua e cemento si combinano, si innesca una reazione chimica (idratazione) che permette alla miscela di indurirsi e diventare resistente. È questo che lo rende così versatile e duraturo. Dove si utilizza il calcestruzzo? Oltre a edifici e infrastrutture, trova applicazione in ponti, strade, opere idrauliche, gallerie e manufatti prefabbricati. La sua versatilità lo rende centrale nei progetti di edilizia sostenibile del futuro. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento