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[post_content] => ECT SYSTEM
ha affrontato il settore dei materiali compositi in edilizia con un approccio globale ed integrato che comprende la progettazione dei materiali, la produzione di componenti specifici, l'applicazione e le relative verifiche. I numerosi casi affrontati con soluzioni del tutto innovative, mediante componenti appositamente studiati e prodotti sulla base di dati progettuali, sono un'importante dimostrazione della validità di come ECT SYSTEM affronta questo mercato.
UN “SISTEMA FLESSIBILE"
Il Sistema ECT SYSTEM offre diverse opzioni, usufruibili per intero o singolarmente, in base alle necessità del progettista o della committenza.
In sintesi il pacchetto di soluzioni proposte è il seguente:
? Progettazione integrata delle soluzioni, che sono dunque personalizzabili in base alle specifiche tecniche del singolo caso. Lo staff della sezione Engineering si compone di tecnici qualificati in possesso di un Know how specifico in questo settore, frutto di anni di esperienza diretta e di opere personalmente ideate e realizzate. Al progettista strutturale offriamo la possibilità di integrare questi materiali nel progetto, ottimizzando la duttilità della struttura. Al progettista architettonico, - senza stravolgere le proprie idee e ipotesi di intervento - proponiamo valide alternative che gli consentano di razionalizzare meglio gli spazi ed i volumi.
? Produzione su misura dei supporti, nei settori edilizia, nautica e terziario tecnologico, adoperando tecnologie altamente evolute ed esclusive.
Basti pensare alla produzione su misura di lamine in fibra di carbonio realizzate con la tecnologia esclusiva del sottovuoto; oppure ai pannelli strutturali prodotti con evoluti sistemi di assemblaggio dei materiali compositi, che trovano largo uso nella nautica ma anche in soluzioni mirate nel campo dell’edilizia.
? Posa in opera di tutte le tipologie di materali compositi, dalle fibre di carbonio eo fibra di vetro per il consolidamento strutturale, all’assemblaggio in sito di strutture realizzate con profili pultrusi strutturali in GFRP, (glass fiber reinforced polymer).
? La sperimentazione e la ricerca
Da anni ECT SYSTEM opera in stretto contatto con Università e centri di ricerca nella sperimentazione di nuove soluzioni tecnologicamente evolute o nel testare materiali e sistemi già presenti sul mercato. ECT è divenuta nel tempo un punto di riferimento importantissimo per le tesi di laurea dei futuri Ingegneri o tecnici del settore, e le soluzioni o gli argomenti trattati nelle varie tesi trovano spesso un potenziale seguito per possibili applicazioni future.
L'ESPERIENZA E LA PROGETTAZIONE
In questi ultimi anni l’azienda si è dotata anche di moderni macchinari che permettono di effettuare direttamente nei laboratori aziendali un vasto repertorio di prove, testando in prima persona le soluzioni ideate, progettate e prodotte. L’esperienza acquisita in questi anni ci insegna che molto spesso non è possibile intervenire con tecnologie tradizionali, pertanto le fibre di carbonio ed i materiali compositi diventano l’unica alternativa possibile, purché si sappia dove metterli, quanto metterne e soprattutto come applicarli.
A livello normativo, nella progettazione e successivo utilizzo di questi materiali, determinante appare anche il riconoscimento che gli stessi hanno ormai acquisito, sia per quanto previsto nella nuova normativa, che per quanto specificato nei D.T. del C.N.R, senza contare le Normative Europeee e gli Eurocodici, in base ai quali vengono ideate e proposte sempre più frequenti ipotesi progettuali.
Il fattore normativo è una delle tante motivazioni che spingono il progettista, all’inizio del terzo millennio, all’avvalersi di specifiche competenze per alcuni aspetti particolari della progettazione, come nel caso delle fibre di carbonio e dei materiali compositi. Oggi sul progettista e su chi ha compiti decisionali gravano sempre di più nuove esigenze operative, nuove ed infinite responsabilità e soprattutto nuove leggi che regolano e disciplineranno la progettazione.
Per sfruttare i grandi vantaggi di questi nuovi materiali e tecnologie, ormai di uso comune nel recupero e restauro strutturale, è fisiologico che un progettista spesso si avvalga di professionalità esterne che gli garantiscano competenza e capacità specifiche.
La professionalità e la competenza contenuti nel “Sistema ECT” sono un validissimo strumento che il progettista può sfruttare (in tutto o anche in parte) nel difficile compito di gestire le commesse, garantendo alla propria clientela, pubblica e privata, un servizio integrato completo e la sicurezza dell’opera ideata.
E.C.T. SYSTEM opera affinché il progettista e chiunque possa o debba usare questi materiali in edilizia sia supportato da specifiche competenze in tutte le fasi dell’opera da realizzare, dal progetto alla posa in opera.
A chi è rivolto il SISTEMA ECT
? Ai progettisti, per garantire la soluzione "su misura" ed un servizio integrato nel recupero e restauro strutturale.
? Alle imprese, per assicurare il giusto margine di utile, la celerità nei lavori e la qualità dei servizi offerti alla clientela, pubblica e privata.
? Alla committenza per offrire sicure economie nei costi, logistici e di gestione.
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Emmafloor è certamente una grande novità e un importante traguardo raggiunto nel campo delle nuove tecnologie applicate all’edilizia.
Progettato sulle esigenze di ogni singolo caso, rappresenta la soluzione ideale per la sostituzione di vecchi solai o l’integrazione in strutture esistenti.
Uno dei componenti principali del solaio Emmafloor è infatti rappresentato dai profili pultrusi strutturali in fibra di vetro (G.F.R.P.) elementi del tutto simili nelle forme ai classici profili in acciaio, ma dal peso 8 volte inferiore, e dalle prestazioni strutturali paragonabili all’acciaio stesso.
L’importanza di questa novità è rappresentata anche dalla possibilità di avere a disposizione una scelta alternativa rispetto alle soluzioni di tipo tradizionale, un fattore che può risultare estremamente vantaggioso in un'edilizia che tende sempre di più verso il recupero e la riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente.
Come nasce Emmafloor
Operando da anni nel campo del recupero e restauro strutturale, l’azienda E.C.T. ha recepito l’esigenza di avere a disposizione un elemento solaio che unisse una leggerezza propria alla durabilità dei singoli componenti, e soprattutto consentisse la facilità e agilità di messa in opera, addirittura personalizzabile ad hoc in base alle esigenze del singolo caso.
Emmafloor è dunque la sintesi di diversi percorsi sperimentali che hanno portato l’azienda a testare svariate soluzioni integrate, sia nella componentistica che nell’assemblaggio, raggiungendo alla fine di lunghi test quel risultato che ci consente di offrire oggi al progettista e all’impresa una soluzione non solo alternativa, ma a volte indispensabile.
Come è fatto
I principali elementi che costituiscono il solaio Emmafloor sono:
? Travi in FRP pultruse e non
? Elemento di alleggerimento in polistirolo, polistirene estruso o schiuma
? Barre in FRP
? Rete di ripartizione in FRP
? Tessuti in FRP e resine per la loro impregnazione
? Connettori metallici auto foranti
? Getto di completamento in cls
Componentistica avanzata
La filosofia costruttiva è stata quella di sfruttare le caratteristiche di alcuni materiali già presenti in commercio e caratterizzati da una forte componente innovativa, i quali, saggiamente assemblati in sinergia, hanno consentito di raggiungere l’obbiettivo prefissato.
Caratteristiche innovative possedute principalmente dai materiali compositi fibrorinforzati, che costituiscono la struttura portante dello stesso solaio, integrati nel getto finale di calcestruzzo, il tutto per la creazione di un elemento portante estremamente leggero, dotato di eccellenti performance strutturali, e che vanta velocità ed agilità di assemblaggio e posa in opera in cantiere, caratteristiche “personalizzabili” in base alle esigenze strutturali di ogni singolo caso.
Le travi in FRP, in base alle luci sulle quali intervenire, possono essere a loro volta irrigidite in fase di preassemblaggio tramite l’incollaggio di nastri in fibra di carbonio ad alto o altissimo modulo, andando così a colmare eventuali problematiche legate alla freccia.
Altro componente costruttivo è rappresentato dagli elementi di alleggerimento prefabbricati, che sono realizzati invece in polistirene estruso o polistirolo con all’interno eventualmente un rinforzo e sagomati in modo tale da creare il cassero per il getto del travetto in c.a..
Anche la rete in fibra di vetro costituisce una novità molto importante, ed unisce, oltre ad una evidente riduzione dei pesi e facilitazioni nella logistica, anche una garanzia certa in termini di durabilità futura.
I vantaggi reali
Le immagini a corredo del testo sono molto eloquenti: la leggerezza, la manovrabilità, la durabilità di ogni singolo elemento costituente il solaio emmafloor, sono apprezzabili sin dalla fase del progetto, e nella fase esecutiva consentono di intervenire anche in situazione di difficile accessibilità dei luoghi, dove sarebbe impensabile o economicamente svantaggioso introdurre solai costituiti da materiali di tipo tradizionale.
E’ importante sottolineare come l’adozione di questa tipologia di solaio alleggerito apporti una consistente riduzione dei pesi che vanno comunque a gravare sull’organismo strutturale, riduzione dei pesi quantificabile dal 30 al 50% rispetto ad una tipologia di intervento di tipo tradizionale.
Economie nei costi
Spesso parlare dei costi in termini strettamente numerici non rende l’idea dei reali vantaggi ottenibili dall’adozione di questa tipologia di soluzione.
In aggiunta, sotto il profilo dei costi, le economie ottenibili spaziano dai tempi ridotti di esecuzione alla facilità di gestione e movimentazione dei materiali, oltre che alle migliori condizioni di sicurezza per gli operatori che direttamente maneggiano ogni singolo componente del solaio stesso.
Il solaio emmafloor è dunque una soluzione specifica ad ogni singolo problema, per cui i costi variano a secondo delle esigenze strutturali del sito ove esso va inserito.
Ecco perché il “sistema” E.C.T. è un servizio di tipo integrato, è comprende:
? Studio preliminare di fattibilità
? Progetto di massima ed esecutivo
? Produzione su misura dei singoli elementi costituenti il solaio
? Posa in opera eseguita da personale specializzato
? Certificazioni del caso
Cosa dice la normativa
I tragici eventi sismici degli ultimi anni, hanno spinto il legislatore a valorizzare tutti quegli interventi di miglioramento o adeguamento sismico che non vadano a gravare il manufatto di ulteriori ed onerosi carichi.
In questa ottica l’inserimento di un solaio alleggerito che, integrandosi con l’organismo esistente, conferisca ad esso una nuova migliorata identità strutturale, è perfettamente in sintonia con le mutate esigenze progettuali e normative che andranno in vigore in modo definitivo.
In ogni caso, questo innovativo elemento strutturale, sin dalla fase della sperimentazione, è stato ideato nel pieno rispetto delle attuali normative in materia di costruzioni in zone sismiche, ed inoltre nel rispetto dei documenti tecnici redatti a livello di riferimento normativo, come ad esempio il C.N.R. D.T. 205 del 2007, dove vengono espressamente trattati sia gli eventuali usi di materiali innovativi come i profili pultrusi strutturali che la loro eventuale integrazione in strutture esistenti.
APPROFONDIMENTO TECNICOIntroduzione al Solaio
E' un solaio alleggerito realizzato con materiali innovativi e altamente performanti: nasce sia per sostituire vecchi solai esistenti, sia per nuove costruzioni.
Il solaio è un elemento strutturale resistente ma al contempo più leggero e più duraturo rispetto a un solaio tradizionale.
Il peso di ogni singolo elemento che compone il solaio infatti, in alcuni casi non giustifica nemmeno l’utilizzo di mezzi di movimentazione meccanici.
Gli elementi facenti parte del solaio sono tutti del tipo commerciale in modo da poter essere facilmente reperibili sul mercato anche singolarmente. Il progetto infatti più che inventare un nuovo materiale inventa una nuova teoria di applicazione di materiali già conosciuti in ambito edilizio.
I principali elementi che costituiscono il solaio sono:
? Travi in FRP pultruse e non
? Elemento di alleggerimento in polistirolo o polistirene estruso
? Barre in FRP
? Rete di ripartizione in FRP
? Tessuti in FRP e resine per la loro impregniazione
? Connettori metallici autoforanti
? Getto di completamento in cls alleggerito
La struttura principale del nuovo solaio somiglia, almeno concettualmente, ai tradizionali solai con putrelle in acciaio, tavelle in laterizio e soletta armata in cls; anche in questo caso infatti ci troviamo di fronte ad un solaio che è formato da materiali distinti, solo che il peso proprio e le caratteristiche meccaniche sono estremamente performanti.
Le tavelle in laterizio vengono sostituite da pannellature in polistirolo o schiuma, che all’occorrenza possono contenere all’interno un’anima in acciaio o materiale plastico che gli conferisce rigidezza secondo la direttrice di posa.
Le tradizionali putrelle in acciaio vengono sostituite da quelle in fibra di vetro che a parità di dimensioni hanno un peso ridotto a circa 1/8.
Prima del getto di completamento viene posta una rete di ripartizione dei carichi in FRP al posto della tradizionale rete elettrosaldata in acciaio; la rete in FRP viene ammorsata alle travi con delle viti autoforanti in acciaio inox che servono anche come pioli per la migliore aderenza della soletta in cls alle travi realizzate in materiale composito.
Se necessario, in base anche al calcolo effettuato, taluni di questi materiali potranno essere lavorati in stabilimento prima della loro posa, al fine di migliorarne le loro caratteristiche, sia meccaniche che di comportamento al fuoco.
Le principali lavorazioni da eseguire preventivamente in stabilimento sono le seguenti:
? applicazione di tessuti in frp con sistema vacuum bag, sia all’attacco alla anima che in zona intradossale sulle travi del tipo IPE e HEA
? irrigidimento del polistirolo con l’inserimento di armatura
? irrigidimento del polistirolo con la laminazione di fibre di carbonio, vetro, aramide in zona intradossale
? foratura delle travi per il passaggio dell’armatura in composito
? carteggiatura delle travi FRP
Funzionamento statico del Solaio
Il solaio è del tipo a nervatura incrociata. La nervatura è composta sia dalle travi in FRP che da travetti gettati in opera con armatura fatta da lamine o tondini in FRP.
Il solaio potrà essere affogato in un cordolo in c.a perimetrale (con zoccolo in modo da evitare schiacciamenti della muratura sottostante) e dal quale partirà una monconatura in acciaio di tipo tradizionale. Il carico portato agente sul solaio viene quindi scaricato, in maniera definibile eguale, sia sui travetti in c.a. gettati in opera sia sulle travi in FRP, non dimenticando però che la vera anima del solaio sono le stesse travi in FRP.
Preparazione dei materiali e montaggio
La preparazione e la posa in opera dei materiali si divide in due fasi ben distinte da eseguirsi anche in luoghi differenti. Una parte dalla preparazione avverrà in stabilimento, l’altra, che dovrà avvenire necessariamente in sito, si riferisce ovviamente alla posa in opera vera e propria del solaio.
Preparazione in stabilimento
In stabilimento verranno preparate innanzitutto le travi in pultruso, i casseri in polistirolo o schiuma e le lamine in carbonio se previste. Le travi saranno tagliate a misura così come da disegno esecutivo e su esse si applicherà, all’intradosso, con il sistema vacuum bag, il tessuto in fibra di carbonio con dimensioni e numero di strati derivanti dal calcolo. Sempre sulle putrelle verranno inseriti i pioli metallici in numero ed al passo derivante dal calcolo (questa fase può anche essere fatta in situ) e si procederà alla foratura dell’anima utile al passaggio dell’armatura secondaria (lamine o tondini pultrusi) dei travetti gettati in opera. Sempre in stabilimento è ovviamente previsto il taglio e l’imballaggio dei casseri.
Esempio di posa in opera in caso di sostituzione di solai esistenti in strutture in muratura Il primo intervento da realizzare (in caso di solai in sostituzione di vecchi esistenti) consiste nella fresatura della muratura esistente al fine di creare l’alloggio per lo zoccolo del cordolo in c.a.. La fresatura dovrà avere una profondità di 20 cm e dovrà essere eseguita per tratti non più lunghi di 5,00 ml al fine di non alterare l’equilibrio statico della muratura.
Una volta alloggiate le armature previste si può procedere con il getto. Questa operazione dovrà andare avanti per tutto il perimetro del solaio.
Successivamente si procederà alla fresatura della parte superiore per la formazione del cordolo vero e proprio e al posizionamento di tutti gli elementi a cominciare dalle putrelle che devono essere incastrate all’interno del cordolo.
Fatto ciò si cominciano a montare i casseri in polistirolo che devono essere inseriti tra le due ali del profilo pultruso, facendo attenzione alla corrispondenza con i fori per il passaggio delle lamine e o tondini sull’anima del profilo.
Di seguito si alloggiano le lamine e/o i tondini nei casseri e le si fanno passare all’interno dei fori. Conclusa questa operazione si stende la rete in fibra di vetro nella parte superiore agganciandola ai pioli. L’ultima parte di questa fase consiste nel sistemare la monconatura per i momenti negativi. Terminata questa fase si potrà procedere con il getto del cls, fatto preferibilmente con SCC (anche se buoni risultati si ottengono anche con CLS alleggerito a granulometria fine) le cui caratteristiche meccaniche garantiscono che il getto non richieda azioni di compattazione e di sistemazione (vibratura) facilitandone la posa in opera.
Individuazione del modello di calcolo
Il solaio è stato pensato in modo tale da avere un comportamento riconducibile più a quello di un solaio a piastra (e quindi con doppia orditura) che a quello di uno normale con orditura unica nella direzione di inflessione. La doppia orditura in questo caso è garantita sia dalle putrelle in GFRP rinforzate intradossalmente con il carbonio, sia dai travetti gettati in opera e armati con le lamine in carbonio che corrono in direzione ortogonale all’interno dei pannelli in polistirolo. Questo tipo di solaio, adatto anche per grandi luci, ben si adatta infatti a tutte quelle ristrutturazioni in edifici in muratura portante in cui è possibile scaricare su tutti i lati della struttura. La soletta collaborante serve a rendere solidali le due direttrici di scarico, ed essendo armata con una fitta rete in fibra di vetro, essa ripartirà in maniera eccellente tutti i carichi sugli elementi strutturali principali.
L’eventuale eccessiva inflessione tipica delle strutture in fibra di vetro sarà del tutto annullata utilizzando il rinforzo con tessuto in carbonio in zona intradossale, mentre l’instabilità torsionale delle putrelle stesse è ottimamente contrastata dalla resistenza a compressione del cls che di fatto penetra tra le due ali dell’elemento pultruso.
Una nota particolare interessa il cordolo perimetrale; esso deve essere gettato in opera insieme alla soletta e la sua armatura deve essere del tipo tradizionale. Il cordolo non dovrà essere in spessore di solaio, ma dovrà avere uno zoccolo di almeno 15,00 cm per evitare lo schiacciamento dei mattoni sottostanti e per ripartire meglio il carico in direzione pressoché verticale sulla muratura stessa.
Usando un accorgimento di questo tipo si varia anche lo schema statico, in quanto si dà un maggiore effetto di incastro e quindi di fatto si riduce anche il momento in mezzeria.
Sempre ancorati all’interno del cordolo, dovranno essere collocati i ferri monchi utili ad assorbire eventuali momenti negativi derivanti dal semincastro del solaio.
Il modello di calcolo adottato è simile a quello utilizzato per i normali solai fatti con putrelle in acciaio, pioli, e soletta collaborante.
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[post_content] => La possibilità di realizzare specificatamente quanto chiesto nel progetto, senza far riferimento ad un catalogo predefinito, consente di adottare la soluzione più idonea, senza inutili sprechi o difficili adattamenti.
L'elevata competenza tecnica acquisita negli anni consente di supportare gli studi tecnici sia per effettuare la progettazione degli aspetti specifici legati all'utilizzo dei materiali compositi, sia di collaborare alla ideazione di soluzioni originali.
In questa ottica ECT SYSTEM produce e realizza, su specifiche della committenza, pannelli e manufatti strutturali alleggeriti, per la nautica, l’edilizia ed il terziario tecnologico, realizzati su misura in materiali compositi avanzati.
Per far capire meglio il concetto, basti pensare ai ponti delle navi (i paiolati strutturali) che ECT SYSTEM produce da tempo con l’esclusiva tecnologia del sottovuoto.
Con la stessa filosofia si producono pannelli sandwich strutturali, in grado di svolgere le stesse funzioni di un solaio, ma con spessori molto ridotti (da 3 a 10 cm) uniti ad una estrema leggerezza, sagomabili e modulabili, con grande facilità di messa in opera e conseguenti vantaggi.
Partendo dal concetto del pannello strutturale, alcune evoluzioni sono rappresentate da pannelli realizzati in sandwich utilizzando l’alveolare in alluminio, (Honeycomb) accoppiato a fibra di vetro, il tutto a sostegno, ad esempio, di lastre di marmo.
L’utilizzo dei compositi, realizzati su misura, prevede anche l’accoppiamento tra materiali che garantiscono leggerezza, rigidità, performance strutturali, senza trascurare tuttavia l’aspetto estetico.
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[post_content] => Una volta stabilito se si debba procedere ad aumentare o ripristinare la capacità portante degli edifici esistenti, le modalità di intervento sono principalmente due:
Il miglioramento sismico
Tecnica di consolidamento strutturale atta ad aumentare la sicurezza strutturale esistente, pur senza necessariamente raggiungere i livelli richiesti dalle Norme Tecniche per le Costruzioni.
L’adeguamento sismico
Tipologia di intervento atto a conseguire i livelli di sicurezza previsti dalle Norme Tecniche per le Costruzioni.
Tra le modalità di intervento per la messa in sicurezza,
il miglioramento e/o l’adeguamento sismico delle strutture esistenti, una posizione di notevole rilievo ed importanza riveste l’uso dei materiali compositi (FRP) e delle fibre di carbonio in particolare.
Le Norme Tecniche per le Costruzioni, nella loro ultima e definitiva versione del 2008 recepiscono e ritengono coerente con le stesse Norme, il contenuto dei Documenti Tecnici del CNR n° 200/2004, 201 e 202 del 2005, 203/2006 e 205/2007, considerati le autentiche linee guida per la progettazione e l’uso degli FRP.
Dopo il terremoto dei Umbria e Marche alla fine degli anni 90, la E.C.T. - azienda specializzata nella realizzazione di opere di consolidamento strutturale, con la tecnologia molto avanzata delle fibre di carbonio e dei materiali compositi - ha realizzato numerose opere di miglioramento e riqualificazione sismica di edifici, pubblici e privati.
Negli anni 2000 la E.C.T. è stata protagonista nella progettazione, produzione e posa in opera di rinforzi strutturali in materiali compositi in varie parti d’Italia, firmando alcune tra le più importanti opere di consolidamento strutturale eseguiti con le fibre di carbonio, come il miglioramento sismico del Palazzo della FAO a Roma (2002) o il restauro strutturale del Complesso storico ed Architettonico di San Domenico a Trapani. (2008).
Fiore all’occhiello sono i recenti interventi di messa in sicurezza e miglioramento sismico di numerose scuole, progettati e realizzati dallo staff di tecnici della E.C.T “già nel rispetto dei parametri della Nuova Normativa Antisismica”.
In sintesi i servizi offerti dal “Sistema” ECT sono tre:
• Progettazione (affidamento diretto, consulenza o collaborazione professionale).
Lo staff è composto da strutturisti, tecnici e funzionari commerciali con anni di esperienza specifica nella progettazione di restauri e consolidamenti strutturali con fibre di carbonio e materiali compositi.
Ogni progetto dell'ufficio Tecnico si integra perfettamente con i parametri delle Nuove Normative, Italiane ed Europee.
Sapere come intervenire, dove posizionare il rinforzo, quanto metterne e come applicarlo, significa economie nei costi, velocità ed elevata qualità di esecuzione.
• Produzione su misura
La E.C.T è un produttore, ossia realizza in proprio il supporto da applicare in opera su specifiche del proprio ufficio tecnico, oppure su specifiche del progettista richiedente. Tutto questo significa riduzione dei costi, evitare inutili sprechi ed alta qualità dei manufatti realizzati con tecniche avanzate come il sottovuoto.
• Fornitura e Posa in opera
E.C.T si avvale di proprie squadre di tecnici di cantiere e posatori di fibre di carbonio in possesso di anni e anni di esperienza, maturata anche in situazioni difficili, che operano con strumentazione digitale per la ottimizzazione quantitativa di resine ed additivi, garantendo un elevato standard qualitativo nella posa.
ECT SYSTEM offre dunque i seguenti servizi:
• progettazione, consulenza ed assistenza per professionisti ed Enti;
• produzione su misura per l’edilizia, la nautica ed il terziario tecnologico;
• fornitura e posa in opera per Imprese, aziende, uffici acquisti ed applicatori.
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[post_excerpt] => All’interno delle Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni è presente uno strumento molto importante, la Valutazione di Sicurezza, che permette di stabilire se sia necessario procedere ad aumentare o ripristinare la capacità portante degli edifici esistenti
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[post_content] => Questa splendida torre in mattoni, alta oltre 20 metri, è stata realizzata da un artigiano trapanese nel 1905. Posizionata in riva al mare, è stata esposta alle intemperie per oltre 100 anni - anche se in disuso da oltre 50. Simbolo di una delle più antiche tonnare siciliane, la sua presenza “dominava” l’importante rito, spettacolare e cruento, della mattanza dei tonni; mentre da un punto di vista funzionale costituiva lo sfogo verso l’alto dei vapori creati nella lavorazione e cottura del tonno.
Malgrado sia stata realizzata senza alcuna conoscenza ingegneristica, la torre presenta delle soluzioni tecniche ed architettoniche di assoluto rilievo.
Dotata di un ampio basamento quadrato in mattoni, che ne è riuscito a garantire nel tempo la stabilità, si slancia verso l’alto con uno sviluppo conico interrotto dopo la metà dell’altezza da una variazione architettonica e decorativa.
La cosa più rilevante è lo splendido coronamento sommitale, che presenta una sfasatura a sbalzo, per poi riprendere in sommità le forme di slancio originali coniche.
L’ambiente particolarmente aggressivo come quello marino ed i forti venti di scirocco, levante e maestrale, che nel trapanese soffiano praticamente in modo costante, hanno contribuito in definitiva al degrado nel tempo della struttura.
Sottoposta giustamente al vincolo architettonico e paesaggistico dalla Soprintendenza ai Monumenti di Trapani, la ciminiera è unica nel suo genere, e trova pochissime strutture simili, ma non uguali, nel territorio nazionale.
Condizioni pre intervento
• Internamente la scala in ferro presente, ossidatasi negli anni, aveva causato il degrado della stessa e dei mattoni limitrofi, inoltre la malta legante posta tra i mattoni era ormai inconsistente, e molti mattoni, privi di legante, erano soltanto appoggiati l’uno all’altro.
• Esternamente i fenomeni erano analoghi, infatti i mattoni, soprattutto nel coronamento sommitale, erano praticamente liberi, senza alcun legame tra di loro.
• Strutturalmente la cosa più evidente (oltre che preoccupante) erano le numerose lesioni passanti trasversali, presenti a varie quote, che ne pregiudicavano la stabilità, rendendo ad un certo punto inevitabile il puntellamento esterno e la collocazione di tiranti provvisori.
Cosa è stato fatto
Nonostante un “quadro clinico” di tale gravità, l’abbattimento non era ipotizzabile, prima di tutto perché la ciminiera, nel corso dei decenni, era stata inserita all’interno dei vari locali dello stabilimento destinato attualmente alla lavorazione del tonno. In aggiunta come detto era tutelata dalla Soprintendenza, e rappresentava il simbolo della storia dell’azienda stessa, la Nino Castiglione S.r.l.
La passione e l’amore verso la propria storia hanno spinto Franco Castiglione, erede del padre Nino, fondatore dello stabilimento, ad incontrare la ECT - azienda già nota a Castiglione per via di importanti opere di consolidamento strutturale eseguiti con le fibre di carbonio nel trapanese, come il restauro strutturale dell’imponente complesso di San Domenico.
La O.F.E.A. (struttura di engineering partner della E.C.T.) guidata dall’Ing. Stefano Sabbatini si è trovata di fronte ad un problema molto complesso, poiché andavano coniugate le improrogabili esigenze di recupero strutturali e messa in sicurezza della ciminiera con le evidenti necessità di tutela estetica del bene.
Il percorso intrapreso è stato dunque quello di un adeguamento statico e di un miglioramento sismico dell’opera. Obiettivo dell'intervento strutturale era infatti il restauro ed il recupero dell’opera, adeguandolo alla nuova destinazione d’uso ma conservandone il valore storico, artistico e culturale.
Con l’ausilio dei più moderni sistemi di calcolo, e dopo complesse analisi e simulazioni virtuali, l’Ing. Sabbatini è giunto a una soluzione che, teoricamente, garantiva la restituzione della ciminiera alla propria integrità strutturale ed estetica.
Il progetto è stato valutato positivamente dall’Amministrazione Comunale di Erice, e soprattutto dalla Soprintendenza ai Monumenti di Trapani.
L’intervento prevedeva l’attuazione di due fasi, restauro strutturale e restauro architettonico, che dovevano necessariamente avvenire senza soluzione di continuità.
Era quindi necessario che il progetto fosse attuato coordinando in modo armonico e funzionale tutte le varie fasi, e che venissero impiegate maestranze altamente qualificate.
I lavori sono stati eseguiti sotto la guida di uno dei titolari dell’azienda, Marco Cucculelli che ha partecipato in prima persona, verificando costantemente la qualità dei lavori che tutto avvenisse nel rispetto delle necessarie condizioni di sicurezza.
Sintesi delle varie fasi di esecuzione delle opere
Restauro strutturale
Intervento all’interno della ciminiera
1) pulizia e regolarizzazione della superficie;
2) posizionamento ai quattro lati interni della ciminiera di un letto perfettamente levigato di malta acrilico modificata, steso per l’intera estensione in altezza, atto ad ospitare la successiva collocazione dei nastri in fibra di carbonio,
3) collocazione di 4 fasce verticali in triplice strato di nastro in fibra di carbonio ad altissimo modulo, aventi larghezza cm. 30,00 e lunghezza pari a quella della ciminiera.
Restauro strutturale
Intervento all’esterno della ciminiera
1) smontaggio ed estrazione di varie file di mattoni, secondo le direttive progettuali, con successiva pulizia e regolarizzazione della superficie;
2) posizionamento, alle varie quote previste, di un letto perfettamente levigato di malta acrilico modificata, steso per l’intera estensione circolare della ciminiera, atto ad ospitare la successiva collocazione dei nastri in fibra di carbonio,
3) collocazione di n° 28 fasciature orizzontali di nastro in fibra di carbonio ad altissimo modulo, aventi larghezza sia di cm. 10 che di cm. 15, a seconda della sezione e delle direttive progettuali,
4) rimontaggio dei mattoni.
• L’intervento esterno è stato effettuato previa rimozione di n° 2 file di mattoni circolari in corrispondenza della zona di posizionamento dei nastri in fibra di carbonio, preparazione della superficie, collocazione dei nastri in fibra di carbonio, successiva ricollocazione degli stessi mattoni, sigillati e stuccati, andando dunque a restituire alla ciminiera l’aspetto originario e rendendo l’intervento di consolidamento strutturale di fatto invisibile.
Connessione strutturale tra l’intervento esterno e quello interno
Sin dall’inizio l’esigenza primaria era quella di ricreare in definitiva un unico organismo strutturale, dove le sollecitazioni e gli sforzi fossero ripartiti secondo le ipotesi di calcolo e di progetto, e non secondo le deficienze di una struttura ormai alquanto precaria.
Ecco perché si è deciso di intervenire nel seguente modo:
1) le fasce di nastro in carbonio verticali interne e quelle orizzontali esterne sono state agganciate chimicamente e strutturalmente l’una all’altra, in corrispondenza delle zone in cui le tensioni apparivano critiche, tramite una chiodatura passante realizzata in materiali compositi;
2) le fasce di nastro in fibra di carbonio verticali sono state inoltre agganciate chimicamente e strutturalmente in vari punti al basamento in mattoni, tramite una chiodatura non passante realizzata in materiali compositi.
Restauro architettonico
Intervento all’esterno della ciminiera
Il restauro architettonico del manufatto, per esigenze operative e di continuità nelle opere, è stato eseguito contestualmente a quello strutturale.
La prima fase è stata quella del reperimento di materiale che fosse per quanto possibile simile a quello adoperato in origine dall’artigiano.
Si è fatto ricorso dunque ai seguenti materiali:
1) mattoni in cotto provenienti da fornaci siciliane;
2) pezzi speciali sagomati secondo tecniche ormai in disuso;
3) inerti selezionati secondo una granulometria ed una cromaticità che riprendesse quella originaria
4) sabbia di fiume
5) leganti tradizionali
Fasi dei lavori:
1) smontaggio dei mattoni del coronamento sommitale, i quali risultavano peraltro in gran parte già liberi, e successivo scarto di quelli inutilizzabili;
2) smontaggio delle file di mattoni orizzontali in corrispondenza delle zone che dovevano ospitate i nastri in fibra di carbonio;
3) posizionamento del rinforzo strutturale;
4) collocazione dei mattoni nuovi e, per quanto possibile, riutilizzo di quelli originari;
5) ricostruzione architettonica del coronamento in muratura sommitale; 6) stuccatura e sigillatura delle fughe tra i mattoni, rispettando gli spazi e le dimensioni date in origine dall’artigiano;
Le inevitabili differenze cromatiche, per effetto degli agenti atmosferici ed esterni risulteranno nel tempo sempre meno percebili.
Ove tali differenze sono visibili e presenti per improrogabili esigenze tecniche, non creano in seno al manufatto un effetto sgradevole, anzi, un po’ come in quelle pavimentazioni in cotto policromatiche, danno l’idea di rispondere a una precisa volontà dell’ideatore dell’opera.
La ciminiera della Tonnara S. Cusumano di Erice
Relazione tecnica - Aspetti tipologici e costruttivi
Solo a partire dagli anni Ottanta del XIX secolo si va diffondendo anche in Italia e quindi anche per la ciminiera oggetto di ristrutturazione, la manualistica che specifica, da un lato, le caratteristiche costruttive delle ciminiere in opera laterizia, come la pianta circolare con sezioni decrescenti verso l’alto, la rilevanza del basamento e la sua forma prismatica, l’enfatizzazione del coronamento, ecc, e codifica, dall’altro, le norme per il loro dimensionamento.
Vengono di seguito riepilogati gli aspetti caratteristici che connotano tale manufatto, quali emergono dai disegni dello stato pre intervento.
Sezione
La sezione della canna si attestata sulla forma circolare, sempre adottata per le ciminiere di altezza maggiore in conseguenza, non solo degli studi nel campo della scienza delle costruzioni, ma anche a partire dalla constatazione dei vantaggi conseguibili in termini di funzionalità.
L’arrotondamento della sezione della canna del condotto offriva esternamente una minore superficie esposta al vento, oltre naturalmente ad un momento d’inerzia costante in tutte le direzioni, e quindi sollecitazioni risultanti ottimizzate; internamente eliminando gli angoli morti, si riducevano possibili perdite di calore e turbolenze del moto convettivo ascensionale, che penalizzano il tiraggio.
Tipologia
La ciminiera è realizzata ad una canna di sezione decrescente verso la sommità con sviluppo rastremato del fusto in modo continuo all’esterno e con riseghe corrispondenti alla progressiva riduzione dello spessore all’interno (ad intervalli di almeno 3 m per contenere il numero di tipologie diverse di mattoni).
Gli spessori variano in funzione dell’altezza da valori che raggiungono il metro al piede e ridursi in sommità a tre teste di mattone.
Altezza
Le condizioni meteorologiche dominanti localmente (soprattutto il vento e la latitudine) e ragioni intrinseche di funzionalità e potenza del forno o della caldaia, e quindi volume dei gas o delle polveri da smaltire, loro grado di tossicità ecc.) erano i parametri che hanno dettato l’estensione in altezza del camino.
Il tiraggio naturale era innescato dal gradiente termico tra la bocca inferiore della ciminiera e quella superiore di emissione dei fumi e dei prodotti della combustione, i quali, essendo più caldi dell’aria esterna, creavano alla base del camino una depressione che metteva in moto il flusso ascensionale.
Per queste ragioni le ciminiere di più vecchia data, potendo contare solo sul tiraggio naturale, raggiungevano le maggiori altezze; le ciminiere di pianura venivano di solito spinte ad altezze superiori rispetto a quelle della fascia pedemontana, queste ultime avvantaggiate nell’evacuazione dei gas dalla presenza di correnti ascensionali.
Fondazioni e Basamento
La ciminiera è impostata su un solido zoccolo di base, in muratura di laterizio, a pianta quadra (sagomata in funzione delle caratteristiche del condotto che vi confluiva), la cui altezza si aggira su valori dell’ordine di 1/10 dell’altezza totale del manufatto.
Lo zoccolo poggia sulla fondazione; la pianta generalmente quadrata, realizzata in muratura portante, è ottenuta dall’allargamento dello stesso zoccolo fino a valori del lato all’incirca doppi del lato di base, o del diametro, della ciminiera.
Coronamento
Singolari e caratteristiche appaiono le parti sommitali della ciminiera, veri e propri coronamenti decorati, ispirati al repertorio degli stili classici, che, alle peculiarità estetiche, associano quelle funzionali di correzione delle turbolenze dei fumi o della ondata delle polveri, di cui viene in tal modo limitato il ritorno sulle pareti, che sono all’origine dei ben noti e temuti processi di degrado chimico, soprattutto delle malte, del paramento esterno.
La zona del coronamento è interessata da una parte di struttura in sopraelevazione, per aumentare il tiraggio del camino, che talora aumenta il pericolo di stabilità locale e globale.
Accessori
La previsione di interventi di manutenzione e di riparazione, praticamente continui, ha richiesto la realizzazione di scale di accesso alla ciminiera in tutto il suo sviluppo verticale (già utilizzate in fase esecutiva per facilitarne la costruzione), ottenute murando semplicemente un ferro a U (ad intervalli di 30 cm) all’interno del manufatto.
Materiali
Le peculiarità costruttiva è esito dell’impiego di codici di pratica standardizzati, innestati su una solida tradizione artigiana che adottava particolari precauzioni nella realizzazione della muratura, al fine di ottimizzare il comportamento della ciminiera nei confronti delle sollecitazioni di trazione che potevano insorgere per effetto dell’azione del vento e delle escursioni termiche tra interno ed esterno.
Grande attenzione è stata posta, a tal fine, sia nel contenimento degli spessori dei giunti orizzontali e verticali dell’apparecchiatura muraria, nella cura dello sfalsamento dei giunti verticali e della perfetta orizzontalità dei corsi, sia nel controllo della geometria della canna in fase di esecuzione.
I mattoni della muratura del fusto sono ottenuti da argille sempre di ottima qualità molto ben cotte, in modo tale da poter contare su una loro buona resistenza meccanica associata a un comportamento non gelivo.
Tecniche di riparazione
Gli interventi di riparazione nel tempo sono variati, in relazione all’entità del danneggiamento, dal risarcimento locale delle malte o della muratura (cuci-scuci), al raddrizzamento della canna, compatibile con la funzionalità della ciminiera, fino alla ricostruzione delle parti danneggiate.
Patologie ricorrenti
Le manifestazioni tipiche di degrado della ciminiera in muratura durante la fase di esercizio erano connesse con la funzione di smaltimento dei fumi e dei prodotti gassosi dagli impianti serviti.
Importanti negli anni anche gli effetti provocati dalle peculiarità delle condizioni ambientali locali, peraltro tipiche del clima marino.
Gli effetti di esse si sono progressivamente accentuate, fino ad arrivare a mettere in discussione la stabilità della canna in assenza totale di manutenzione (conseguenti al cessare della sua attività, quando intervengano azioni affaticanti del vento o sollecitazioni dinamiche anche di modesta entità).
Tecnica adottata per l’adeguamento statico ed il miglioramento sismico dell’operaTecnica di adeguamento
L’intervento è basato sui materiali compositi fibro-rinforzati a matrice polimerica, unidirezionali. La tecnologia adottata consiste nell’incollaggio di nastri in composito su talune porzioni dei contorni murari.
Si tratta quindi della realizzazione di un’armatura “esterna”, aderente l’involucro edilizio dove i mattoni più esterni vengono smontati, viene costruito il supporto strutturale e vengono rimontati i mattoni precedentemente adattati. L’aderenza è prodotta dall’incollaggio epossidico, il quale garantisce un’ottima resistenza al distacco. Quando l’applicazione è eseguita appropriatamente, a dettare la resistenza al distacco non è né il composito, né il film epossidico, ma il supporto murario. Il distacco del rinforzo, dunque, avviene solo per decorticazione della struttura. La resistenza della muratura alla decorticazione rappresenta quindi l’ente resistente nei confronti dell’aderenza.
Oltre all’armatura incollata, l’intervento prevede barre, anch’esse in composito.
Tali barre, in accoppiamento con i nastri, creano un sistema strutturale integrato: la muratura costituisce l’ente resistente a compressione, il rinforzo in composito, l’ente resistente a trazione. Pertanto, a fronte di tutte le caratteristiche della sollecitazione che possono interessare i componenti strutturali, la muratura — posto che i rinforzi siano disposti adeguatamente — lavora a compressione, attestandosi su valori tensionali inferiori ai limiti fissati; il composito, in trazione, attestandosi a sforzi inferiori a quelli forniti dalle schede tecniche.
Materiali dei nastri
Si prevede un materiale composito fibro-rinforzato a matrice polimerica (acronimo FRP: Fiber-Reinforced-Polymer). La fibra annegata nella matrice è di carbonio. Si adotta il carbonio in quanto, tra le fibre usate nei compositi, si colloca come quella più rigida. Le fibre, che sono continue, hanno orditura longitudinale: composito uni-direzionale. La matrice è di tipo epossidico.
Materiali e prodotti d’infissione
Il prodotto d’infissione consiste in barre (tipo Tondosap), in materiale composito. Il materiale è caratterizzato da un frattile 5 ‰ della tensione di rottura a trazione maggiore di 2600 N/mm2 . Il nastro previsto è del tipo precedentemente illustrato (quello ad alta tenacità).
Modalità applicative delle strisce
La superficie da rinforzare viene preparata mediante una rasatura. Si applica un primo strato di resina epossidica fluida (poco viscosa). Sul tale strato viene disposto il tessuto. Il tessuto è costituito da sola fibra (tessuto nudo). Dopodiché, sul tessuto, si applica un ulteriore strato di resina epossidica. Quindi vengono applicati gli eventuali strati successivi, allo stesso modo. L’impregnazione del tessuto con resina epossidica dà luogo, contestualmente, al materiale composito — fibre annegate nella matrice — e all’incollaggio alla struttura — aderenza chimica — realizzando così il rinforzo esterno. La differenza tra il primo strato e gli eventuali strati successivi è che gli ulteriori strati, anziché attaccarsi alla muratura, si incollano agli strati precedenti.
1. Concezione strutturale dell’intervento in composito
Un primo aspetto dell’intervento riguarda l’applicazione di nastri in fibra di carbonio per il confinamento della muratura agli sforzi verticali di precompressione tali da innalzare le capacità di resistenza a schiacciamento e di un rinforzo verticale a modo di armatura verticale a sostegno all’interno del camino, per contrastare l’effetto di ribaltamento e di spinta.
Inoltre, al fine di ottenere una collaborazione tra esterno ed interno vengono inserite all’interno della muratura dei tiranti passanti in materiale composito. I rinforzi posti sia verticalmente sia orizzontalmente vanno a creare un’armatura che collabora con i tiranti interni di precompressione, l’effetto è quello di contrastare azioni di ribaltamento e fenomeni torsionali e contemporaneamente contenere le fessurazioni.
L’intervento risulta molto meno invasivo e senza apporto di peso rispetto all’inserimento di elementi in calcestruzzo, inoltre essendo l’applicazione della fibra “puntuale e continua” sulla superficie , conferisce alla muratura una grande resistenza a trazione che si distribuisce in modo omogeneo in tutta la sezione compresa tra le due fasce di rinforzo, come una trave, senza discontinuità con la rimanente parte della muratura.
Interno
- Rinforzo verticale della ciminiera, mediante n°4 nastri in fibra di carbonio (3 strati) largo 20 cm, cercando di portare il rinforzo sotto il livello del pavimento ad interessare le fondazioni. Inserimento alla base dei pilastri di n° 4 connessioni di ancoraggio per una profondità di almeno 60 cm, dopo avere verificato la consistenza della fondazione con eventuale consolidamento mediante iniezioni di malta.
- Rinforzo di collegamento con sistema di connessione realizzato in materiali compositi.
Esterno
- Cerchiatura esterna dei muri ai vari livelli, posizionata a circa 8-10 cm sotto il bordo esterno della muratura stessa, mediante applicazione di n° 2 nastri in fibra di carbonio 1 strato largo 10 e l’altro 15 cm.
2. Parametri e grandezze di calcolo: enti resistenti
Non sono state eseguite prove di caratterizzazione meccanica. Per i parametri meccanici, si adottano allora valori in netto favore di sicurezza. Per la muratura si assume una tensione caratteristica di schiacciamento (frattile 5 % inferiore) pari a 0.80 N/mm2. Come valore di calcolo per l’analisi a rottura (frattile 5 ‰ inferiore) si assume 1.05 N/mm2.
Le resistenze dei rinforzi in composito vengono espresse per larghezza di nastro e per strato. Siccome lo spessore è fissato con il prodotto, di contro, la tensione ha meno significato. Le resistenze utilizzate nel calcolo derivano da un’ampia messe di prove di caratterizzazione dei materiali.
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E.C.T. (per prima in Italia) ha creato ed opera con un proprio sistema integrato, denominato ECT SYSTEM, che offre soluzioni avanzate a 360 ° nel settore dei materiali compositi.
Forte della sua esperienza progettuale e delle elevate conoscenze delle tecnologie produttive, si è da tempo indirizzata al settore edilizia, trasferendovi le proprie conoscenze e le esperienze dei propri tecnici.
L'applicazione delle tecnologie dei materiali compositi in edilizia, iniziata alla fine degli anni ottanta a seguito di una vasta fase di di studio e di sperimentazione in diversi paesi, si è particolarmente affermata in Italia ed in Europa, come tecnica di placcaggio per il recupero strutturale di opere in calcestruzzo e in muratura.
Contemporaneamente è iniziato l'uso di sistemi performanti quali barre e lamine pultruse da inserire o applicare alle strutture da rinforzare.
Oggi l'impiego di fibre di carbonio, vetro e aramidiche con differente modulo per il recupero ed il restauro strutturale di edifici storici, archi, volte, pilastri, strutture in cemento armato, ponti e viadotti è diventato sempre più di uso generale.
ECT possiede la certificazione di qualità ISO 9001/2000 che attesta l’elevato standard nella progettazione, produzione di manufatti in composito e la posa in opera di rinforzi strutturali in fibra di carbonio.
L’ATTIVITÀ AZIENDALE ECT
Edilizia e infrastrutture
•Progettazione, produzione e posa in opera di rinforzi strutturali in fibra di carbonio per il restauro strutturale, l’adeguamento sismico e la messa in sicurezza di edifici storici ed architettonici, strutture in cemento armato ed in muratura, ponti, viadotti ed edifici industriali.
• Produzione su misura di Emmafloor, solaio alleggerito in fibra di vetro per il recupero di strutture esistenti o la sostituzione di vecchi solai.
Terziario tecnologico
• Progettazione, produzione e realizzazione in sito di nuove strutture in materiali compositi, quali passerelle pedonali, pannelli strutturali per solai alleggeriti, scale, ponti e sistemi di collegamento, il tutto con l’utilizzo di componentistica avanzata ed altamente performante, quali ad esempio i profili pultrusi strutturali in fibra di vetro.
Nautica
• Progettazione, produzione ed assemblaggio di componentistica per piccole e grandi imbarcazioni da diporto, in particolare solai alleggeriti (paiolati strutturali); studio e realizzazione di soluzioni o particolari specifici in composito avanzato da integrare nella struttura delle imbarcazioni, nuove o esistenti.