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Hanno oltrepassato la soglia di 20.300, a gennaio, i visitatori della mostra di Zaha Hadid, la retrospettiva della grande archistar angloirachena a Palazzo della Ragione di Padova. A lei, ospite d’onore di questa IV edizione della Biennale Internazionale di Architettura “Barbara Cappochin” – promossa dalla Fondazione omonima e dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Padova, in collaborazione con la Regione del Veneto, il Comune di Padova, l’Unione internazionale degli Architetti e il Consiglio nazionale Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori – è infatti dedicata la personale che in ogni edizione vede un grande contemporaneo “raccontare” la propria visione e il proprio approccio all’architettura. Si tratta della più ampia e completa retrospettiva mai allestita dei progetti di Zaha Hadid, un’esposizione che, attraverso i progetti e le opere, ci spiega la sua concezione nuova dell’architettura e del design. Porta la sua firma, tra i numerosi suoi progetti disseminati lungo lo stivale, anche il Maxxi, il Museo d’Arte contemporanea di Roma, di prossima apertura. Tra i visitatori, eccezionale la partecipazione degli studenti in visita alla mostra nei primi tre mesi: + 400% rispetto alla precedente edizione quelli degli istituti superiori (con 73 classi di 19 scuole), coinvolti grazie alla collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio. A loro si aggiungono gli universitari (di architettura da Venezia, di ingegneria edile da Padova…), per un totale di 2.400 studenti. Tra i visitatori “illustri” della mostra, anche il critico Vittorio Sgarbi, a cui il ministro Bondi a fine gennaio ha affidato l’incarico di vigilare sugli acquisti del Maxxi. Per l’allestimento nel salone medievale di Palazzo della Ragione a Padova, Zaha Hadid ha ideato un sistema composto da innumerevoli blocchi differenziati, ognuno destinato alla presentazione di un progetto, attraverso una grande varietà di mezzi: disegni, dipinti, fotografie, modelli, prototipi, video… Disegnato dallo stesso studio londinese di Hadid, l’allestimento è stato una vera e propria sfida dal punto di vista progettuale, essendo richiesto di coniugare le caratteristiche storiche del salone con l’inconfondibile “stile Hadid”, contraddistinto dalla liquidità e dalla fluidità digitale. La mostra, concepita come uno scenario urbano interno, è di fatto una gigantesca installazione, dove «lo spazio diviene un paesaggio fluido ininterrotto che collega tra loro i vari frammenti e grappoli». La mostra è visitabile fino al 1° marzo 2010 (dal martedì alla domenica, ore 9.00-18.00; catalogo edito da Electa). Ma la Biennale ha echi anche nei mesi seguenti, e i consensi raccolti di edizione in edizione continueranno ad allargare i propri confini, fino all’altra parte del globo. La notizia è stata confermata, infatti, in queste settimane: la Biennale “Barbara Cappochin” farà tappa in Giappone. Dal 20 settembre all’11 ottobre una mostra, ospitata dall’Istituto italiano di cultura di Tokyo, ne ripercorrerà la storia di edizione in edizione, dal 2003 a oggi. L’iniziativa si inserisce nel calendario di eventi raccolti sotto il titolo di “Architettura e Design 2010. Italia e Giappone a confronto” e promossi dall‘Istituto italiano insieme all’Ambasciata italiana e al Japan Istitute of architect, in collaborazione con l’Università Hosei. «Si tratta di un significativo riconoscimento alla Biennale – spiega l’architetto Giuseppe Cappochin, presidente della Fondazione e dell’Ordine degli architetti di Padova – che è stata scelta e indicata per il suo contributo importante al confronto e dialogo tra le due culture». Fin dalla prima edizione, infatti, il Premio ha visto numerose le candidature di progetti dal Giappone, alcuni dei quali negli anni sono anche risultati vincitori o menzionati. A ciò si aggiunga che nel 2007 Palazzo della Ragione aveva aperto le porte a Kengo Kuma, quell’anno ospite d’onore della Biennale. Fino alla primavera 2010 sarà in esposizione anche il Tavolo dell’Architettura, in piazza Cavour a Padova. Il tavolo – che espone una scelta delle 430 opere da tutto il mondo partecipanti al Premio 2009 – è una vera e propria opera d’arte disegnata dallo stesso studio Zaha Hadid Architects e realizzata interamente in legno lamellare (56 metri cubi di legno di pioppo); le sue forme sinuose richiamano la spirale di un’elica. E anche questa volta il tavolo si farà poi “itinerante” e sarà esposto in altre piazze d’Italia e internazionali, per giungere nel 2011 a Tokyo, al Congresso mondiale degli architetti. Così la Biennale è diventata, anche attraverso il suo Premio, un significativo osservatorio dell’architettura contemporanea: delle sue tendenze, dei suoi linguaggi, delle sue nuove sollecitazioni. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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