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L’ampliamento del Parc Hotel Florian a Siusi allo Sciliar rimanda al rapporto tra architettura e natura. Un edificio sollevato da terra, annidato nel paesaggio, con facciate in legno grigio. Nell’idea degli architetti bolzanini il parco esistente rimane il cuore pulsante dell’intero progetto a cura di Pietro Mezzi Indice degli argomenti: Il progetto di noa Il nuovo edificio sollevato da terra Le case sugli alberi Lo spazio interno reinterpretato Il parco rimane il cuore pulsante Da diversi anni il Parc Hotel Florian di Siusi in Alto Adige offre ai suoi ospiti, sia in estate che in inverno, la possibilità di godere della bellezza delle montagne dello Sciliar. Il fiore all’occhiello della struttura è il suo parco, formato di alberi secolari, un laghetto e una piscina all’aperto. Di recente – i lavori si sono conclusi nell’agosto dello scorso anno – il complesso è stato integrato con dieci nuove suite, concepite come corpo indipendente, che si collega all’edificio esistente e lo amplia, con un linguaggio architettonico contemporaneo e distinto. Il progetto di noa* Il progetto dell’ampliamento è stato messo a punto dallo studio noa*, degli architetti Stefan Rier e Lukas Rungerr, che si sono trovati ad affrontare una situazione costruttiva complessa. Il parco alla base delle nuove suite Da un lato la necessità di preservare al meglio l’orgoglio dell’hotel – con un parco unico nel suo genere – dall’altro lato un contesto cantieristico che, con l’adiacente casa unifamiliare, il parcheggio e l’hotel, richiedeva tatto e sensibilità. Il nuovo edificio sollevato da terra Il concept progettuale ha previsto di mantenere il nuovo edificio sollevato da terra, per non compromettere l’uso del parco e occupare la minor superficie possibile: un ampliamento al livello del suolo avrebbe infatti sottratto una fetta consistente dell’area verde. La nuova costruzione è sospesa a tre metri di quota sul terreno L’altro punto di partenza dei progettisti era non riproporre lo schema progettuale dello standard alberghiero con stanze e porte in serie, ma un’organizzazione ordinata di piccole case sull’albero che, dalla quota dei tre metri, permettessero agli ospiti di godere del parco sottostante. Nello stesso tempo, l’obiettivo consisteva nel fare diventare le stesse suite parte integrante della natura circostante. Le case sugli alberi Nell’iter di progetto, l’idea delle case sugli alberi ha assunto forme concrete: lungo un corridoio di collegamento, che come una spina dorsale unisce i moduli del nuovo edificio alberghiero, si sviluppano i due piani delle suite, ciascuno con cinque camere, tutte orientate verso il parco. L’ampliamento dell’hotel si sviluppa su due piani Per rendere vivace l’insieme architettonico, le suite sono state sovrapposte non in modo coincidente, ma con un leggero scostamento, per offrire l’idea di una struttura cresciuta “naturalmente” e per preservare la vista circostante. Il rivestimento delle facciate opache è in legno grigio Nonostante la leggerezza dell’architettura, l’aspetto rimane quello di un unico edificio, nascosto nel paesaggio del parco. Un aspetto, questo, sottolineato anche dalla facciata in legno grigio, che a sua volta conferisce ordine e omogeneità allo scenario delle case sugli alberi. Lo spazio interno reinterpretato Ribattezzate “Floris Green Suites”, le nuove stanze propongono un cambiamento radicale della tradizionale suddivisione degli spazi alberghieri – zona giorno, zona notte e bagno – che è stata reinterpretata in modo insolito. La zona giorno centrale termina in un balcone a tetto, con vista sul paesaggio montano, e l’insieme della suite fonde stanze, funzioni, spazi esterni e interni. Solo la toilette con bidet è stata concepita in ambiente chiuso. Le suite offrono una nuova idea dello spazio e delle funzioni tradizionali dell’albergo Punto cardine d’impatto è un lavabo autoportante con specchio, che può trasformarsi in piccolo scrittoio. È qui che la zona bagno si fonde con la zona giorno, progettata con il mobile ibrido. L’ambiente più intimo è pensato nella parte posteriore della suite, senza affaccio sul parco, dove si trova anche l’ingresso: un’elegante doccia aperta è affiancata da un lato dalla cabina chiusa con wc e bidet e, dall’altro lato, da una sauna finlandese a uso esclusivo degli ospiti. Altro elemento centrale della Green Suite è il patio aperto e protetto, con una vasca esterna che completa lo spazio sauna. Gli interni sono progettati per garantire privacy e vista sulle montagne Il design interno delle stanze è dominato da un verde tenue, inframmezzato da sfumature di grigio, in sintonia con l’idea di casa sull’albero. Le ampie vetrate permettono una vista sul parco e sulle vicine montagne dell’Alpe Parte essenziale di questa visione olistica sono i rivestimenti in tessuto, le piastrelle e le superfici verniciate, che creano un legame indissolubile tra interno ed esterno, il tutto integrato da un pavimento in rovere fumé e da arredi e sanitari di colore nero. In primo piano, la suana e la vasca da bagno Fa eccezione la vasca da bagno indipendente nel patio, che con il suo colore bianco rimane l’attrazione della suite. Il parco rimane il cuore pulsante Gli orizzonti, l’accoglienza e la libertà personale sono i tratti distintivi del progetto di noa*. La concezione cromatica degli interni e la coerenza progettuale dell’architettura (l’abbinamento degli intradossi delle suite rivestiti in legno di larice e l’irregolarità discreta, ma studiata, delle case sull’albero) aggiungono qualità all’albergo e al soggiorno degli ospiti. noa* (network for architecture) è un giovane team di architetti e designer, diretti dai due fondatori Lukas Rungger e Stefan Rier, con uffici con sedi a Bolzano e Berlino. Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto