Campus di Modena, vince OBR

Lo studio Open Building Research si aggiudica la progettazione del padiglione didattico del campus di ingegneria Enzo Ferrari dell’università di Modena. Un edificio che si apre alla città e crea spazi di socialità e aggregazione dentro e fuori il nuovo complesso. Con Obr vincono Politecnica e Openfabric

a cura di Pietro Mezzi

Nuovo Padiglione Didattico del Campus di Modena firmato OBR

Il nuovo edificio per la didattica del campus di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’università di Modena verrà progettato dal raggruppamento di progettisti guidato dallo studio OBR di Paolo Brescia e Tommaso Principi e formato dagli studi Politecnica di Modena, per gli aspetti strutturali e impiantistici, e Openfabric di Rotterdam, per la progettazione del paesaggio.

Il team si è aggiudicato il concorso di progettazione per il nuovo padiglione bandito lo scorso maggio dall’università degli studi di Modena e Reggio Emilia.

Il Nuovo Padiglione Didattico dell'Università di Modena firmato OBR
Il nuovo padiglione didattico del campus Enzo Ferrari della facoltà di Ingegneria (courtesy, OBR)

L’idea progettuale di Open Building Research si basa sulla forte vocazione urbana del nuovo edificio per definire uno spazio di aggregazione e di socialità non solo per i frequentatori dell’ateneo.

Il padiglione didattico verrà realizzato su un’area libera del campus, a margine di un insediamento residenziale poco distante.

L’obiettivo dichiarato dal rettorato era dotare il complesso universitario di una porta di ingresso, che andasse a valorizzare lo schema del cardo e decumano già esistente.

I progettisti hanno immaginato il nuovo edificio come una sporgenza del campus verso la città, estendendo l’asse del cardo e generando una nuova piazza coperta per favorire la socialità e l’incontro.

Anche in questo caso, così come sta avvenendo per altre progettazioni di altri complessi universitari, il padiglione didattico viene immaginato come una struttura integrata e aperta alla città, non più quindi una cittadella chiusa come lo è stata in passato.

Nuovo padiglione didattico, campus di Ingegneria Enzo Ferrari di Modena. Render di un'aula
Render di un’aula didattica (courtesy, OBR)

Grazie al contributo dei paesaggisti di Openfabric, il progetto enfatizza la relazione tra il padiglione e gli edifici universitari, attraverso la trasparenza. Secondo questo schema, il progetto prevede una promenade che si articola nello spazio e che connette l’atrio centrale con la aule didattiche, fino alla terrazza panoramica.

“La nostra idea interpreta il nuovo padiglione come uno spazio condiviso, un luogo di vita e di studio in cui sentirsi parte di un tutto – afferma Paolo Brescia -. Con questo progetto vorremmo celebrare il rito collettivo dell’urbanità, promuovendo una rinnovata arte civica. Al suo interno, il nuovo edificio è caratterizzato da un atrio centrale, vero cuore pulsante, che si articola nello spazio fungendo sia da spazio distributivo sia da ambiente comune, in cui avere anche il piacere di stare e di ritrovarsi. È l’alternanza tra spazi collettivi-individuali e indoor-outdoor a definire l’identità del nuovo padiglione. Se all’esterno esso si presenta con una facciata unitaria, all’interno l’atrio centrale intreccia una moltitudine di funzioni eterogenee, tutte connesse tra loro in continuità con la città e il parco”.

Sezione trasversale del Nuovo Padiglione Didattico del Campus di Modena
Sezione trasversale (courtesy, OBR)

Più che le aule, protagonisti sono gli spazi intermedi. Al centro del nuovo edificio, in connessione con l’atrio, vi sono le due scale incrociate che, mettendo in collegamento i vari livelli, danno vita a luoghi di aggregazione e socialità. L’atrio a tutta altezza e il sistema di connessione verticale, attraverso l’effetto camino, favoriscono la ventilazione naturale e il ricambio d’aria.

Per quanto riguarda le tecnologie da utilizzare e i materiali da impiegare, l’architetto Brescia è ancora cauto. “Con Politecnica stiamo pensando a una struttura portante in cemento armato che consenta la massima flessibilità degli ambienti interni e che permetta di realizzare, grazie a una serie di strutture a sbalzo, degli spazi esterni parzialmente protetti. Per quanto riguarda i materiali, stiamo lavorando ad alcune ipotesi. L’obiettivo progettuale è poter collegare i materiali tradizionali, come l’argilla, con le tecnologie innovative”.

Interessante, anche se non complesso, è stato l’inserimento del nuovo padiglione nel contesto del campus e del quartiere.

“Possiamo dire che si è trattato di un progetto tutto sommato fortunato – afferma Francesco Garofalo fondatore di Openfabric, studio internazionale con sedi a Rotterdam e Milano – . L’impianto progettuale era strutturato su uno schema lineare, con un contorno verde verso la città e la creazione di una serie di corti. È su quest’ultimo aspetto che abbiamo organizzato il progetto e a ciascuna corte abbiamo proposto una propria atmosfera. Il modello, fatte le debite proporzioni, è quello del campus americano in cui, per gli studenti, è possibile studiare e fare sport all’aria aperta. Un concetto, quello della pratica sportiva all’interno dell’ambiente universitario, estraneo alla cultura formativa italiana. Abbiamo quindi pensato a corti, semichiuse e semiaperte, che però non risultassero tali e che avessero ciascuna un proprio ambiente”.

Sezione longitudinale del Nuovo Padiglione Didattico del Campus di Modena
Sezione longitudinale (courtesy, OBR)

In breve tempo, 150 giorni al massimo, si passerà dal pre-progetto alle progettazioni definitiva ed esecutiva.



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