Albergo e spa nell’antico monastero

Con un attento intervento di recupero rivive ad Arco in Trentino un’antica struttura religiosa del Seicento: un’operazione che la trasforma in hotel e spazi per il wellness. Il progetto è di noa* network of architecture

a cura di Pietro Mezzi

Le antiche architetture del monastero ristrutturato ad Arco e la SPA
Le antiche architetture del monastero ristrutturato e i nuovi ambienti della spa (foto, ©Alex Filz)

Indice degli argomenti:

Rivivono ad Arco, nell’alto lago di Garda, gli spazi monumentali di un monastero del Seicento. Il progetto di noa* studio di architettura con sedi a Bolzano e Berlino, li trasforma in albergo, conservando intatti il fascino delle architetture e l’atmosfera meditativa. Nel giardino è invece prevista una spa ispirata al paesaggio locale.

L’obiettivo dei progettisti era chiaro: riscoprire la forza monumentale del monastero delle Serve di Maria Addolorata e farne l’elemento caratterizzante della nuova struttura alberghiera.

Due macro-interventi tra antico e nuovo

Si tratta di un imponente complesso, edificato a partire dalla seconda metà del Seicento che oggi sorge nel centro di Arco, circondato da un alto muro di cinta e affacciato su un ampio giardino interno.

L’intervento, che ha riguardato l’ala sud dell’edificio – la parte restante ospita ancora oggi una chiesa e un ritiro di clausura – iniziato nel 2020 si è svolto in stretta collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Culturali di Trento, ai cui vincoli il monastero era sottoposto.

Il monastero delle Serve di Maria Addolorata ad Arco dopo la ristrutturazione
Il monastero delle Serve di Maria Addolorata ad Arco dopo la ristrutturazione e la creazione della spa (foto, ©Andrea Dal Negro)

Il progetto di noa* si distingue in due macro-interventi: la ristrutturazione e la conversione del monastero e dei suoi interni a destinazione d’uso alberghiera, ottenuta ricavando gli spazi comuni reception, lobby, sala colazione, area bar e cucina – al piano terreno e le camere distribuite principalmente tra primo piano e sottotetto, e la realizzazione ex novo di un comparto wellness affacciato sul giardino: 500 metri quadri con spazi relax, sale trattamenti, saune e percorso wellness con bagno vapore.

Il Monastero Arx Vivendi

Il Monastero Arx Vivendi – questo il nome della nuova struttura alberghiera – con le sue 40 camere, di cui due suite, propone un’ospitalità in sintonia con il luogo.

Dal punto di vista progettuale, l’idea è consistita nell’assecondare la tipologia tipica del monastero, preservando l’originale disegno dei percorsi al suo interno, ed estendendone il rigore geometrico ai nuovi volumi, con grande attenzione alla scelta di materiali e colori.

Anche il contesto paesaggistico e agricolo ha giocato un ruolo importante, ispirando l’architettura delle leggere costruzioni vetrate che ospitano la wellness, e creando un rapporto simbiotico fra storia e territorio.

Antichi spazi, nuovi usi

Circondato da un muro di cinta alto sette metri, che è stato conservato nel suo aspetto originale, il monastero si sviluppa all’interno su tre livelli.

A ogni piano l’articolazione dello spazio è assai differente: si va dagli spazi concentrici del piano terra, al maestoso corridoio del primo, alla selva di travi lignee del sottotetto. È su questa varietà di ambienti che i progettisti hanno lavorato, definendo soluzioni che non alterassero i diversi disegni, ma ne restituissero rafforzati fascino e originalità.

Al piano terra l’organizzazione degli spazi pubblici è stata definita enfatizzando i percorsi esistenti: lungo l’asse centrale si succedono la reception, la sala colazione e una sala lettura-lounge, tutte impreziosite da bellissime volte a crociera e circondate da un lungo corridoio che le abbraccia senza soluzione di continuità. Sempre al pian terreno, trovano spazio il bar e la cucina. Qui è stata ricavata una suite direttamente affacciata su un giardino privato.

Planimetria del piano terra dopo la riqualificazione del monastero delle Serve di Maria Addolorata ad Arco
Il piano terra del monastero ristrutturato (noa* network of architecture)

Al primo piano la scena cambia: si apre un imponente corridoio centrale ritmato dalle travi del soffitto che corrono a perdita d’occhio per quasi 50 metri. Qui, le ex celle monastiche, allineate lungo i lati, sono state riunite a due a due per realizzare camere dalla superficie più generosa (da 22 a 30 metri quadrati). Così in ogni camera una cella ospita la zona notte, la seconda la stanza da bagno.

Le travi del soffitto del monastero delle Serve di Maria Addolorata ad Arco riqualificato in albergo
Le ex celle monastiche sono riunite a due a due per realizzare le camere e la stanza da bagno (foto, ©Alex Filz)

Le antiche porte, in legno chiaro, sono state tutte conservate sul lato esterno, verso il corridoio, per non rinunciare alla sequenza scenografica degli ingressi che punteggiavano il lungo corridoio. Dal piano si raggiunge anche una suite ricavata nel corpo dell’edificio dove originariamente si trovavano le lavanderie e i bagni.

Il sottotetto sovrastato dalle capriate del monastero delle Serve di Maria Addolorata ad Arco trasformato in albergo
L’ampio sottotetto sovrastato dalle capriate a memoria della loro antica funzione foto, ©Alex Filz)

Anche il secondo piano colpisce per la sua monumentalità: è un ampio sottotetto sovrastato da suggestive capriate, dove sono state ricavate due file di stanze che si aprono su un lungo corridoio centrale. Le capriate, restaurate, rimangono a memoria della loro antica funzione. Al colmo del tetto, un lucernario corre per tutta la lunghezza della copertura, illuminando non solo il corridoio, ma anche le camere, grazie a delle vetrate sopraluce.

Una spa ispirata al paesaggio

Realizzata ex novo nel giardino del monastero, la spa è caratterizzata da sette volumi leggeri in vetro e metallo, posizionati lungo una spina dorsale in pietra. L’alternanza di corpi vetrati e di corti verdi crea un gioco di avanzamento e di arretramento di volumi.

La spa del monastero delle Serve di Maria Addolorata ad Arco dopo la ristrutturazione
Il comparto wellness si affaccia sul giardino: 500 metri quadri con spazi relax, sale trattamenti e saune (foto, ©Alex Filz)

Nel disegno dell’area i progettisti di noa* hanno cercato di relazionarsi non tanto con il monastero, troppo importante come riferimento architettonico, quanto con il paesaggio agricolo circostante.

Per questi motivi gli architetti hanno fatto ricorso a elementi molto semplici, dalla forte chiarezza strutturale: le ossature metalliche leggere, ordinate in montanti e traversi, si ispirano alle limonaie caratteristiche del contesto rurale del lago di Garda.

La spa del monastero delle Serve di Maria Addolorata ad Arco dopo la ristrutturazione
La spa si compone di sette volumi leggeri in vetro e metallo, posizionati lungo una spina dorsale in pietra (foto, ©Alex Filz)

La spina centrale di raccordo – composta da una serie di pilastri rivestiti in pietra di Vicenza, le cui cromie ricordano quelle delle costruzioni preesistenti, e da un architrave orizzontale in cemento prefabbricato e sabbiato – riprende nelle sue fattezze la pilastrata lapidea del canale sopraelevato, che corre sul lato orientale del convento.

La Planimetria della spa dopo la riqualificazione del monastero delle Serve di Maria Addolorata ad Arco
Planimetria della spa – credits, noa* network of architecture

L’area wellness comprende una prima zona relax con lettini, una zona trattamenti, una seconda zona relax che fronteggia il biolago: uno specchio d’acqua dal carattere naturale e dai riflessi blu scuro.

La sauna dopo la ristrutturazione del monastero delle Serve di Maria Addolorata ad Arco
Gli ambienti della sauna della spa foto, ©Alex Filz)

C’è poi una terza area relax ospitata in un loggiato aperto sulle corti verdi, quindi le saune (una bio sauna e una sauna finlandese) e un percorso benessere che ruota intorno a una grande pietra scura riscaldata.

La progettazione degli interni

Il rispetto per l’esistente ha guidato anche il progetto d’arredo. Il design si è adattato agli austeri spazi monastici con soluzioni su misura, senza rinunciare a comfort, funzionalità e a un’estetica contemporanea.

Negli spazi pubblici al piano terreno, soffitti e decori in gesso sono stati conservati e restaurati. Dominano il bianco, il grigio e il nero, colori storici del monastero.

Il corridoio centrale del primo piano con le travi del soffitto del monastero delle Serve di Maria Addolorata ad Arco
Il corridoio centrale del primo piano con le travi del soffitto che corrono a perdita d’occhio per quasi 50 metri (foto, ©Alex Filz)

I pavimenti, realizzati sul modello di quelli originali, sono in battuto cementizio. Solo il corridoio che dall’ingresso principale porta al giardino interno mantiene il rivestimento originale in cotto, che è stato accuratamente restaurato. Le pareti e le volte, dopo restauri e lavori di consolidamento, sono state trattate per ottenere un intonaco mosso, dall’effetto antico.

La reception si caratterizza per il grande bancone in pietra, rivestito in granito e illuminato da una pioggia di lampade sospese, dal design minimalista. Intorno, solo la presenza leggera di poltrone in ferro battuto.

Altrettanto sobria la grande sala colazione, dove domina un lungo tavolo centrale che richiama l’antico refettorio, mentre tavoli più piccoli sono posizionati lungo le pareti.

Nell’area bar e sala buffet, un antico pozzo e un camino restaurati sono state rivisitati come isole-buffet.

Al primo piano, il maestoso corridoio centrale il cui pavimento in cotto è stato rifatto su modello dell’esistente, è deliberatamente lasciato privo di arredi. Tutte le camere condividono un design molto rigoroso, anche per quanto riguarda le scelte materiche: pavimenti in rovere piallato a mano per la zona notte e piastrelle dall’effetto naturale per il bagno. Per gli arredi, compresi quelli del bagno, è stato scelto il nero, che si staglia sui toni di grigio degli ambienti. Tutto è disegnato su misura, compresi i letti con baldacchino in metallo e inserti in rovere nero.

Le stanze del sottotetto riprendono lo stesso stile, ma con qualche concessione in più alla modernità: toni più tenui, letti imbottiti per il comfort acustico e lampade in ceramica. Nell’area wellness, la scelta di materiali e arredi punta a conferire calore e serenità agli ambienti, caratterizzati dalle calde cromie del rovere sbiancato, dei tessuti effetto lino e del cotone.

All’interno della spa, tutto è stato disegnato per favorire relax e quiete: dai pannelli in legno fresato, che ripetono il disegno stilizzato del melograno simbolo del monastero, ai lettini sospesi come altalene, alle panche della bio sauna, che invitano alla meditazione e ricordano un luogo di preghiera.

Sezione longitudinale del monastero di Arco convertito in albergo
Sezione longitudinale del monastero (noa* network of architecture)



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