POSA DEL PARQUET SU SABBIA

Campo di impiego

Pavimenti in parquet

Descrizione del prodotto

Parquet su sabbia
Premessa
Nel linguaggio tecnico sono ormai entrati i termini “Edificio sano” ed “Edificio malato”; dove per malate sono intese quelle strutture che possono provocare problemi di salute agli abitanti.
Lo sforzo, oggi, è teso ad offrire al mercato un’edilizia residenziale in grado di ricomporre, in modo equilibrato, l’unità “ambiente-casa-abitare”.
Tra i diversi componenti di un’abitazione, il pavimento occupa una parte rilevante ed é sicuramente un punto cardine nella ricerca di una casa sana.
Nella ricerca dell’equilibrio uomo-ambiente è ormai riconosciuto che i pavimenti in legno rientrano nelle famiglie di prodotti ecologici.
È però importante conoscere, nella scelta del pavimento in legno, alcune caratteristiche.

IL LEGNO
E’ il materiale base per la costruzione bioecologica.
E’ infatti in assoluto, in edilizia, la materia prima più rinnovabile oggi disponibile.
Ha caratteristiche fisico tecniche che ne fanno un materiale perfettamente idoneo a creare luoghi d’abitazione vitali ed equilibrati:
· ottima resistenza meccanica
· forte potere termocoibente
· grande igroscopicità (capacità di regolare l’umidità relativa degli ambienti)
· elevata temperatura superficiale.
Non è un caso che il legno sia il principale materiale da costruzione nei paesi più avanzati del mondo come gli Stati Uniti, il Canada, il Giappone e tutto il centro e nord dell’Europa.
Per tornare ad essere un materiale primario anche in Italia, sarebbe ovviamente necessaria una seria politica di forestazione produttiva in un territorio come il nostro per altro fisicamente ideale per quest’orientamento produttivo.
Sono in questo caso necessari chiarimenti essenziali sul suo approvvigionamento ed uso.
Il legno da usare in un’ottica di rispetto dei criteri della sostenibilità ambientale deve essere preferibilmente di produzione locale, come il rovere, acero, betulla, larice, ciliegio, olmo, noce, frassino, castagno, pero, faggio, pino, abete, pioppo, ontano, acacia (robinia), ecc., deve provenire da taglio selettivo e quindi da forestazione produttiva o da attività di riciclaggio.
In particolare, alcuni istituti di ricerca europei hanno definito, attraverso un ecobilancio del legname, che il consumo giornaliero delle essenze sopra citate sta al di sotto dell’aumento giornaliero complessivo.
Vanno quindi evitati innanzi tutto i legnami esotici che in genere provengono da deforestazione ma che nella migliore delle ipotesi hanno richiesto per il trasporto via mare sprechi energetici inaccettabili e trattamenti con antiparassitari fortemente tossici in fase di lavorazione e d’uso.
Deve quindi essere chiaro che il legno perde le sue principali caratteristiche e può addirittura trasformarsi in un materiale pericoloso per l’ambiente e per la salute umana se trattato con prodotti derivati dalla sintesi petrolchimica come collanti bicomponenti epossidici e vernici poliuretaniche protettive, solventi e altri prodotti di provata tossicità.
Questi prodotti, oltre a determinare un pericolo in fase di produzione e d’applicazione per gli addetti, tendono a rilasciare composti volatili nei primi mesi dopo la posa ma soprattutto modificano le prestazioni proprie del legno annullando le doti d’igroscopicità.
Se necessario, i trattamenti per la protezione e la cura del legno possono essere realizzati con prodotti di derivazione vegetale o animale come l’olio di lino, le resine di conifera, le essenze d’agrumi, la cera d’api e molti altri.

PROBLEMI DELLE COLLE E VERNICI
I materiali per il trattamento e la finitura superficiale di legno, così come i prodotti per l’incollaggio sono in genere i più dipendenti dall’industria petrolchimica. Oggi in questo settore produttivo sono utilizzate circa 40.000 sostanze chimiche diverse che molto spesso sono introdotte sul mercato senza un’analisi attenta del loro grado di tossicità per gli esseri viventi e del loro impatto ambientale. Le conseguenze, a livello d’impatto dell’intero settore produttivo, sono evidenti; meno evidente è stata fino a pochi anni fa la pericolosità dei materiali di derivazione petrolchimica per la vivibilità degli ambienti chiusi, dove anche livelli di cessione di composti pericolosi molto bassi – per ogni singolo materiale – determinano per sinergia una miscela nociva.
Di seguito elenchiamo le avvertenze che abitualmente sono segnalate sulle schede tecniche dei collanti a due componenti (colle epossi-uretaniche) e delle vernici poliuretaniche:
· durante l’applicazione e il periodo d’essiccazione provvedere ad un’adeguata ventilazione dei locali
· si raccomanda l’uso d’occhiali, guanti, maschere ed indumenti protettivi
· irritante per occhi e pelle
· in caso di contatto lavare immediatamente con acqua e consultare il medico
· conservare fuori della portata dei bambini
· non respirare i vapori
· in caso di ventilazione insufficiente usare apparecchio respiratorio adatto

POSA IN OPERA
Con la posa su sabbia non si fanno uso di collanti tossici a pavimento (in genere questi sono a base di solventi e con residui di difficile smaltimento).
La posa su sabbia contribuisce anche a migliorare i fattori acustici di propagazione fra vari ambienti, offrendo una maggiore morbidezza al camminamento (passo felpato) e quindi non quella rigidità che si ha camminando su un qualsiasi pavimento incollato su un massetto di cemento.

TRATTAMENTI DI PRODUZIONE
Il fattore che forse maggiormente influisce sugli aspetti biologici del parquet è il trattamento superficiale. Comunemente i pavimenti in legno sono finiti con vernice o cera. La cera, antico sistema, è sicuramente interessante per l’aspetto finale ma ha due handicap: la necessità di costante manutenzione, che oggi costituisce un oggettivo limite, e il rischio d’inquinamento data la difficoltà di conoscere con esattezza i componenti di quelle che sono poste in commercio sotto il nome generico di cera per pavimenti.
La vernice ha fatto, negli ultimi quaranta anni, grossi progressi sia sotto il profilo della stabilità che sotto quello della biocompatibilità. Sono quindi in commercio vernici a base resinosa o acrilica, prive di solventi volatili pericolosi, ma quasi sempre le vernici con prestazioni alte mantengono una complessa base sintetica.
La novità (in realtà una riscoperta) è l’utilizzo dell’olio. Già anticamente si ricorreva all’olio di lino date le positive peculiarità, tra cui la principale è la possibilità di cristallizare; limiti di quest’utilizzo erano l’untuosità e la difficoltosa manutenzione. Anche in questo settore la tecnologia ha fatto passi avanti e quindi questi aspetti sono stati risolti.
Il sistema si basa oggi su una mescola di oli applicabile in opera, su un qualsiasi pavimento in legno. L’applicazione comporta la semplice impregnatura del legno attraverso una frizione a macchina (monospazzola) ed un’asciugatura superficiale con una “lucidatura” finale sempre a macchina.
Il trattamento, che avviene tramite impregnatura del legno, non crea pellicola. Infatti, gli oli, a contatto con la fibra del legno, cristallizzano occupando i pori della fibra legnosa e creano contemporaneamente barriera all’assorbimento dei liquidi (quindi dello sporco) e aumento della resistenza meccanica della fibra stessa.

VANTAGGI DEL TRATTAMENTO A OLIO
Aderenza alla fibra: il contatto è garantito dalla mancanza di pellicola; ne deriva tra l’altro che il legno mantiene il suo colore naturale.
Igienicità: il legno mantiene le sue naturali caratteristiche batterioinibitrici, che invece sono annullate quando si applicano strati vernicianti o ceranti sintetici;
Regolazione igrometrica ambientale: la presenza dei cristalli d’olio permette la formazione di un naturale effetto condizionatore, dato dall’assorbimento dell’umidità durante i lavaggi e dal conseguente rilascio quando l’ambiente risulti troppo secco a causa del riscaldamento;
Antistaticità: poiché non vi é un film plastico continuo;
Possibilità di riprese e riparazioni: il legno mantiene le sue naturali proprietà di recupero delle compressioni, “autoriparandosi” durante l’apporto d’umidità dei lavaggi;
Manutenzione semplificata: l’utilizzo di questi prodotti garantisce nel tempo l’aspetto originario del pavimento e ne permette il ripristino con semplici prodotti di pulizia, evitando nuove levigature e asportazioni di pellicole inquinanti; ovviamente tutti i prodotti di pulizia, testati biologici, sono anche biodegradabili.
Nella complessa ricerca di un sistema pavimento-trattamenti capace di rispondere alle crescenti esigenze d’ecologicitá sono stati raggiunti dunque obiettivi notevoli.
Si é riusciti a restituire al pavimento di legno il tradizionale aspetto morbido e caldo della levigatura ad olio, accompagnandolo però con la garanzia di poterlo pulire in maniera facile, tradizionale, bio-compatibile.

La nostra posa su sabbia
Da oltre quindici anni abbiamo ripreso a praticare la posa su sabbia senza alterarne la tipologia di base. Naturalmente è stato necessario introdurre alcuni accorgimenti in funzione del tempo di posa e dell’adeguamento all’edilizia attuale.
La posa è oggi eseguita dalla nostra ditta con il seguente metodo:
– stesura della sabbia (deve essere asciutta)
– sovrapposizione di guaina bitumosa
– sovrapposizione di polietilene (nylon) doppi per creare più barriere al vapore in caso d’eventuali perdite di tubazioni idrauliche poste sotto il manto di sabbia
– copertura dell’intera superficie con pannelli di compensato marino idrorepellente (OSB)
– posa del parquet (maschiato) di qualsiasi tipo completamente inchiodato al pannello sottostante
– levigatura e verniciatura a tre riprese oppure trattamento con olio all’essenza d’agrumi

Nell’immagine lo schema di posa

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