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[post_content] => Uretek S.I.M.S. 1.0 è il programma di calcolo sviluppato in ambiente Windows® per definire la fattibilità dell’intervento di consolidamento del terreno Uretek Deep Injections®.In particolare, note le caratteristiche del terreno, permette di stimare la quantità di resina Uretek Geoplus da utilizzare per ottenere il grado di miglioramento del terreno voluto.
Il modello è stato sviluppato a partire dalla teoria dell’espansione di una cavità all’interno di un terreno dilatante presentata da Yu H.S. e Houlsby G.T. nel 1991, opportunamente integrata ed adattata dall’ufficio tecnico Uretek® sulla base dei test effettuati in collaborazione con l’Università di Padova.
Il software permette di stimare il miglioramento delle caratteristiche del terreno, in termini di aumento di resistenza penetrometrica alla punta, e di dimensionare un intervento di consolidamento del terreno secondo le esigenze di progetto.
L’utilizzo di questo strumento è assai semplice e permette di avere un continuo controllo delle operazioni fatte. Dopo l’inserimento dei dati di input, è possibile verificare il risultato graficamente nonché generare automaticamente una relazione di calcolo in file di testo.
Approfondisci il software URETEK S.I.M.S. 1.0
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[post_content] => Cavity Filling® è il sistema di riempimento di cavità interrate e vespai ideato da Uretek e applicato mediante pompaggio di argilla espansa Leca® e iniezione di resina espandente Uretek Geoplus® ad elevata pressione di espansione.Questo sistema permette di riempire una cavità interrata mediante pompaggio di argilla espansa Leca® a granulometria controllata e successiva iniezione di resina espandente Uretek Geoplus® con elevata forza di espansione allo scopo di saturare il volume interno, compattare i grani costituenti il riempimento e consentire un prefissato valore di precompressione sulle pareti.
L'applicazione di argilla espansa Leca® evita il verificarsi di crolli in superficie causati da collassi improvvisi delle pareti della cavità, mentre la precompressione prodotta della resina espandente previene il verificarsi di cedimenti in superficie dovuti a semplici deformazioni delle pareti stesse.
L’azione combinata dell'argilla espansa e della resina espandente permette la completa soluzione del problema.
Vantaggi del sistema Cavity Filling®:
Permette il ripristino della continuità tra la cavità riempita ed il terreno
Mantiene stabile nel tempo il ‘contatto’ fra grano e grano e fra grano e superficie
Permette una uniforme distribuzione delle tensioni nel terreno
Non altera i flussi d’acqua nel terreno
Può essere applicato senza accedere alla cavità
Si può applicare in aree di difficile accesso per i macchinari in superficie
Il cantiere non necessita di grandi spazi
Non produce vibrazioni
Si possono variare le caratteristiche di resistenza e deformabilità del materiale di riempimento in funzione del terreno circostante la cavità
Non appesantisce eccessivamente il terreno sottostante la cavità e pertanto non esercita forti pressioni sulle pareti della stessa
Può essere applicato con prezzi contenuti anche nel caso di cavità distanti decine di metri dal punto più prossimo raggiungibile con normali mezzi di trasporto
Il prezzo di applicazione è concorrenziale rispetto a tecnologie equivalenti
Consente interventi temporanei in quanto permette la rimozione del materiale di riempimento
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[post_content] => Deep Injections® è una tecnologia sviluppata da Uretek per il consolidamento dei terreni mediante l'impiego di specifiche resine espandenti Geoplus®.Indice:
Questa tecnologia permette di consolidare in modo non invasivo terreni di fondazione di ogni tipo di struttura come edifici storici, capannoni industriali, condomini, ville, piscine, torri, chiese e muri di contenimento, adattandosi a terreni sia granulari che coesivi e ad ogni tipologia di fondazione: isolata, nastriforme e a platea, costruita con qualunque materiale.
I vantaggi diDeep Injections®:
Non invasivo: senza scavi o lavori in muratura;
Sicuro: con controllo laser;
Conveniente
Rapido ed immediatamente efficace;
Non sporca e non produce scarti;
Permette interventi parziali e localizzati;
Interviene direttamente sul terreno senza alterare la struttura soprastante;
Non genera vibrazioni;
Non è influenzato dalla presenza d’acqua;
Garantito 10 anni
Fasi di intervento con tecnologia Deep Injections®
La perforazione
I fori, di diametro inferiore a 3 cm, vengono eseguiti attraverso la fondazione in modo da raggiungere con precisione il volume di terreno da trattare. Nei fori vengono poi inseriti dei tubi che serviranno a condurre la resina Geoplus® nel terreno.
Le iniezioni
Le iniezioni vengono eseguite mentre la resina Geoplus® è ancora in fase liquida ma già in fase di espansione: in pochi istanti Geoplus® incrementa il proprio volume di 10-15 volte sviluppando una forza di espansione che può arrivare a 10.000 kPa autoregolandosi in funzione della resistenza incontrata.
Il sollevamento e il consolidamento
L’espansione della resina continua fino a quando il terreno trattato risulta talmente addensato da rifiutare un’ulteriore compressione, inducendo la resina ad espandersi verso l’alto e provocando il sollevamento dell’edificio soprastante.Sull’edificio vengono posizionati dei livelli laser in grado di rilevare movimenti millimetrici: quando si osserva un inizio di sollevamento l’iniezione viene interrotta e il trattamento è così concluso in maniera sicura e definitiva.
La resina espandente Uretek Geoplus®
Geoplus® è una speciale resina espandente di ultima generazione concepita per le iniezioni in profondità proprie del metodo Uretek Deep Injections®.
Sviluppata in collaborazione con l’Università di Padova, (Geoplus è certificata dall’Università di Padova e coperta da BREVETTO EUROPEO), Geoplus® possiede caratteristiche uniche:
forza di espansione massima di 10.000 kPa;
reazione estremamente stabile e controllabile;
modulo elastico simile a quello dei terreni: evita il trasferimento dei carichi in profondità;
leggera, non appesantisce il terreno;
resistenza a compressione molto superiore al necessario.
Le iniezioni realizzate mediante resine espandenti sono concentrate nel bulbo di pressione significativo di Boussinesq, corrispondente al volume di terreno che risente maggiormente delle tensioni indotte dal carico soprastante. Grazie alla rapidità della reazione di espansione e solidificazione la resina non può allontanarsi più di 2 metri dal punto di iniezione.
L’efficacia dell’intervento è verificabile non solo tramite l’inizio di sollevamento che si osserva durante ciascuna iniezione ma anche attraverso prove geotecniche in sito, realizzate, ad esempio, attraverso test penetrometrici comparativi.
https://www.youtube.com/watch?v=xFzBN7aJCes&ab_channel=Infobuild.it
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Floor Lift® è la tecnologia sviluppata da Uretek per la risoluzione dei problemi di cedimento che interessano la pavimentazione, dimostrandosi la soluzione più rapida ed accurata per il consolidamento del sottofondo e per i problemi di abbassamento delle pavimentazioni.Il metodo Uretek Floor Lift® si adatta alla risoluzione di problemi legati a ogni tipo di pavimentazione, da quelle industriali e civili, alle strade, alle piste aeroportuali.
La consolidazione avviene mediante iniezioni di resina espandente applicate sotto le pavimentazioni, generando sollevamenti di precisione e livellamento di pavimentazioni abbassate, sia rigide che flessibili, presenti in:
Capannoni industriali
Negozi e magazzini
Abitazioni civili
Strade e piste aeroportuali
I vantaggi di Floor Lift®:
Solleva fino a 20-30 cm, correggendo pendenze ed eliminando dislivelli;
Sicuro, monitorato in tempo reale con livelli laser;
Preciso, fino a 1 mm/m;
Non interrompe l’attività commerciale o industriale;
Pulito, non produce polveri;
Rapido e immediatamente efficace;
Non danneggia i rivestimenti;
Compatta il sottofondo;
Agibilità immediata dei luoghi dopo l’intervento.
Fasi di intervento con applicazione di Floor Lift®
Dopo aver realizzato di fori del diametro di 12-15 mm si procede mediante iniezione della resina espandente con contemporaneo monitoraggio laser. La resina viene iniettata allo stato fluido mentre è già in fase di espansione e come primo effetto raggiunge immediatamente i vuoti presenti, colmandoli. E' necessario attuare, poi, un riempimento di eventuali vuoti all’intradosso provocando il sollevamento della pavimentazione.
L’inizio di sollevamento viene rilevato immediatamente da un sistema di controllo con livelli laser e ciò permette di decidere se proseguire con le iniezioni, sollevando la pavimentazione, o limitarsi al consolidamento del sottofondo.
L’entità del sollevamento è sempre controllabile con precisione millimetrica. La forza di espansione della resina consente di sollevare anche scaffalature o impianti poggianti sulla pavimentazione.
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[post_content] => Walls Restoring® è il sistema ideato da Uretek per il consolidamento delle strutture murarie mediante ricostruzione del legante ammalorato all’interno del paramento murario. Indice:
Questo sistema avanzato permette di riaggregare gli elementi costitutivi mediante iniezioni di resina con forza di espansione calibrata, ripristinando l’integrità strutturale di fondazioni, contrafforti, argini, banchine, ponti e muri di contenimento.
Walls Restoring® è adatto a murature costituite da:
Mattoni
Materiale lapideo
Materiali misti (ad es. fondazioni a sacco)
I vantaggi di Walls Restoring®:
Rapido e immediatamente efficace;
Non richiede lavorazioni complementari, eseguibile in una sola fase;
Pulito, non altera l’estetica della muratura;
Efficace anche in murature sommerse o sotto falda;
Non perde volume nel tempo indipendentemente dalle condizioni al contorno; - Riempie i vuoti e aggrega gli elementi costituenti della struttura;
Non subisce dilavamento ed è impermeabile;
IDRO CP 200 ha caratteristiche meccaniche paragonabili alle normali malte di allettamento.
Fasi di intervento con Walls Restoring®
L'intervento prevede la realizzazione di una perforazione della muratura da trattare in senso verticale con inserimento dei tubi di iniezione destinati ad accogliere la resina espandente IDRO CP 200 con contemporaneo e graduale sfilamento del tubo stesso tramite estrattore idraulico.
La resina bicomponente Uretek IDRO CP 200, iniettata allo stato liquido mentre è già in fase di reazione, termina l'espansione in un tempo compreso tra 30 e 60 secondi, aumentando di volume fino ad un massimo di 5 volte e acquisendo in 24 ore le caratteristiche meccaniche definitive.
La pressione massima di espansione della resina è limitata a circa 200 kPa in condizioni di massimo confinamento e si dissipa di molto con l’espansione.
Perché scegliere il metodo Walls Restoring®
Uniformità
Uretek Walls Restoring si distingue dai metodi tradizionali in quanto l’esito del trattamento dipende principalmente dalle caratteristiche espandenti e meccaniche del materiale utilizzato e non dalla pressione di esercizio della pompa e dalla direzione del flusso iniettato, garantendo perciò un trattamento uniforme in ogni punto della struttura muraria iniettata.
Accuratezza e completezza
Durante l’iniezione, la resina Uretek IDRO CP 200 oltre che dalla pressione idraulica di iniezione viene spinta anche e soprattutto dalla propria pressione di rigonfiamento. Tale pressione permette alla resina di andare ad occupare tutti i vuoti presenti nell’ammasso anche se ubicati ad una quota superiore rispetto all’uscita del tubo di iniezione. La pressione massima di rigonfiamento può arrivare fino a 200 kPa, permettendo iniezioni in sicurezza in qualunque tipo di muratura.
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Quello del consolidamento delle fondazioni è un tema importante in Italia, dove il patrimonio esistente è particolarmente vetusto e non adeguato alle più recenti normative in ambito tecnico, con conseguenze sulle performance di questi edifici e sulla loro sicurezza.
Il consolidamento delle fondazioni può essere eseguito utilizzando differenti tecnologie, che possono essere scelte in base a opportune valutazioni legate, per esempio, al tipo di struttura o all’entità del danno, con lo scopo di garantire la massima sicurezza dell’edificio.
Quali sono i segnali che indicano la necessità di un consolidamento delle fondazioni?
Vi sono diversi segnali che possono essere indicatori di problematiche legate alle fondazioni.
Eccone alcuni:
Presenza di crepe sui muri che, anche se spesso legate al degrado dell’intonaco, possono in alcuni casi rappresentare un problema non solo superficiale. Nello specifico è bene prestare attenzione quando le crepe formano una linea obliqua e, soprattutto, quando si sviluppano in profondità nel muro.
Presenza di crepe nei pavimenti accompagnate a fenomeni deformativi.
Difficoltà nel chiudere i serramenti a seguito di fenomeni deformativi che potrebbero essere causati dal cedimento della fondazione.
Perché si manifestano queste problematiche?
Queste problematiche hanno differenti radici che possono ricondursi a una serie di aspetti:
il degrado dovuto al semplice passare del tempo, che agisce sulla conservazione dei materiali;
eventuali errori risalenti alla fase di costruzione e di progettazione;
modifica del volume di costruzione attraverso, ad esempio, la costruzione di nuovi piani o cambio di destinazione d’uso con incremento del peso gravante;
l’utilizzo di materiali errati o di scarsa qualità;
eventuali eventi o sollecitazioni esterne, quali terremoti, abbassamento delle falde acquifere o movimenti del terreno dovuti a frane o scavi in prossimità della casa per la realizzazione, ad esempio, di nuove costruzioni nelle vicinanze;
dilavamento del terreno di fondazione a causa di infiltrazioni d’acqua.
Un altro aspetto da non trascurare, soprattutto in questo periodo storico, è l’alternarsi di periodi di siccità prolungata e alluvioni che variano il livello delle falde acquifere e dell’umidità del terreno. Questo ci fa capire come il cambiamento climatico riesca ad influire su ogni aspetto della nostra vita.
Indagare sullo stato di fatto e comprendere quanto emerge dall’analisi è essenziale per scegliere le modalità migliori con cui intervenire, incrementando la sicurezza e ripristinando le strutture esistenti.
Quali sono le tecnologie più avanzate per il consolidamento delle fondazioni?
Per effettuare un corretto consolidamento delle fondazioni è essenziale effettuare un’analisi preliminare dell’edificio esistente e delle sue caratteristiche, sia per indagare eventuali cause di degrado che per comprendere quali tecnologie sono state utilizzate al momento della costruzione.
Sulla base di queste considerazioni si valuta quale sia la soluzione migliore da utilizzare.
In alcuni casi, ad esempio, potrebbe essere necessario agire sul terreno, piuttosto che sulle strutture di fondazione, che potrebbe non avere sufficiente capacità portante per il peso che realmente grava su di esso, magari a seguito di modifiche dell’edificio, come nel caso delle sopraelevazioni o dei cambi di destinazione d’uso.
I cedimenti possono essere uniformi, localizzati o differenziali e vengono indagati mediante apposite indagini geotecniche, con prove quali il carotaggio, utili ad analizzare la stratigrafia e le proprietà chimico-fisiche del terreno.
Consolidamento delle fondazioni tramite palificazione
Tra le soluzioni più utilizzate per consolidare il terreno esistente spicca la palificazione, che prevede l’infissione a pressione nel terreno di micropali mediante martinetti idraulici prefissati alla struttura di fondazione, con l’obiettivo di scaricare il peso dell’edificio in corrispondenza degli strati più profondi che godono di migliori caratteristiche di resistenza e rigidezza.
Ne risulta una base più solida per la struttura.
[caption id="attachment_744269" align="aligncenter" width="600"] Per il consolidamento delle fondazioni Systab propone il sistema a pali precaricati in cui vengono utilizzati micropali in acciaio a bassa invasività[/caption]
Allargare le fondazioni
Ci sono altre azioni che si possono attuare con lo scopo di consolidare il terreno su cui grava un edificio esistente e le sue fondazioni.
Una prima possibilità consiste nell’allargare le fondazioni e distribuire meglio i carichi. Questa operazione prevede la realizzazione di uno scavo intorno alle fondazioni esistenti che verrà armato e successivamente gettato per dare forma a una nuova struttura perimetrale connessa a quella esistente.
Si possono incontrare diversi rischi, tra cui il crollo di parti dell’edificio, oltre al fatto che questa tecnologia è molto invasiva e costosa.
Il sistema delle iniezioni
In alternativa, è possibile ricorrere al sistema delle iniezioni, una tecnica che ha uno sviluppo più recente e che può anche essere immaginata come intervento supplementare ad altre tecniche.
I vantaggi riguardano sicuramente la velocità di esecuzione e la quasi nulla invasività dell’intervento, che consiste nell’iniettare resine espandenti, che passano dallo stato liquido a quello solido, attraverso la predisposizione di fori di pochi millimetri di diametro.
Questi fori devono attraversare verticalmente le fondazioni e il liquido iniettato si espande e aumenta la resistenza dello strato di fondazione e del terreno. Perché questo intervento abbia pieno successo, è essenziale avere tutte le informazioni relative alle caratteristiche del terreno.
Esistono anche alcune tecniche tradizionali, sempre meno utilizzate, che si basano sullo stesso principio, ma che utilizzano resine non espandenti o miscele di cemento, acqua e specifici additivi.
[caption id="attachment_744271" align="aligncenter" width="411"]Uretek ha sviluppato Deep Injections® una tecnologia per il consolidamento dei terreni attraverso l’impiego di specifiche resine espandenti Geoplus®.[/caption]
Jet Grouting
Il Jet Grouting è una tecnica che permette di stabilizzare, rinforzare o impermeabilizzare i terreni iniettando ad elevatissima velocità, attraverso appositi ugelli, una miscela stabilizzante con la quale il terreno viene disgregato e mescolato in situ.
Questa tecnica per il consolidamento delle fondazioni può essere utilizzata per tutte le tipologie di terre fino ad alcuni tipi di rocce tenere ed è particolarmente indicata per la realizzazione di opere in zone urbane e/o di difficile accesso.
Agire sulla struttura
Infine, in alcune circostanze il problema potrebbe essere proprio una muratura troppo debole o esposta a sollecitazioni eccessive, come avviene ad esempio nei terreni in pendenza. In questi casi, solo se ritenuto opportuno da un tecnico qualificato, potrebbe essere sufficiente agire sulla struttura, realizzando un rafforzamento tramite una nuova struttura massiccia (contrafforte).
FAQ - Consolidamento delle fondazioni: tipologie di intervento e costi
Quanto tempo richiede un intervento di consolidamento delle fondazioni?
Le tempistiche per realizzare un intervento di consolidamento delle fondazioni variano a seconda della tecnologia scelta.
L’intervento di consolidamento delle fondazioni tramite infissione di micropali, per esempio, gode del vantaggio di non dover eseguire scavi, riducendo significativamente i tempi di cantiere e non producendo materiale di risulta da dover smaltire. Generalmente, per il consolidamento della fondazione di un’abitazione standard, il lavoro richiede pochi giorni, in genere 3-4. I tempi si allungano sensibilmente se l’intervento viene integrato con l’iniezione di resine per consolidare il terreno, considerando che questo tipo di intervento è ancora più rapido dell’infissione di micropali.
L’allargamento della base fondale richiede, rispetto ad altri metodi, un tempo di esecuzione più lungo poiché è necessario eseguire lo scavo, armarlo e gettarlo e attendere che il cemento indurisca completamente prima di poter procedere con la costruzione. Garantisce, comunque, una stabilità a lungo termine.
Quanto costa il consolidamento delle fondazioni?
Il consolidamento delle fondazioni ha costi variabili a seconda della tecnica adottata e delle dimensioni dell’edificio. Di conseguenza, cambiano i costi relativi alla manodopera e al cantiere.
Nel caso di ampliamento della fondazione o infissione di micropalinel terreno i costi possono oscillare tra i 1000 e i 1400 euro al metro lineare; inoltre, questa tipologia di interventi richiede la presentazione in Comune di una SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività) e di una relazione geologica, nonché la nomina di un direttore lavori che dovrà seguire e verificare la corretta realizzazione del consolidamento.
Tra gli interventi visti per il consolidamento delle fondazioni, l’iniezione di resine espandenti è sicuramente il più vantaggioso sia da un punto di vista tecnico che economico. Si tratta di un intervento poco invasivo, veloce da realizzare e molto efficace; inoltre non richiede la necessità di denuncia di inizio attività in Comune. In genere, per interventi con iniezioni, il costo si aggira attorno ai 700/950 euro al metro lineare di fondazione trattata. Se ne occupano ditte specializzate che gestiscono il cantiere anche in pochi giorni e senza la necessità di eseguire scavi o altre opere edilizie. È un approccio che si adatta sia alle nuove realizzazioni, che agli edifici esistenti e, molte di queste imprese, includono nel prezzo anche la valutazione di un geologo.
Ovviamente per ogni tecnologia il costo varia a seconda della dimensione del lavoro, del tipo di terreno e dei piani fuori terra che costituiscono l'edificio.
Il consiglio, quindi, è quello di chiedere sempre più preventivi su misura per le proprie necessità e valutare di conseguenza la soluzione migliore.
Per agevolare il consolidamento delle fondazioni e la messa in sicurezza di questi edifici, comunque, fino al 31 dicembre 2024 è possibile richiedere le detrazioni fiscali previste dal Bonus Ristrutturazione al 50%, in quanto l’intervento rientra nella manutenzione straordinaria ammessa all’incentivo.
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Progettare e riqualificare con criteri antisismici è un dovere per garantire la sicurezza delle persone e la tutela del patrimonio edilizio, soprattutto in un territorio da questo punto di vista fragile come il nostro, ma richiede specifiche competenze tecniche, normative, di materiali e di intervento.
Con questo obiettivo Prospecta Formazione e Infobuild.ithanno proposto la giornata tematica “Criteri di progettazione e riqualificazione antisismica” che ha unito a un convegno accreditato gli interventi di 4 aziende specializzate nel settore, che hanno approfondito tecniche e materiali innovativi e raccontato alcuni casi studio di successo.
Una giornata di lavori, condotta come sempre da Alessandro Bertocchi, che ha coinvolto e interessato la platea: il convegno accreditato del mattino, in cui si sono succeduti 3 relatori di ISI -Ingegneria Sismica Italiana, con 3.000 partecipanti ha visto il sold out della piattaforma prima ancora che l’evento avesse inizio, a dimostrazione dell’interesse per l’argomento della messa in sicurezza e riqualificazione antisismica. Ma anche i 4 webinar pomeridiani hanno raccolto una media di circa 750 spettatori.
Il Direttore dell’Associazione Ingegneria Sismica Italiana Ing. Davide Trutalli ha introdotto il convegno spiegando di cosa si occupa ISI. L’associazione è composta da 3 anime: un comitato scientifico, formato da professori e università, le aziende produttrici e fornitrici e i professionisti e coinvolge l’intera filiera della sismica con l’obiettivo di fare cultura della protezione sismica e promozione del lavoro degli associati, cercando di coinvolgere le istituzioni sui temi di maggiore attualità. Le attività sono tante e diversificate, dai corsi di formazione all’aggiornamento del prezzario DEI nell’ambito dei monitoraggi e delle prove dui materiali, dall’avvio di progetti pilota al nuovo format “Piazza ISI”, punto di incontro per professionisti ed esperti organizzato con molto successo in occasione di alcuni eventi come il SAIE di Bologna 2022. Per festeggiare il decennale l’Associazione ha pubblicato un volume cartaceo ricco di contenuti tecnici che interessano la messa in sicurezza e la tutela del patrimonio edilizio e strutturale.
Il progetto pilota in un borgo storico
L’Ing Corrado Prandi – coordinatore del gruppo di lavoro Edifici Storici di ISI, ha raccontato un progetto pilota realizzato nel borgo storico di Castiglione del Terziere in Lunigiana, spiegando quanto è stato fatto fino ad ora, soprattutto relativamente a rilievi e indagini su terreni e fabbricati, trattandosi di un aggregato, e anticipando quello che andrà fatto in futuro.
In particolare il gruppo di lavoro, cui hanno partecipato diverse persone con varie competenze professionali (storici, accademici, geometri ingegneri e architetti ), ha messo a punto una serie di operazioni applicative che hanno permesso di realizzare una traccia che si potrà impiegare in futuro, con le eventuali e necessarie varianti, sui passaggi corretti da seguire in tutte le fasi in questi interventi, nel pieno rispetto della normativa.
Il percorso è stato sviluppato in 3 fasi: rilievi su terreni e fabbricati; modellazione, durante la quale saranno impiegati i dati e le proposte progettuali.
Il borgo antico di Castiglione è circondato da valli delimitate ai lati da crinali ed è caratterizzato da un’importante vegetazione, che non lo rende facilmente raggiungibile.
[caption id="attachment_725216" align="aligncenter" width="1200"] Dall'immagine si vede che le costruzioni sono ben tenute e incuneate in maniera armoniosa, dalla vista aerea è riconoscibile l’articolazione delle coperture.[/caption]
L’Ing. Prandi ha evidenziato che recuperare i dati storici è stato necessario e impegnativo: nella zona si sono susseguiti diversi episodi sismici cui sono seguite successive ricostruzioni di ampliamento e miglioramento, fino al 1920 quando si è avuto l’ultimo grande evento.
Il borgo nel tempo ha perso di rilevanza con il trasferimento delle funzioni amministrative in una località a fondo valle, con una conseguente decrescita demografica e solo in tempi recenti si è deciso di intervenire con opere di riparazione e manutenzione.
Il rilievo inizialmente è stato piuttosto sommario ed è stato fatto con tecniche tradizionali: a una prima livellazione fatta per definire le quote relative sul perimetro dell’aggregato sulla parte di borgo interessata dalla ricerca, sono seguite le fotografie dei vari fabbricati.
E’ stato poi fatto un rilievo con laser-scanner con drone che ha permesso di avere dati molto più precisi e la geometria completa dell’aggregato in fase di analisi.
Successivamente si è passati alla fase di caratterizzazione dei terreni che ha previsto anche indagini dirette.
Il passaggio successivo è stato quello della caratterizzazione delle murature e in particolare delle arenarie della Lunigiana (probabilmente i sassi impiegati provenivano dalla Cava di Montereggio). Per una caratterizzazione più completa e accurata dei paramenti murali è stato utilizzato il metodo IQM, indice della qualità muraria, a partire dalla disponibilità di una serie di schede presenti nella regione. Un lavoro complesso che ha permesso di raccogliere informazioni importanti per le fasi successive della modellazione, ovvero i valori per la capacità a compressione, alle azioni taglianti e il modulo elastico.
Sono state quindi raccolte le schede catastali che hanno permesso di comporre le unità immobiliari tra loro incuneate e la distribuzione delle pareti interne.
L’ultima fase di raccolta dei dati è stata fatta per valutare l’esposizione sismica del sito.
Cosa si farà nella seconda fase?
Il gruppo di lavoro procederà alla modellazione per riconoscere la vulnerabilità e pericolosità del terreno dei fabbricati e sito, i dati saranno utilizzati per la modellazione della pericolosità, in modo da definire le modalità per realizzare interventi di miglioramento sismico nei fabbricati e di mitigazione all’esposizione sismica del borgo, proporre nuove dotazioni impiantistiche e servizi esterni al borgo.
Indagini diagnostiche su edifici in muratura, come procedere
L’Ing Alessandro Battisti, associato individuale di ISI ha dedicato il suo intervento alla diagnostica strutturale e di monitoraggio dinamico in grado di identificare le caratteristiche principali di un edificio, con attenzione in particolare a quelli in muratura.
Alla base di qualsiasi indagine diagnostica, ci ha spiegato l’Ing. Battisti, è necessaria la conoscenza preliminare che, a partire dalle indicazioni delle NTC 2018, deve prevedere 2 livelli: analisi storica e controllo approfondito delle geometrie, cui segue l’analisi della caratteristiche meccaniche dei materiali.
Viene definita in fase preliminare una campagna diagnostica che prevede un certo numero di prove, realizzate da ditte specializzate o da laboratori, e sufficienti a ottenere il modello di conoscenza desiderato.
La muratura esistente
Le murature sono differenti sia dal punto di vista planimetrico che tridimensionale e prevedono più materiali con caratteristiche diverse. Proprio per questo le indagini consolidate sulle murature, che permettano di classificarle facendole rientrare nelle tabelle di muratura esistenti per poterne utilizzare i parametri definiti, sono spesso complesse.
Ci sono varie indagini che si possono utilizzare sulla muratura esistente.
L’indagine visiva con l’individuazione delle tessiture murarie e ammortamento è fondamentale. Si parte da un’analisi termografica passiva o attiva per individuare le diverse tessiture, la presenza di vuoti, di elementi in calcestruzzo....
Seguono poi una serie di scoperture di intonaco sia planimetriche che negli angoli che permettono di ricavare i parametri principali (la % di malta, la presenza di fori, di elementi estranei…) per arrivare alla possibilità di riferirsi a schede tipologiche di comprovata qualità (vedi le schede IQM).
Quando la tessitura è chiara si passa all’esecuzione di alcune prove per la caratterizzazione meccanica della muratura: la prova più importante è il martinetto piatto che può essere singolo o doppio e aiuta a misurare la sollecitazione di compressione nelle varie zone della muratura.
Una volta individuata la conformazione planimetrica della muratura si dovrà identificare quella stratigrafica trasversale attraverso l’analisi endoscopica accoppiata a carotaggio, in modo da vedere gli strati della muratura in profondità.
In questo processo normalmente sono più prelevati i blocchi di laterizio di calcestruzzo, malte di calce e cemento. Spesso vengono effettuate anche prove chimiche mineralogiche che permettono di individuare la presenza di sali, molto pericolosi per la muratura e la composizione mineralogica, la presenza della componente porosa e la granulometria.
Ci sono poi prove meno ricorrenti tra cui la prova penetrometrica di carattere qualitativo che si può eseguire su grandi superfici e permette di dare risposta sulla qualità della malta lungo tutta la muratura, aiutando a identificare strati più o meno omogenei.
L’ing. Battisti ha ricordato anche la prova di resistenza al taglio del letto di malta o “Show test” che consente di valutare la bontà del letto di malta e la resistenza al taglio in funzione della posizione e del carico verticale, soprattutto in edifici storici.
Esiste anche l’indagine GPR: con un georadar a bassa frequenza e alta penetrazione, si possono arrivare a identificare le geometrie di elementi in muratura, se a frequenze più alte si possono valutare caratteristiche geometriche.
Anche la prova sonica e la tomografia permettono di raccogliere informazioni qualitative sull’omogeneità della muratura di spessore non molto alto e sull’eventuale presenza di vuoti o lesioni. Si esegue su superfici ampie ed è piuttosto complessa.
Infine il monitoraggio dinamico che rileva le accelerazioni che derivano da una fonte esterna, si può distinguere in monitoraggio vibrazionale per danno alle strutture e per comfort abitativo e permette di comprendere quanto siano probabili gli eventuali danni. Riesce a identificare i principali parametri modali di una struttura attraverso la tecnica chiamata O.M.A (operational Modal Analysis ) che aiuta ad individuare le caratteristiche modali di una struttura in condizioni di operatività. I dati poi vengono riportati all’interno di un software.
L’ing Battisti ha concluso il suo intervento presentando un’interessante case history rappresentativa di quanto la caratterizzazione modale di una struttura possa aiutare. Si tratta del progetto del Casello autostradale di Autovie Venete, molto complicato da un punto di vista strutturale. Realizzato in struttura metallica, l’obiettivo era determinare le caratteristiche modali dei primi 4 modi di vibrare, per poi creare un modello 0 dinamico modale con l'obiettivo di attuare negli anni un piano di controllo per la manutenzione della struttura. Sono stati posti in 9 posizioni accelerometri singoli e in coppia, fino all’ottenimento di un modello semplificato inserito nel software di elaborazione.
Intervento di miglioramento sismico negli edifici in aggregato, aspetti tecnici e normativi
Molti spunti di riflessione ha suscitato l'intervento dell'Ing. Ennio Casagrande dell'omonimo Studio e socio individuale di ISI, che ha approfondito il tema del miglioramento sismico degli edifici in aggregato, considerando aspetti normativi e tecnici.
L'Ing. Casagrande, con l'obiettivo di dare indicazioni pratiche, ha fatto un vero e proprio excursus a partire dall'individuazione di un'unità strutturale, passando a illustrare le possibili semplificazioni e gli interventi attuabili.
Che cos'è un aggregato? Le definizioni dei vari parametri che utilizza la normativa sono naturalmente importanti, ma il problema è che in Italia a volte si contraddicono. E così se nel 2014 l'aggregato strutturale veniva definito come insieme di edifici non omogenei che possono interagire sotto un'azione sismica; nel 2016 in un documento del Commissario straordinario della ricostruzione, si parla di aggregati edilizi come di un insieme di almeno 3 edifici interconnessi tra loro.
C'è poi la definizione di edificio che nel 2017, sul Focus della ricostruzione dopo il sisma in centro Italia, viene definito come unità strutturale con continuità da cielo a terra per quanto concerne il flusso dei carichi verticali "delimitata da spazi aperti o da edifici strutturalmente contigui ma tipologicamente diversi".
L'unità strutturale secondo le NTC 2018 (paragrafo 8.7.1) spiega che deve avere continuità da cielo a terra per quanto riguarda il flusso dei carichi verticali; una circolare del 2019 invece parla di "comportamento strutturale unitario nei confronti dei carichi orizzontali e verticali e deve garantire con continuità il trasferimento dei carichi di fondazione".
Già da queste definizioni si genera confusione perché identificare un edificio per i carichi verticali o per quelli orizzontali è diverso. Ma non finisce qui, c’è infatti un’ulteriore definizione amministrativa, che la descrive come unità minima di intervento e quella della legge catastale che considera unità immobiliare ogni fabbricato o porzione di fabbricato che appartenga allo stesso proprietario e dà la definizione di aggregato edilizio, modificando in qualche modo una parte dell'aspetto tecnico.
Il lavoro dei tecnici diventa quindi particolarmente complesso nel comprendere di volta in volta quale siano metodologie e concetti da seguire, valutando tutti gli aspetti. Bisogna prima di tutto, ha spiegato l'Ing. Casagrande, capire a quale scala di lavoro si sta lavorando tra territoriale, urbana, aggregato o edificio.
Una volta compresa la scala di lavoro si dovrà procedere con l'analisi storica dell'aggregato che può essere effettuata anche con ricerche poco onerose partendo dai dati catastali in modo da capire la trasformazione nel tempo, i dissesti, i fenomeni di degrado.
Non sempre l'analisi storica è possibile, in questo caso si deve procedere attraverso valutazioni e indagini per identificare la composizione degli elementi costruttivi.
Quando si interviene sugli aggregati edilizi naturalmente le problematiche da tenere in considerazione sono molte e variano a seconda dei casi e l'Ing. Casagrande ha presentato diversi casi utili a comprendere come affrontare le diverse casistiche, considerando l'aspetto tecnico, quello normativo e quello civilistico dell'aggregato, per quest'ultimo la circolare congiunta del Commissario straordinario alla ricostruzione e dell'Agenzia delle Entrate specifica che "ai fini dell'applicazione del Superbonus per l'aggregato edilizio si applicano le medesime disposizioni previste per i condomini in relazione al trattamento delle parti comuni".
Per concludere, è chiaro in ogni caso che alla base del lavoro debba esserci un buon metodo di indagine, che parta dalla valutazione precisa dell'aggregato e debba poi considerare anche l'inquadramento civilistico per capire se ci siano elementi in comune e se questi nel tempo siano stati modificati. A quel punto si potranno proporre gli interventi, naturalmente nel rispetto della normativa e considerando i possibili bonus. Senza dimenticare, ci ha ricordato l'Ing. Casagrande, il monitoraggio strutturale.
Stabila - Dallo studio di fattibilità all’us built, come fare
Molto interessante l'intervento dell'Ing. Michele Destro, Head of Research and Development di Stabila, e dell'Ing. Ennio Casagrande che ci hanno spiegato che la fattibilità parte dall'analisi delle caratteristiche del progetto avendo ben chiari gli obiettivi da raggiungere, di elevata durabilità, ottime prestazioni meccaniche, termiche, acustiche e di reazione al fuoco e basso impatto ambientale. In funzione delle peculiarità del progetto si possono scegliere i materiali e il sistema costruttivo, che devono saper rispondere alle prestazioni richieste e devono essere supportati dalle conformità e possono essere legati anche al BIM.Il materiale, lo ripetiamo, deve essere certificato e attestato, “ci deve essere una sorta di vademecum - ha spiegato l’Ing. Destro - con tutte le indicazioni che caratterizzano il materiale o il sistema, che deve rispondere a delle specifiche precise, che considerino lo spessore del muro, l'altezza, la tipologia costruttiva e la zona sismica in cui ci si trova”.Un altro aspetto importante è quello della conformità a livello ambientale: i materiali devono incidere il meno possibile sul territorio, creare pochi rifiuti, essere riciclabili. I produttori devono attestare, attraverso enti terzi, che i materiali utilizzati siano conformi ai CAM e agli EPD.
Una volta scelto il materiale si entra nel progetto e in questo caso si può optare per il tamponamento in zona sismica, "la struttura portante è data dall'elemento pilastro e il tamponamento chiude. La parte strutturale è un elemento che subisce la natura sismica del terremoto".
Sono disponibili diverse tipologie di blocco a seconda dei parametri richiesti, anche energetici.
I muri realizzati con i blocchi richiedono poi una verifica di stabilità. L'applicativo WallEng di Stabila, validato dall'Università di Padova, prevede anche la verifica dei tamponamenti.
Una volta fatte tutte le analisi e le verifiche si può passare al cantiere dando all'impresa tutti i dettagli e le specifiche, così da garantire un "us Built" comprensibile e senza problemi.
Anche per la muratura armata sono necessarie verifiche preliminari: molti progetti infatti, ha spiegato l'Ing. Destro, possono ricondursi al capitolo 7.8.1.9 delle NTC 201 "Costrizioni semplici" riducendo a una semplice operazione la verifica della muratura.
La muratura armata traduce quello che normalmente si usa in cantiere, quindi malta, elemento in laterizo, blocco e armatura, in un sistema costruttivo equiparabile quello in calcestruzzo con l’agevolazione di realizzare in un’unica operazione l’intero sistema, senza avere i ponti termici materici. Uno schema semplice che Stabila consegna al progettista per la realizzazione del progetto esecutivo.
Il supporto del portale WallEng
Il portale delle applicazioni Stabila WallEng è liberamente accessibile e al suo interno si trovano vari set applicativi: dal tamponamento in zona sismica al calcolo delle prestazioni e della quantità dei materiali in zona sismica, dal calcolo della trasmittanza termica e del potere fonoisolante alla resistenza al fuoco.
E’ stato recentemente introdotto un applicativo molto semplice con una funzione esecutivo, che il progettista può utilizzare per calcolare le quantità di blocco, malta e armatura in un progetto di muratura armata. A breve sarà inserito un applicativo in cui saranno inseriti i costi, in modo da avere un computo metrico del fabbricato.
Si tratta di un software di semplice utilizzo in cui dopo aver compilato i dati si avranno tutti i calcoli relativi ai prodotti da utilizzare, con un approccio di costo dell'edificio in muratura armata e la possibilità di stampare una relazione con tutti i dati.
L'ing. Ennio Casagrande ha approfondito i vantaggi di progettare con la tecnologia della muratura armata, sia a livello di cantiere che di collaudo. Si tratta di strutture che si possono tranquillamente utilizzare in zona sismica. La muratura è una tecnologia che ben si adatta sia alle costruzioni semplici, che come ha detto l'Ing. Destro, assicurano molti vantaggi, che in edifici articolati, facendo in questo caso i giusti calcoli con le modalità previste dalla normativa. Conclusa la parte strutturale della muratura armata il telaio del calcestruzzo nella maggior parte dei casi viene tamponato in laterizio. La normativa prescrive l’obbligo di verifica del tamponamento e anche in questo caso il portale WallEng offre un valido aiuto perché, tra i molti servizi, comprende un applicativo per la verifica dei tamponamenti richiesta dalla normativa.
L'Ing. Casagrande nell'ultima parte del suo intervento ha presentato interessanti casi studio.
Uretek - I vantaggi delle resine espandenti per il consolidamento
L'Ing. Simone Pavan dell'Ufficio Tecnico Uretek Group nella prima parte del suo intervento ha ricordato i vari bonus che interessano gli interventi di consolidamento del terreno di fondazione, per poi spiegare come progettare tali interventi, presentando alcuni casi pratici progettati con un software Uretek, con l'uso di resine espandenti.
Sono 3 i bonus possibili per gli interventi di consolidamento del terreno di fondazione:
Supersismabonus- Con aliquota al 110% fino al 31/12/22 e ridotta al 90% (tranne in specifici casi in cui rimane al 110: i condomini in cui sia stata fatta la delibera assembleare entro il 18/11/22 e CILAS depositata entro il 31/12/22 o delibera tra il 19 e il 24 novembre) per gli interventi, realizzati in condominio fino al 31 dicembre 2023, in edifici in zone sismiche 1, 2 e 3, purché sia dimostrata la messa in sicurezza statica e la riduzione del rischio sismico del fabbricato. Per le villette l'aliquota del 90% è riconosciuta solo per lavori realizzati sulle “abitazioni principali” e solo per i soggetti con reddito sino a 15.000 euro. L’aliquota scenderà al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025. Sono previste 5 rate e la spesa massima per unità immobiliare è di 96.000 euro.
Sismabonus ordinario - Introdotto nel 2013 e pensato sempre per edifici in zona sismica 1, 2 e 3, per interventi relativi a misure antisismiche e messa di insicurezza antistatica, con una spesa massima di 96.000 euro per unità abitativa da recuperare in 5 anni. L'aliquota varia dal 50% all'80% a seconda del salto di classe ottenuto.
Bonus ristrutturazione al 50% - Valido fino al 31/12/2024 per condomini e unità monofamiliari, è confermato fino al 31 dicembre 2024, con una spesa massima per unità di 96.000 euro da recuperare in 10 anni per interventi di manutenzione ordinaria solo nei condomini, manutenzione straordinaria, restauro e ristrutturazione per condomini e unifamiliari. Dal 2025 l'incentivo potrebbe scendere al 36%.
In tutti e tre i casi ricordiamo che cessione del credito e sconto in fattura da qualche settimana sono stati stoppati, ma sono richiesti asseverazione e visto di conformità.
Le tecnologie di Uretek permettono di ripristinare e consolidare terreni e murature in maniera rapida, in tutti gli ambiti edilizi, e senza interferire con l'attività delle persone. Si tratta di interventi che accedono al super-sismabonus.
Le resine espandenti per gli interventi di consolidamento
Gli interventi di consolidamento dei terreni Uretek Deep Injectons® realizzati con le resine espandenti poliuretaniche permettono di irrigidire il terreno riducendo le oscillazioni della struttura, assicurando un minor rischio di caduta degli elementi strutturali.
In questo caso il software esclusivo di Uretek SIMS 2.0 conferma la messa in sicurezza statica obbligatoria per accedere al supersismabonus, calcolando il miglioramento del terreno in quanto a resistenza e rigidezza a seconda della resina iniettata e fa un'analisi della riduzione del rischio sismico a seguito dell'intervento in caso di terremoto. Inoltre viene dimostrata la riduzione del rischio sismico: il terreno non è completamente rigido, ha spiegato l'Ing. Pavan, è un mezzo flessibile che ricorda una molla, "con l'intervento di consolidamento con resine si va ad irrigidire il terreno" riducendo le oscillazioni, gli spostamenti della struttura e gli sforzi sugli elementi strutturali.
Per progettare un intervento di consolidamento si deve partire dallo stato in cui si trova l'edificio, comprendere le cause del cedimento, che può per esempio essere dovuto all'essicamento degli strati superficiali in caso di terreno argilloso che ne provoca una riduzione dello spessore, o a una differente composizione del terreno, ma anche alla rottura di tubazioni delle acque superficiali o, ancora, agli scavi effettuati vicino ai fabbricati che possono provocare un detensionamento del terreno a lato delle fondazioni.
Una volta comprese le cause va studiato nel dettaglio il progetto considerando il volume di terreno da trattare, il miglioramento richiesto, il tipo di resina espandente da utilizzare (differenti in base al tempo di espansione) a seconda delle caratteristiche del terreno e la quantità di resina che viene iniettata, con delle specifiche cannule "multipoint" dotate di più fori laterali, che assicurano un trattamento omogeneo. Una volta raccolti tutti i dati il software SIMS 2.0, a seconda dei parametri inseriti, permetterà di calcolare il miglioramento del terreno e la quantità dei resina da iniettare.
Sulla base dei dati si procede con la fase operativa in cantiere che prevede la perforazione della fondazione, la posa delle cannule, l'iniezione della resina per garantire la stabilizzazione del terreno e il sollevamento della pavimentazione. Tutte le operazioni vengono monitorate in maniera rigorosa anche con prove penetrometiche per sondare la resistenza del terreno prima e dopo i lavori.
L'Ing. Simone Pavan ha poi presentato un interessante caso studio progettato con il software e realizzato in un condominio a Mezzago (MB) con un problema di cedimento del terreno di fondazione e un abbassamento di circa 20-40mm, in cui sono stati trattati in 13 giorni 112 metri di fondazione nastriforme e 12 plinti per uno spessore di 4 metri.
Fassa Bortolo e le soluzioni per il recupero e miglioramento del costruito esistente
L'Ing. Michele Fava di Fassa Bortolo ha trattato il tema degli edifici esistenti e della modalità di miglioramento strutturale degli stessi che può avvenire con sistemi CRM e presidi per la messa in sicurezza finalizzati per esempio all'antisfondellamento e all'antiribaltamento.Fassa Bortolo offre, infatti, un sistema integrato che consente di operare in gran parte degli ambiti per risolvere le esigenze di cantiere, tra questi i sistemi di rinforzo strutturale e consolidamento.
Il punto da cui partire è la vulnerabilità dal punto di vista sismico del nostro territorio, vulnerabilità che è importante considerare per la salvaguardia degli edifici e per garantire la sicurezza di cose e persone.
Nel corso del webinar sono stati presi in esame edifici in muraturaea telaio in calcestruzzo armato con tamponamenti in laterizio.
Gli edifici in muratura possono presentare criticità globali o locali, con singoli elementi strutturali che possono manifestare comportamenti anomali. La linea guida che permette di individuare le soluzioni da utilizzare sono le NTC, nello specifico si considerano al punto 4 i criteri per gli edifici in muratura.E' possibile intervenire con operazioni localizzate o con interventi più invasivi e più efficaci. Esistono interventi in cui sono coinvolti singoli prodotti, che devono rispondere a determinate normative, oppure più soluzioni integrate e, quindi, sistemi veri e propri. Non si parlerà più di marcatura CE, caratteristica del singolo prodotto, ma di certificazioni relative all'intero sistema.
Gli interventi con i singoli prodotti possono prevedere iniezioni con miscele leganti con boiacca a base NHL, malte a consistenza variabile o combinazioni di malta + armatura per incrementare la resistenza della muratura; in questi casi si riesce a salvaguardare l'effetto di eventuali murature faccia a vista, mantenendo l'estetica.
In caso di interventi complessi si utilizzano sistemi formati da più prodotti che includono sempre un elemento di rinforzo (rete o tessuto) ed elementi che inglobano questo rinforzo. Nello specifico il webinar si è concentrato sulla presentazione dei sistemi con reti in fibra di vetro annegate in matrice inorganica (FRCM o CRM).
Sistemi CRM ad alto spessore e FRCM a basso spessore
Il sistema di rinforzo attraverso intonaco armato CRM nasce dall'evoluzione di quello che veniva fatto con malta cementizia e rete elettrosaldata. La normativa definisce l'intonaco armato come sistema costituito da rete preformata da connettere alla muratura con presenza di elementi di connessione della stessa natura della fibra e a completamento una matrice che avvolge il sistema di rinforzo, in questo caso una malta.
La normativa definisce anche altri elementi, a volte obbligatori altre opzionali, che includono sempre la matrice inorganica e l'elemento di rinforzo; a fare la differenza è il fatto che l'elemento di connessione non è più obbligatorio, lo diventa solo all'occorrenza.Se facciamo un parallelismo tra i due sistemi notiamo che l'ingombro occupato è differente: il classico intonaco armato occupa dai 3 ai 5 cm, mentre i sistemi FRCM hanno un limite di spessore che va dai 5 ai 15 mm. Gli spessori variabili impongono una tipologia di rinforzo a maglia variabile.
La linea guida consente di lavorare con fibre di diversa natura (vetro, carbonio ecc.) e per i sistemi FRCM possono essere utilizzati anche i tessuti.
Fassa Bortolo propone, per la tecnica di intervento con sistema armato CRM, il sistema Fassanet Solid System, composto da diverse tipologie di malte a base di calce idraulica naturale a diversa prestazione in abbinamento a una rete bidirezionale bilanciata in fibra di vetro offrendo ottima resistenza agli ambienti aggressivi che possono potenzialmente alterare il sistema di rinforzo.
Per quanto riguarda i sistemi di rinforzo FRCM viene proposto Fassanet ZR System che permette di lavorare anche su supporti in calcestruzzo. La rete utilizzata è in fibra di vetro e la malta non è più a base calce ma a base cementizia.
L'elemento di connessione in questo caso diventa facoltativo in funzione del tipo di intervento e del contesto in cui si opera e può essere preformato in fibra di vetro, come la rete, oppure a fiocco.
Nel caso sia necessario operare su elementi non strutturali Fassa propone la famiglia di sistemi Fassa Protection, sia che si tratti di elementi orizzontali che verticali. Si tratta di sistemi antiribaltamento e antisfondellamento che prevedono la possibilità di intervenire sia su supporti intonacati che nell'ambito di interventi su supporto stonacato.
Il presidio antiribaltamento della famiglia Fassa Protection evita che in caso di terremoto vi siano disgregazione e distaccamento dell'elemento di tamponamento dall'elemento strutturale con ribaltamento. Fassa ha sviluppato sia un sistema con malta cementizia che a base di calce idraulica naturale per rispondere a ogni esigenza e ha testato entrambe i sistemi in laboratorio, dimostrando l'efficacia con un confronto tra muratura con presidio e muratura senza presidio.
La tecnologia Argisol per l'adeguamento antisismico e miglioramento energetico in un'unica fase
L'Ing. Denis Trovò di Bioisotherm presenta il sistema Argisol, una tecnologia ad armatura diffusa, frutto di un'esperienza di realizzazione di più di 35 anni. Si tratta di un blocco cassero utilizzato per la realizzazione di edifici ad alte prestazioni, ma nel corso del webinar il focus è stato l'applicazione del sistema all'esistente per il miglioramento antisismico.
Questo sistema garantisce, quindi, un miglioramento combinato di sicurezza antisismica ed efficientamento dal punto di vista energetico.
Le criticità degli edifici in muratura presenti in Italia
La maggior parte degli edifici presenti sul nostro territorio, caratterizzati da struttura in muratura, sono di vecchia data e presentano delle criticità che tendono ad accentuare la vulnerabilità sismica. Un esempio è dato dalla mancata connessione tra il cordolo di piano e la parete, che crea cinematismi di ribaltamento della parete fuori dal piano.
La muratura, inoltre, non ha adeguata resistenza agli sforzi di taglio e questo genera, in caso di sisma, oscillamento dei maschi murari lungo il lato di massima estensione, a differenza di quanto avviene negli edifici a telaio dove l'energia viene dissipata attraverso i nodi di collegamento.
Vi è, poi, il problema delle pareti snelle, cioè pareti in muratura nelle quali i maschi murari vanno in sofferenza a causa di altezze di interpiano maggiori rispetto a quelle usuali.
Il problema si manifesta anche negli edifici a telaio, dove lo scheletro formato da travi e pilastri subisce il danneggiamento dei nodi una volta avvertito il sisma, in quanto questi hanno ormai dissipato tutta la loro energia.
Gli edifici possono manifestare anche espulsione dei tamponamenti, soprattutto se costruiti quando non era previsto un collegamento tra di essi. Eventualmente si possono verificare anche distacchi dei paramenti esterni non fissati.
I problemi da considerare negli edifici di vecchia data non sono solo strutturali, ma anche energetici con presenza di diversi ponti termici.
Come riqualificare un edificio esistente con tecnologia Argisol?
La tecnologia Argisol consiste nell'incrementare il numero di pareti resistenti rendendo l'edificio più flessibile e capace di dissipare più energia, con spostamenti controllati, oppure di resistere ad accelerazioni maggiori con pareti di controventamento.Le pareti devono essere disposte lungo il perimetro dell'edificio, per non creare eccentricità, o creare un esoscheletro di controventamento ad avvolgere l'intero edificio: ho minore forza in gioco e comportamento migliore delle forze.
Le nuove pareti sono realizzate con casseri isolati; si tratta di lastre isolanti in EPS neopor tenute assieme in modo equidistante mediante distanziali in lamiera zincata, di diversi spessori e tipologie. Si tratta di un sistema certificato ETA, valutazione tecnica europea.
La tecnologia, cosiddetta tecnica del cappotto sismico, è definita da un pacchetto che include struttura portante esistente, con cordoli e fondazioni, parete esistente, casseforme Argisol e fissaggi puntuali.
La realizzazione è totalmente in opera, previo dimensionamento strutturale. Le connessioni tra esistente e nuova struttura possono avvenire con ancoraggi di tipo meccanico o chimico.
Questa soluzione genera diversi vantaggi:
sicurezza sismica, grazie al getto in c.a.
efficientamento energetico, grazie al doppio strato isolante
ridotta invasività, si può agire solo dall'esterno senza interrompere le attività nell'edificio
facilità di posa
scelta delle finiture.
Caso studio di edificio milanese, zona sismica 2 e fascia climatica E
L’Ing. Denis Trovò ha poi presentato vari casi studio tra cui vi raccontiamo un intervento di Milano, realizzato su due edifici gemelli caratterizzati da 4 piani fuori terra e sottotetto, sottoposti a riqualificazione energetica e strutturale con Superbonus 110%.In questo caso sono state utilizzate due linee di prodotto separate: Argisol, per l'efficientamento energetico e la messa in sicurezza da un punto di vista sismico, e il cappotto BioKP, per il miglioramento energetico delle parti rimanenti di edificio.
Sono stati introdotti setti in c.a., successivamente isolati, e pareti Argisol in affiancamento all'edificio esistente. Le parti scoperte dal sistema Argisol sono state isolate con cappotto. E' stata poi irrobustita la pilastratura centrale e rinforzato il sistema dei solai.
Il nuovo cordolo della copertura è stato realizzato nella parete Argisol per non appesantire la parete esistente e incrementare la stabilità e la sicurezza sismica della parete nuova, scarica dal punto di vista gravitazionale, aiutando il momento stabilizzante.
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[post_content] => I recenti terremoti che hanno devastato il centro Italia hanno fatto scattare il campanello d’allarme: occorreeffettuare l'adeguamento sismico degli edifici secondo norme antisismiche per evitare futuri problemi.
A cura di Fabiana Valentini
Indice:
Non è passato poi molto tempo dall’immane disastro che ha colpito il territorio dell’Abruzzo nel 2009: quest’estate, precisamente ad agosto, si sono verificati nuovamente degli episodi sismici davvero spaventosi.
Ad Amatrice, caratteristica cittadina dell’Italia centrale, le case in muratura sono andate letteralmente in frantumi, causando una tragedia difficile da dimenticare. L’Italia è un territorio geologicamente soggetto a scosse sismiche e dopo questo spaventoso scenario che ha devastato Amatrice e Accumuli (frazione vicina) è doveroso iniziare a riflettere in termini di edilizia antisismica, ormai divenuta un’esigenza reale e tangibile per tutto il territorio italiano.
L’Italia ha istituito delle importanti normative in fatto di edilizia antisismica, ma queste riguardano principalmente le nuove costruzioni che devono essere realizzate secondo precisi criteri di costruzione. L’edilizia definita “storica” è in grande presenza nel nostro Paese e in generale oltre il 60% degli edifici è stato realizzato prima del 1974, una data importante che ha segnato l’avvio delle prime norme antisismiche (dati: L’Espresso). È di rilevante quanto imminente importanza garantire la sicurezza degli edifici, realizzando dei lavori che potrebbero seriamente diminuire il rischio catastrofi.Ma dove occorre intervenire? Moltissime sono le operazioni che è possibile eseguire per mettere in sicurezza un edificio: si può effettuare il consolidamento delle murature, quello dei solai, interventi volti a migliorare la risposta di archi e volte e molti altri che approfondiremo di seguito.
Normativa antisismica
Se già a partire dal 1974 si sono fatti degli importanti passi avanti per quanto riguarda le prime normative antisismiche, con il DM 14 gennaio 2008 si parla finalmente dei principi per la costruzione di un edificio, compreso il problema delle abitazioni realizzate prima del DM.
[caption id="attachment_580874" align="aligncenter" width="525"] Le normative antisismiche: un vademecum da seguire.[/caption]
Questa normativa mette nero su bianco le tipologie di intervento da seguire: esse possono essere di adeguamento, miglioramento (volte ad aumentare la sicurezza dell’edificio) e infine di intervento localizzato di elementi isolati dell’abitazione.
Con l’ordinanza del PCM 3274/ 2003 (riclassificazione sismica del territorio nazionale) viene introdotto l’obbligo della verifica sismica degli “edifici di interesse strategico e opere infrastrutturali, la cui funzionalità durante gli interventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile”.
Riassumendo, le attuali normative vogliono che venga eseguita una valutazione sismica dell’edificio, ma non impongono degli interventi di miglioramento e adeguamento. Lo Stato italiano a questo proposito ha attivato diversi incentivi fiscali per poter supportare le persone che scelgono di realizzare interventi di adeguamento della propria abitazione.
[caption id="attachment_580875" align="aligncenter" width="600"] Un’opera di adeguamento antisismico[/caption]
Prima di procedere all’adeguamento antisismico di un edificio bisogna considerare diversi fattori quali il tipo di costruzione, la zona sismica in cui si trova l’abitazione, le fondazioni e il tipo di struttura portante.
In generale, per quanto riguarda gli edifici già esistenti, prima di procedere a interventi di adeguamento è necessario studiarlo così da definire un piano di lavoro concreto.
Adeguamento sismico delle fondazioni
Iniziamo il nostro approfondimento sugli interventi di adeguamento antisismico degli edifici a partire dalle fondazioni. Perché iniziare con le fondazioni? Perché se la conoscenza del territorio dove sorge l’edificio è fondamentale per comprendere la risposta delle strutture in seguito a scosse sismiche.
[caption id="attachment_580876" align="aligncenter" width="465"] Uretek propone delle iniezioni di resina Geoplus® che consentono il consolidamento non invasivo di edifici storici, capannoni industriali, ville, condomini ecc.[/caption]
Come intervenire? Conoscendo la storia dell’edificio e dell’ambiente circostante. Prima di intervenire in maniera specifica è opportuno capire la caratterizzazione del sottosuolo e verificare la vulnerabilità della fondazione.
Qualora le indagini di tipo geotecnico abbiano mostrato delle criticità, si passa a interventi mirati che prevengano cedimenti del terreno.
È possibile intervenire direttamente sulle criticità che vanno a minare la solidità della fondazione, attraverso opere di rinforzo e irrigidimento.
In questo caso parliamo di interventi quali sotto-murazione o oppure dell’allargamento della base fondale. In sostanza si tratta di opere che vanno a toccare “direttamente” la struttura di fondazione, cercando di ridurne le vulnerabilità sismica.
Esistono anche altri modi per intervenire sulla fondazione: ad esempio una delle procedure è quella volta all’adeguamento meccanico e idraulico del suolo ad esempio sfruttando piastre vibranti oppure, nel secondo caso, sfruttando il drenaggio del suolo.
[caption id="attachment_580877" align="aligncenter" width="495"] Iniezione con resine espandenti[/caption]
Interessante risulta l’intervento di tipo mirato delle iniezioni con il cemento oppure con resine espandenti. Questa tecnica è importante per migliorare la stabilità del terreno e consiste nell’iniettare le sostanze nel terreno per riempirne i vuoti e renderlo maggiormente stabile.
Adeguamento sismico dei solai
Consolidare la struttura in legno di un solaio è una delle operazioni consigliate per la prevenzione dei danni causati dal sisma. È importante valutare, anche in questo caso, la solidità della struttura e decidere il modus operandi da seguire.
Come intervenire nel caso dei solai lignei? Una delle possibili opzioni è quella di consolidare le travi attraverso una cappa di calcestruzzo, facendo riferimento anche all’utilizzo di connettori metallici che forniscono un grande supporto in termini di rinforzo strutturale.
L’altra strada da seguire è quella che prevede l’utilizzo di sistemi a secco, ovvero senza uso di calcestruzzo. Come intervenire? Utilizzando dei tavolati da fissare a quelli presenti, disponendoli in maniera ortogonale e fissandoli con degli spinotti o bande metalliche.
[caption id="attachment_580878" align="aligncenter" width="330"] Un esempio dei connettori per solai misti acciaio-calcestruzzo di Tecnaria.[/caption]
Per quanto riguarda il consolidamento dei solai misti in acciaio – calcestruzzo risulta interessante l’impiego dei connettori per il rinforzo di Tecnaria la quale ha realizzato delle strutture che garantiscono un’ottima resistenza e grande rigidezza flessionale.
Come migliorare la resistenza delle murature
Dopo aver approfondito come migliorare la resistenza di fondazioni e solai è il momento di comprendere le modalità di intervento sui muri dell’abitazione volte a migliorarne la resistenza e le caratteristiche meccaniche.
[caption id="attachment_580879" align="aligncenter" width="480"] Occorre intervenire sulle murature se esse presentano danni onde evitare ulteriori lesioni.[/caption]
Se il muro non presenta gravi problematiche è possibile intervenire in maniera localizzata andando a risanare le parti che sono state danneggiate dal sisma, ad esempio adoperando delle iniezioni con miscele le cui caratteristiche devono essere quelle dei materiali originari della muratura.
In questo modo non si andrà ad alterarne le caratteristiche meccaniche originarie e dunque la risposta che i muri hanno nei confronti delle scosse sismiche.
Una tipologia di intervento prevede la realizzazione di intonaco armato o di utilizzare dei pilastri di acciaio che vadano a fissarsi alla muratura preesistente. Anche questo tipo di intervento è pensato, insieme alle iniezioni ad esempio con calce idraulica, per rinforzare in maniera efficace un muro lesionato.
Come intervenire su colonne ed elementi non strutturali
In seguito a un sisma anche i pilastri e le colonne di un’abitazione possono subire lesioni più o meno gravi. Anche in questo caso è possibile intervenire per migliorarne la resistenza.
Tra gli interventi suggeriti si prevede di utilizzare cerchiature e tassellature oppure è altrettanto efficace l’inserimento di catene sugli archi e la realizzazione di contrafforti.
Per quanto riguarda gli elementi non strutturali vale a dire cornicioni oppure camini si può intervenire per evitare danni sismici. In questo caso si può intervenire andando ad ampliare la base di appoggio oppure consolidando la connessione con le murature dell’abitazione.
Sisma Bonus per adeguamento sismico
[caption id="attachment_580880" align="aligncenter" width="568"] Il sismabonus: sgravi fiscali del 65%.[/caption]
In seguito agli ultimi tragici episodi del terremoto in centro Italia sono state prese, da parte del Governo Renzi, delle misure che prevedono lo stanziamento di 47 miliardi di euro da utilizzare per la messa in sicurezza antisismica degli edifici. Il cittadino verrà agevolato da due importanti elementi: l’ecobonus e il sisma bonus. Nel primo caso si tratta di un bonus che garantisce lo sconto del 65% per gli interventi di miglioramento dell’abitazione in termini di efficienza energetica, mentre nel secondo caso facciamo riferimento alle detrazioni fiscali per adeguare gli edifici in materia antisismica.
[caption id="attachment_580881" align="aligncenter" width="514"] Ecobonus e sismabonus: due manovre necessarie per rendere gli edifici più efficienti in termini energetici e di adeguamento antisismico[/caption]
Ottime notizie per quanto riguarda il sisma bonus: secondo la normativa consentirà ai cittadini un risparmio anche superiore del 65% e verrà esteso anche alle seconde case, condomini e riguarderà anche gli edifici pubblici. Per il sisma bonus, differentemente dall’ecobonus, occorrerà attendere la definizione finale in sede della legge di Stabilità del 2017 che prevede l’ampliamento delle manovre di adeguamento a tutte le zone sismiche.
Per usufruire di queste detrazioni fiscali occorre che gli edifici siano preposti ad abitazione o che siano destinati ad attività produttive e che risiedano nelle zone di pericolosità sismica 1 e 2 definite dall’ordinanza 3274/ 2003. Rimaniamo in attesa di novità in termini di possibilità di detrazione per le altre zone di pericolosità sismica al fine di mettere in sicurezza l’intero Paese.
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[post_content] => Il terremoto di questa notte nel centro Italia, ancora colpito da due forti scosse di magnitudo 5,4 e 5,9, punta nuovamente l'attenzione sulla progettazione antisismica.
L'Italia è quasi interamente collocata nella categoria C2, categoria che richiede protocolli severi.
La corretta progettazione e l'accurato utilizzo di materiali e tecnologie idonei sarebbero fondamentali per diminuire i danni e soprattutto il numero delle vittime.
Questo approfondimento non vuole certo essere esaustivo di un argomento così delicato.
E' semplicemente una breve panoramica per fornire al professionista, all’ingegnere strutturista, al cittadino, alcuni esempi di elementi tecnici necessari e mirati per la messa in sicurezza degli edifici nuovi ed esistenti, perchè Costruire antisismico si può!
Supporti antisismici per pavimenti flottanti
Il sistema FOUR X FOUR AD di Newfloor è composto da supporti per pavimentazioni flottanti che rendono antisismico il pavimento stesso.
Testato da EUCENTRE, European Centre for Training and Research in Earthquake Engineering di Pavia, dopo numerose prove a cui è stato sottoposto, prove accelerometriche pari a 4,5 del terremoto dell’Aquila, non si è riportato un importante livello di danneggiamento.
[caption id="attachment_573817" align="aligncenter" width="500"]Supporti per pavimenti antisismici[/caption]
Giunti di dilatazione per pavimenti
I giunti del Gruppo C/S risultano indispensabili in caso di sisma di forte intensità: in questo caso le dilatazioni e le contrazioni vengono ripartiti in modo equo sui profili laterali e il sistema autocentrante impedisce un’eventuale interruzione d’uso del giunto, come da normativa antisismica.
[caption id="attachment_573818" align="aligncenter" width="500"]Giunti di dilatazione per pavimenti[/caption]
Blocchi in cemento e perlite antisismici
MVB propone blocchi portanti multicamera a base di perlite espansa e cemento per la realizzazione di murature portanti, ideali in zone sismiche.
[caption id="attachment_573820" align="aligncenter" width="463"]Blocchi in perlite MVB[/caption]
Pareti monostrato portanti per zone sismiche
Grazie all’iniezione di polistirene espanso caricato con grafite, S40 Sismico è un monoblocco portante per murature perimetrali che abbinato alla malta termo-sismica Danesi MTM10, permette di realizzare pareti con trasmittanza “U” pari a 0,22 W/m2K. Un sistema vincente in tutte le zone sismiche e climatiche, secondo le prescrizioni delle norme vigenti.
[caption id="attachment_573876" align="aligncenter" width="483"]Blocco Danesi[/caption]
Blocchi in calcestruzzo cellulare
I blocco Taglio Termico di Xella sono estremamente leggeri, facili da sagomare e non richiedono particolari prodotti complementari per la posa in opera. Inoltre garantiscono una resistenza meccanica sia a compressione, sia a taglio, adeguata per gli edifici esposti ad alto rischio sismico.
[caption id="attachment_573826" align="aligncenter" width="537"]Blocchi in calcestruzzo cellulare Xella[/caption]
Ancoraggi per fissaggi in zona sismica
EPOXY 21 è uno dei migliori ancoranti chimici presenti sul mercato europeo con doppia certificazione europea. È costituito da una resina epossidica Bossong bi-componente ad alto valore di aderenza per fissaggi pesanti per impieghi su calcestruzzo, muratura piena e legno. È adatto per fissaggi elettricamente isolati, permette ancoraggi ad elevato potere dielettrico annullando l’effetto delle correnti vaganti. La resina, per il suo alto valore di aderenza e per la facilità di penetrazione nelle porosità e nelle zone cave, consente un fissaggio sicuro senza espansione e quindi senza tensioni nel materiale di base durante l’installazione. La resina e l’indurente si miscelano solo durante l’estrusione mediante il passaggio del prodotto nell’apposito miscelatore e non necessita di pre-miscelazione.
[caption id="attachment_573867" align="aligncenter" width="547"]Ancoranti chimici antisismici Bossong[/caption]
Consolidamento dei terreni di fondazione
Iniezioni di resine consolidanti, non invasive, adatte ad ogni tipologia di fondazione: isolata, nastriforme e a platea costruita con qualunque materiale.
[caption id="attachment_573832" align="aligncenter" width="480"]Iniezioni di resine consolidanti Uretek[/caption]
Laterizi di Categoria I° per zone sismiche
Blocco per muratura armata, microporizzato con farina di legno vergine, modulare, progettato e brevettato con la nuova geometria a setti radiali per assorbire al meglio le tensioni trasmesse dalle barre verticali. Taurus del Gruppo Stabila è un sistema antisismico brevettato.
[caption id="attachment_573844" align="aligncenter" width="496"]Sistema antisismico Gruppo Stabila[/caption]
Rinforzi per solai con criteri antisismici
Uno dei requisiti fondamentali delle strutture che resistono al sisma è il comportamento “scatolare”, per il quale le murature sono legate ad un solaio rigido in grado di ripartire il carico sismico alla pareti nella direzione della loro massima resistenza. Una soletta in calcestruzzo connessa ai travetti e collegata perimetralmente alle murature realizza al meglio questo piano rigido.
I connettori per solai misti e più precisamente solai misti legno-calcestruzzo, acciaio calcestruzzo e laterocemento-calcestruzzo Tecnaria sono la risposta per assicurare una maggiore resistenza ai movimenti tellurici
[caption id="attachment_573850" align="aligncenter" width="531"]Tecnaria per il rinforzo dei solai[/caption]
Sistemi antisismici in Classe A
Il sistema costruttivo ICF ITALIA è composto da pannelli modulari in polistirene espanso sinterizzato ad elevata densità che, mediante l’inserimento degli opportuni distanziali interni, dei “casseri a perdere” autoportanti, compone pareti portanti antisismiche.
[caption id="attachment_573860" align="aligncenter" width="399"]Sistema costruttivo ICF Italia[/caption]
[post_title] => Ancora un forte sisma in centro Italia! Tecnologie antisismiche per costruire in sicurezza
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[post_content] => Sono molteplici le cause che portano alla necessità di interventi mirati al consolidamento dei suoli. Lo sfruttamento di aree residuali del sistema urbano, la realizzazione di edifici in prossimità di fabbricati esistenti, la trasformazione strutturale e funzionale di costruzioni esistenti, le variazioni idrauliche nel sottosuolo e le relative ripercussioni sulla stabilità delle fondazioni degli edifici, la realizzazione di fabbricati in aree contaminate o un evento sismico.Sono solo alcune delle diverse cause che impongono il trattamento dei terreni per l’ottenimento dei requisiti meccanici, fisici, chimici necessari per la realizzazione e l’esercizio delle opere.
I metodi ed i mezzi di intervento sono rivolti a modificare nel senso desiderato le proprietà del terreno quali la resistenza, la deformabilità e la permeabilità, o a modificare un certo volume di terreno introducendo in esso degli elementi formati da altri materiali con caratteristiche meccaniche e fisiche tali da ottenere il comportamento voluto.
Consolidamento terreni: le tecniche di miglioramento
Le tecniche di miglioramento del terreno possono grosso modo essere distinte in quattro gruppi.
Modifiche meccaniche
La densità del terreno è incrementata mediante l’applicazione di azioni meccaniche esterne a breve termine, come il costipamento degli strati di superficie con rulli di vario tipo e piastre vibranti, e la compattazione profonda con martellamento dinamico in superficie o vibrazione in profondità.
Modifiche idrauliche
Nei terreni a grana grossa con buona permeabilità ciò si ottiene abbassando il livello della falda e utilizzando anche dreni di vario tipo, mentre nei terreni a grana fine con l’applicazione di un carico esterno (precarico) o forze elettriche (stabilizzazione elettrocinetica).
Tecniche tradizionali hanno tratto vantaggio dallo sviluppo dei geosintetici, come ad esempio i dreni verticali.
Modifiche fisiche e chimiche
Si migliorano le caratteristiche del terreno con additivi di vario tipo negli strati superficiali o colonne di terreno in profondità. Gli additivi comprendono terreni naturali, sottoprodotti industriali o materiali di rifiuto, e prodotti cementizi e chimici che reagiscono tra loro e/o con il terreno.
Il riscaldamento ed il congelamento del terreno sono entrambi considerati metodi di modifica termica. Il riscaldamento fa evaporare l’acqua e provoca cambiamenti permanenti della struttura mineralogica dei terreni, il congelamento, invece, solidifica in parte o interamente l’acqua e lega assieme le singole particelle.
Modifiche con l’inserimento nel terreno di elementi
Si tratta di elementi formati prevalentemente da materiali resistenti a trazione cioè metallici, plastici, ecc. (chiodi, tiranti, nastri, reti, geosintetici di vario tipo), e di materiali aventi anche proprietà idrauliche diverse da quelle del terreno.
Questa classificazione delle tecniche di intervento nel terreno ha tuttavia un certo grado di arbitrarietà poiché abbastanza spesso si ha una combinazione di diversi processi meccanici, idraulici, fisici, chimici.
Da cosa dipende la scelta del metodo?
La scelta di un metodo di miglioramento in un caso particolare dipende da molti fattori tra cui:
Tipo e grado di miglioramento richiesto
Tipo di terreno, struttura geologica, condizioni idrauliche
Costo
Disponibilità di materiali e qualità dell’intervento richiesta
Tempo di intervento disponibile
Possibile danno alle strutture adiacenti o inquinamento delle risorse idriche
Durabilità dei materiali utilizzati
Tossicità o corrodibilità degli additivi chimici
Reversibilità o irreversibilità del processo
Riutilizzo dei componenti
Affidabilità dei metodi di analisi e progetto
Bisogna inoltre tenere in considerazione se il terreno è
Saturo o non saturo
Normalconsoldidato o sovraconsolidato
Di tipo speciale: altamente organico o deposito di rifiuti industriali..
La fattibilità di un particolare intervento è fortemente dipendente dal tipo di problema in esame: una fondazione, un terrapieno su terreno soffice, un pendio instabile, uno scavo, una struttura di ritenuta in terra, una diga con perdite d’acqua o un bacino idrico, ecc.
I vari metodi si differenziano anche per la loro applicabilità ad alcuni tipi di terreno piuttosto che ad altri.
Perché si effettua il consolidamento dei terreni
Gli scopi del miglioramento del terreno di fondazione o della terra come materiale da costruzione sono, in ogni caso reale, uno o più dei seguenti:
incrementare la resistenza e diminuire l’erosione;
diminuire la deformabilità sotto sforzo (aumentare il modulo sforzo-deformazione);
ridurre la comprimibilità;
controllare il ritiro e il rigonfiamento;
modificare la permeabilità, ridurre la pressione interstiziale e reindirizzare il moto di filtrazione;
prevenire eventuali modifiche fisiche o chimiche dovute alle condizioni ambientali;
ridurre la suscettibilità alla liquefazione;
diminuire la variabilità naturale dei materiali di cava e dei terreni di fondazione.
L’intervento di consolidamento, diretto ad incrementare la capacità portante del terreno di fondazione, è stato eseguito in due fasi distinte e consecutive su due livelli complessivi di iniezione, compattando il terreno fino a – 2 m dal piano di appoggio delle fondazioni per una lunghezza totale di circa 27 ml di fondazione.
Il “Rifugio Europa” si trova a 2693 metri di quota in località Venna alla Gerla, nel comune di Vizze (Bolzano). La struttura in elevazione, in pietrame con i solai in laterizi e legno, è costituita da due piani fuori terra e un sottotetto abitabile mentre l’interrato occupa parzialmente il sedime del fabbricato.
Costruito nel 1899 dalla sezione dell’Alpenverein di Landshut, antica città ducale della bassaBaviera, l’edificio è stato poi ampliato nel 1902. I lavori di ristrutturazione del 1989 hanno messo in evidenza una serie di fessurazioni, concentrate soprattutto nella zona Ovest, che hanno portato alla realizzazione di barbacani in pietrame e malta cementizia.
Le fondazioni sono in pietrame saturate con malta cementizia, posate a circa - 40/60 cm dal piano di campagna con una larghezza indicativa di 60/100 cm.
Il problema
Le fessurazioni si sono aggravate alcuni anni fa, aprendosi e richiudendosi con l’andamento stagionale. Dall’analisi del quadro fessurativo si è desunto un cedimento in atto che interessava le fondazioni del fabbricato e dei barbacani sui lati Sud, Ovest e Nord. La dimensione massima delle fessure, al momento del sopralluogo, era di 5/15 mm. Le cause del cedimento erano imputabili a fenomeni di alterazione del permafrost presente nel substrato roccioso sottostante. Nella “Relazione geologica- protocollo di campagna” del 25/06/200 dell’Ufficio Geologia e prove materiali della Provincia Autonoma di Bolzano si evidenzia che il substrato dell’edificio è costituito da ammassoroccioso gneissico fratturato.
L’intervento
Nel mese di ottobre 2011 si decise d’intervenire sul terreno di fondazione (per consolidarlo), sulla fondazione stessa e su alcuni muri in elevazione allo scopo di riempirne i vuoti presenti e ricostituirne l’integrità. Per raggiungere gli obiettivi si sono utilizzate due tecnologie specifiche ideate da Uretek: Deep Injections e Wall Restoring
Tecnologia Uretek Deep Injections®
L’intervento, diretto ad incrementare la capacità portante del terreno di fondazione, è stato eseguito in due fasi distinte e consecutive su due livelli complessivi di iniezione, compattando il terreno fino a – 2 m dal piano di appoggio delle fondazioni per una lunghezza totale di circa 27 ml di fondazione. Nella prima fase, l’azione espansiva della resina Uretek GEOPLUS ®, superconsolidante da 10.000 kPa, è stata concentrata nella zona di terreno immediatamente sottostante le fondazioni, allo scopo di migliorarne le caratteristiche geomeccaniche stessa Uretek s.r.l. Partendo dalla quota d’imposta della fondazione, mentre l’iniezione proseguiva, il condotto d’iniezione è stato estratto gradualmente e con velocità variabile mediante l’ausilio di un apposito estrattore. La velocità di risalita del condotto è stata tarata sulla base della dimensione dei vuoti presenti nella struttura di fondazione. Di fatto, l’intervento è servito a ricreare la continuità strutturale del corpo di fondazione per una lunghezza di circa 16,60 ml e fino ad un’altezza di circa 4,00 m.
La stessa tecnologia è stata applicata alla muratura dei barbacani, per una lunghezza di circa 10,55 ml fino ad un’altezza media di 2,00 m. L’intervento complessivo si è svolto nell’arco di 5 giorni lavorativi. Per poter eseguire l’intervento è stato necessario trasportare materiali e attrezzature in quota con un elicottero.
Curiosamente, il rifugio si trova proprio sulla linea di confine fra Italia e Austria e per lungo tempo sono esistiti due rifugi. A lungo reclamato sia dall’Italia che dall’Austria finalmente, il 10 settembre 1988, si è raggiunto l’accordo che ha consentito di inaugurare un unico rifugio dedicato all’Europa.
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[post_content] => L’ing. Jean Regad, che ha partecipato al progetto di consolidamento, ha sottolineato che “si tratta di un complesso costituito da nove parti, costruito all’inizio del XIX secolo e precisamente nel 1828. Si tratta di edifici residenziali costruiti sulle fondazioni delle opere di fortificazione della città di Ginevra. Il lato strada dell’edificio, infatti, è stato appoggiato sulle fondazioni dell’antico muro di cinta, tuttavia, la gran parte della costruzione è impostata su un antico riporto.”
Ci sono innumerevoli evidenze del cedimento in corso. Le fessurazioni, come ad esempio quelle presenti nell’atrio dell’edificio, negli ultimi anni si sono notevolmente allargate.
“L’abbassamento della fondazione è stato rilevato per la prima volta nel 1976. La velocità del fenomeno all’inizio è raddoppiata ed infine ha raggiunto valori pari ad otto volte quella iniziale. La situazione ci ha quindi portato ad adottare le necessarie contromisure.”
Un’attenta analisi della situazione ce la offre Jean Claude Griessen, geologo, anche lui nel pool di professionisti incaricato del progetto di consolidamento: “Già all’epoca della realizzazione dell’edificio la fondazione del lato ceduto è sprofondata nello strato di riporto.
Ciò ha portato all’importante abbassamento che oggi possiamo osservare; stiamo parlando di un cedimento differenziale di complessivi 20 cm. In questo contesto non erano possibili lavori che limitassero l’accesso alle cantine e così abbiamo cercato il metodo di consolidamento meno complicato. Questa scelta ci ha permesso di gestire il problema con facilità senza dover svuotare completamente il piano cantina.”
L'intervento Uretek® è stata incaricata del consolidamento del terreno di fondazione di questo complesso storico lungo un’estensione di 280 m complessivi.
Con il metodo brevettato Uretek Deep Injections®, Uretek® inietta nel terreno la speciale resina Geoplus® che espandendosi, per effetto di una reazione chimica, sviluppa un’elevata pressione di rigonfiamento che compatta il terreno in profondità così come ci spiega Hanspeter Müller, amministratore delegato di Uretek Schweiz Spa: “Il metodo Uretek Deep Injections®, così come dice il nome, prevede la realizzazione di iniezioni a diversi livelli di profondità. In primo luogo si realizzano le perforazioni con perforatori manuali, dopodiché si inseriscono nei fori i tubi di iniezione di diverse lunghezze che vengono in seguito spinti nel terreno a vibrazione.”
I tubi di 12 mm di diametro di varie lunghezze, fino ad un massimo di 5 m, sono posati in opera con un’interasse regolare di ca. 80 cm in corrispondenza dei muri portanti, sia all’interno delle cantine, così come, in parte, anche
all’esterno dell’edificio.
La resina è iniettata allo stato liquido e si espande nel terreno ca. 10/15 volte. Grazie all’ausilio di un sistema laser, in grado di rilevare movimenti millimetrici, i lavori di consolidamento sono stati costantemente monitorati.
Hanspeter Müller: “Il progetto ha previsto la realizzazione di prove penetrometriche comparative, realizzate a campione, che hanno evidenziato il netto miglioramento dei parametri di rigidezza del terreno.”
Ing. Regad: “Per quanto concerne la durata dei lavori siamo molto soddisfatti: il cantiere è stato ultimato in meno di un mese ed i risultati evidenziano che il lavoro ha avuto complessivamente successo.”
Jean Claude Griessen: “È stata fatta molta esperienza in lavori di questo tipo ed Uretek® ha potuto perciò dimostrare di avere grande professionalità e capacità operativa in situazioni difficili come questa.”
Al termine dei lavori rimane solo qualche piccola traccia delle iniezioni realizzate, mentre sulle strade di Ginevra la vita continua indisturbata.
[post_title] => Con Uretek® l’edificio è in cassaforte
[post_excerpt] => A Ginevra Uretek® ha realizzato un intervento presso un complesso di edifici, di elevato valore storico, che negli ultimi anni è stato interessato da un cedimento progressivo su un lato della costruzione
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[post_content] => Le fondazioni del campanile, più strette e maggiormente caricate rispetto a quelle della chiesa, mostravano cedimenti più marcati rispetto a quest’ultima. In pratica era in atto un cedimento differenziale, con il campanile in movimento rispetto al resto dell’edificio che risultava fermo e stabile sulle proprie fondazioni.
La soluzione
Per la posizione del campanile, interamente inglobato tra le mura della chiesa, un intervento di sottofondazione tradizionale (micropali, jet grouting, ecc.), avrebbe comportato evidenti problemi d’invasività. Sarebbe stato necessario, infatti, intervenire portando i macchinari all’interno dell’edificio con ovvie conseguenze per gli altari, la pavimentazione, il coro e tutte le preesistenze di una chiesa di grande valore storico.
La soluzione è stata individuata nella metodologia di consolidamento URETEK DEEP INJECTIONS® che utilizza una resina capace di esercitare un’elevata pressione d’espansione, migliorando lo stato di addensamento generale del terreno di fondazione, pur rimanendo
localizzata nel volume di terreno significativo sotto la fondazione stessa. Un sofisticato sistema di monitoraggio delle fessure ne ha evidenziato la chiusura durante le fasi d’iniezione e non ha rilevato variazioni significative in seguito.
L’intervento è stato completato in sette giorni lavorativi.
L'intervento
In assenza di un vero e proprio sistema fondale, i fori sono stati realizzati nelle immediate vicinanze della muratura portante in modo da raggiungere con precisione il terreno sottostante. Sono state eseguite iniezioni di tipo colonnare, estraendo il tubo d'iniezione con velocità controllata da un apposito estrattore. Partendo dalla profondità di -7,5 m da p.c., le iniezioni terminavano alla quota del piano d'imposta delle fondazioni o al primo segnale di sollevamento (>= 1 mm). Per non invadere l'interno della chiesa, forando la pavimentazione esistente e disturbando le attività di culto, si sono eseguite perforazioni oblique che, dalla sala interna al campanile, raggiungevano in profondità lo strato di terreno da consolidare.
All’interno della cella campanaria, a ogni foro verticale è stato associato un foro obliquo con inclinazione tale da attraversare il muro di fondazione e coprire in profondità tutta l’area prevista dal progetto.
Controlli e verifiche
- Durante le iniezioni, che hanno interessato lo strato di terreno maggiormente gravato dalle tensioni indotte dal carico soprastante, l’intera struttura e le zone limitrofe sono state monitorate per mezzo di livelli laser con precisione di 1 mm.
- Durante le fasi di perforazione è stato anche possibile verificare puntualmente la profondità delle fondazioni del campanile, variabile tra 2.7 m. e 3.5 m.
- Un raffinato sistema di monitoraggio, iniziato prima dell’intervento e tuttora in corso, ha evidenziato la chiusura delle crepe durante le fasi d’iniezione e una generale situazione di stabilità del manufatto dopo la fine lavori.
Torre Campanaria del 1600
Tipo di struttura: Edifici storici e di pregio
Tipo servizio: Deep Injections
Comune: Borgolavezzaro
Provincia: Novara
[post_title] => Cedimento di fondazioni di un campanile
[post_excerpt] => Il grande campanile è di costruzione seicentesca ed è stato inglobato nel progetto della chiesa parrocchiale, dedicata ai Santi Bartolomeo e Gaudenzio, eretta tra il 1855 e il 1862 su progetto dell'architetto A. Antonelli, autore successivamente della Mole Antonelliana a Torino.
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[post_content] => "Le iniezioni di resine poliuretaniche espandenti non si limitano al consolidamento del terreno, ma modificano anche il comportamento idraulico dei terreni sensibili ai fenomeni di essiccamento e reidratazione.
1“Modello concettuale per il trattamento con resina poliuretanica espandente, delle argille sensitive al di sotto delle fondazioni”
Realizzato in Australia da:
Olivier Buzzi
Stephen Fityus
Yasumasa Sasaki
Centre for Geotechnical and Materials Modelling, School of Engineering, University of Newcastle, NSW2008 Australia.
2 “Consolidamento del terreno con iniezioni di resina poliuretanica (tecnologia Uretek Deep Injections®) per l’attenuazione del rigonfiamento e ritiro dei terreni argillosi”
Realizzato in Italia da:
Alberto Pasquetto (Uretek S.r.l.)
Matteo Gabassi (Uretek S.r.l.)
Gianluca Vinco (Uretek S.r.l.)
Cristiano Guerra (Università di Urbino – Italia)
Questo studio è stato presentato al simposio internazionale sulla siccità organizzato dall’istituto francese LCPC - Laboratorio di Ponti e Strutture (cfr. pagina 343 degli atti del convegno SEC 2008, Magnan, Cojean, Cui e Mestat, 2008, Edizioni LCPC, Parigi).
1) Il primo studio, “Modello concettuale per il trattamento con resina poliuretanica espandente, delle argille sensitive al di sotto delle fondazioni”, ha dimostrato che:
a) La resina penetra anche in fessure di spessore pari a 1/10 mm e che l’interfaccia terreno-resina raggiunge spessori compresi tra 1 e 3 mm.
b) La penetrazione della resina Uretek nei macropori provoca la “diminuzione della permeabilità dell’ammasso di terreno in sito”.
Nello studio si precisa: “la permeabilità che si deve considerare per il terreno di fondazione non è quella di un campione base di terreno, bensì la permeabilità di un ammasso di terreno strutturato”.
L’importanza di prendere in considerazione le caratteristiche dell’ammasso di terreno in sito, è stata evidenziata negli studi realizzati da BRGM, LCPC e l’ Ecole de Mines di Parigi.
Nell’ambito dell’analisi del ritiro e rigonfiamento e il suo impatto sulle costruzioni (ARGIC), è stata evidenziata la rilevanza delle differenze di comportamento tra i terreni in sito e terreni modificati.
L’iniezione di resina in un terreno può ridurre la permeabilità macroporosa di circa un fattore 50.
c) Basandosi sull’analisi dei risultati delle prove di permeabilità realizzate dopo le iniezioni di resina Uretek, lo studio conclude che “l’iniezione di resina in un terreno può ridurre la permeabilità macroporosa di circa un fattore 50”.
Questo rappresenta un miglioramento determinante relativo al comportamento del terreno in presenza di fenomeni di essiccamento e reidratazione.
Le iniezioni realizzate nella prima fase del trattamento in corrispondenza dell’interfaccia terreno-fondazione permettono inoltre:
• Il riempimento dei vuoti presenti direttamente sotto le fondazioni e l’impermeabilizzazione dell’interfaccia;
• La ricompressione del sedime di fondazione, che consente il ritensionamento del sistema terreno-struttura, ripristinando la condizione iniziale dell’edificio.
2) Il secondo studio, “Consolidamento del terreno con iniezioni di resina poliuretanica (tecnologia Uretek Deep Injections®) per l’attenuazione del rigonfiamento e ritiro dei terreni argillosi”, ha dimostrato che:
a) “L’aumento della densità dei terreni compressi con le iniezioni di resina espandente previene il rischio di forti variazioni di volume future”.
La sostituzione dell’acqua interstiziale con la resina, riduce in maniera considerevole il rischio di eventuali cedimenti futuri.
L’aumento della densità dei terreni compressi con le
iniezioni di resina espandente previene il rischio di forti variazioni future di volume
Il trattamento con resina Uretek provoca:
• l’aumento della resistenza penetrometrica dinamica del terreno;
• la saturazione dei vuoti del terreno con conseguente diminuzione del contenuto naturale d’acqua Wn.
Questi effetti corrispondono esattamente a quelli osservati dopo un periodo di forte siccità; il risultato è la considerevole diminuzione del potenziale di ritiro del terreno in caso di una nuova siccità.
[post_title] => Riduzione della permeabilità
[post_excerpt] => Gli effetti delle iniezioni di resina espandente Uretek in terreni sensibili ai fenomeni di ritiro/rigonfiamento: espulsione dell’acqua interstiziale e riduzione della permeabilità dell’ammasso di terreno in situ
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[post_content] => Il Museo naturalistico di Parigi vanta collezioni che contano circa due milioni e mezzo di opere su 3000 m2 di sale espositive. A partire dal 1998 al Museo di Parigi è stato notato un accentuarsi del punzonamento di alcuni pali nel terreno di fondazione della struttura.
Il fenomeno si è via via accentuato producendo svariate lesioni che presentavano un'apertura variabile da 1 a 2 centimetri.
La causa del dissesto non era mai stata individuata chiaramente, anche se si sospettava una diretta correlazione con la circolazione d’acqua nel sottosuolo dell'edificio.
Oggetto dell'intervento è stato l'edificio che ospita la galleria di paleontologia, concepito dall'architetto Fernand Dutert in occasione dell'esposizione universale del 1900 sull'antico letto del fiume Bièvre. Ha uno stile eclettico tipico dell'architettura di fine 18° secolo che unisce metallo e muratura sullo sfondo di una decorazione che prelude lo stile liberty di inizio novecento.
Durata dei lavori
Le iniezioni di resina, realizzate in meno di una settimana, sono state distribuite su una maglia regolare calcolata con precisione per rimediare al danno e stabilizzare il terreno in modo permanente.
Indagini in sito e prove di laboratorio
L'indagine geognostica del dicembre 2004, eseguita dal Dipartimento Costruzioni e Lavori Pubblici, ha rilevato l’esistenza di un generale allentamento e detensionamento del terreno di fondazione.
Software utilizzati per modellare l'intervento
Per progettare l'intervento Uretek® ha fatto ricorso al software di calcolo Uretek® S.I.M.S. 1.0.
Si tratta di un programma alle formule implicite, basato sulla teoria dell'espansione delle cavità finite di Yu H.S. e Houlsby G.T., che permette ai professionisti di realizzare la progettazione degli interventi di consolidamento Uretek Deep Injections®.
Modalità di intervento
Il metodo Uretek Deep Injections® ha previsto l'esecuzione di fori in profondità, distribuiti lungo le fondazioni nastriformi al di sotto delle sale espositive. Questa tecnologia innovativa ma al contempo ben collaudata, riscuote consensi sempre più ampi, sia da parte di tecnici ed imprese che da parte del mondo accademico (si contano varie collaborazioni con le Università italiane come il Politecnico di Torino e l'Università degli studi di Padova), e straniere (Università di Ankara).
L'intervento delle squadre Uretek® in cantiere avviene in completa autonomia, articolandosi in quattro fasi principali:
Perforezione
La lavorazione ha un basso grado di invasività essendo necessari, per l'intervento, fori di diametro ridotto, inferiore ai 3 cm. L'assenza di vibrazioni non reca disturbo alle opere vicine.
Iniezione
Il consolidamento prevede l'iniezione di una speciale resina (Geoplus®) che, espandendo all'interno del terreno, ne provoca la compattazione; si migliorano così le caratteristiche del terreno quali coesione, modulo elastico e resistenza alla compressione. L'iniezione della resina avviene allo stato liquido e a bassa pressione, per cui risulta adatta all'impiego anche in presenza di costruzioni e reti di sotto servizi. L'edificio è costantemente controllato con monitoraggio laser, per cui, in qualsiasi momento, si possono sospendere le iniezioni se si riscontrano condizioni operative diverse da quelle preventivate in sede di progettazione.
L'operazione di iniezione si divede in due distinte fasi esecutive: compattazione superficiale e consolidazione in profondità.
Monitoraggio
La rapidità del processo d'espansione consente un costante controllo delle operazioni realizzato in tempo reale. Una strumentazione laser di precisione, indica l'esatta entità del sollevamento.
Collaudo:
Il collaudo dell'intervento di consolidamento avviene con prove penetrometriche eseguite nel terreno, in adiacenza agli elementi di fondazione, prima e dopo il trattamento.
Il principio di sollevamento, rilevato con continuità dalla livellazione laser, assicura la buona riuscita dell'intervento senza produrre effetti sulla sovrastruttura.
Esito dell'intervento
I risultati del monitoraggio e dei test penetrometrici comparativi eseguiti, hanno confermato il successo dell’intervento.
Inoltre, una volta assicurata la stabilità della struttura, indagini successive hanno rivelato che la conduttura del riscaldamento urbano si era rotta proprio sotto la parte danneggiata dell'edificio. Sono stati quindi realizzati dei lavori di riparazione e ristrutturazione mirati a risolvere anche questo problema.
Osservazioni
Questo intervento evidenzia la scarsa invasività della tecnica (che non necessita di opere provvisionali, movimentazione di ingombranti macchinari o rimozione delle pavimentazioni o dei sottoservizi) e sottolinea la capacità delle squadre di lavorare in un ambiente ristretto in ragione della presenza di più puntellamenti.
Si comprende, inoltre, come la tecnica di consolidamento Uretek® restituisca immediatamente una buona coesione ai terreni allentati.
Nel caso in esame questa caratteristica si è rivelata essenziale per arrestare repentinamente il pericoloso dissesto del terreno e consentire di intraprendere, in un secondo momento, nuove ricerche che hanno determinato l'origine precisa del problema.
[post_title] => Uretek preserva lo spazio dedicato alla storia al Museo di Parigi
[post_excerpt] => Intervento di successo a Parigi, presso il prestigioso Museo di Storia Naturale. L’impiego del metodo Deep Injections® di Uretek ha consentito di porre rimedio ad una situazione che andava deteriorando la stabilità di un edificio lungo quasi 100 metri
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[post_content] => La Torre Civica di Città di Castello manifesta un fuori piombo di circa 70 cm. Una situazione molto prossima ai limiti, per quanto riguarda l'equilibrio, per di più aggravata da uno sciame sismico che nel marzo del 2007 ha determinato un ulteriore incremento del dissesto.
La soluzione
L'intervento si presentava importante e delicato per molti aspetti. La Torre Civica presenta una struttura di 40 metri ed una base quadrata di circa 7 metri di lato.
Per scoprire il modo ottimale di risolvere la situazione con l'iniezione di resine espandenti (tecnologia Deep Injections ®), è stata necessaria da parte dei tecnici di Uretek un'analisi attenta: i dati di partenza, elaborati con il Sistema di Calcolo Uretek, hanno permesso al modello, realizzato con un codice di calcolo, di fornire una valutazione del comportamento dell'edificio durante le varie fasi d'iniezione previste.
La fondazione della torre si presentava in malta cementizia con immersi frammenti di calcareniti, arenaria e ciottoli a formare un primitivo calcestruzzo. La fondazione (di 1,4 metri di larghezza, Impostata ad una profondità di 2,8 metri) poggia su un terreno con presenza di argille e sabbie limose.
La torre, in seguito all'aggravamento prodotto dallo sciame sismico, era stata sottoposta a tesatura. L'inserimento dei dati nel Sistema di Calcolo ha permesso di quantificare il grado di miglioramento delle caratteristiche dell'edificio, ottenibile con l'uso della tecnologia Deep Injections® e l'utilizzo di iniezioni di resina espandente.
Il modello si è rivelato utilissimo per stabilire la quantità di resina da iniettare, e per scegliere la sequenza delle iniezioni, nonché la loro ubicazione e profondità nel terreno.
Quindi si è passati all'intervento: è stata eseguita la perforazione e l'iniezione di resina, sotto circa metà della superficie di appoggio della torre fino ad una profondità di 4,5 metri dal piano di fondazione.
Il risultato
La resina iniettata, espandendosi, ha compattato il terreno sottostante la Torre Civica diminuendone la sensibilità al cedimento.
I risultati del monitoraggio e dei test penetrometrici comparativi eseguiti, hanno confermato il successo dell'intervento, mostrando un buon incremento del Coefficente di Sicurezza in termini di resistenza.
Un risultato in linea con quanto previsto dal progetto elaborato col sistema di calcolo.
Didascalie:
1. Analisi: la figura mostra i dati iniziali utilizzati per modellare il trattamento d'iniezione oggetto della relazione: la stratigrafia del terreno e la deformata della torre.
2. Prima dell'intervento: bulbo di tensione, sezionato in mezzeria della torre, prima dell'intervento.
3. Intervento: distribuzione in pianta delle iniezioni e dei punti di monitoraggio
4. Dopo l'intervento: bulbo di tensione, sezionato in mezzeria della torre, dopo l'intervento.
Qui si osserva che l'intervento ha portato un miglioramento dello stato di sollecitazione. La variabile di riferimento taglio relativo ha subito una riduzione di circa il 40% rispetto alle condizioni antecedenti l'intervento in oggetto.
5. Risultato: diagramma cedimenti relativi/tempo. Il grafico mostra i cedimenti relativi a partire da una data antecedente alle iniezioni fino a maggio 2008.
[post_title] => Salvata la Torre Civica di Città di Castello con la tecnologia Deep Injections
[post_excerpt] => La Torre Civica di Città di Castello (PG) di epoca medievale, situata nel centro storico è stata oggetto di un importante intervento da parte di Uretek
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[post_content] => Il modello è stato sviluppato a partire dalla teoria dell'espansione di una cavità all'interno di un terreno dilatante presentata da Yu H.S. e Houlsby G.T. nel 1991 opportunamente integrato ed adattato dall'ufficio tecnico Uretek sulla base dei test effettuati in collaborazione con l'Università di Padova.
Dalla teoria si è poi passati ad un software che è stato testato e calibrato su decine di casi reali.
Il modello di calcolo definisce innanzitutto la fattibilità dell'intervento e quindi, note le caratteristiche del terreno, permette di stimare la quantità di resina Uretek Geoplus da utilizzare per ottenere la resistenza del terreno voluta.
Tale quantità è determinata per ogni singolo punto di iniezione: la distribuzione dei punti di iniezione deve essere definita in fase di progetto.
Il modello descritto dalla teoria sopraccitata può essere sintetizzato come segue:
- la resina viene iniettata in un punto ben definito all'interno di un terreno di caratteristiche fisico-meccaniche note;
- la resina espande nel terreno per reazione chimica e forma una sfera il cui volume dipende dal tipo e dalla quantità di resina immessa;
La sfera di resina induce pressioni diverse a seconda della distanza dal punto di iniezione:
- Il volume di terreno più prossimo alla sfera di resina entra in campo plastico (si rompe) per effetto della notevole compressione subita dall'espansione della resina;
- Il volume di terreno presente oltre tale zona rimane in campo elastico e risente di un incremento di stato di tensione che decresce con l'aumentare della distanza dal punto di iniezione;
- Il terreno presente oltre tale zona non risente dell'effetto di compressione prodotto dall'iniezione; - La geometria delle tre zone è rappresentata da tre sfere concentriche: sfera costituita da sola resina;
- sfera costituita da terreno compresso plasticizzato;
- sfera costituita da terreno compresso in campo elastico;
Le dimensioni delle tre sfere concentriche sopra descritte dipendono dalle seguenti variabili:
- coefficiente di miglioramento atteso;
- caratteristiche del terreno prima dell'intervento di iniezione;
- caratteristiche della resina utilizzata per l'intervento;
- quantità di resina impiegata;
Il software integra il modello sopra riassunto, permettendo di progettare un intervento di consolidamento che tiene conto, oltre che di tutti i parametri relativi ad ogni iniezione, anche degli elementi specifici come la geometria delle fondazioni, la profondità e la distribuzione delle iniezioni.
Parametri da inserire nel software
Il software di calcolo richiede una serie di parametri: alcuni relativi alla geometria della fondazione ed alla distribuzione delle iniezioni ed altri relativi al terreno. Parametri relativi alla fondazione ed alla distribuzione delle iniezioni
- lato minore della fondazione
- lato maggiore della fondazione
- profondità della fondazione
- pressione esercitata dall'edificio
- numero di livelli d'iniezione
Con il termine pressione esercitata dall'edificio si intende il carico per metro quadrato trasmesso dalla fondazione al terreno.
L'intervento di consolidamento Uretek Deep Injections, coperto dal brevetto europeo n. 0.851.064, prevede di trattare il terreno di fondazione nel bulbo delle pressioni (distribuzione alla Boussinesq), laddove l'incremento delle tensioni dovute al sovraccarico è significativo.
Raramente vengono eseguiti interventi con una profondità inferiore a 3.00 m dal piano di imposta della fondazione. In ogni caso occorre verificare che sotto il volume trattato non vi sia terreno particolarmente cedevole ed eventualmente estendere il trattamento a maggiore profondità.
Parametri riguardanti il terreno
Da indicare per ogni livello di iniezione:
- profondità del livello d'iniezione calcolata dal piano di appoggio delle fondazioni;
- interasse longitudinale tra le iniezioni;
- pressione verticale in sito in condizioni indisturbate calcolata alla profondità di iniezione; nello specifico si considera la pressione totale in presenza di materiali coesivi e la pressione efficace in presenza di materiali granulari;
- modulo di Young;
- coefficiente di Poisson;
- resistenza al taglio non drenata;
- angolo di resistenza al taglio;
- profondità della falda.
Limiti di applicabilità
La tecnologia Uretek Deep Injections presenta i seguenti limiti di applicabilità:
a) Terreni coesivi:
Terreno a bassa consistenza fino a profondità elevate;
Essiccazione/rigonfiamento: IAC maggiore di 1,25 dove: IAC = IP / %minore di 2 u03bcm;
Materiale organico: Mo maggiore di 10%;
b) Terreni granulari:
Terreni con indice dei vuoti u201ceu201d molto elevato;
Terreni a bassa consistenza fino a profondità elevate;
Il coefficiente di miglioramento atteso
Il software di calcolo ha infine bisogno del coefficiente di miglioramento atteso, cioè del coefficiente da applicare alla resistenza del terreno prima dell'intervento per ottenere il risultato voluto.
Per resistenza si intende il valore medio di resistenza alla punta di un penetrometro statico nel volume oggetto del trattamento sotto la fondazione che, con buona approssimazione, è proporzionale alla capacità portante.
Normalmente il coefficiente di miglioramento atteso varia tra 1.2 e 2.2 ed è correlato al valore di resistenza del terreno prima dell'intervento.
I risultati forniti dal software
Per ogni livello d'iniezione, sarà possibile ottenere:
- pressione limite del terreno;
- volume di terreno interessato dall'iniezione;
volume occupato dalla resina dopo l'espansione;
quantità di resina iniettata;
coefficiente di miglioramento medio ottenuto;
Al tecnico verrà fornita una relazione di calcolo in formato elettronico contenente un'elaborazione dei risultati ottenuti con il software. Tale relazione specialistica potrà essere integrata dal tecnico nel progetto generale di ristrutturazione.
Verifica dell'efficacia dell'intervento
Ogni intervento è monitorato con livelli laser per rilevare gli spostamenti verticali della struttura in fase di iniezione. Attraverso tale controllo viene verificato empiricamente che il terreno circostante il punto di iniezione ha incrementato il proprio stato di tensione fino a rendere possibile il sollevamento della porzione di fabbricato presente al di sopra del punto di iniezione.
Lo stato di tensione indotto è quindi necessariamente superiore alle tensioni trasmesse al terreno dalla struttura soprastante.
Oltre a ciò verranno eseguite in sito delle prove geotecniche comparative nel volume di terreno trattato a diverse distanze dall'asse di iniezione.
Esecuzione dell'intervento e prove penetrometriche
L'intervento Uretek Deep Injections progettato con il modello di calcolo è eseguito nel modo seguente:
- esecuzione di una prova penetrometrica1 prima dell'intervento in una zona rappresentativa;
- trattamento Uretek Deep Injections nella zona sopra scelta;
- esecuzione di una seconda prova penetrometrica di comparazione e calibrazione;
- completamento dell'intervento.
Attraverso le prove penetrometriche comparative sarà quindi possibile valutare la precisione del modello ed eventualmente adattare l'intervento per raggiungere il coefficiente di miglioramento atteso in fase di progetto.
Infatti è possibile in corso d'opera variare a seconda delle necessità la quantità di resina iniettata e la geometria delle iniezioni.
La geometria del miglioramento e il fattore di riduzione
Il miglioramento ottenibile decresce all'aumentare della distanza dal punto di iniezione.
Infatti, se si misura il coefficiente di miglioramento ad una certa distanza dall'asse della fondazione, esso sarà necessariamente inferiore a quanto si sarebbe misurato sotto la fondazione.
Per tale motivo il coefficiente di miglioramento atteso dovrà essere moltiplicato per un fattore di riduzione funzione della distanza dal punto di iniezione.
I test eseguiti
Il modello di calcolo è stato testato su 21 casi reali di consolidamento del terreno con resine espandenti ad alta pressione di rigonfiamento.
La sperimentazione è stata condotta nel corso di un intero anno solare ed ha portato alla redazione di una tesi di laurea in ingegneria geotecnica presso l'Università di Padova.
Ogni cantiere è stato valutato seguendo lo schema seguente:
- analisi del dissesto in atto presso il fabbricato oggetto di intervento;
- individuazione delle cause che hanno procurato il dissesto;
- analisi dettagliata delle caratteristiche geotecniche dei terreni di fondazione delle porzioni dissestate ed individuazione della resistenza del terreno prima del trattamento integrando, quando possibile, le relazioni fornite dalla committenza;
- progettazione dell'intervento di consolidamento del terreno con metodo Uretek Deep Injections;
- stima del coefficiente di miglioramento atteso con l'intervento;
- esecuzione dell'intervento di consolidamento del terreno secondo progetto;
- misura della resistenza del terreno a seguito dell'intervento nella zona trattata;
- confronto fra i valori di resistenza post-trattamento calcolati ed i valori di resistenza post-trattamento misurati;
Nel corso della sperimentazione la resistenza del terreno misurata prima e dopo il trattamento è stata dedotta trasformando il numero di colpi ottenuto con il penetrometro dinamico DPM 30 in resistenza dinamica alla punta secondo la formula degli Olandesi.
I risultati dello studio si possono riassumere nei seguenti punti:
- il coefficiente di miglioramento effettivamente ottenuto in sito non è stato influenzato dalla stagione in cui è stato eseguito il lavoro a parità di altre condizioni;
- per un campo di valori della resistenza penetrometrica statica pre-trattamento compreso tra 1 MPa e 4 MPa l'accuratezza dei risultati è assai soddisfacente. In queste condizioni iniziali, comprendenti la maggior parte dei terreni trattati con la tecnica di miglioramento dei terreni Uretek, il valore calcolato con il software sembra corrispondere in larga misura al valore sperimentale post-trattamento.
[post_title] => Elementi fondamentali del modello di consolidamento dei terreni
[post_excerpt] => Il metodo di calcolo qui presentato consente di dimensionare gli interventi di consolidamento del terreno Uretek Deep Injections con resina espandente ad alta pressione di rigonfiamento (Uretek Geoplus)
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[post_content] => Sito nello storico 18esimo arrondissement nei pressi della basilica del Sacro Cuore sulla collina di Montmartre, l’edificio oggetto di questo studio è stato interessato da importanti cedimenti delle fondazioni in corrispondenza di un muro di spina longitudinale.
Visto il contesto storico e l’alto pregio dell’immobile lo stesso è stato oggetto di approfonditi studi supportati da indagini geotecniche in situ comprendenti prove penetrometriche e pressiometriche.
Dopo aver vagliato le possibili tecnologie, idonee a stabilizzare il fabbricato, si è optato per le iniezioni di resina espandente.
L’intervento ha permesso il ripristino della staticità e della funzionalità dell’edificio, nonché l’arresto dell’evoluzione dei cedimenti.
Sulla base dei dati a disposizione, utilizzando un software dedicato realizzato implementando la teoria dell’espansione della cavità sferica ed un codice di calcolo agli elementi finiti, si è condotta una modellazione numerica “a posteriori” dell’intervento, che ha messo in evidenza aspetti interessanti inerenti alla simulazione del comportamento di un terreno trattato con resine ad alta pressione d’espansione.
Per scaricare l'intera relazione in PDF
clicca qui
Uretek ha partecipato al XXIII Convegno Nazionale di Geotecnica - Padova e Abano Terme, 16 - 18 maggio 2007, con la relazione qui presentata.
[post_title] => Modellazione numerica di un intevento di consolidamento del terreno
[post_excerpt] => Modellazione numerica di un intervento di consolidamento del terreno di fondazione di un palazzo storico sito in Rue Joseph de Maistre sulla collina di Montmartre in Parigi, realizzato con iniezioni di resina poliuretanica ad alta pressione d'espansione.
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[post_content] => Il riempimento prodotto dall’argilla espansa Leca® evita il verificarsi di crolli in superficie legati a collassi improvvisi delle pareti della cavità (verifica dello stato limite ultimo), mentre la precompressione prodotta della resina espandente previene il verificarsi di cedimenti in superficie dovuti a semplici deformazioni delle pareti stesse (verifica dello stato limite di esercizio).
L’azione combinata dei due materiali permette la completa soluzione del problema.
L’intervento
Verifica delle dimensioni e della geometria della cavità.
Esecuzione di una maglia di fori per il pompaggio dell’argilla espansa e l’iniezione della resina.
Pompaggio dell'argilla espansa con ugello direzionabile fino al riempimento massimo possibile della cavità (normalmente il 95%).
Iniezione della resina espandente Uretek Geoplus® fino a completa saturazione della cavità e raggiungimento sulla volta della pressione di contrasto prevista da progetto.
Vantaggi
- Permette il ripristino della continuità tra la cavità riempita ed il terreno
- Mantiene stabile nel tempo il ‘contatto’ fra grano e grano e fra grano e superficie
- Permette una uniforme distribuzione delle tensioni nel terreno
- Non altera i flussi d’acqua nel terreno
- Può essere applicato senza accedere alla cavità
- Si può applicare in aree di difficile accesso per i macchinari in superficie
- Il cantiere non necessita di grandi spazi
- Non produce vibrazioni
- Si possono variare le caratteristiche di resistenza e deformabilità del materiale di riempimento in funzione del terreno circostante la cavità
- Non appesantisce eccessivamente il terreno sottostante la cavità e pertanto non esercita forti pressioni sulle pareti della stessa
- Può essere applicato con prezzi contenuti anche nel caso di cavità distanti decine di metri dal punto più prossimo raggiungibile con normali mezzi di trasporto
- Il prezzo di applicazione è concorrenziale rispetto a tecnologie equivalenti
- Consente interventi temporanei in quanto permette la rimozione del materiale di riempimento
Per scaricare le caratteristiche tecniche in PDF clicca quiClicca il tasto sottostante per richiedere ulteriori informazioni
[post_title] => Riempimento completo e messa in tensione di cavità sotterranee
[post_excerpt] => La tecnologia Cavity Filling di Uretek consiste nel riempire una cavità interrata mediante pompaggio di argilla espansa Leca® a granulometria controllata e successiva iniezione di resina espandente Uretek Geoplus® con elevata forza di espansione, allo scopo di saturare il volume interno, compattare i grani costituenti il riempimento e consentire un prefissato valore di precompressione sulle pareti
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[post_content] => "Ristrutturazioni edilizie: normative, tecnologie e agevolazioni fiscali per la tutela e il recupero del patrimonio immobiliare": questo l’evento organizzato dal Gruppo 24 ORE e da Uretek che analizzerà, attraverso i contributi di esperti del settore e interessanti casi studio in ambito pubblico e privato, il tema dei cedimenti differenziali: dal quadro normativo di riferimento alle agevolazioni fiscali fino alle più efficaci soluzioni tecnologiche per il recupero del patrimonio immobiliare.
Temi
• Strutture esistenti: analisi e verifiche previste dalle nuove normative tecniche
• Problematiche geotecniche del costruito: diagnosi e consolidamento
• Una tecnica innovativa per il consolidamento del terreno di fondazione
• Agevolazioni tributarie in materia di ristrutturazione e risanamento del patrimonio edilizio: i vantaggi per le imprese
• Interventi non convenzionali di recupero di infrastrutture ed opere monumentali: il caso della Torre Civica di Città di Castello e l’ampliamento di un sottopasso ferroviario a Genova
• Interventi di miglioramento delle caratteristiche del terreno di fondazione in ambiente urbano
Relatori
• Attilio Bianchi, Ingegnere Strutturista, Cap Engineering
• Claudio di Prisco, Professore Ordinario di Geotecnica, Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Politecnico di Milano
• Fabrizio Mansueto, Legale Rappresentante, Project Manager Ingegneria Geotecnica, Studio Montaldo & Associati
• Alberto Pasquetto, Responsabile Comunicazione, Uretek
• Giovanni Rolando, Vice Presidente, Responsabile del settore strutture e sismica, Consiglio Nazionale degli Ingegneri
• Claudio Sabbatini, Esperto di Fiscalità
Morera i lavori:
Massimo Cassani, Responsabile Redazione di Ambiente&Sicurezza Il Sole 24 ORE
Milano, 30 giugno 2009
Palazzo delle Stelline, Corso Magenta 61 – Sala Bramante
Ore 9.30 - 13.00
La partecipazione all’evento è libera e gratuita fino ad esaurimento posti.
Per ulteriori informazioni
www.assistenzaclienti.ilsole24ore.com/eventi/www.uretek.it
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[post_content] => Il segno “più” continua dunque a caratterizzare il movimento demografico complessivo delle imprese operanti sul territorio nazionale che, al 30 settembre, ammontavano a 6.111.674 unità. Il tasso di crescita trimestrale (+0,33%) segna un modesto miglioramento rispetto a quello rilevato nello stesso periodo dello scorso anno (allora fu dello 0,25%), dovuto principalmente ad una riduzione nel numero di chiusure (sono state 8.400 in meno del terzo trimestre 2007), a fronte di una riduzione molto meno consistente delle iscrizioni (circa 3.200 in meno dello scorso anno e sostanzialmente in linea con l’evoluzione degli anni più recenti).
Nel complesso, seppure a ritmo rallentato, il sistema imprenditoriale continua ad allargare la sua base sotto la spinta di tre ‘motori’ che agiscono nel medio-lungo periodo: l’ampliamento delle imprese costituite in forma societaria (che crescono ad un tasso quasi triplo rispetto alla media); la prolungata fase espansiva del settore delle costruzioni e dei servizi alle imprese (che spiegano quasi un terzo del saldo del periodo); l’apporto delle imprese individuali costituite da immigrati (circa 6mila imprese in più).
Questi i dati più significativi diffusi oggi da Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione trimestrale condotta sul Registro delle Imprese da InfoCamere – la società consortile di informatica delle Camere di Commercio italiane.
Aldilà dei già citati ‘motori’, determinanti dell’allargamento della base imprenditoriale nel medio-lungo periodo, altri tre fenomeni appaiono rilevanti nel caratterizzare il risultato complessivo del trimestre.
In primo luogo va’ constatata la buona stabilità delle nuove iscrizioni (tra il 2004 ed il 2008 nel terzo trimestre non sono mai scese in modo marcato sotto le 80.000 unità), alla quale però si è venuto affiancando un trend di complessiva crescita delle cessazioni (passate dalla circa 50.000 unità del 2002 alle circa 60.000 del 2008, con l’impennata di 68.524 unità del 2007).
Dal punto di vista dei flussi, pertanto, il ritorno del tasso di crescita al livello esatto di due anni fa appare strettamente legato alla tenuta delle cessazioni, ridottesi di circa 8.400 unità rispetto al terzo trimestre 2007.
In secondo luogo è da registrare che il tasso di crescita è dovuto per ben il 66,85% alle imprese che adottano una forma societaria (benché questa ultime rappresentino solo il 43,63% del totale delle imprese italiane), mentre il contributo delle Ditte individuali è pari al 33,15% (nonostante che costituiscano il 56,37% delle imprese registrate e addirittura il 64,95% delle imprese nate nel corso del trimestre da poco concluso).
Infine, va segnalato come complessivamente il Nord-Est ed il Sud abbiano dato un contributo al saldo positivo (44,43%) che è nettamente inferiore al peso complessivo delle imprese registrate nelle due circoscrizioni (52,85%); al contrario, il contributo del Nord-Ovest e del Centro risulta nettamente superiore (55,57%) al peso dei rispettivi stock sul totale nazionale (47,15%). Da sottolineare che agli 8,42 punti percentuali di differenza, il Nord-Ovest contribuisce con 1,89 punti percentuali ed il Centro con 6,43. Laddove il minor apporto del Nord-Est e del Mezzogiorno è praticamente pari (-4,29 punti percentuali in Nord-Est e –4,13 punti percentuali in Mezzogiorno).
Quanto alla tipologia giuridica: negli ultimi anni, Movimprese ha evidenziato l’emergere e il consolidarsi di due fenomeni di segno opposto che caratterizzano la dinamica del tessuto imprenditoriale italiano osservato dal punto di vista della forma giuridica assunta dall’impresa. Da un lato la forte espansione delle forme societarie di capitali, ovvero di quelle imprese in cui il capitale costituisce l’elemento prevalente intorno a cui si organizza e si realizza l’attività produttiva o di servizio, ormai giunte oltre il milione di unità.
Dall’altro, il rallentamento progressivo dell’espansione delle imprese costituite su base personale – ditte individuali e società di persone, quasi sempre senza addetti – in cui l’attività economica ruota generalmente intorno alla figura del titolare.
Rallentamento contrastato solamente dalla forte vitalità dell’imprenditoria di origine immigrata.
Come succede con regolare continuità da diversi anni, anche lo scorso trimestre le Società di capitale hanno fatto registrare il più alto tasso di crescita (0,85%). Questa dinamica, sostenuta e continua, è originata dal fatto che la vita media delle Società è più elevata e, soprattutto per questo, alla forte natalità si accompagna una mediamente più bassa mortalità. In particolare nel terzo trimestre del 2008 sono nate 16.859 Società di capitale (pari al 20,95% di tutte le nuove iscrizioni), mentre ne sono cessate solo 6.222 (pari al 10,35% di tutte le cessazioni).
I due diversi andamenti tra ‘nascite’ e ‘morti’ spiega dunque il preponderante contributo (52,25%) delle Società di capitale al saldo del trimestre da poco concluso. In termini relativi è assai alto (6,02%) il contributo delle “Altre forme” societarie (cooperative, consorzi, società consortili ecc. ecc.) che però costituiscono solo il 3,33% delle imprese italiane.
Modesto il contributo al saldo da parte delle Società di persone (l’8,58%), mentre il peso complessivo di tali Società sul totale delle imprese è pari al 19,79%.
Resta da segnalare il recupero, rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente, delle Ditte Individuali. Nel terzo trimestre del 2008 hanno infatti contribuito per circa un terzo (33,15%) al saldo complessivo, facendo registrare un tasso di crescita pari allo 0,20%, mentre nel corrispondente trimestre del 2007 il tasso di crescita era stato pari allo 0,09%.
Le Ditte individuali si fanno notare quindi per la loro tenuta (in nessuno dei terzi trimestri della serie hanno fatto registrare un tasso di crescita negativo), legata però in modo significativo al contributo che l’imprenditoria immigrata assicura da alcuni anni a questa parte. E’ infatti grazie alla vitalità imprenditoriale collegata all’intensificarsi dei flussi migratori che i saldi di questo tipo di impresa – la più semplice da creare e gestire – da negativi si trasformano regolarmente in positivi. In generale, resta vero che l’impresa individuale è la palestra in cui si forma buona parte del sistema imprenditoriale italiano.
L’elevato numero delle Ditte individuali, per quanto dura sia la selezione “darwiniana” cui sono esposte, assicura che un numero non insignificante di tali imprese sopravviva e magari sia destinata a trasformarsi in imprese più complesse organizzativamente e più robuste economicamente. Quanto alle “Altre forme” si può ritenere che la loro crescita o il loro eventuale declino siano più legati al gioco delle regole giuridiche ed istituzionali che a quello del mercato.
Sul piano territoriale: iIn primo luogo risulta confermata la più spiccata tendenza alla crescita della circoscrizione del Centro, che ha caratterizzato da molti trimestri le rilevazioni di Movimprese.
Anche tra luglio e agosto, le regioni centrali complessivamente considerate hanno fatto registrare il più elevato tasso di crescita (0,44% rispetto al valore medio nazionale dello 0,33%). Inoltre il Centro, che ha il 20,80% delle imprese italiane, ha determinato il 27,33% del saldo positivo (di 6,53 punti percentuali più elevato rispetto al valore dello stock delle imprese del Centro). Questo perché a fronte di 18.198 nuove iscrizioni, ha fatto registrare solo 12.634 cessazioni. Anche il Nord-Ovest (seppur di poco: solo 0,03 punti percentuali) ha avuto un tasso di crescita superiore alla media nazionale, ed ha contribuito a formare il 28,24% del saldo, pur avendo il 26,35% delle imprese italiane.
Più modesti e al di sotto alla media nazionale, anche se positivi, i tassi di crescita del Sud e Isole (0,29%) e del Nord-Est (0,26%).
Sicché anche il contributo delle due circoscrizioni è inferiore al valore dello stock che definisce la loro dimensione in termini numerici: 28,87% contro il 33% nel caso del Sud e 15,56% contro il 19,85% nel caso del Nord-Est.
A livello regionale il contributo più elevato al saldo nazionale viene dalla Lombardia (+3.815 unità), seguita dal Lazio (3.274) e dalla Toscana (1.521). In termini relativi i risultati migliori vengono dalla Calabria (+0,57%), dal Lazio (+0,56%) e dall’Abruzzo (+0,41%).
Sul piano settoriale: i saldi attivi più consistenti del trimestre in termini assoluti si registrano nei settori delle Costruzioni (6.426 imprese in più per un tasso di variazione dello stock pari a 0,75%), di quello che per brevità può essere definito dei “Servizi alle imprese” (5.604 unità in più ed una variazione pari allo 0,85%) e del Commercio (+3.947 unità che però, data la grande numerosità del settore stesso, corrispondono ad una crescita dello 0,25%, inferiore dunque alla media nazionale). Significative anche le variazioni dei settore “Alberghi e ristoranti” che con un saldo di 2.986 imprese in più unità ha messo a segno una variazione pari allo 0,97% del suo stock, e degli ”Altri servizi pubblici, sociali e personali” (1.974 unità in più ed una variazione pari allo 0,76%).
[post_title] => III trimestre 2008: + 80.483 nuove imprese
[post_excerpt] => Si chiude con un saldo attivo di 20.358 unità, rispetto alla fine del trimestre precedente, il bilancio fra le imprese aperte tra luglio e settembre di quest’anno (80.483) e quelle che nello stesso periodo hanno cessato l’attività (60.125). Lo sottolinea "Movimprese" di Infocamere il braccio tecnico di Unioncamere
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[post_content] => In occasione del Saie (Bologna, 15-18 ottobre 2008) Uretek ha presentato ufficialmente Geo.Action, nuova pubblicazione periodica ricca di novità e informazioni tecniche per i professionisti del settore. Le Case History pubblicate sono esempi reali del valore della tecnologia Uretek e sono corredati da precise informazioni tecniche che ne avvalorano l’importanza dell’intervento.
Geo.Action è il contenitore tecnico in cui rendere pubblica una novità, spiegarla, farla conoscere.
In questo caso la comunicazione ha un ruolo fondamentale.
Più volte, in passato Uretek ha sentito questa necessità: dall'invenzione del metodo Deep Injections® alla messa a punto delle nuove resine come Geoplus® o a tecnologie di ripristino strutturale come il Wall Restoring®.
La nascita di Geo.Action corrisponde alla presentazione sul mercato del nuovo metodo di calcolo; una novità esclusiva nell'ambito del consolidamento dei terreni con resine espandenti.
Inoltre Uretek ha recentemente rinnovato il proprio sito, www.uretek.it, arricchendolo nei contenuti e rendendo la navigazione più semplice. Le parti tecniche sono corredate da animazioni che aiutano nella comprensione; la comunicazione è più moderna e accattivante grazie anche alla nuova grafica.
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[post_content] => Il prossimo venerdì 21 febbraio 2008 si svolgerà presso la sede dell'Ordine, in via Leoncino 5, Verona, un convegno sul Modello di calcolo per interventi di consolidamento con tecnologia Uretek con il patrocinio dell'Ordine degli Ingegneri della provincia di Verona.
Programma dell'incontro
h. 17.00: Apertura e saluto di benvenuto
h. 17.10: Presentazione dell'azienda e di alcune esperienze applicative
Ing. Gianluca Vinco - Uretek srl
h. 17.30: Il metodo Uretek Deep Injections : il principio di funzionamento e l'interpretazione teorica Ing. Alberto Pasquetto - Uretek srl
h. 17.50: Dimensionamentio di un intervento Uretek Deep Injections : il modello di calcolo e sue applicazioni
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[post_content] => Si tratta del più antico complesso immobiliare della città, edificato nel 1170 nel cuore di Alessandria. Rappresentava il centro della vita politica, amministrativa e giudiziaria del comune medioevale. Nel 1856, dopo vari passaggi, il palazzo venne ceduto dal Comune allo Stato. Negli anni seguenti quasi tutti i locali affacciati a via dei Martiri furono venduti a privati, mentre nel fabbricato prospettante piazza della Libertà fu sistemato il corpo di guardia del Comando di Divisione.
Già all'inizio del Settecento sul lato di via Migliara si aprivano vari negozi riconfermando la più che secolare destinazione commerciale della via.
Fino al 1995 il complesso edilizio ha ospitato il Presidio e il Distretto Militare e attende ora nuova destinazione.
- La struttura è costituita da un corpo unico su due livelli fuori terra, con cortile centrale.
Problematica
Si è reso necessario un intervento di consolidamento del terreno di fondazione al di sotto delle murature principali, nell'ottica di procedere ad un restauro generale conservativo dell'immobile con conseguente aumento dei carichi. L'incremento dei carichi previsti è risultato variabile da un minimo di 9% ad un massimo del 50% (mediamente del 20%) dei carichi iniziali ante ristrutturazione, mentre per quanto concerne la pressione al suolo si ha una variazione da 0,35MPa a 1,19MPa.
Il consolidamento era diretto ad incrementare la capacità portante del terreno di fondazione fino ad ottenere una resistenza alla penetrazione media di 14 colpi ogni 10cm d'avanzamento misurata con penetrometro dinamico leggero.
L'intervento è stato complicato dalla presenza di differenti tipologie di fondazione, dal momento che nei secoli il palazzo ha subito numerose ristrutturazioni e ampliamenti (solo in parte documentati), nonché variazioni di destinazione d'uso con correlate modifiche strutturali e della storia tensionale del terreno sottostante.
Indagini in sito e prove di laboratorio
Si è reso necessario a monte un accertamento dettagliato sulle effettive dimensioni delle fondazioni, possibile solo per mezzo di perforazioni continue a distruzione in 14 diverse porzioni di fondazione allo scopo di indagarne la quota del piano di posa nonché la larghezza.
Da questa analisi si è appurato che le murature oggetto di indagine sono state realizzate in mattoni pieni e legante, in taluni casi è stata rilevata la presenza di materiale lapideo di elevata consistenza; la profondità di fondazione varia da un minimo di 0,5m ad un massimo di 3m.
Per definire la litologia del terreno si sono compiute indagini geologiche, fra le quali: sondaggi a rotazione con carotaggio continuo, prove penetrometriche SPT in foro, prelievo di campioni indisturbati per le prove di laboratorio, prove penetrometriche dinamiche SCPT eseguite con penetrometro superpesante tipo Pagani.
Da tali indagini si è rilevata la presenza di uno strato superficiale di riporto, seguito da uno strato di argilla debolmente limosa, a quota inferiore si trova poi un limo sabbioso con rari ciottoli ed infine ghiaie in matrice sabbiosa-argillosa e in sabbia grossolana.
Software utilizzati per modellare l'intervento
Codice di calcolo agli elementi finiti Plaxis 8.2 + software di calcolo URETEK S.I.M.S. 1.0 basato sull'espansione delle cavità finite di Yu H. S. e Houlsby G. T. (1991).
Modalità di interventoMetodo Uretek Deep Injections con suddivisione dell'area di lavoro in 4 zone distinte nelle quali si è riusciti a lavorare in sequenza in maniera tale da ottimizzare i tempi di intervento ed il coordinamento con le altre lavorazioni di restauro in atto.
Le perforazioni hanno avuto profondità massima pari a 3m dal piano di imposta dei nastri di fondazione, 6,5m dal piano campagna, e la successiva iniezione ha portato ad un recupero di compattezza del terreno come preventivato.
In totale si è operato su 214m lineari, su 14 colonne del portico e 3 plinti interni.
Esito dell'intervento
A collaudo del consolidamento sono state eseguite, a ridosso delle murature, prove penetrometriche comparative in ciascuna delle 4 zone trattate, da queste si è attestato il raggiungimento dell'obiettivo prefissato in termini di numero di colpi: NSPT10=14. L'incremento percentuale ottenuto a seguito del consolidamento ha raggiunto un livello massimo del 230%.
Osservazioni
Si comprende come il metodo di consolidamento Uretek, così come descritto per il restauro del Palatium Vetus, prenda le mosse da una preliminare e approfondita fase di progettazione operata dall'ufficio tecnico di Uretek e condotta con differenti gradi di approfondimento, avvalendosi di strumenti di calcolo diversi fra i quali spicca il software di calcolo S.I.M.S. elaborato da Uretek al fine di simulare l'effetto delle iniezioni di resina nel terreno: con lo scopo di definirne i quantitativi necessari, i volumi che avranno luogo nel terreno trattato, ma soprattutto il nuovo stato tensionale efficace che si andrà a produrre nel terreno che dà conto dell'aumento di capacità portante, consentendo così di certificare un preciso grado di miglioramento in sito.
Questa fase preliminare di progettazione geotecnica dell'intervento, che consente di certificarne l'entità e l'efficacia, è del tutto rispondente alle prescrizioni delle norme tecniche (DM 14/01/2008), quest'ultime impongono anche che “il monitoraggio degli interventi sia previsto in fase di progetto e descritto in dettaglio” e che “gli esiti delle misure e dei controlli costituiscano elemento di collaudo dei singoli interventi”, anche sotto questo profilo la tecnologia Uretek è fattiva, andando a realizzare test penetrometrici prima e dopo l'intervento in aderenza alle strutture di fondazione e monitorando a mezzo di livelli laser, in corso di esecuzione dei lavori, il principio di sollevamento che attesta con continuità la buona riuscita dell'intervento senza andare a produrre effetti sulla sovrastruttura.
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[post_content] => Nell'ambito dell'ultima edizione della fiera digitale di Infoweb, conclusasi di recente, Uretek ha esposto a un ricco pubblico di professionisti le caratteristiche e le modalità di intervento con Uretek Deep Injections per il consolidamento del terreno al fine della messa in sicurezza statica e riduzione del rischio sismico. Vediamo di cosa si tratta e perché è fondamentale.Indice:
Quello della sicurezza simica è un tema di fondamentale importanza per il nostro Paese, sul quale l'attenzione è cresciuta esponenzialmente nel corso degli anni, in particolar modo a seguito degli eventi sismici che hanno colpito l'Aquila, nel 2009, e l'Emilia Romagna, nel 2012.
Le conseguenze drammatiche subite da persone ed edifici in queste occasioni hanno acceso i riflettori sulla fragilità di un settore dominato per lo più da edifici di vecchia data.
Un quarto dell’intero patrimonio residenziale, infatti, è costituito da edifici costruiti prima del 1946 e il 15% risulta costruito prima del 1919, precedentemente all’emissione di norme relative alla sicurezza sismica. Di questi edifici, poi, il 4,1% si trova in pessimo stato di conservazione. (Fonte Istat)
Sono 12 milioni gli edifici a rischio sismico in Italia e, in un contesto di questo tipo, grande attenzione deve essere riposta sul tema della sicurezza sismica, attuando una corretta prevenzione mediante la diagnostica e operando interventi di consolidamento strutturali.
Superbonus 110% per la messa in sicurezza statica e riduzione del rischio sismico degli edifici
Tra gli interventi necessari per garantire la messa in sicurezza statica e la riduzione del rischio sismico rientra consolidamento del terreno di fondazione, operazione eseguita da Uretek, che gode di una consolidata esperienza sul campo, tramite iniezioni di resine espandenti.
Questa pratica beneficia delle detrazioni fiscali previste dal Decreto Rilancio, che offre la possibilità di elevare al 110% dell'importo dei lavori il credito di imposta da parte del possessore o del locatario dell'immobile su cui vengono eseguiti gli interventi antisismici o di riduzione del rischio sismico.
Nello specifico, l'intervento eseguito con tecnologia esclusiva Uretek Deep Injections®, eventualmente associato a un altro intervento strutturale ai fini antisismici, può ricadere nella categoria di interventi di miglioramento o adeguamento sismico. Qualora esso non fosse associato ad altre tipologie di intervento, esso si configura come intervento locale.Di cosa si tratta? Deep Injections® è una tecnologia sviluppata da Uretek per il consolidamento dei terreni mediante l’impiego di specifiche resine espandenti Geoplus® di ultima generazione, concepite per le iniezioni in profondità e sviluppate in collaborazione con l’Università di Padova.
Questa soluzione ripristina le condizioni di stabilità del terreno rispetto alla configurazione precedente al danno, migliorando le caratteristiche di resistenza e impedendo meccanismi di collasso locale nella zona di intervento.
La tecnologia Uretek Deep Injections®
La tecnologia Uretek Deep Injections® prevede l'iniezione di resine espandenti rapide Geoplus® ad alta pressione di rigonfiamento con sistema d’iniezione brevettato Uretek Multipoint®, per una diffusione capillare della resina e un trattamento omogeneo del terreno di fondazione, ed è utilizzata nel caso di:
cedimento conseguente all’abbassamento della fondazione, della pavimentazione della struttura o del manto stradale;
necessità di ottimizzare le caratteristiche meccaniche e idrauliche del terreno di fondazione in strutture esistenti;
necessità di ridurre il rischio di liquefazione dei terreni per migliorare la risposta sismica;
necessità di eliminare cedimenti differenziali causati da dilavamento o erosione;
necessità di recuperare la portanza del terreno nel caso di dissesti dovuti a cedimenti differenziali.
Uretek Deep Injections® è un intervento di consolidamento del terreno sottostante le fondazioni di un fabbricato tramite iniezione di resine poliuretaniche espandenti e secondo le NTC 2018 si configura come:
Associato ad un altro intervento strutturale ai fini antisismici può ricadere nella categoria di interventi definiti di miglioramento o adeguamento sismico.
Non associato ad altre tipologie di intervento strutturale, esso viene configurato nella maggior parte dei casi come un intervento locale.
Nel caso si configuri come intervento locale, l’obiettivo dell’intervento sarà da definire tra quelli riportati di seguito in funzione dello stato di consistenza dell’edificio:
Edificio con crepe: «ripristinare, rispetto alla configurazione precedente al danno, le caratteristiche iniziali del terreno oggetto del trattamento»;
Edifici con o senza crepe: «migliorare le caratteristiche di resistenza e/o di duttilità di terreno»;
Edifici con o senza crepe: «impedire meccanismi di collasso locale».
Progettare interventi con software di calcolo SIMS 2.0
La progettazione di interventi di consolidamento del terreno con resina espandente Uretek Geoplus® è realizzata mediante software di calcolo SIMS 2.0, sviluppato in ambiente Matlab in collaborazione con il Politecnico di Torino.
Il software di calcolo SIMS 2.0 permette di stimare il miglioramento delle caratteristiche del terreno in termini di aumento di resistenza statica o dinamica alla punta, piuttosto che di pressione limite, rispondendo in maniera precisa e funzionale alle esigenze di progetto.
Per approfondimenti: URETEK SIMS 2.0
Caso Studio con software del condominio MECO 4
L'edificio presentava fessurazione da cedimento del terreno, con un abbassamento complessivo di circa 20-40 mm. Il progetto dell'intervento di consolidazione è stato realizzato mediante software di calcolo SIMS 2.0, dal quale è emersa la necessità di consolidare il terreno di fondazione praticando delle iniezioni di resina espandente Geoplus con sistema di iniezione Uretek Multipoint.
Dopo aver realizzato delle perforazioni di 26 mm di diametro attraverso le fondazioni, sono state inserite le cannule forate Multipoint. A questo punto sono state praticate iniezioni di resina espandente Geoplus nel volume di terreno stabilito dal progetto.
Il difficoltoso accesso alle fondazioni, raggiungibili attraverso un basso vano, ha dimostrato la flessibilità della tecnologia Uretek, in grado di operare con successo in condizioni difficili e confinate.
L'intervento in sintesi:
13 giorni lavorativi di cantiere,
112 metri lineari di fondazione continua e 12 plinti consolidati,
consolidazione del terreno di fondazione fino a 4 metri di profondità dal piano d’imposta.
Per vedere il video Clicca Qui
[post_title] => Garantire la sicurezza sismica degli edifici con interventi di consolidamento Uretek
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Costruito verso il 1970 con struttura mista (muratura e c.a.), l'edificio scolastico in oggetto si presenta su un solo livello fuori terra con sottostante vespaio di altezza pari a 160 cm circa. La pianta ad “L” occupa una superficie di circa 1300 m2 in area pianeggiante.
Le fondazioni del manufatto, in particolare nell’area interessata dal fenomeno, sono costituite da: n°4 travi rovesce di larghezza B = 190 cm, alte 100 cm; n° 4 travi rovesce di larghezza B = 120 cm, alte 100 cm; i cordoli longitudinali di collegamento misurano 50 x 40 cm. Tutte le travi sono posate sul piano di calpestio del sotto locale (-160 cm da p.d.c.) attraverso un magrone di sottofondo spesso 10 cm senza alcun approfondimento nel terreno.
Negli anni recenti la porzione di edificio orientata approssimativamente secondo l’asse Nord-Sud ha manifestato la progressiva comparsa di evidenti lesioni sulle murature e di inflessioni nella pavimentazione. Tali dissesti sono stati ricondotti principalmente a fenomenidi ritiro-rigonfiamento del terreno di fondazione di natura prevalentemente argillosa.
Per stabilizzare l’edificio si è scelta la tecnologia brevettata Uretek Deep Injections®. Le iniezioni della speciale resina Uretek Geoplus®, hanno compattato il terreno aumentandone la capacità portante.1ª FASE - Compattazione superficiale: le iniezioni sono state eseguite nell'intradosso della fondazione per migliorare le caratteristiche geomeccaniche del terreno e riempire i vuoti macroscopici presenti.2ª FASE - Consolidamento in profondità: oltre alle precedenti, si sono eseguite iniezioni su 2 ulteriori livelli di profondità nel volume di terreno interessato dai carichi trasmessi dall’edificio. I lavori sono stati costantemente monitorati con un sistema laser sensibile a variazioni di +/- 0,5 mm.
Complessivamente è stato consolidato il terreno sottostante 120 ml di fondazione in 10 giorni lavorativi.
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[post_content] => Lo storico monumento romano, la Basilica SS. Cosma e Damiano, è dedicato ai due fratelli greci, dottori, martiri e santi Cosma e Damiano.
Questa importante chiesa di Roma è situata nel Foro di Vespasiano (Foro della Pace), a circa 300 m dal Colosseo e 400 m dal Vittoriano.
Il muro che costituisce il fianco sinistro della rampa di accesso alla Basilica e che delimita lo scavo sul Foro Romano ha subito il consolidamento come descritto nell'intervento qui riportato.
IL PROBLEMA
I cedimenti del muro verificatisi nel tempo, avevano causato, tra l’altro, l’espulsione della fodera esterna in conci di tufo mettendo a giorno il nucleo della muratura costituito da pietrame posato a secco.
LA SOLUZIONE
Dovendo rinforzare la muratura in elevazione e consolidare il terreno di fondazione del muro stesso, il committente si è rivolto ad Uretek, titolare delle tecnologie brevettate Walls Restoring® e Deep Injections®.
Con Walls Restoring® si è ricostituita l’integrità del muro per complessivi 178,5 m3 riempiendo i vuoti in esso presenti.
Con Deep Injections® si sono migliorate le caratteristiche meccaniche ed idrauliche del terreno di fondazione, sottostante 17 ml di muratura.
L’intervento complessivo si è svolto nell’arco di 6 giorni lavorativi.
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[post_content] => Non tutti lo sanno, ma una crepa sul muro può nascondere un serio problema di cedimento del terreno di fondazione, un fenomeno diffuso e provocato da numerose cause: rapidi cambiamenti climatici, piogge particolarmente intense alternate ad elevate temperatura e siccità, rottura di tubazioni o condotti fognari, vibrazioni, scavi.
Deep Injections®: tempi rapidi, costi ridotti, massima efficacia
Punto di forza di Uretek è Deep Injections, il solo metodo brevettato con resine espandenti che vanta 15 anni di applicazioni e oltre 15.000 interventi realizzati in tutto il mondo.
Un sistema innovativo che sfrutta le straordinarie caratteristiche della resina Geoplus®, unica per forza e rapidità di espansione.
Con iniezioni di questa speciale resina ad alta pressione d’espansione, la tecnologia Deep Injections® è in grado di mettere in sicurezza, in modo veloce e duraturo, edifici in condizioni critiche ed interessati dal cedimento del terreno di fondazione.
Un metodo che prevede iniezioni mirate, adatto anche per interventi parziali e localizzati, che consente un rilevante abbattimento dei costi.
IL METODO URETEK®.
RISULTATI SICURI IN TRE SEMPLICI PASSI.
1) Il sopralluogo
Quando Uretek® viene contattata, i tecnici incaricati provvedono ad un sopralluogo gratuito per stabilire il tipo di intervento necessario e per definire ogni fase di lavoro. I parametri ricavati con l'indagine geognostica del terreno consentono di stabilire le modalità di intervento anche grazie all’ausilio di un software di calcolo dedicato, sviluppato da Uretek® in collaborazione con l'Università di Padova.
2) L’intervento
L'intervento inizia con la realizzazione lungo i muri portanti di micro perforazioni con un diametro inferiore ai 3 cm nella fondazione.
Successivamente, nei fori vengono inserite delle cannule di acciaio attraverso le quali viene iniettata la resina Geoplus® che produce l’immediato consolidamento del terreno. Geoplus®, testata nei laboratori dell’Università di Padova, è un materiale ecocompatibile nel rispetto delle normative in materia di inquinamento (passa in pochi istanti dallo stato liquido a quello solido, aumentando di volume, espandendosi in ogni direzione). Le iniezioni Deep Injections® sono in grado di sollevare un edificio fino a 50 cm. Il sollevamento viene sempre monitorato con un sistema laser preciso al millimetro per permettere un intervento in sicurezza.
3) I risultati
Alla fine dell’intervento, rapido e risolutivo, il problema di consolidamento è risolto in maniera veloce, sicura e senza intralciare le normali attività. E soprattutto è definitivo: Deep Injections® di Uretek® è infatti garantito 10 anni.
Per informazioni e sopralluoghi gratuiti numero verde 800 200 044
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[post_excerpt] => Da Uretek®, l’azienda leader nel consolidamento del terreno con iniezioni di resina espandente, lo speciale metodo Deep Injections® con resina brevettata Geoplus® che consolida il terreno in modo veloce e definitivo
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[post_content] => La basilica di Santa Anastasia è da molti definita come il più rilevante monumento religioso in stile gotico di Verona. La sua costruzione risale al 1280. Una delle molte meraviglie che costituiscono lo straordinario patrimonio artistico presente all’interno della chiesa è indubbiamente costituita dal grande rosone pavimentale, al termine della lunga navata centrale, dinanzi all’Altare Maggiore. Dopo il restauro, che ha restituito la cromia dei marmi e dei dipinti, è ora possibile ammirare in modo nuovo gli affreschi di Pisanello, di Liberale, le terracotte di Michele da Firenze ed i due gobbi che sostengono le acquasantiere addossate ai due pilastri in ingresso.
Per celebrare la conclusione dell’importante lavoro di recupero strutturale, architettonico e artistico, iniziato nel 2005, il 6 maggio 2011, all’interno della Basilica, si è tenuto un concerto con la Royal Philharmonic Orchestra diretta dal maestro Pinchas Zucherman.
L'intervento
La pavimentazione è a pelta, cioè a scudo, dai triplici colori del nero, del bianco e del rosso, per uno spessore di circa 5 cm, seguita da un massetto di ulteriori 10 cm di spessore. Sotto di essa, si era creata un’intercapedine di spessore variabile tra 5 e 20 cm, legata a un assestamento del sottofondo.
La cavità era probabilmente presente da lungo tempo ma è stata scoperta in occasione delle indagini condotte durante le operazioni di restauro.
La pavimentazione, non supportata da un solaio, nella zona interessata dai vuoti di più ampia dimensione presentava un leggero avvallamento e una serie discontinua di lesioni in corrispondenza della linea di maggiore cedimento.
Nel mese di marzo 2011, Uretek ha eseguito un intervento di riempimento dell’intercapedine, presente sotto circa 28 metri quadrati di superficie, utilizzando una speciale resina espandente a pressione di rigonfiamento controllata. Oltre al riempimento della cavità, l’obiettivo raggiunto è stato quello di ripristinare l’originario stato di tensione, in corrispondenza della volta, per evitare eventuali cedimenti futuri.
Dato il particolare e delicato ambiente in cui si è intervenuti, per poter preservare l’integrità della pavimentazione durante il riempimento, ogni fase di lavoro è stata monitorata in tempo reale con un livello laser in grado di rilevare movimenti verticali di +/- 0,5 mm.
Il problema è stato risolto e la pavimentazione è stata messa in sicurezza.
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[post_excerpt] => La sicurezza della pavimentazione della Basilica di S.Anastasia a Verona è stata ristabilita grazie a un intervento prezioso e delicato di Uretek
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[post_content] => Il villaggio conta 112 abitazioni in legno antisismiche ad elevato risparmio energetico, di 41 e 64 mq, in grado di accogliere fino a 500 persone. Il complesso è stato costruito dal Gruppo Sanofi Aventis appena dopo il sisma che ha colpito l'Abruzzo nell'Aprile 2009, in non più di 4 mesi, per accogliere i propri dipendenti ed i loro famigliari.
Problematica:
L'intervento di consolidamento realizzato da Uretek ha avuto come obiettivo il rinforzo del terreno di fondazione e la verifica della possibilità di effettuare un sollevamento della porzione ceduta di alcune abitazioni del villaggio. I cedimenti, iniziati subito dopo la realizzazione, erano nell'ordine di 10-15cm in senso longitudinale alla struttura e attribuibili alla stesura di materiale superficiale di riporto per pianare il sito di costruzione.
In sostanza la causa del cedimento era ascrivibile all'insufficiente costipamento del materiale di riporto.
Durata dei lavori:
1 giorno di lavoro per il campo prova e 4 giorni per il completamento dell'intervento.
Modalità di intervento:
Per prima cosa si è assunta come campo prova l'abitazione n.37, di circa 40 mq e solo dopo aver accertato un risultato soddisfacente si è adottata la stessa modalità d'intervento anche al di sotto delle abitazioni n. 31-35-36-38. Il metodo Uretek Deep Injections eseguito al di sotto di una porzione delle platee delle abitazioni suddette e fino a 3m di profondità dal piano di appoggio, ha prima aumentato le proprietà meccaniche del terreno di riporto compressibile e poi prodotto un sollevamento andando a compensare il cedimento differenziale.
Esito dell'intervento:
Prima e dopo l'intervento sono state eseguite prove penetrometriche dinamiche che hanno confermato il conseguimento in sito dell'aumento richiesto della capacità portante del terreno. L'intervento di iniezione presso l'abitazione n.37 (campo prova) ha permesso di ottenere un recupero dl cedimento differenziale del lato di valle della platea pari a 90mm su un totale di 150mm.
Osservazioni:
Il metodo Uretek Deep Injection riesce a dare una risposta ad un tempo tempestiva e risolutiva, entrambi requisiti che hanno spinto il Gruppo Sanofi Aventis ad accordare la loro fiducia ad Uretek per porre rimedio ad una spiacevole situazione creatasi in un contesto molto delicato come può essere quello di un cantiere aperto all'indomani di un terremoto così distruttivo come quello avutosi in Abruzzo. Uretek ha risolto il problema in tempi rapidi, senza rallentamenti delle operazioni di costruzione del complesso residenziale che si è potuto perciò consegnare rispettando i tempi preventivati.
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[post_excerpt] => Uretek ha realizzato un intervento di consolidamento presso le strutture residenziali in legno del villaggio Sanofi Aventis a L'Aquila (località San Bartolomeo a Scoppito).
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[post_content] => Al fine di andare incontro alle esigenze dei progettisti operanti nel settore della geotecnica, Uretek® ha perfezionato, assieme ad Aztec Informatica®, un software che ha recentemente lanciato sul mercato. Questo strumento, permetterà ai professionisti di realizzare, su basi scientifiche, la progettazione degli interventi di consolidamento con resine ad alta pressione di rigonfiamento, così come richiesto dal Decreto del Ministero delle Infrastrutture 14.01.2008 “Norme tecniche per le costruzioni” al punto 6.10 “Consolidamento geotecnico di opere esistenti".
Il programma di calcolo Uretek S.I.M.S. 1.0 consente di dimensionare gli interventi di consolidamento del terreno Uretek Deep Injections® con iniezioni di resina espandente ad alta pressione di rigonfiamento Uretek Geoplus®.
Il modello è stato sviluppato a partire dalla teoria dell’espansione di una cavità all’interno di un terreno dilatante presentata da Yu H.S. e Houlsby G.T. nel 1991, opportunamente adattata, dall’ufficio tecnico Uretek sulla base dei test effettuati in collaborazione con l’Università di Padova, alla tecnologia Deep Injections®.
Dalla teoria si è poi passati ad un software che è stato testato e calibrato su decine di casi reali.
Caratteristiche tecniche
Il software di calcolo definisce innanzitutto la fattibilità dell’intervento e quindi, note le caratteristiche del terreno, permette di stimare la quantità di resina Uretek Geoplus da utilizzare per ottenere il grado di miglioramento del terreno voluto.
Tale quantità è determinata per ogni singolo punto di iniezione: la distribuzione dei punti di iniezione deve essere definita in fase di progetto.
Il modello descritto dalla teoria sopraccitata può essere sintetizzato come segue:
1) la resina viene iniettata in un punto ben definito all’interno di un terreno di caratteristiche fisico-meccaniche note;
2) la resina espande nel terreno per reazione chimica e forma una sfera il cui volume dipende dal tipo e dalla quantità di resina iniettata;
3) la sfera di resina, espandendo, trasferisce al terreno una diversa pressione consolidante a seconda della distanza dal punto di iniezione;
4) il volume di terreno più prossimo alla sfera di resina entra in campo plastico (“si rompe”) per effetto della notevole compressione esercitata dall’espansione della resina;
5) il volume di terreno presente oltre tale zona rimane in campo elastico e risente di un incremento dello stato tensionale che decresce con l’aumentare della distanza dal punto di iniezione;
6) all’esterno lo stato di tensione del terreno non risente dell’effetto di compressione prodotto dall’iniezione;
7) la geometria delle tre zone è rappresentata da tre sfere concentriche:
a. prima sfera costituita da sola resina;
b. seconda sfera costituita da terreno compresso plasticizzato;
c. terza sfera costituita da terreno compresso in campo elastico;
8) le dimensioni delle tre sfere concentriche sopra descritte dipendono dalle seguenti variabili:
a. coefficiente di miglioramento atteso;
b. caratteristiche del terreno prima dell’iniezione;
c. caratteristiche della resina utilizzata per l’intervento;
d. quantità di resina impiegata;
Il software integra il modello sopra riassunto, permettendo di progettare un intervento di consolidamento che tiene conto, oltre che di tutti i parametri relativi ad ogni iniezione, anche degli elementi specifici come la geometria delle fondazioni, la profondità e la distribuzione delle iniezioni, nonché le caratteristiche del terreno.
Per ulteriori informazioni
www.uretek.it
[post_title] => URETEK S.I.M.S. 1.0: nuovo software per progettare interventi di consolidamento
[post_excerpt] => URETEK S.I.M.S. 1.0 è il nuovo software indispensabile per rispettare la nuova normativa negli interventi di consolidamento con resina Geoplus
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[post_content] => L’intervento realizzato in un fabbricato civile, prevedeva un incremento della capacità portante del terreno di fondazione del 30% rispetto al valore iniziale. Il terreno di fondazione è costituito da limi argilloso-sabbiosi. Le cause del dissesto sono da attribuirsi al terremoto del 2009.
I lavori di consolidamento del terreno di fondazione mediante tecnologia Uretek Deep Injections® si sono positivamente conclusi in data 22/10/09. Si tratta di un metodo di consolidamento e compattamento dei terreni di fondazione, non invasivo, adatto a terreni sia granulari che coesivi e ad ogni tipologia di fondazione: isolata, nastriforme e a platea, costruita con qualunque materiale.
A seguito di trattamento con iniezioni di resina Uretek GEOPLUS® a rapida espansione e con pressione di rigonfiamento superiore a 10.000 kPa, si è provveduto al ritensionamento del sedime allentato dalle onde telluriche.
L’intervento è stato eseguito in due fasi distinte e consecutive, su tre livelli complessivi di iniezione, compattando il terreno fino a m 3,0 dal piano di appoggio delle fondazioni e quindi a m 4,5 circa dal piano di calpestio del seminterrato ovvero circa m 5,8 dal piano campagna.
Caratteristiche prestazionaliFase A: compattazione superficiale
Nella fase di compattazione superficiale, l’azione consolidante della resina Uretek GEOPLUS® è concentrata nella zona di terreno immediatamente sottostante le fondazioni, allo scopo di migliorarne le caratteristiche geomeccaniche e la resistenza a rottura per sforzi di taglio, riempiendo i vuoti macroscopici eventualmente presenti.
Fase B: consolidazione in profondità
Si procede nella seconda fase con il consolidamento in profondità applicando il metodo Uretek Deep Injections®, lavorazione protetta da Brevetto Europeo n. 0851064, di proprietà di Uretek S.r.l. In questa seconda fase le iniezioni sono eseguite più in profondità nel volume di terreno maggiormente interessato dai cedimenti dovuti alle tensioni indotte dal carico sovrastante.
Per ulteriori informazioni
www.uretek.it
[post_title] => Intervento Uretek Deep Injections® a L’Aquila
[post_excerpt] => Il sistema Uretek Deep Injections® - tecnologia per il consolidamento e compattamento dei terreni di fondazione applicata ad oltre 20.000 casi ed in oltre 30 paesi nel mondo - è stato utilizzato in un intervento a L’Aquila
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[post_content] => L’intervento ha riguardato nello specifico i tre digestori anaerobici e due sedimentatori dell’impianto.
I primi hanno un diametro di 15 m ed una capacità di 1400 m3 cadauno, le vasche di sedimentazione hanno un diametro di 27 m ed una capacità di 1570 m3 cadauna. Quest’ultime, costruite negli anni Ottanta, durante il loro periodo di utilizzo hanno subito un cedimento ed una rotazione legati alla consolidazione del terreno e ad un dilavamento del materiale prodotto da perdite.
I digestori, anch’essi degli anni Ottanta, conseguentemente al loro riempimento hanno subito un cedimento.
L’intervento con la resina espandente Uretek Geoplus si è posto l’obiettivo di aumentare la capacità portante del terreno di fondazione eliminandone eventuali vuoti; in tal modo è stato possibile riequilibrare le eterogenee caratteristiche geotecniche del terreno portando ad un sollevamento della struttura ed abbattendone così il cedimento differenziale.
L’esecuzione dei fori d’iniezione è stata realizzata a mezzo di perforatori manuali elettrici a rotopercussione con energia di battuta pari a massimo 12-14 Joule e frequenza 1200-2800 colpi/minuto.
Le perforazioni, di diametro di 26 mm, eseguite attraverso le solette delle vasche ed estese per una lunghezza massima di 6 m oltre lo spessore delle stesse, sono state intervallate a distanze regolari.
In questo modo è stato possibile raggiungere con precisione il terreno da trattare e localizzare accuratamente l’effetto delle iniezioni.
La fase d’iniezione ha previsto l’utilizzo di una pistola che, innestandosi a boccaforo, ha immesso nel condotto interrato la resina ad alta pressione di rigonfiamento preventivamente miscelata.
Le operazioni d’iniezione hanno visto la messa in opera del materiale dapprima nei livelli più superficiali, di seguito in quelli più profondi, fino al sollevamento della struttura ed al raggiungimento di un elevato grado di addensamento dell’ammasso resina/terreno.
Le iniezioni previste sotto il piano di posa dei digestori anaerobici sono state eseguite con il trattamento “a colonna”, ovvero sfilando il tubo d’iniezione a velocità controllata durante l’erogazione di resina.
Per quanto riguarda i digestori, peraltro, a seguito delle perforazioni effettuate nel terreno alla base delle vasche è stata riscontrata la presenza di vuoti di volume apprezzabile all’intradosso delle solette di appoggio delle vasche stesse.
Il vuoto, di altezza media pari a 5 cm, è stato riscontrato maggiormente nelle porzioni centrali delle vasche e corrisponde ad un volume totale pari a circa 25 m3.
A profondità superiori, era presente uno strato di terreno di riporto costituito essenzialmente da trovanti lapidei di dimensioni rilevanti, immersi in una matrice fine, con caratteristiche geotecniche da scadenti a molto scadenti fino alla profondità di -7,50 m dal piano campagna.
Tale situazione ha reso necessaria una modifica dei parametri di esecuzione dell’intervento.
I vuoti presenti all’intradosso delle vasche sono stati saturati con resina; di più, è stato eseguito in un’unica fase il consolidamento del terreno di fondazione intervenendo su tutto lo spessore del terreno di riporto, ovvero eseguendo iniezioni di resina a partire dalla quota di -6,5 m dal piano campagna, approfondendosi cioè di circa 1,3 m rispetto alla quota di progetto.
Risultato raggiunto
Le prove di controllo effettuate presso il cantiere hanno permesso di verificare l’esito positivo dell’intervento.
Anzitutto, le operazioni di iniezione della resina sono state monitorate attraverso una strumentazione laser che registra lo spostamento verticale della struttura e dunque il suo sollevamento, dando un immediato segnale di efficacia del trattamento.
Per un periodo di 7 mesi, a seguito dell’intervento, è stata effettuata una livellazione di precisione sui manufatti interessati dal trattamento.
Sono state effettuate inoltre prove penetro metriche prima, durante e dopo l’intervento.
Ancora una volta, Uretek Deep Injections ha dimostrato sul campo la sua forza.
[post_title] => Intervento di consolidamento con il metodo Uretek Deep Injections presso l’impianto di depurazione “Stagnoni”
[post_excerpt] => Nell’ambito della ristrutturazione dell’impianto di depurazione che si trova a Stagnoni, nella periferia di La Spezia, l’ACAM s.p.a. ha scelto le resine poliuretaniche ad alta pressione di rigonfiamento di Uretek, il sistema per consolidare e ricomprimere il terreno.
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[post_content] => Il sistema consiste nel consolidamento dei terreni di fondazione con iniezioni di resina espandente Geoplus®. Si tratta di una modalità particolarmente indicata nel caso di edifici storici, perché permette di procedere all'operazione di consolidamento intervenendo direttamente sul terreno senza alterare le strutture.
La resina viene iniettata mentre è ancora in forma liquida, ma già in fase di espansione, attraverso fori con diametro inferiore a 3 cm eseguiti attraverso la fondazione: in pochi istanti Geoplus® incrementa il proprio volume di 10 -15 volte sviluppando una forza di espansione che può arrivare a 10.000 kPa, autoregolandosi in funzione della resistenza incontrata.
L'espansione della resina continua fino a quando il terreno trattato, talmente addensato da rifiutare un'ulteriore compressione, induce la resina ad espandersi verso l'alto provocando il sollevamento dell'edificio soprastante.
Il trattamento viene interrotto quando i livelli laser, posizionati sull'edificio, registrano un inizio di sollevamento.
Nel caso dell'edificio viennese, la fondazione di tipo nastriforme, presentava una larghezza compresa tra 60 e 95 cm, impostata ad una profondità compresa tra 1,30 e 1,50 m dal piano di calpestio; il terreno era stratificato con la presenza di sabbie sovrapposte a ghiaia. L'intervento ha riguardato 259 m circa di fondazione trattata, per un totale di 10.176 kg di resina iniettata. Sono stati effettuati da 3 a 5 livelli di iniezione, a seconda della profondità del tetto dello strato di ghiaia, alle profondità di 0.10,1.10, 2.10, 3.10 e 4.10 m dal piano d'appoggio delle fondazioni.
È stato osservato un principio di sollevamento inferiore a 1 mm.
Le quantità di resina iniettate non sono state omogenee, ma in funzione delle caratteristiche del terreno.
L'edificio infatti presentava una serie di lesioni sul lato strada che dimostravano una sensibilità al cedimento non uguale in tutte le zone.
È quindi opportuno diminuire le differenze di compressibilità del terreno di fondazione sotto i diversi punti della struttura.
[post_title] => Ristrutturato a Vienna edificio del XVIIII secolo
[post_excerpt] => Al centro di Vienna l'esigenza di ristrutturare la copertura di un edificio del XVIII secolo, ha reso necessario un intervento col sistema Uretek Deep Injections® per poter trasferire al suolo una pressione di progetto superiore a quella originaria.
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[post_content] => Il metodo Uretek Deep Injections® è una tecnologia di intervento che mediante l’esecuzione di iniezioni localizzate di una particolare resina ad alta pressione d’espansione, determina un notevole miglioramento delle proprietà geotecniche del terreno di fondazione. La fase operativa, per il consolidamento di fondazioni di strutture nuove o già esistenti, è relativamente semplice e non necessita di scavi invasivi o di complicate opere di solidarizzazione.
Subito dopo aver eseguito le iniezioni nel terreno, la resina espande. La pressione, sviluppata dalla resina nella sua fase d’espansione, dapprima consolida il terreno circostante dopodichè solleva la struttura sovrastante; il sollevamento è costantemente monitorato con apparecchiatura laser costituita da un emettitore e da ricevitori, fissati alle strutture sotto le quali sono eseguite le iniezioni.
Viene qui presentato un metodo teorico volto a quantificare il grado di miglioramento del terreno prodotto dalle iniezioni di resina. L’efficacia del modello analitico è stata verificata, per mezzo di test penetrometrici comparativi realizzati in situ.
Intervento
Asti, Condominio Fantaguzzi
Si tratta di un interessante caso, riferito al miglioramento del terreno di fondazione di un condominio ubicato nel comune di Asti, interessato da un diffuso quadro fessurativo nella sua struttura in elevazione. L’edificio in esame è composto da un unico corpo di fabbrica, disposto su quattro livelli fuori terra ed uno seminterrato, realizzato nel 1965.
Il consolidamento di complessivi 19 plinti di fondazione, è stato realizzato in sette giorni lavorativi durante i quali si sono iniettati mediamente 8 dm3 di resina inespansa per punto d’iniezione. Il controllo dei risultati ottenuti è stato realizzato attraverso l’esecuzione di due prove penetrometriche dinamiche realizzate con penetrometro medio tipo DPM 30.
Rifacendosi alla teoria di Boussinesq nel caso di fondazioni singole, ad una profondità pari a due volte la larghezza delle fondazioni, si trasmettono tensioni inferiori al 15% di quelle agenti in superficie. È quindi apparso giustificato, considerata anche la geologia specifica, un intervento che preveda il consolidamento concentrato nei primi 3,0 m di terreno (a partire dal piano d’appoggio della fondazione) a mezzo di iniezioni eseguite su tre livelli.
Il miglioramento calcolato dal progettista, al quale l’ufficio tecnico Uretek ha fornito completa assistenza in ogni fase della stesura della relazione finale, ha mostrato una buona approssimazione con il risultato misurato.
Visti i contenuti delle Norme Tecniche per le Costruzioni che prevedono che gli interventi di consolidamento dei terreni siano accompagnati da un progetto e non siano più lasciati al caso, il metodo di calcolo in questione diventerà presto un importante mezzo di lavoro per i professionisti del settore.
Didascalie:
Foto 1 Fase operativa
Foto 2 Rappresentazione schematica del metodo d’iniezione Uretek
Foto 3 Immobile oggetto dell’intervento
Foto 4 Schema di intervento
Foto 5 Maschera di output del software
Per ulteriori informazioni
www.uretek.it
[post_title] => Sistema Uretek Deep Injections® per il consolidamento dei terreni
[post_excerpt] => Vi proponiamo di seguito un esempio di dimensionamento di un intervento Uretek Deep Injections® con iniezioni di resina Uretek Geoplus® realizzato ad Asti
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[post_content] => L’edificio, costruito allo scopo di ospitare la sede della dogana per il controllo delle imbarcazioni in entrata ed uscita da Venezia, divide il bacino San Marco nei due canali della Giudecca e Canal Grande.
Nel maggio 2003 l’edificio di Punta della Dogana è stato interessato da importanti ed improvvisi fenomeni di cedimento delle fondazioni in corrispondenza della sua porzione rastremata prospiciente Canal Grande.
Tali fenomeni si sono manifestati a causa di un principio di sifonamento che ha interessato il terreno a tergo del muro di sponda del Canale durante il corso dei lavori di manutenzione della riva.
Allo scopo di stabilizzare le conseguenze del dissesto verificatosi nel 2003 si è proceduto al consolidamento del terreno di fondazione mediante l’impiego di resina Uretek Geoplus messa in opera avvalendosi della tecnologia Uretek Deep Injections.
L’intervento
L’intervento presso l’edificio della Dogana è stato sviluppato reiterando il trattamento in alcune zone durante un arco temporale di 6 mesi per dar modo alle sovrapressioni neutre formatesi nel terreno con i primi interventi di dissipare.
Durante la prima fase di lavorazione si è intervenuti sotto le fondazioni dell’edificio operando su un numero di livelli di trattamento variabile da quattro a sette, effettuando delle iniezioni puntuali, mantenendo inalterata la posizione del tubo durante le operazioni d’iniezione.
L’intervento ‘puntuale’ è stato esteso in altezza dalle quote di fondazione ad una profondità variabile da quota -8,50 m s.l.m. in facciata Canal Grande a quota -5,00 m s.l.m. verso Canale della Giudecca, posizionando ciascun livello ad una distanza verticale di circa m 1,00 dal successivo.
Si è così descritta una maglia di iniezione disposta su un numero di livelli variabile da 4 a 7 con interasse fra i fori pari a circa 50 cm.
In questa fase si è effettuato anche un trattamento a ‘colonna’, realizzato sfilando il tubo di iniezione dal foro con velocità controllata durante l’erogazione di resina; che ha interessato una striscia di terreno a tergo del muro di sponda nell’intervallo di quote -8,50 ¸ -3,00 m s.l.m. mediante colonne di iniezione ad interasse di 50 cm.
Di seguito si riporta lo schema riassuntivo indicante la lunghezza delle zone trattate in funzione del numero di livelli e la loro distribuzione planimetrica.
1a FASE DI INTERVENTO – Divisione per numero di livelli
Quattro livelli 16,10 ml
Cinque livelli 12,00 ml
Sei livelli 23,50 ml
Sette livelli 18,10 ml
Trattamento colonnare 18,10 ml
Nella seconda fase d’intervento le iniezioni ‘puntuali’ si sono limitate a m 47,60 di muratura continua, mentre non sono stati effettuati trattamenti ‘colonnari’.
Il numero di livelli di iniezione complessivo è variato da 5 a 3 passando da Canal Grande a Canale della Giudecca.
La terza fase d’intervento è stata eseguita sotto circa 18 ml di fondazione, limitatamente alla facciata dell’edificio prospiciente il Canal Grande, porzione che maggiormente aveva sofferto dei cedimenti occorsi.
L’esito dell’intervento
Le prove di controllo effettuate presso il cantiere hanno permesso di verificare l’esito dell’intervento di consolidamento del terreno.
I metodi di controllo adottati da Uretek sono i seguenti:
- monitoraggio del fabbricato con livello laser durante l’esecuzione delle iniezioni;
- livellazione di precisione sulla porzione di fabbricato interessata dal trattamento per un periodo di 6 mesi durante e dopo il trattamento;
- prove penetrometriche nel volume di terreno interessato dal trattamento prima, durante e dopo l’intervento.
Le prove sono state condotte con l’uso di un penetrometro DPM30, avente massa battente di 30 kg ed altezza di caduta di 0,20 m.
I grafici riportati si riferiscono al numero di colpi necessari ad infiggere la punta dello strumento per 0,10 m di avanzamento, in relazione alla profondità.
L’istogramma confronta le prove penetrometriche PPA, effettuata prima dell’intervento, con le prove PP1, effettuata dopo la prima fase; le prove PP2 e PP3 effettuate alla fine della seconda fase e la PP4 realizzata al termine dell’intervento, a conclusione della terza fase.
Per ulteriori informazioni sui prodotti Uretek
www.uretek.it
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[post_excerpt] => L’edificio monumentale di Punta della Dogana, o “Punta da Mar”, edificato a partire dal 1677 in un contesto di rilievo, qual è la città di Venezia, è stato interessato da interventi di consolidamento del terreno di fondazione mediante impiego della tecnologia Uretek Deep Injections.
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[post_content] => Uretek Italia S.p.A, che fa parte di un gruppo internazionale diffuso in oltre 30 paesi, è un'azienda in continua espansione, con un vasto bagaglio di esperienze, costantemente orientata verso la ricerca.
Indice:
L'azienda nasce nel 1990 come impresa concessionaria, per i paesi del centro-sud Europa, di un sistema innovativo per il sollevamento ed il livellamento di pavimenti abbassati e nel recupero dei cedimenti del terreno.
Tale metodo, tuttora all'avanguardia nel settore, si basa sull'utilizzo di una speciale resina espandente creata nel 1975 da una società di origine finlandese ed appositamente studiata per essere iniettata nei terreni di fondazione.
Il metodo per il sollevamento delle pavimentazioni trova immediato riscontro nei mercati di diversi paesi, tra i quali: Italia, Francia, Svizzera, ed Austria, dove opera attualmente la Uretek Italia S.p.A.
La nascita della Uretek è accompagnata da un forte impegno nella ricerca e nella sperimentazione che assorbe gran delle risorse disponibili e che, nel 1996, consente all'azienda di presentare un nuovo metodo per incrementare la capacità portante dei terreni di fondazione: "URETEK DEEP INIECTIONS" per il consolidamento dei terreni di fondazione.
Perché scegliere Uretek
Uretek tratta l’intero volume di terreno in profondità utilizzando resine a rapida espansione e permettendo di verificare rapidamente, mediante laser di precisione, l’efficacia dell’intervento in ogni punto di iniezione.
Utilizza solo materiali certificati e controllati, ma la sua qualità è dimostrata anche dall'offerta di uno scrupoloso servizio post-vendita a disposizione del cliente, offrendo un aiuto prezioso sia nella fase preparatoria che durante e dopo l’intervento.
Le soluzioni Uretek
Consolidamento terreni
[caption id="attachment_650777" align="aligncenter" width="600"] Deep Injections per consolidamento del terreno[/caption]
Per il consolidamento dei terreni Uretek ha ideato Deep Injections, latecnologia che risolve il problema dei cedimenti delle case e del terreno di fondazione in modo rapido e con una bassissima invasività, risolvendo nell’immediato il problema delle crepe nei muri.
Sollevamento pavimentazioni
[caption id="attachment_650782" align="aligncenter" width="600"] Floor Lift® per il sollevamento della pavimentazione[/caption]
Per il sollevamento delle pavimentazioni c'è Floor Lift®, la tecnologia che risolve i problemi di cedimento della pavimentazione. Il sollevamento della pavimentazione avviene per effetto dell’espansione delle resine espandenti Uretek®, iniettate in corrispondenza dell'interfaccia terreno-pavimento in modo rapido e con effetto immediato.
Consolidamento muratura
[caption id="attachment_650779" align="aligncenter" width="600"] Walls Restoring® per il consolidamento delle murature[/caption]
Per il consolidamento della muratura l'ideale è Walls Restoring®, il metodo per l'iniezione di resina con pressione d'espansione calibrata nelle strutture murarie, finalizzata a ricostruire il legante deteriorato. La diffusione della resina all’interno della struttura muraria permette di ricostituire l'integrità strutturale della stessa.
Riempimento cavità
[caption id="attachment_650781" align="aligncenter" width="600"] Cavity Filling® per il riempimento delle cavità[/caption]
Cavity Filling® è la tecnologia sviluppata per ottenere il riempimento di cavità interrate e vespai mediante pompaggio di argilla espansa Leca®, a granulometria controllata, e successiva iniezione di resina espandente Uretek Geoplus® ad elevata pressione di espansione.
Gli obiettivi dell'intervento sono: saturare il volume interno, compattare i grani costituenti il riempimento e consentire un prefissato valore di precompressione sulle pareti.
Impermeabilizzazione strutture interrate
URETEK realizza la soluzione WATER BARRIER per impedire il verificarsi di infiltrazioni d’acqua nelle strutture, sia vecchie che nuove, a contatto con il terreno. Questa soluzione è l'ideale per preservare dall'azione dell'acqua muri di cantine, garage, locali interrati, gallerie, ecc. grazie alla doppia azione della resina espandente, che riempie i vuoti più grandi, e del gel saturante.
https://youtu.be/_ZYUL9Ufq-c?list=PLF1ZZRVxPURJV_TKMHpQISA6iTnBHG4F3
Stabilizzazione dei manufatti controterra
Per la stabilizzazione dei manufatti controterra URETEK ha messo a punto MicroAnchors, la soluzione costituita da una serie di microancoraggi versatili che impediscono spostamenti e deformazioni, ideale per opere esistenti, costituite per la maggior parte da strutture inadeguate a sopportare le spinte del terreno.
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Info dalle aziende - Intervento Uretek Deep Injections® a L’Aquila - INFOBUILD