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Conformità normativa e digitalizzazione per ridurre costi e rischi nei cantieri

PlanRadar

La gestione della conformità normativa, oggi spesso sintetizzata con il termine compliance, sta assumendo un ruolo strategico nella filiera delle costruzioni. In un settore caratterizzato da un quadro regolatorio complesso e in costante evoluzione, le imprese che trattano la conformità come un investimento – e non come un vincolo burocratico – acquisiscono maggiore competitività, migliorano la trasparenza dei processi e rafforzano la tutela del capitale umano.

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Conformità normativa e digitalizzazione per ridurre costi e rischi nei cantieri

Un approccio proattivo consente non solo di evitare sanzioni potenzialmente molto onerose, ma anche di prevenire il rischio di rilavorazioni, inefficienze e fermo cantiere. Secondo un’indagine PlanRadar, infatti, le rilavorazioni possono impattare fino all’11% del budget complessivo di progetto, un dato che conferma quanto la gestione strutturata della documentazione, dei processi e delle informazioni sia determinante per il controllo dei costi.

Nonostante i progressi registrati negli ultimi anni, il settore delle costruzioni rimane tra i più esposti a rischi gravi. I dati INAIL relativi al 2023 parlano di oltre 43.000 denunce di infortunio, con un lieve calo del 2,6% rispetto all’anno precedente, ma numeri che evidenziano come la sicurezza rappresenti una priorità non negoziabile.

Proprio per innalzare gli standard di tutela è stata introdotta, dal novembre 2024, la patente a punti per i cantieri, strumento pensato per incentivare comportamenti virtuosi e migliorare la governance della sicurezza nei lavori pubblici e privati. Le sanzioni previste in caso di inadempienza sono significative: possono arrivare fino al 10% del valore dell’appalto, con un minimo di 6.000 euro, rendendo evidente come la non conformità comporti rischi economici potenzialmente molto elevati.

Sul fronte ambientale il quadro non è meno stringente. Il Testo Unico Ambientale (D. Lgs. 152/2006) prevede pene fino a 52.000 euro e, nei casi più gravi, sanzioni detentive per violazioni quali scarichi non autorizzati, gestione illecita dei rifiuti o utilizzo di materiali non certificati. L’attenzione alla conformità, quindi, non è soltanto una questione procedurale, ma un elemento critico per garantire la sostenibilità economica e reputazionale delle imprese.

In questo scenario complesso, la digitalizzazione emerge come uno strumento essenziale per rendere i processi più fluidi ed efficaci. L’adozione di piattaforme e strumenti digitali consente di gestire in maniera ordinata la documentazione, condividere informazioni in tempo reale in cloud, tracciare comunicazioni e attività di cantiere e automatizzare molti controlli che oggi gravano sulle figure tecniche.

L’Italia, secondo gli indicatori DESI 2025, mostra però un ritardo significativo nel processo di trasformazione digitale, soprattutto tra le PMI che si collocano al 17° posto in Europa per livello di digitalizzazione. Tuttavia, questo ritardo convive con segnali di forte evoluzione: la digitalizzazione del patrimonio immobiliare pubblico promossa dall’Agenzia del Demanio e il progetto sperimentale Reg4IA, che coinvolge Governo, Regioni e Province autonome, indicano un percorso in accelerazione. La transizione digitale, però, deve essere affrontata come un processo graduale e continuo, non come un cambiamento immediato.

La visione di PlanRadar

Secondo Fabio Arancio, Regional Manager Italy di PlanRadar, la conformità normativa rappresenta oggi «una condizione imprescindibile per operare in sicurezza, tutelare la reputazione e garantire la continuità operativa». Le aziende che percepiscono la compliance come un ostacolo alla produttività rischiano di commettere un errore strategico, poiché la mancata conformità espone a sanzioni economiche, esclusioni dagli appalti e responsabilità penali sempre più frequenti.

Arancio sottolinea come sia necessario intraprendere un vero percorso di trasformazione dei processi, sostenuto da strumenti concreti come piattaforme digitali per la gestione documentale, la condivisione in cloud e la reportistica. Una gestione strutturata, infatti, riduce il margine di errore e limita l’incidenza delle rilavorazioni, che secondo lo studio Cost of Rework di PlanRadar rappresentano una delle principali fonti di spreco economico nei progetti edilizi.

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