Indice degli argomenti Toggle Nuovo ecosistema urbanoEdifici a basso impattoSostenibilità al centro del rilancio di ScampiaDialogo con istituzioni e residentiIl quartiere come spazio umano Non un restyling architettonico del complesso residenziale delle Vele, costruito fra il 1962 e il 1975, emblema di una stagione controversa dell’edilizia residenziale pubblica in Italia; ma un’opportunità vera e propria di ricostituzione del tessuto sociale per restituire la dignità e qualità del luogo. L’intervento di rigenerazione urbana del quartiere Scampia a Napoli, la cui cantierizzazione è iniziata a fine 2024, fa parte del progetto “ReStart Scampia” finanziato con 159 milioni di euro da fondi PNRR, PON Metro e Periferie, che comprende la demolizione delle Vele Gialla e Rossa, insieme con la riqualificazione della Vela Celeste e la costruzione di 433 nuovi alloggi energeticamente autosufficienti. A completare l’insediamento saranno spazi dedicati all’agricoltura urbana, un parco pubblico, una fattoria didattica, un mercato di prossimità, una scuola per l’infanzia e un centro civico per attività sociali e culturali. Senza dimenticare il passato, con la conservazione dei graffiti che adornano la Vela Celeste e che continueranno a raccontare il disagio di chi vi ha vissuto. Nuovo ecosistema urbano Da quartiere critico a nuovo insediamento accogliente e vivibile, il passaggio (non) è breve. Soprattutto se parliamo di edilizia residenziale pubblica. L’intervento progettuale, condotto da Settanta7 in collaborazione con Studio Perillo e Studio Valle Progettazioni, ha utilizzato soluzioni impiantistiche di facile gestione e manutenzione e materiali durevoli nel tempo. Dal punto di vista architettonico, i nuovi edifici sono caratterizzati dallo studio dei prospetti e dei materiali di facciata che conferiscono alle costruzioni ritmi e superfici diversificate, per evitare ripetitività e monotonia. Pur mantenendo la stessa soluzione tecnologica a livello strutturale, edile e impiantistico, la diversa cromia delle facciate e il differente sviluppo dei balconi rende ogni edificio un corpo con proprie caratteristiche architettoniche peculiari. Masterplan Restart Scampia – Image by Settanta7 In particolare, il progetto di riqualificazione del Lotto M si configura come un sistema complesso, costruito attorno all’idea di quartiere come ecosistema urbano, dove architettura, paesaggio e comunità si integrano per generare un ambiente più equo, sostenibile e abitabile. La realizzazione del progetto prevede l’impiego di 100 unità lavorative, 25 ditte specializzate e 50, tra architetti e progettisti del Piloda Building. “Il progetto del Lotto M è stato concepito non come un semplice intervento edilizio, ma come un atto di rigenerazione urbana e sociale – spiega Daniele Rangone, co-founder e Chief Visual Officer di Settanta7 -. “ReStart Scampia” si fonda su una logica integrata che ha guidato l’intero processo di rigenerazione, articolandosi in azioni coordinate su diversi livelli: edilizio, infrastrutturale, sociale e ambientale”. L’area del Lotto M prenderà vita entro due anni. Al posto dell’edificio sorgeranno 145 alloggi nuovi: 97, suddivisi nei tre edifici del Lotto A; 48 nel lotto L, con asili nido, Civic Center, spazi comunitari e un intero ecosistema urbano. Rendering Restart Scampia – Credit Settanta7 L’intervento è pensato per creare un ecoquartiere integrato, che risponde ai bisogni abitativi, sociali, educativi e ambientali. L’intera area sarà immersa nel verde e dotata di spazi per l’agricoltura urbana, un parco pubblico e una fattoria didattica. “La valorizzazione del paesaggio urbano come infrastruttura viva ha rappresentato un ulteriore elemento di innovazione. Gli spazi esterni non sono stati concepiti come semplice complemento dell’edilizia, ma come dispositivi attivi di socialità, ecologia e cura condivisa, capaci di incidere direttamente sulla qualità della vita e sull’identità del luogo”. Edifici a basso impatto Tutti i nuovi edifici previsti dal piano di rigenerazione sono progettati secondo i criteri NZEB (Nearly Zero Energy Building), ovvero strutture a consumo energetico quasi zero, in grado di ridurre in maniera significativa sia i costi per le famiglie sia l’impatto ambientale. Per raggiungere questi obiettivi ambiziosi è stato adottato un approccio integrato che combina materiali ad alte prestazioni con soluzioni tecnologiche all’avanguardia. Il cantiere del progetto Restart Scampia a marzo 2025 “Le strutture edilizie sono state realizzate con materiali isolanti di ultima generazione, capaci di garantire elevate prestazioni termiche e acustiche. Materiali isolanti, infissi a taglio termico e vetri basso emissivi permettono di contenere le dispersioni e mantenere stabile il microclima interno, riducendo al minimo la necessità di riscaldamento e raffrescamento”. A ciò si aggiungono impianti fotovoltaici e soluzioni per la produzione di energia da fonti rinnovabili, che rendono gli edifici in larga parte autosufficienti. “Anche la gestione delle risorse idriche è stata ottimizzata: i nuovi insediamenti prevederanno sistemi di raccolta e riutilizzo delle acque piovane, irrigazione intelligente per gli spazi verdi e dispositivi a basso consumo per l’uso domestico”. L’attenzione alla sostenibilità si estende inoltre alla scelta di materiali a basso impatto ambientale, in linea con i principi dell’economia circolare. Il risultato è “un quartiere che non solo risponde agli standard europei più avanzati in materia di energia e ambiente, ma che dimostra come l’edilizia pubblica possa essere terreno fertile per l’innovazione, la qualità e la responsabilità ecologica”. Sostenibilità al centro del rilancio di Scampia Sostenibilità e sfruttamento ottimale delle risorse energetiche sono il cuore del progetto architettonico e urbanistico per il rilancio di Scampia. La gestione ottimale dell’energia va di pari passo con la realizzazione di edifici residenziali “a misura d’uomo”. “Particolare attenzione è stata riservata all’impiego di fonti rinnovabili e di sistemi passivi per il risparmio energetico, con l’obiettivo di favorire l’autosufficienza energetica e creare un ambiente abitativo salubre e sostenibile. Anche la progettazione degli spazi aperti e degli elementi architettonici è stata orientata ai principi della sostenibilità ambientale, puntando a migliorare l’ecosistema urbano e a ridurre il consumo complessivo di risorse naturali attraverso strategie integrate di adattamento e mitigazione. “ReStart Scampia” rappresenta quindi un esempio concreto di impegno verso una rigenerazione urbana sostenibile, fondata su una gestione responsabile e lungimirante delle risorse ambientali”. Dialogo con istituzioni e residenti Il rapporto con istituzioni e stazione appaltante per lavorare in modo condiviso nell’ambito dell’edilizia residenziale pubblica, in un’area segnata da fragilità ed emarginazione sociale, è un punto cruciale. “Il confronto è stato continuo e costruttivo sin dalle prime fasi. Insieme abbiamo condiviso la volontà di non limitarsi a una ricostruzione materiale, ma di portare ricerca e innovazione in un contesto profondamente segnato. Un dialogo diretto, continuo e costruttivo che ha avuto l’ambizione non solo di risanare un’area urbana profondamente segnata da decenni di fragilità e marginalizzazione, ma anche di portare un concreto contributo di ricerca e innovazione nel settore dell’edilizia pubblica”. La stazione appaltante, consapevole della complessità del contesto sociale e urbano del lotto M di Scampia, “ha fin da subito promosso un approccio partecipato e trasparente, riconoscendo il valore imprescindibile dell’ascolto della comunità locale. Le esigenze emerse dagli abitanti, in termini di qualità dell’abitare, sicurezza, accessibilità e senso di appartenenza, sono state costantemente condivise con i progettisti, che hanno potuto così tradurle in soluzioni concrete, funzionali e su misura”. L’obiettivo comune è stato quello di trasformare un’area vulnerabile in un modello di smart city, accessibile, sostenibile e inclusiva. “Questo ha richiesto un importante sforzo collettivo e una grande attenzione ai valori sociali e culturali del territorio, a partire dal riconoscimento delle memorie e delle identità che vi hanno resistito nel tempo”. Il quartiere come spazio umano Quello per il Lotto M a Scampia è stato quindi un progetto condiviso con i residenti del quartiere, che torneranno a occupare gli alloggi di nuova realizzazione. “Assolutamente sì. Il nostro progetto ha tenuto conto del forte legame emotivo e identitario che i residenti hanno con il quartiere. Le scritte sui muri della Vela Celeste, come “Non siamo noi il problema”, ci hanno guidati nella lettura del luogo come uno spazio umano prima ancora che architettonico. Fin dalle prime fasi della progettazione delle nuove residenze, gli abitanti delle Vele, destinatari degli alloggi rigenerati, sono stati coinvolti attivamente dal Comune per assicurare che le soluzioni abitative rispondessero in modo concreto e coerente ai loro bisogni reali. Questo approccio partecipativo ha garantito una maggiore aderenza tra le scelte progettuali e le aspettative della comunità”. Non espellere, ma riportare gli attuali abitanti in un quartiere radicalmente rigenerato. “Il progetto è nato per accogliere e far ritornare i residenti, offrendo loro abitazioni di qualità e spazi condivisi per la socialità. Non si tratta di sostituire, ma di integrare, valorizzare e trasformare: un’architettura che non cancella, ma rispetta, e che ha l’ambizione di restituire un’identità positiva e contemporanea a Scampia”. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento