Un “progetto elastico” per gli utenti autistici

L’autismo non è una malattia ma un’espressione della diversità umana, unica e irripetibile. Non generalizzabile o codificabile in standard univoci. Da qui parte l’esigenza di un nuovo modo di progettare lo spazio per le persone affette da disturbo dello spettro autistico, che porta l’architettura a ripensare i propri strumenti disciplinari, ampliando i criteri e i valori che guidano la progettazione. Ma che, soprattutto, apre nuovi percorsi di ricerca ed esperienza dello spazio basati sulla comprensione di diversi modelli percettivi ed esperienze del mondo.

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Un “progetto elastico” per gli utenti affetti da autismo
Elaborazione grafica AI – generata con ChatGPT

La riflessione sul rapporto fra disturbo dello spettro autistico e progettazione dello spazio, a cominciare da quello dell’abitazione e dei luoghi di studio, si è sviluppata negli ultimi vent’anni con un approccio innovativo che ne riconosce la specificità rispetto a un concetto più ampio e generale di disabilità.

Sono diversi i punti di riferimento che consentono di leggere l’evoluzione del pensiero progettuale per le persone autistiche.

Il percorso di ricerca SENSHome, concentrato sullo spazio abitativo, ha portato all’elaborazione di un “progetto elastico”, sistema metaprogettuale flessibile che risponde alle particolari esigenze di percezione spaziale e sensoriale degli utenti affetti da autismo. Nell’ambito di SENSHome, i temi come la percezione ambientale, il rapporto tra corpo e ambiente e la leggibilità dello spazio, sono stati affrontati in una visione ampia che va oltre i criteri dell’inclusione, sollecitando l’elaborazione di veri e propri metodi alternativi di progettazione.

Un importante contributo è arrivato anche dall’architetta e docente universitaria Magda Mostafa, con lo strumento progettuale ASPECTSS, acronimo di Acoustics, Spatial sequencing, Escape space, Compartmentalization, Transitions, Sensory zoning e Safety, che ha focalizzato l’attenzione sulla progettazione dell’ambiente scolastico.

Il progetto SensHome

Il progetto SENSHome nasce da una ricerca internazionale finanziata dall’Unione Europea sull’abitare delle persone con diagnosi di autismo, pubblicata nel 2023 da LetteraVentidue Edizioni e Università degli Studi di Trieste DIA nel volume SENSHome, architettura e sensibilità atipiche, curato dalle ricercatrici Giuseppina Scavuzzo, Paola Limoncin, Anna Dordolin e Federica Bettarello.

La ricerca è stata finanziata dal programma europeo Interreg V-A Italia-Austria 2014-2020, e vede come partner di progetto la Libera Università di Bolzano, l’Università degli Studi di Trieste, l’Università di Scienze Applicate della Carinzia e l’azienda Eureka System. I partner associati sono associazioni e stakeholder come Fondazione Progettoautismo FVG Onlus, Televita, Associazione La Nostra Famiglia, INKLUSION:KÄRNTEN, P.SYS Caring System, Associazione AEB.

All’interno del partenariato hanno operato unità di ricerca provenienti da ambiti disciplinari diversi che comprendono architettura, ingegneria, fisica tecnica, scienze applicate e tecnologia dei sensori.

Il lavoro di ricerca è partito dall’analisi e comparazione delle diverse architetture residenziali per adulti e giovani adulti già realizzate (come il concept delle abitazioni AT-Apart Together Home progettate da Pluskontoret Arkitekter sviluppato in occasione della Capitale Europea della Cultura 2017 ad Aarhus, in Danimarca e poi aggiornato nel 2022 sulla base delle esperienze di uso dell’utenza, e la Casa LM+L costruita in Murcia, Spagna, per un bambino autistico e la sua famiglia, nata dagli studi contenuti nel Manual de la Casa Pictograma di Javier Sánchez Merina e Arnardóttir Halldóra, 2015), e delle diverse linee guida progettuali per l’architettura autism friendly elaborate a partire dagli anni Novanta.

I progetti studiati nell’ambito di SENSHome hanno concentrato l’attenzione sulle caratteristiche degli spazi interni con l’analisi delle superfici distinte secondo le funzioni, l’integrazione di dispositivi tecnologici, la scelta di materiali, colori e finiture che rendono intelligibili gli spazi, fino agli arredi realizzati ad hoc per l’integrazione negli ambienti.

Il quadro comparativo ha permesso di mettere a fuoco le caratteristiche principali evidenziando gli elementi ricorrenti e le differenze fra i diversi progetti. I risultati sono stati tradotti in schemi grafici interpretativi che hanno permesso di evidenziare i rapporti fra le superfici con funzioni diverse, la presenza e il ruolo di spazi di transizione fra le diverse aree funzionali, la permeabilità dello spazio e il rapporto fra interno ed esterno.

Dal diagramma al progetto elastico

Da questo lavoro è stato elaborato il diagramma SENSHome, che partendo dal presupposto secondo cui non esiste l’utente autistico ma ogni individuo in condizione autistica ha esperienza e sensibilità diverse nei confronti dello spazio, traccia il concetto di “progetto elastico”, non prototipo codificato di una casa ideale per una persona autistica standard, che non esiste, ma metaprogetto che supera  cardini e regole prefissati per guardare a una progettazione attenta e consapevole delle diverse sensibilità e modalità di percezione dello spazio per le caratteristiche di luce, rumore, sicurezza, sequenze degli spazi, all’interno di un approccio progettuale flessibile e adatto alle condizione diversificate e mutevoli degli utenti.

Il diagramma rappresenta il sistema delle connessioni e delle transizioni fra i diversi spazi, in una gradazione dell’impatto emotivo che va dallo spazio conosciuto allo spazio nuovo, dallo spazio intimo a quello affollato, connessi fra loro dallo “spazio intermedio” (inteso come una soglia allargata) che permette agli utenti il passaggio da una situazione spaziale, fisica e relazionale all’altra con il raggiungimento di un nuovo equilibrio.

Il diagramma SENSHome, applicabile anche agli edifici esistenti, concentra l’attenzione proprio sulle aree di passaggio e di collegamento fra i diversi spazi funzionali che rendono leggibile lo spazio da parte dell’utente e facilitano la scelta autonoma dei percorsi in sicurezza. Le diverse stanze che compongono il diagramma sono contraddistinte da un pittogramma descrittivo dell’attività che vi si svolge facilitando la comunicazione; possono essere combinate fra loro in diversi modi utilizzando gli spazi intermedi di transizione, secondo un principio di intimità graduale che va dall’ingresso, contatto con il mondo esterno, alla camera da letto, spazio più intimo, passando per spazi semiprivati e di condivisione, all’interno di un ordine componibile ed elastico adattabile alle diverse esigenze e modalità di fruizione sensoriale dello spazio.

Il prototipo di abitazione

Sulla base del diagramma, il progetto di ricerca SENSHome ha realizzato all’interno dei laboratori del NOI Techpark della Libera università di Bolzano un prototipo dove utenti affetti da autismo e caregiver hanno potuto sperimentare l’integrazione fra tecnologia, architettura e arredo progettato e realizzato su misura.

Il prototipo di abitazione SENSHome per utenti autistici
Img by unibz

L’ambiente realizzato per il test ha riprodotto un frammento dello spazio domestico strutturato su spazi progettati con gradi diversi di stimolazione sensoriale e di intimità graduale.

L’ingresso è lo spazio a più alta stimolazione sensoriale dovuta al contatto con l’esterno e alla capacità di introdurre il visitatore a un ambiente sconosciuto. La cucina è lo spazio famigliare a sollecitazione sensoriale media nel quale svolgere attività in condivisione come la preparazione dei cibi. Fra ingresso e cucina è stato realizzato un “dispositivo soglia” dotato di una seduta che consente il passaggio da uno spazio all’altro. Il soggiorno permette agli utenti autistici di sperimentare uno spazio a bassa stimolazione sensoriale dove è possibile condividere alcune attività, come guardare la televisione, e dove l’arredo può consentire di ritirarsi nella propria intimità con la limitazione degli stimoli come il rumore e la luminosità.

Cuore del sistema SENSHome è anche la dotazione tecnologica, composta in particolare da sensori per il monitoraggio delle diverse condizioni ambientali rilevando le situazioni di potenziale pericolo e inviando un segnale di allarme ai caregiver.

L’ascolto e il confronto costante con utenti autistici, famigliari e caregiver ha caratterizzato l’intero percorso di ricerca, dal progetto al prototipo, coinvolti con l’espressione di pareri, impressioni, suggerimenti e indicazione delle possibili criticità.

Sette criteri di progettazione per le scuole

Sul rapporto fra architettura e progettazione degli spazi per utenti con disturbo dello spettro autistico, a cominciare dagli ambienti scolastici, ha lavorato l’architetta egiziana Magda Mostafa, docente dell’Università Americana del Cairo, che ha elaborato lo strumento progettuale ASPECTSS, acronimo di Acoustics, Spatial sequencing, Escape space, Compartmentalization, Transitions, Sensory zoning e Safety.

Sette criteri di progettazione per i bambini con autismo nelle scuole
Elaborazione grafica AI – generata con ChatGPT

I problemi alla base dell’approccio formulato da Mostafa sono stati individuati attraverso un sondaggio che ha coinvolto insegnanti, genitori e caregiver di bambini con autismo. Grazie ai dati raccolti, lo studio ha preso in esame gli ambiti principali di lavoro che vedono al centro l’acustica, la sequenza spaziale e le qualità sensoriali degli ambienti delle aule in una scuola per bisogni speciali.

Secondo Mostafa, progettare un ambiente costruito per l’autismo vuol dire renderlo più tranquillo, suddividerlo in esperienze gestibili in spazi discreti, organizzati in un flusso sensoriale e temporalmente logico, e prevedere una “via di fuga” dal sovraccarico sensoriale degli utenti autistici fornendo loro i mezzi per gestirlo quando si verifica; questo può aprire, in ambito scolastico, una finestra di opportunità per l’apprendimento, l’interazione sociale e lo sviluppo generale delle competenze.

A questo servono i sette criteri di progettazione che compongono l’Autism ASPECTSS Design Index: acustica, sequenzialità spaziale, spazio di fuga, compartimentazione, spazi di transizione, zonizzazione sensoriale e sicurezza.

L’acustica e la sua gestione è il primo criterio da considerare, e richiede la riduzione delle fonti di rumore interne ed esterne utilizzando materiali fonoassorbenti e insonorizzanti, una configurazione spaziale che riduce l’eco e l’insonorizzazione dei sistemi edilizi e tecnologici che emettono rumore.

La sequenzialità spaziale si basa sull’organizzazione dello spazio secondo la routine quotidiana degli utenti, attraverso transizioni fluide da uno spazio all’altro, per consentire un flusso il più possibile continuo e privo di disturbi sensoriali. Lo spazio di fuga consiste in ambienti sensorialmente neutri e di piccole dimensioni, che possono essere completamente chiusi fisicamente o visivamente, definiti e discreti in tutto l’edificio e facilmente accessibili dagli utenti autistici. La compartimentazione delinea l’organizzazione di spazi monofunzionali che consentono attività singole per un numero ridotto di utenti, che possono essere definiti e delimitati utilizzando vari mezzi: dalla chiusura completa con pareti e divisori alla chiusura moderata ottenuta con il posizionamento attento dei mobili o con una definizione minimalista che utilizza colori, motivi e materiali di finitura per definire ogni singolo spazio.

Lo studio punta lo sguardo sugli spazi di transizione, che consentono il passaggio sensoriale da un’attività all’altra o da un livello sensoriale all’altro, evitando ai bambini affetti da autismo cambiamenti bruschi nella funzione e nella stimolazione. Altro principio chiave è la zonizzazione sensoriale, basata sul raggruppamento di spazi con livelli di stimolazione sensoriale simili in zone ad alta, moderata e bassa stimolazione. Ultimo, ma non ultimo criterio, è la sicurezza. I bambini affetti da autismo hanno in molti casi un senso alterato dell’orientamento spaziale, della percezione della profondità e della propriocezione, che li rende soggetti a infortuni, e possono anche cercare stimoli sensoriali in modi tendenzialmente pericolosi.

Gestire e promuovere la sicurezza in questo contesto vuol dire tenere conto delle considerazioni relative alla sicurezza in tutti i sistemi edilizi, nella scelta dei materiali, delle superfici, delle barriere protettive, dei mobili e degli infissi, sviluppando spazi visivamente accessibili per consentire il monitoraggio sicuro degli utenti in ogni momento. Per rispondere alle diverse esigenze del singolo individuo, dando forma alla relazione fra ambiente progettato e caratteristiche sensoriali personali dell’utente, Mostafa ha anche elaborato la Sensory Design Matrix, dove un asse riporta le caratteristiche sensoriali della persona (udito, vista, tatto, olfatto e sistema propriocettivo), e l’altro le caratteristiche architettoniche dell’edificio. In ciascuna casella della matrice è riportato il relativo punteggio che esprime in che modo una determinata soluzione spaziale è in grado di rispondere a una specifica condizione sensoriale.

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