Ponte strallato sull’Adda: architettura a basso impatto ambientale

223 metri di lunghezza, antenne alte 38 metri, una corsia per senso di marcia: il ponte strallato sull’Adda, che costituisce il nuovo collegamento viario tra la S.P. 72 e la S.P. ex S.S. 639 in provincia di Lecco, è destinato a ridurre i tempi degli spostamenti e contenere significativamente il traffico nella zona, migliorando la qualità di vita e generando un impatto positivo anche sull’ambiente. Oltre al ponte, inaugurato lo scorso 13 febbraio, l’intervento ha previsto la realizzazione della viabilità correlata, per una lunghezza complessiva di ca. 2 km.

Il ponte, con un impalcato largo 11,50 m, è interamente gettato in opera e sospeso agli stralli. La scelta di eliminare le pile in alveo ha consentito di minimizzare l’impatto ambientale, evitando il posizionamento di ostacoli artificiali al naturale corso del fiume. Per realizzare l’opera è stato necessario creare un rilevato provvisorio sul letto del fiume, costituito da blocchi di cemento e camerette, incanalando le acque in apposite tubazioni. Il rilevato è stato rimosso ad opera ultimata, consentendo all’Adda di tornare a scorrere liberamente.

L’intero ponte è stato realizzato con tecnologia Doka. Per i basamenti delle antenne e le spalle, realizzate inserendo nel terreno 110 pali fino ad una profondità di 60 metri, è stato impiegato il sistema di casseforme a telaio Framax Xlife. Le 4 antenne sono state invece realizzate con casseforme a travi Top 50 su mensole rampanti MF, che hanno consentito cicli di lavoro regolari, con ampie sezioni di getto. Ogni antenna presenta inoltre una scatola alta 9 metri sulla sommità, destinata all’alloggiamento degli stralli (48 in tutto), successivamente rivestita con un getto in calcestruzzo. Le antenne, in particolare, essendo concepite in calcestruzzo faccia a vista, richiedevano una notevole precisione d’esecuzione, garantita dal sistema di casseratura Top 50, i cui moduli flessibili sono stati dimensionati in funzione del progetto.
La ricercatezza architettonica che caratterizza l’opera si riscontra nuovamente nel disegno dell’impalcato, costituito da una parte centrale sagomata a forma trapezoidale nell’area dell’intradosso. Il negativo per realizzare tale forma, integrato nel getto, è stato eliminato in un secondo tempo; al contrario, gli alleggerimenti impiegati nelle parti laterali dell’impalcato sono stati mantenuti, consentendo di alleggerirne il peso. La realizzazione dell’impalcato ha previsto un getto complessivo di ca. 13.000 metri cubi.

Committente: Amministrazione Provinciale di Lecco
Progettazione, Direttore Lavori e coordinatore della Sicurezza: Ing Angelo Valsecchi, Settore Viabilità e Protezione Civile della Provincia di Lecco
Impresa esecutrice: Vitali S.p.A., Cisano Bergamasco

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