Le materie plastiche di riciclo: proprietà, applicazioni, parametri progettuali. L’approccio metaprogettuale ai componenti edilizi

La questione dei materiali, nel complesso contesto costruttivo contemporaneo, costituisce un terreno d’indagine particolarmente interessante per l’eterogeneità degli ambiti disciplinari che attraversa, e per la ricchezza di relazioni che tale indagine può coinvolgere. Senza volerne qui analizzare le cause culturali, sociali e simboliche, è doveroso sottolineare come, rispetto ad altre aree produttive, lo studio dei materiali investa con notevole inerzia il settore delle costruzioni (1): a fronte di tale inerzia, una delle possibili spinte all’approfondimento su questo tema può essere quella legata alle esigenze ambientali sia pre-costruttive (uso di materiali riciclati), sia post-costruttive (riciclabilità dei rifiuti da demolizione). Ma se questa può essere la ragione, lo stimolo iniziale che, tra l’altro, giustifica l’approccio al problema oggetto di questa tesi, nel caso delle materie plastiche non deve diventare l’obiettivo principale: occorre, cioè, superare il mito del riciclo, probabile retaggio dell’ansia ecologista dell’ultimi decenni, e con esso la visione puramente quantitativa del problema (2); a questa visione, conseguenza di una sovradimensionata fiducia nelle possibilità di smaltimento dei rifiuti plastici, anche nel settore delle costruzioni, è corrisposta in questi anni una mortificante realtà in cui l’utilizzo di materiali plastici riciclati (3) appare vincolato a sussidi governativi o a illuminate volontà sperimentali di committenti e progettisti. È, invece, necessario spostare l’attenzione sul terreno qualitativo e prestazionale, considerando le materie plastiche riciclate come materie prime a tutti gli effetti, materiali che, pur non disponendo delle qualità chimico, fisiche e meccaniche adatte per il loro reimpiego nei prodotti per i quali sono stati studiati, mantengono intatto, per le esigenze del settore delle costruzioni, un livello prestazionale ancora elevato: nel rapporto tra architettura e materie plastiche riciclate, bisogna cominciare dal ragionare in termini di prestazioni, di lavorabilità, di leggerezza, di flessibilità, di assemblabilità, di manutenibilità, di rapidità. In sintesi significa partire, eticamente, dai bisogni, dalle esigenze tecniche e culturali dell’architettura più che dalle finalità del riciclo: forse così è possibile ottenere quei risultati che, aiutando a creare la cultura materiale legata all’uso delle materie plastiche nelle costruzioni, contribuiscano anche al loro riciclo. In questo senso, per costituire una cultura materiale in questo campo, il primo passo è rappresentato dal tentativo, difficile, di formare un linguaggio comune tra diversi saperi che permetta a specialisti e progettisti di dialogare e lavorare sinergicamente sul rapporto tra scelta dei materiali e progetto, tentativo che si vuole concretizzare con l’obiettivo della realizzazione di una guida tecnica, uno studio sulle possibilità operative e applicative relative ai materiali polimerici di riciclo nel settore edilizio. Questo studio può essere suddiviso in tre filoni tematici: il primo filone comprende le scienze di base (la chimica e la fisica) e la scienza dei materiali, cioè la definizione delle caratteristiche chimiche, fisiche e meccaniche dei materiali polimerici vergini e del livello di degradazione di quelli riciclati, definizioni per affrontare la progettazione del materiale; il secondo filone riguarda la tecnologia dei materiali, cioè l’insieme delle possibilità tecniche relative alla produzione e alla applicazione delle materie plastiche, vergini e riciclate, nel settore delle costruzioni e non, in quanto il bagaglio di informazioni, che sottende ogni innovazione, cresce nel substrato di applicazioni specifiche, e magari secondarie, che caratterizzano l’utilizzo di un materiale; il terzo filone riguarda il disegno industriale, cioè i principi guida generali per la progettazione di manufatti con i materiali polimerici, parametri che riguardano aspetti dimensionali, sollecitazioni, caratteristiche funzionali del prodotto. Quindi, per le finalità poste, questa tesi si struttura secondo un approccio metaprogettuale, intentendo la metaprogettazione come quella fase che raccoglie e correla il materiale informazionale e lo traduce in un preciso quadro di riferimento: in tal senso va inquadrata la definizione, sulla base delle conoscenze acquisite, di componenti ed elementi costruttivi in materiali polimerici di riciclo, definizione che conclude questa tesi. Una tesi che passa attraverso il tentativo di restituire un quadro aggiornato sullo stato dell’arte sul riciclo di materiali plastici, quadro che coinvolge le associazioni e i consorzi a livello nazionale e internazionale, le multinazionali produttici di polimeri vergini, le aziende impegnate attivamente nella trasformazione di materiali riciclati, i centri di ricerca e sviluppo: si tratta di soggetti che, per motivi statutari, per ragioni di marketing o di produzione, si trovano impegnati nel chiarimento delle problematiche legate a questo tema.

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