Assemblaggio a secco. Le nuove radici antiche di una concezione del costruire

1. Introduzione
2. Assemblaggio a secco e cultura materiale
3. Assemblaggio a secco e i paradigmi dell’industria
4. Assemblaggio a secco e trasferimento tecnologico
5. Assemblaggio a secco come “filosofia”
6. Assemblaggio a secco come linguaggio
7. Assemblaggio secco e ibridazione tecnologica
8. Bibliografia di riferimento

1. Introduzione
L’assemblaggio a secco, inteso come modalità di unione delle parti di una costruzione mediante sistemi prevalentemente meccanici, costituisce un orizzonte tecnologico di riferimento che ha accompagnato l’intero percorso evolutivo delle tecniche costruttive: dalle prime strutture megalitiche, realizzate per delimitare uno spazio nel territorio, fino e alle più recenti espressioni definite dalla critica in termini di architettura high-tech. Parallelamente alla evoluzione del più ampio repertorio delle tecniche utilizzate per costruire, è possibile delineare un percorso evolutivo delle tecniche esecutive basate sull’assemblaggio a secco. In questo testo e nelle immagini che lo corredano, viene proposta una lettura di questo processo evolutivo, a partire da alcune chiavi interpretative che mettono in evidenza le motivazioni su cui si innesta l’assunzione di tecniche di assemblaggio a secco nel costruire. In altre parole, si vuole qui argomentare come l’impiego delle tecniche di assemblaggio a secco possa essere letto talora come procedimento insito nella natura stessa dei materiali utilizzati – è il caso per esempio della pietra, del legno e dell’acciaio – talora come risposta a necessità contingenti – come per esempio il contenimento dei tempi di costruzione o l’organizzazione razionale delle attività all’interno di cantieri complessi -; talora come tentativo di trasferire nella realtà del settore delle costruzioni materiali, tecniche esecutive e concezioni costruttive derivate da altri settori industriali, in genere tecnologicamente più evoluti; talora come strumento per caratterizzare il linguaggio architettonico; talora come veicolo di reinterpreta-zione di materiali e tecniche appartenenti alla radicata tradizione costruttiva, secondo modalità improntate a una organizzazione della produzione e della costruzione di tipo industriale. Questa lettura, condotta per esempi ritenuti emblematici, consente di collocare l’assemblaggio a secco in un orizzonte culturale e tecnologico più ampio rispetto a quello della innovazione tecnica entro il quale viene spesso circoscritto. Il percorso evolutivo che ne ha caratterizzato l’impiego nel costruire dimostra infatti come sotto la definizione di tecniche di assemblaggio a secco possa essere ricondotta una pluralità di soluzioni costruttive che, se in alcuni casi costituiscono una effettiva novità rispetto alla prassi consolidata, in molti altri non possono che essere considerate parte integrante di un fare tecnico molto radicato.

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