Tecnologia e innovazione in edilizia: occorre aprirsi alla digitalizzazione e all’inclusione 21/07/2025
Indice degli argomenti Toggle Prevenzione sismica in edilizia: c’è ancora molto da fareConoscenza, informazione, formazione e una visione olisticaLa direttiva EPBD: uno stimolo per la sicurezza sismicaLe priorità cui puntareCultura della prevenzioneAttenzione alla digitalizzazioneStudio di nuovi materiali e tecnologie La prevenzione sismica in edilizia dovrebbe essere messa al primo posto in Italia, uno dei Paesi a maggiore rischio sismico d’Europa. Oltre ad avere una vulnerabilità molto elevata, per fragilità del patrimonio edilizio, infrastrutturale, industriale, produttivo e dei servizi, ha una pericolosità sismica medio-alta, per frequenza e intensità dei fenomeni, e un’esposizione altissima. Eppure, nel 2018, meno del 2% dei lavori privati riguardavano interventi antisismici. Oggi quella percentuale, sia pure aumentata, è aumentata, ma è ancora esigua. «È vero che il dato è lievemente migliorato, grazie agli effetti post pandemia riferiti al Superbonus hanno permesso di intervenire anche sugli aspetti antisismici. Tuttavia, gli interventi riguardanti la sicurezza sismica erano solo il 5% del totale. Quelli di carattere energetico hanno surclassato quelli strutturali, che rimangono un po’ al palo. Inoltre, hanno riguardato tendenzialmente le seconde case». A evidenziare la situazione è Massimo Cerri, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma. Il problema è che si tende a intervenire a danno fatto, piuttosto che in termini preventivi. Uno studio internazionale del 2023, pubblicato su Springer Nature, ravvisava che la spesa annuale italiana per il recupero da eventi sismici passati, pari in media a 3 miliardi di euro, fosse molto superiore a quella impiegata per la prevenzione delle perdite per quelli futuri. È ora di pensare alla questione della sicurezza sismica come «a un’urgenza nazionale. Gran parte del nostro patrimonio edilizio è stato costruito in epoche in cui la normativa antisismica non era ancora vigente o aggiornata Di fronte a questo scenario, continuare a rimandare interventi strutturali di messa in sicurezza significa esporsi, come collettività, a rischi inaccettabili», sottolinea lo stesso Cerri. Prevenzione sismica in edilizia: c’è ancora molto da fare Sulla prevenzione sismica in edilizia, quindi, siamo ancora lontani dalla meta. «La sicurezza sismica – e non solo – non può più essere percepita come un tema emergenziale legato agli eventi, ma come un obiettivo strutturale di lungo periodo da inserire con decisione nelle politiche pubbliche. Serve pianificare un intervento strutturato e generalizzato perché si migliorino le condizioni strutturali dei nostri edifici». Come occorre procedere? A livello di incentivi, ci sono strumenti in grado di sostenere la volontà di intervenire da parte del cittadino, sempre che sia nelle condizioni di affrontarlo. Il pensiero, in questo caso, corre alle città, specie quelle di grandi dimensioni, dove la questione centrale è l’intervento sui condomini. Qui, a detta dello stesso presidente, sarebbe necessario un intervento dello Stato per l’adeguamento dell’edificio. Ma l’Italia è costituita, per lo più, da Comuni di piccole o piccolissime dimensioni. Su questo occorre lavorare «per indirizzare la cittadinanza. Gli Ordini professionali, come quello degli Ingegneri della Provincia di Roma, nascono come enti pubblici per la tutela della cittadinanza. La nostra vocazione è finalizzata a migliorare le condizioni di vita dell’intera cittadinanza. Per ottenere questo, dobbiamo puntare verso due direzioni prospettiche. La prima è un intervento più deciso da parte dello Stato che non si limiti al tema della detrazione fiscale. La seconda, che rappresenta una grandissima sfida, è la necessità di un cambiamento culturale che porti al centro dell’attenzione collettiva la cultura della prevenzione». Conoscenza, informazione, formazione e una visione olistica Le azioni per elevare questa cultura della prevenzione passano dalla necessità di informare, far conoscere e da una adeguata formazione. «In qualità di Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma abbiamo provato varie strade e fatto diversi tentativi. Per esempio, abbiamo partecipato alla campagna nazionale “Io non rischio” (promossa e realizzata dal Dipartimento della Protezione Civile in collaborazione con Anpas, Ingv, ReLUIS e Cima), scendendo nelle piazze e mettendoci a disposizione della cittadinanza. Sono stati scambi di grande interesse, ma non sufficienti. Pur incontrando centinaia di persone, nel corso di diverse giornate, a Roma e dintorni abbiamo una platea di 3,5 milioni di persone. Anche in altri contesti, il rapporto è rimasto limitato». Oltre alla necessità di una disseminazione della conoscenza, in materia di prevenzione sismica in edilizia, l’aspetto cruciale è anche un altro: «dovremo arrivare a trattare la prevenzione non solo come un tema di natura strutturale. Trattare di sicurezza significa porre al centro l’essere umano che vive il Creato. Per questo bisogna partire da una visione olistica di questo concetto perché si arrivi poi a trattare di sicurezza, anche intesa come il vivere bene all’interno del Creato che ci è stato messo a disposizione, sentendoci parte attiva. Affinché tutto questo diventi cultura diffusa è necessario ripartire dalle scuole», aggiunge Cerri. Questa necessità è stata sentita anche a livello istituzionale. Di recente, durante l’Assemblea dei Presidenti degli Ordini degli Ingegneri, in occasione di una interlocuzione con Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, lo stesso ha lanciato la proposta di creare la figura dell’ingegnere comunicatore della sicurezza, mettendo a disposizione un centinaio di persone che, partendo da solide basi tecnico-scientifiche, si possano rendere disponibili a divulgare la cultura all’interno delle scuole. La direttiva EPBD: uno stimolo per la sicurezza sismica Nel 2026 l’Italia dovrà recepire la nuova versione della direttiva Case Green. Sebbene tratti di prestazioni energetiche, potrà rappresentare uno stimolo anche per la prevenzione sismica in edilizia? «Mi auguro che lo diventi. Il rischio, però, è che, se parliamo unicamente della EPBD, rimaniamo concentrati unicamente sull’involucro e sulla necessità di garantire efficienza energetica. Di sicuro, è importante e su questo siamo tutti d’accordo che si vada in questa direzione, ma occorre anche considerare che il territorio italiano deve necessariamente fare i conti col tema sismico. Bisogna riuscire, quindi, a integrare le visioni degli obiettivi condivisi in Europa con le specificità del territorio». Allo stesso tempo, prosegue Cerri «abbiamo un’opportunità sul nostro territorio rappresentata dalla fiera internazionale Edilsocialnetwork B-CAD 2025 (che si terrà a settembre) un appuntamento di riferimento dedicato ad architettura, design e innovazione che si tiene ogni anno a Roma. È una sede opportuna e una delle occasioni più adatte per portare avanti una visione di integrazione e multidisciplinare, professionale e tecnologica». Le priorità cui puntare Per fare prevenzione sismica in edilizia, quali sono gli elementi immancabili? Secondo Cerri, sono tre le priorità: Cultura della prevenzione Innanzitutto, come detto, occorre partire della cultura della prevenzione perché si possa utilizzare uno stesso linguaggio in modo diffuso. Attenzione alla digitalizzazione L’integrazione professionale, l’attenzione all’innovazione si sposano con le opportunità della digitalizzazione. «Un tema importante, sempre a proposito di prevenzione sismica in edilizia, è quello della manutenzione. In Italia prima o poi dovremo imparare ad avere una visione di pianificazione rivolta anche alla gestione del tempo dell’opera, alla vita dell’edificio e alla sua durabilità, è una questione tanto cruciale quanto poco considerata. A questo proposito, la digitalizzazione può essere di grande aiuto. L’integrazione della digitalizzazione nelle pratiche edili permette il costante controllo e la giusta attenzione al costruito. Spesso, quando si parla di sicurezza sismica, si tende a ragionare troppo spesso a danno avvenuto: ecco, volendo estremizzare il concetto, dobbiamo passare da una visione di protezione civile a una di prevenzione civile. Ecco, quindi, che la digitalizzazione e l’ICT, associate alle disponibilità dell’innovazione tecnologica e alla sensoristica, con la capacità oggi ormai usuale di gestire grandi quantità di dati in tempi estremamente ridotti, ci può aiutare a dirigere la nostra attenzione nella direzione sperata». Studio di nuovi materiali e tecnologie In tema di innovazione si aggiunge anche l’opportunità offerta dai nuovi materiali e tecnologie, che possono aiutare nel fare prevenzione sismica in edilizia. «Penso, per esempio, a isolamento sismico, intelligenza artificiale, digital twin, BIM (Building Information Modeling). Le tecnologie più promettenti sono quelle che permettono di monitorare le strutture in tempo reale, prevedere il comportamento dinamico degli edifici e intervenire in modo predittivo. I materiali innovativi ad alte prestazioni e le tecniche di retrofit intelligente offrono nuove prospettive, così come i modelli digitali per simulare scenari sismici e migliorare le decisioni progettuali». Tutto questo va, comunque, pensato «in un’ottica integrata», conclude Cerri. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento