Rivestimenti a mosaico in vetro
Il progetto degli ambienti servizi, nel contemporaneo disegno di interni, è andato sempre più connotando tali spazi quali veri e propri centri benessere, con una ricca e variegata dotazione di apparecchi e dispositivi (saune, bagni turchi, idromassaggi, cromoterapie,…) e con un parallelo arricchimento formale della loro architettura, teso a generare autentici luoghi per la cura del corpo, ben oltre la vecchia accezione di puri “servizi” che li connotava.
Ne è derivata un’attenzione e uno scrupolo del dettaglio, da parte dei progettisti, non solo nella scelta degli impianti e delle forniture, ma anche nello studio delle linee armoniche dell’insieme, con il ricorso, sovente e anche per gli usuali standard di dotazione (quali vasche o docce), a manufatti in muratura dalla geometria complessa o, comunque, articolata.
Forme, ovviamente, che – proprio per la loro peculiare sagoma – possono comportare difficoltà a essere rivestite con materiali anche posati a casellario, ma comunque del tipo a lastra o a piastrella, quali quelli propri di ceramiche o marmi, in ragione della necessità di assecondare profili difficilmente risolvibili con formati usuali, comunque dell’ordine minimo dei 10 cm.
Da qui, il grande ritorno nelle applicazioni correnti dei mosaici, tra cui in particolare quelli in vetro; materiali tipici da sempre della tradizione costruttiva italiana e che, dopo un periodo di relativo appannamento, a partire dagli anni ’80 stanno conoscendo una stagione di nuova grande affermazione commerciale e i favori del pubblico e del mondo tecnico professionale.
La tecnica di posa
Le tessere di mosaico in vetro, generalizzando, sono di un ordine di grandezza compreso tra 10 e 20 mm, di formato generalmente quadrato, montate su rete o su carta, in fogli che ne facilitano la posa.
Questa non deve essere assolutamente sottovalutata e affidata a personale non specializzato, anche perché “il mosaico non perdona”. E’, dunque, bene che il cliente sappia che, nel momento in cui opta per un rivestimento di questo tipo, in tessere, non si sta limitando a comprare un prodotto qualsiasi di rivestimento, quanto piuttosto un vero e completo processo realizzativo, di cui la posa è momento essenziale e decisivo per esaltare (o viceversa deprimere) le caratteristiche del materiale.
Non a caso, tutte le maggiori ditte produttrici di mosaico organizzano corsi di formazione alla posa per operatori del settore.
Non ha quindi alcun senso investire su un prodotto di eccellenza e di costo elevato, per poi risparmiare incongruamente sul costo del posatore, come pure a volte si pretenderebbe da parte della committenza. Sotto il profilo più concretamente operativo, la preparazione del fondo è il primo fattore essenziale da considerare.
Eventuali irregolarità, infatti, si riverbererebbero sulla percezione del rivestimento in modo alquanto evidente. Le superfici, pertanto e al contrario, devono essere perfettamente piane, prive di polvere e asciutte.
E’ consigliabile, comunque, rasare il supporto murario per creare un fondo bianco di miglior restituzione degli effetti di traslucenza delle tessere.
Una volta tracciati alcuni riferimenti geometrici di griglia, quali guide alla posa, avendo l’accortezza di usare i moduli dei “fogli” computando la distanza tra uno e l’altro nella stessa dimensione delle fughe tra le tessere (in modo da conferire effetto di omogenea continuità alla superficie rivestita, allorquando questa sia stuccata), si procede alla posa mediante colla specifica (per esempio, il prodotto Adesilex P10 della Mapei), ovvero adesivo cementizio bianco a scivolamento verticale pressoché nullo e con tempo aperto allungato.
La superficie trattata a colla, con apposita spatola a bordo liscio, poi “pettinata” con profilo dentato, deve essere proporzionata al tempo di esecuzione della posa (non è opportuno procedere a coprire aree troppo estese in fase di preparazione), in modo da dare luogo a quest’ultima nelle condizioni ottimali di prestazione dell’adesivo.
L’applicazione dei fogli di mosaico avviene lasciando la carta, laddove presente, verso il posatore e battendo le superfici con un’apposita spatola di gomma, al fine di garantire l’ancoraggio dei fogli al sostegno murario. Con una spugna bagnata, quindi, si provvede a inumidire la carta di supporto, rimuovendola molto delicatamente, tenuto conto che il collante è ancora fresco.
A questo punto, si può intervenire a correggere eventuali imperfezioni che si rivelassero alla vista, per mezzo di una piccola spatola, rimuovendo anche gli eccessi di collante se presenti.
Dopo 24 ore, tempo necessario per la piena presa del collante, i rivestimenti sono pronti per essere stuccati, anche qui con prodotti specifici, ovvero stucchi epossidici specifici per il mosaico (per esempio Kerakolor SF, malta cementizia bianca superfine per stuccatura di fughe sino a 4 mm).
Se, poi, le geometrie da rivestire sono di particolare complessità (curve, sinuose, a geometria variata,…), ecco che si può dover ricorrere al distacco delle tessere dai fogli di supporto e alla posa, una a una delle stesse… e qui davvero, non tutte le mani sono uguali!
Un progetto d’altri tempi
In un palazzo del centro di Milano, la ristrutturazione complessiva di un alloggio, coincidente con il perimetro di piano dello stabile, ha portato, tra l’altro, alla realizzazione di tre locali bagno (due padronali – marito e moglie – e uno per il figlio) e un’area fitness con vasca idromassaggio.
Un progetto complesso, che, in particolare, secondo una filosofia di “ascolto” dell’architettura generale dello stabile (opera nota della stagione linguistica del Novecento Milanese), ha condotto a una progettazione attenta (studi Pietrobelli e Zizioli e studio Sangiorgi) a entrare in risonanza con i riferimenti materiali e compositivi dell’edificio, conducendo a una ricchezza formale di grande suggestione.
Per le pareti dei locali di servizio, nelle superfici destinate a essere rivestite, si è optato, in particolare, per i mosaici in vetro della Sicis, in tonalità rispondenti oltre che al carattere degli spazi anche a quello dei singoli utilizzatori: Melograno (figlio), Cherry (moglie), Zinnia (marito).
La realizzazione di top e piatti doccia in muratura ha comportato un attento e quasi maniacale studio delle dimensioni dei manufatti, nei loro più minuti dettagli, in relazione alla modularità delle tessere, ma anche la necessità di provvedere alla posa tessera per tessera, soprattutto nei due bagni padronali, in cui i piani di appoggio dei lavabi sono stati concepiti con un profilo curvo, atto a garantirne la massima praticità d’uso e, a un tempo, la migliore fruibilità degli ambienti.
Decisamente inusuale anche la posa entro gradini a vassoio metallici, in basso spessore e in accesso alla zona vasca idromassaggio cromoterapia, a sottolineare ancor più la versatilità di un prodotto quale il mosaico, che permette soluzioni taylor-made, altrimenti difficilmente realizzabili.
Scheda intervento:
- Progettazione e Direzione lavori: Architetti Claudio Sangiorgi e Laura Pietrobelli
- Impresa: Edil Emmetre snc dei Fratelli Manno
- Rivestimenti a mosaico in vetro: Sicis
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Arch. Claudio Sangiorgi
Progettazione, Direzione Lavori, Coordinamenti per la sicurezza, per committenze pubbliche, private e amministrazioni condominiali
www.studiosangiorgi.it
www.archi-survey.com
Via Monte Suello 9, 20133, Milano, tel/fax 02.712532
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