La sicurezza sul lavoro alla luce della tragedia di Torino: come siamo messi?

Alla luce degli ultimi tragici eventi che hanno scosso la città di Torino e il settore lavorativo italiano vogliamo avanzare delle considerazioni legate alla questione della sicurezza sul lavoro, con particolare rifermento ai cantieri edili.

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La sicurezza sul lavoro alla luce della tragedia di Torino: come siamo messi?

L’ultima tragedia sul lavoro è costata la vita a tre operai, il più giovane dei quali aveva solo 20 anni, e ne ha ferite altrettante. A causare la morte dei tre lavoratori il crollo di una gru su un palazzo situato in via Genova a Torino; crollo che potrebbe essere stato causato da un cedimento del terreno o da un errore in fase di montaggio della struttura. Secondo una prima ricostruzione, gli operai si trovavano sulla gru e sono precipitati da decine di metri di altezza.

Nulla è certo e le indagini sono attualmente in corso; ciò che appare certo, però, è che i cantieri sono posti rischiosi per le persone che vi operano e questo non è più ammissibile. Basti pensare che è la seconda volta in due mesi che si verifica un incidente del genere a Torino.

“Premesso che sarà la magistratura a ricostruire nel dettaglio ciò che è avvenuto questa mattina a Torino, dove una gru è caduta su un palazzo causando la morte di tre operai e il ferimento di alcuni passanti, non vorremmo ritrovarci ancora una volta di fronte all’ennesima strage nei cantieri legata a tempi e modalità di lavoro” commenta il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.

Ennesima strage è proprio il termine adatto. Secondo l’Ispettorato del Lavoro, in edilizia 9 imprese controllate su 10 non sono in regola e non è difficile crederlo dal momento che ci si è quasi abituati alle notizie riguardanti incidenti mortali sul lavoro. Ma è davvero a questo quello che dobbiamo aspettarci? Non è né pensabile né accettabile che certe tragedie possano diventare sempre più parte della quotidianità.

Alla luce dell’accaduto anche Fabrizio Capaccioli AD ASACERT e Vicepresidente di GBC Italia si è espresso a proposito: “Gli investimenti in edilizia sono cresciuti del 17,6% nel 2021 e del 6,6% nel 2022, a novembre i lavori dichiarati sono oltre 57 mila, che equivalgono a quasi 10 miliardi di euro di investimenti messi a detrazione. Tutto alla luce di un orizzonte temporale limitato (proroghe incluse), con un approccio mancante di una visione organica e organizzata, strutturale e strutturata, per non essere una una gara a rimanere in campo a qualsiasi costo, ma una fase di crescita sostenibile per il Paese.” E ha continuato “Alla luce dell’ennesima tragedia sui cantieri la domanda che pongo sempre più insistentemente agli interlocutori istituzionali, nello svolgimento delle mie funzioni di AD di Asacert e Vicepresidente di GBC Italia, è proprio sulle non poche criticità da affrontare relative al Superbonus. Se questo resterà l’approccio, lo sviluppo non sarà duraturo. Si può fare presto e bene, ma è necessario avere garanzie certificate in tutto l’iter di efficientamento, dalla progettazione, alla cantierizzazione, fino alla chiusura dei lavori.”

Sicurezza sul lavoro: 9 imprese controllate su 10 non sono in regola

“Da qualche mese abbiamo iniziato una vigilanza da cui risulta che 9 imprese edili su 10 non sono regolari” comunica il direttore dell’Ispettorato nazionale del Lavoro Giordano. “Le risorse sono sufficienti, ma occorre il coordinamento degli organi di vigilanza per intervenire nella prevenzione e nella repressione delle violazioni in materia di sicurezza”.

La gru caduta a Torino
Fonte: ©Ansa

Sul sito dell’Ispettorato del Lavoro sono mostrati i risultati dell’attività di vigilanza attraverso il cosiddetto “modello breve” che evidenzia, tra l’altro, i seguenti dati:

  • aziende ispezionate,
  • aziende irregolari,
  • numero lavoratori irregolari,
  • numero lavoratori in nero e sanzioni riscosse.

Su un totale di 30.004 accessi effettuati nell’attività di vigilanza nel primo trimestre del 2021 è stato riscontrato un’indice di irregolarità del 66% e un numero di lavoratori irregolari pari a 132.074. Si tratta di persone che non godono di alcuna copertura previdenziale, di garanzia e di tutela previste dalla legge e che, quindi, sono sottoposte a un maggiore rischio in termini di sicurezza.

La gru crollata vista dall'alto
Fonte: La Stampa

Nel nostro ordinamento la responsabilità del datore di lavoro per la tutela contro gli infortuni sul lavoro è basata su una serie di previsioni costituzionali; tutela che ha maggiori possibilità di essere compromessa dal momento in cui i lavoratori non risultano essere in regola.

Alla luce dell’incremento del numero di incidenti sul lavoro registrato in Italia, il governo Draghi ha recentemente approvato un decreto che vara sanzioni più severe per chi viola le norme sulla sicurezza, abbassando dal 20% al 10% la percentuale di personale in nero riscontrata per poter decretare la sospensione dell’attività.

Il provvedimento scatterà subito a fronte dell’individuazione di gravi violazioni delle norme sulla prevenzione, anche se non sussiste recidiva. Prevede, inoltre, il potenziamento dell’organico attraverso l’assunzione di 1.024 nuovi ispettori e un investimento in tecnologie di oltre 3,7 milioni di euro nel biennio 2022/2023 per poter fornire al personale la strumentazione informatica necessaria a svolgere l’attività di vigilanza.

Infortuni e morti sul lavoro nel 2021: i dati di Inail

Nella sezione “Open data” presente sul sito Inail si apprende che le denunce di infortunio sul lavoro presentate tra gennaio e ottobre sono state 448.110, delle quali 1.017 con esito mortale, segnando un incremento del 6,3% rispetto alle 421.497 dei primi 10 mesi del 2020.

Sono, inoltre, in aumento le denunce legate a patologie di origine professionale, che con un totale di 45.395, segnano un +24,0%.

E’ bene, però, tenere conto del fatto che i dati mensili sono fortemente influenzati dall’emergenza Coronavirus. Per quantificare il fenomeno in maniera più accurata sarà necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2021, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia.

La gestione Industria e servizi è l’unica a fare registrare un segno negativo, passando da 907 a 859 denunce mortali, mentre il settore dell’Agricoltura passa da 94 a 112 denunce e quello del Conto Stato da 35 a 46. Dall’analisi territoriale emerge un aumento di casi di morte sul lavoro nel Sud, nel Nord-Est e nel Centro. Il numero dei decessi, invece, è in calo nel Nord-Ovest e nelle Isole.

Altro elemento da tenere in considerazione è l’incremento di decessi registrati con la fine dello smart working: gli infortuni sul tragitto di andata e ritorno tra casa e lavoro registrano, infatti, un +20,6% e sono tornati a salire tra marzo e agosto, dopo il calo avuto nel primo bimestre.

Leggi anche “Cantieri e sicurezza: normativa, DPI e figure coinvolte”

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