Efficienza in edilizia e nell’industria: è l’ora di agire

Efficienza in edilizia e nell’industria: è l’ora di agire

Diversi indicatori affermano come ci siano opportunità importanti per l’efficienza energetica in edilizia e nell’industria. Ora è il momento delle decisioni, dal PNRR al varo del decreto sui TEE

a cura di Andrea Ballocchi

Efficienza in edilizia e nell’industria: è l’ora di agire

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L’efficienza energetica per l’edilizia è un’opportunità da sfruttare ampiamente. Più di 270mila edifici residenziali richiedono importanti interventi di riqualificazione energetica e antisismica, mentre nella PA il 70% delle scuole in Italia non ha ancora ricevuto alcun tipo di intervento di efficientamento, come riportato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Cosa occorre fare? Lo stesso PNRR riportava nella sua prima formulazione di aver allocato 54 miliardi di euro, ovvero un quarto delle risorse del Next Generation EU destinate all’Italia.

“A queste si affiancano i fondi già previsti dalla programmazione europea, i fondi Horizon e i fondi specifici per l’Efficienza energetica (ELENA), ma anche gli incentivi previsti a livello nazionale: Ecobonus-Sismabonus, Certificati Bianchi, Conto termico, Fondo Nazionale Efficienza Energetica ecc.”, ricorda il rapporto annuale CESEF 2020 di Agici Finanza d’Impresa, che evidenzia come le condizioni per fare efficienza energetica in Italia ci siano tutte: imprese competenti, abbondanti risorse pubbliche, risorse dei privati con modelli innovativi di finanziamento. Cosa serve lo mette in luce lo stesso report: un apparato regolatorio e normativo chiaro, stabile e di lungo periodo, che permetta alle imprese di realizzare gli investimenti necessari a ridurre gli impatti ambientali, rilanciare la competitività delle imprese, generare occupazione.

Efficienza energetica per l’edilizia: Superbonus, opportunità ancora in divenire

A proposito di efficienza energetica per l’edilizia, si sottolinea il grande valore potenziale del Superbonus 110%, la cui proroga al 2022 è una delle due misure portanti del PNRR, insieme al programma di efficientamento e messa in sicurezza di edifici pubblici. Questo spostamento di indirizzo verso una maggiore efficienza energetica in edilizia ha velocizzato nei fatti il mutamento nel mix di policy per l’efficienza “da un mix basato su misure costo-efficacia come i TEE (Certificati Bianchi) a uno fondato sugli interventi in edilizia, con costi più alti e risparmi non rendicontati”.

Ma il Superbonus 110% finora è rimasto un’eccellente risorsa sulla carta. Come emerge dal monitoraggio condotto dal CESEF, nel primo semestre di funzionamento “solo il 7% degli interventi richiesti aveva superato lo scoglio della delibera assembleare e solo lo 0,3% era già concluso”. Per questo urgono interventi: innanzitutto, serve aumentare la durata per massimizzare l’efficacia di questa misura e poi occorre ridurre la burocrazia, eccessiva, per accedere all’intervento.

Efficienza energetica nell’industria: il declino dei Certificati Bianchi

Nel rapporto annuale si evidenzia il declino dei Titoli di Efficienza Energetica. A oggi – sottolineano gli analisti Agici – non dimostra di essersi ripreso dalla crisi del 2014-2015 e dal crollo del 2017. Un peccato, pensando al valore innovativo che hanno avuto e avrebbero ancora: sono stati la prima misura per incentivare progetti di efficientamento energetico e quelli più redditizi. Eppure, segnala il rapporto:

L’anno d’obbligo 2020 si è concluso con il mancato raggiungimento degli obiettivi, nonostante la proroga di 6 mesi in risposta al Covid-19. Il totale di TEE emessi è stato di 4,3 milioni, inferiore rispetto a quanto stimato dal CESEF nel 2019 e insufficiente per coprire sia l’obbligo di 6,20 MTEE che l’obbligo minimo di 5,47 MTEE previsti per il 2019”.

In questo contesto, il Ministero allo Sviluppo economico ha ridimensionato le ambizioni sui Certificati bianchi. Gli obiettivi per i TEE, come comunicato alla sono scesi a 10,6 Mtep, una riduzione del 33% rispetto ai 16 Mtep previsti in origine nel PAEE 2014.

Lo stesso rapporto, oltre a segnalare che poco si è fatto nel settore industriale – come si rileva da un’indagine svolta da CESEF a proposito degli impatti della pandemia sulle aziende del comparto dell’efficienza energetica – non sono state adottate misure coraggiose, rimandando alcuni interventi fondamentali come il decreto TEE, la cui riforma è stata annunciata, ma a oggi non si è ancora vista.

È un peccato perché, tra l’altro, il mercato ha dimostrato di saper affrontare e superare un momento critico. Le imprese hanno reagito, pur gravate dalle conseguenze del Covid-19. Queste hanno pesato sia sui principali indicatori di bilancio delle aziende del settore, con ritardi tra il 10 e il 50% degli investimenti a causa delle difficoltà lato clienti sia sul comparto industriale, il più colpito – ha subito cali anche del 30% del fatturato. Ma, soprattutto grazie al varo del Superbonus 110%, le imprese hanno reagito riorientando le attività verso il business delle riqualificazioni edilizie e lanciando nuovi prodotti e servizi.

Servono quindi misure adeguate e un certo coraggio. Ora è il momento di agire, promuovendo l’efficienza energetica in edilizia e non solo. Ci guadagnerebbero tutti: imprese, istituzioni e cittadini.

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