Sunflower house: l’abitazione unifamiliare carbon positive

Sunflower house: l’abitazione unifamiliare carbon positive

Per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, l’Unione europea chiede un modello di sviluppo economico che, come sottolinea Ursula Von Der Leyen, deve coniugare estetica, design e sostenibilità. Sunflower è la risposta a questa sfida. Ispirata ai girasoli, la casa ha un’occupazione minima al suolo, ruota attorno ad uno stelo centrale, e sul tetto, petali fotovoltaici producono più energia di quella necessaria al suo funzionamento.

Sunflower house: l’abitazione unifamiliare carbon positive

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Commissionato da Bloomberg Green e realizzato dallo studio di architettura Koichi Takada Architects, Sunflower House è una visione di come potranno diventare le nostre case nel prossimo futuro. “La forma segue la natura” dice Koichi Takada riguardo alla sua visione di casa carbon positive, con un design ispirato al più classico dei fiori: il girasole.

Proprio come è stato con la scuola d’arte e design Bauhaus, che ha rimodellato l’architettura occidentale 100 anni fa, l’Ue chiede “Un nuovo movimento bauhaus europeo” che contribuisca a raggiungere l’obiettivo emissioni zero entro il 2050.

Nell’ottobre 2020, è stato il presidente dell’Ue, Ursula Von Der Leyen, ha chiedere un nuovo progetto climatico che abbia “Una propria estetica, che unisce design e sostenibilità”. Per immaginare questa estetica a prova di futuro e neutrale in termini di emissioni di carbonio, Bloomberg Green ha chiesto al famoso architetto di scegliere un sito in Europa e progettare una casa adatta allo stesso.

Sunflower House: sostenibilità dal cuore marchigiano  

L’architetto ha progettato la sua visione pensando alle Marche, regione rinomata per i suoi dolci terreni agricoli e i campi gialli di girasoli. Una regione dove il calore del sole non manca. 

Sunflower house: l’abitazione unifamiliare carbon positive

Sopraelevata da terra per ridurre al minimo le interferenze con la biodiversità dell’ambiente circostante, la caratteristica principale dell’abitazione unifamiliare, sono i pannelli solari sul tetto, i petali, che grazie a dei sensori ruotano e si inclinano durante il giorno per garantire la massima esposizione solare. “Le strutture artificiali richiedono grandi fondamenta, ma con i girasoli la natura raggiunge un bellissimo equilibrio” dichiara Koichi Takada. “L’intervento sul terreno è ridotto al minimo, in questo modo lasciamo spazio alla terra circostante per altre attività” conclude.

La struttura circolare della Sunflower House ruota attorno a uno “stelo” centrale per seguire il sole, consentendo ai suoi “fiori” in movimento di produrre fino al 40% in più di energia rispetto ai pannelli statici. L’energia che non viene utilizzata può essere immessa nella rete o immagazzinata in “semi” di batteria. L’acqua piovana viene raccolta e utilizzata per l’irrigazione e per uso sanitario. Il perimetro attorno al tetto oscura le finestre sottostanti e favorisce la ventilazione naturale, mentre un meccanismo rotante secondario sopra le pareti di vetro protegge l’edificio dalla radiazione solare.

Sunflower house: l’abitazione unifamiliare carbon positive

La casa è naturalmente climatizzata mediante l’utilizzo di tubi di terra, una tecnica inventata dai romani. Il sole riscalda il camino e fa risalire l’aria al suo interno. Contemporaneamente, l’aria che entra dal tubo freddo, viene riscaldata alla temperatura del sottosuolo e distribuita negli appartamenti durante il percorso di risalita.

Un progetto scalabile, ispirato ai campi di girasole

Ogni piano della casa può ospitare un appartamento con due o tre camere da letto, e ogni edificio può essere alto fino a tre piani. La scalabilità del progetto permette di creare interi quartieri climaticamente positivi, dove si produce più energia di quanta necessaria, ispirandosi ai campi di girasole, in cui le piante si auto-organizzano, dispiegandosi a zig-zag per evitare il sovraffollamento e massimizzare l’esposizione alla luce solare. “I designer e gli architetti parlano di trarre ispirazione dalla natura in senso estetico, ma dobbiamo andare molto più in profondità” afferma Takada. “Non si tratta solo di rendere naturale un edificio, ma di creare un cambiamento ambientale positivo nelle case in cui viviamo, nei quartieri in cui lavoriamo e in cui giochiamo e, in definitiva, nel pianeta in cui abbiamo il privilegio di abitare”.

img by studio di architettura Koichi Takada Architects

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