Come cambia il lavoro degli architetti con i nuovi scenari del distanziamento sociale?

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Come cambia il lavoro degli architetti con i nuovi scenari del distanziamento sociale?

Cambiare modalità e stili di lavoro è essenziale per conservare il proprio volume di clienti e progetti

Nuove stampanti HP DesignJet serie T200, T600 e Studio

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Tutti gli architetti che si sono dovuti recare in cantiere con le nuove norme anti-Covid sanno che i sopralluoghi adesso richiedono molto più tempo. Ma questo nuovo scenario non toglie l’importanza di queste visite. La necessità di essere presenti di persona in caso di una problematica e di discutere di frequente con i responsabili consente di trovare soluzioni molto più rapidamente rispetto ad estenuanti scambi via email o innumerevoli telefonate.

Le esigenze di distanziamento sociale hanno reso tuttavia più complesse le visite, le consulenze, le riunioni con clienti e collaboratori, e tutte le altre interazioni necessarie per lavorare a un progetto. Tutto questo si traduce in meno tempo da dedicare alle attività di progettazione in studio o davanti al monitor. 

La trasformazione digitale è solo una parte della risposta

Una delle risorse a disposizione degli architetti è la trasformazione digitale. Molte aziende, ad esempio, hanno fornito al personale tutti gli strumenti necessari per lo smart working. Nel Regno Unito, un quinto degli architetti riferisce che lo staff sta lavorando da remoto, e il 60% dichiara che almeno qualche dipendente lavora da casa.[1]

Al contempo, molti studi stanno automatizzando i workflow di progettazione, per ridurre o eliminare le attività manuali grazie a un processo di trasformazione digitale costante. Tali sforzi includono l’adozione di tecnologie quali IA (intelligenza artificiale) e RPA (Robotic Process Automation), che offrono maggiore automazione nonché capacità decisionali e analitiche avanzate.

La trasformazione digitale include anche innovazioni quali la tecnologia indossabile, la geolocalizzazione e l’uso di dispositivi IoT (Internet of Things) per la raccolta dati e il monitoraggio delle condizioni dei cantieri.

Tutte queste innovazioni possono contribuire ad accelerare il lavoro e a risparmiare tempo. Se dotati dei giusti strumenti digitali, i dipendenti possono lavorare agevolmente da casa, riducendo così le presenze in ufficio e semplificando l’applicazione delle regole di distanziamento sociale durante le visite dei clienti. Tuttavia queste misure basate sulla tecnologia, da sole non bastano.

Non tutto, infatti, può essere digitalizzato. Nell’era post-COVID, uno studio di architettura deve affrontare due problematiche principali: trovare il modo di velocizzare e rendere più efficienti quelle attività lavorative non digitalizzabili, e assicurarne lo svolgimento in sicurezza.

Una di queste attività è senz’altro la stampa.

La stampa di grande formato nell’era post-COVID

La stampa di disegni, schemi e progetti in grande formato è la norma per ogni architetto. Ed è un’attività che può rivelarsi molto dispendiosa in termini di tempo. Oggi più che mai occorre una stampante adatta ai requisiti di efficienza e velocità dell’era post-COVID.

Ecco perché HP ha lanciato le nuove stampanti HP DesignJet serie T200, T600 e Studio. Queste tre nuove serie sono state progettate per offrire una stampa incredibilmente semplice, veloce ed efficiente, anche per il grande formato.

Le caratteristiche principali sono:

  • Configurazione immediata: basta un solo clic per lanciare la stampa di un intero set di file, senza nessuna operazione manuale di sostituzione dei fogli.
  • Stampa multi-formato automatica: è possibile stampare automaticamente qualsiasi formato da A4 fino ad A0, senza lunghe e complesse attività di riconfigurazione.
  • Stampa e gestione anche da remoto: in studio come a casa o in cantiere, con una semplice app è possibile collegarsi alla stampante e lanciare facilmente la stampa di un progetto.

Le nuove serie includono alcuni tra i plotter di grande formato più compatti di sempre. Infatti, le stampanti HP DesignJet serie T200 da 24″ hanno un ingombro del 18% più piccolo rispetto alla concorrenza, il che li rende i plotter di grande formato più piccoli al mondo.[3] Sono perfetti per chi lavora da casa, perché possono essere installati in uffici domestici in cui lo spazio è limitato.

Combinate, tutte queste caratteristiche si traducono in una flessibilità straordinaria, che consente anche ai vostri colleghi e partner di utilizzare il plotter da remoto e di ritirare le proprie stampe velocemente, con configurazioni minime e quasi nessun contatto con la stampante. Uno scenario perfetto per lo studio e l’ufficio nell’era del distanziamento sociale.

Ma la versatilità non è tutto. Le nuove DesignJet sono anche incredibilmente affidabili e pratiche, con un processo di stampa che le posiziona tra le più facili e semplici da utilizzare di sempre.

“Queste nuove stampanti di grande formato sono state progettate appositamente per aiutare architetti, designer e progettisti ad aumentare l’efficienza e a rispondere alle attuali esigenze dei clienti e del mercato”, ha commentato Roberto GiorgioRegional Manager HP Large Format Printing. “Sono anche ideali per gli architetti alla ricerca di stili di lavoro più smart per affrontare gli scenari post-COVID. Inoltre, sono convenienti e sostenibili, con un risparmio fino al 95% sui costi dell’inchiostro per le operazioni di manutenzione ordinaria rispetto alla concorrenza[4] e una riduzione complessiva delle emissioni fino a 7,3 tonnellate all’anno.[5]



1. https://www.architectsjournal.co.uk/news/coronavirus-survey-profession-shifts-to-home-working/10046634.article
2. A gennaio 2020.
3. Sulla base di test interni HP effettuati a gennaio 2020 confrontando HP DesignJet serie T200 e le stampanti Canon TM-200 e TM-300 in termini di inchiostro utilizzato durante la pulizia di routine delle testine di stampa.
4. Design più sostenibile rispetto ai precedenti modelli di stampante (stampanti HP DesignJet serie T500), sostituiti dalle stampanti HP DesignJet serie T600. Sulla base di calcoli effettuati in conformità alla norma ISO 14040/14044 Life Cycle Assessments utilizzando ReCiPe (H) v. 1.1 (2016) sul software GaBi 8.5 (2018) e ridimensionati per rispecchiare le vendite annuali previste.

 

 

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