Seattle 2030: i grattacieli a dieci anni dall’emergenza Covid

Seattle 2030: i grattacieli a dieci anni dall’emergenza Covid

Seattle 2030 è un concept di grattacielo iconico e futuristico, alto 400 metri, incentrato sul benessere psico-fisico dei residenti, che  si propone di ridefinire la vita dopo la pandemia. Un modello architettonico basato su un ambiente biofilo, che migliora le condizioni di vita e contrasta i cambiamenti climatici grazie a energie rinnovabili e tanto verde.

a cura di Pieralberto Greco

Seattle 2030: un'idea di grattacielo per il futuro

Indice degli argomenti:

Come saranno i modelli architettonici tra dieci anni? La pandemia causata dal Covid-19 potrebbe contribuire a ripensare il design dei grattacieli del futuro? Per cercare di  rispondere a questa domanda, gli architetti Ro Shroff e Shaina Yang dello studio di architettura 3MIX hanno proposto “Seattle 2030“, un concept di grattacielo che ridefinisce i canoni tradizionali di vita, lavoro e tempo libero, provando a concentrarli in un unico grattacielo dal design insolito, futuristico, basato sul concetto di ambiente biofilo, dove tutta l’attenzione è sulle forme di vita e su tutto ciò che le ricorda.

Struttura esagonale e blocchi sovrapposti

Seattle 2030 ricorda la struttura di un obelisco. Visto in sezione, il grattacielo rivela una struttura interna costituita da tre blocchi racchiusi in una configurazione esagonale.

Seattle 2030: progetto di grattacielo del futuro

Visto di profilo, il grattacielo è composto da otto super blocchi sovrapposti, che insieme raggiungono 150 mila metri quadrati di superficie con destinazioni diverse: spazi di lavoro, shopping, residenziale, tempo libero e spazi verdi. Ogni tipologia di destinazione d’uso è stata pensata per assicurare una minore densità abitativa in favore di una qualità della vita più alta e un migliore benessere psico-fisico. Ogni  blocco della struttura garantisce una connessione diretta con giardini verticali, cascate, ponti sospesi, rampe per biciclette, porti per droni e spazi per animali domestici.

La struttura portante del grattacielo è ibrida, ed è basata su un esoscheletro in acciaio con anime in calcestruzzo per supportare al meglio i carichi laterali e di gravità. Appena sotto l’esoscheletro, la facciata di Seattle 2030 incorpora pannelli di legno operabili che, oltre a donare un’estetica calda a tutto l’edificio, favoriscono la ventilazione naturale. Con questa soluzione il 90% della torre è costituita da legno massiccio, che cattura il carbonio e facilita l’ambiente biofilo.

Seattle 2030: i grattacieli a dieci anni dall’emergenza Covid

La presenza di giardini nascosti in ogni fessura tra i blocchi principali del grattacielo, contribuisce alla creazione di un profilo iconico, riconoscibile e allo stesso tempo aiutano ad eliminare i vortici di vento.

Ogni blocco sovrapposto è alto 50 metri e ciascun è separato dall’altro grazie ad uno spesso pavimento.  Uno smorzatore di massa a pendolo sospeso contrasta le forze laterali sulla torre più leggera. Completano il progetto un “cloud walk” sospeso a più di 350 metri d’altezza, un ponte di osservazione, uno “sky port” e una generosa turbina eolica sul tetto.

Una nuova leadership contro i cambiamenti climatici

L’iconico Seattle 2030, con una predominanza di legno massello spera di definire un nuovo paradigma per i grattacieli. L’intero progetto è pensato per migliorare la salute e il benessere di residenti ed ospiti. È un grattacielo “aperto” che supera la concezione di edificio ermeticamente chiuso. Più in generale, Seattle 2030 ha lo scopo di incoraggiare una leadership di pensiero più forte e una determinazione politica per garantire il controllo delle malattie e combattere il cambiamento climatico attraverso una nuova generazione di grattacieli biofili a livello globale.

Sezione del grattacielo Seattle 2030

img by Studio 3Mix

Consiglia questa notizia ai tuoi amici

Commenta questa notizia



Categoria notizia

DAL MONDO PROFESSIONALE

Le ultime notizie sull’argomento