“La scuola in Fiera” di Cucinella: tornare a scuola dopo il lockdown
A una settimana dalla ripresa delle attività scolastiche sembra procedere tutto per il meglio e, dopo alcune perplessità sull’organizzazione dell’arredamento scolastico e sulla frequenza delle lezioni, i ragazzi finalmente ricominciano a vivere la loro quotidianità tra i banchi, sempre con un attenzione in più. Sono diversi gli accorgimenti prestati nei confronti dell’attività scolastica e tra questi spicca il rivoluzionario progetto di Mario Cucinella dal titolo “La scuola in Fiera”, primo e unico caso in Italia di utilizzo di uno spazio fieristico per il ritorno a scuola dopo il lockdown.
Credit foto – Francesco Paolucci
“La scuola in Fiera” è il progetto sperimentale che decide di sfruttare spazi normalmente dedicati a esposizioni fieristiche per accogliere le attività studentesche.
Nello specifico è stato possibile organizzare 1.600 studenti in 75 aule nel Padiglione 34 del polo fieristico di Bologna, trasformato a tempo di record in una “mega” scuola che accoglie tre istituti bolognesi, i Licei Minghetti e Sabin e l’Istituto di Istruzione Superiore Pier Crescenzi Pacinotti Sirani.
L’utilizzo del polo fieristico di Bologna ha permesso di accogliere a scuola gli studenti dopo sette lunghi mesi, garantendo ottimi collegamenti al trasporto pubblico e la fruizione di uno spazio attrezzato e molto ampio, rispettoso di tutte le prescrizioni legate ai distanziamenti e imposte dalle normative anti Covid.
Il progetto “La scuola in Fiera”
Il Padiglione 34 della Fiera di Bologna è stato concepito come una piccola cittadella da vivere, organizzato a partire dalla definizione di tre assi principali che si diramano dall’esterno e diventano gli accessi diversificati delle tre
scuole.

Credit foto – Francesco Paolucci
Attorno ad ognuno dei tre assi principali si genera una trama di assi secondari sui quali si distribuiscono 75 aule cui si aggiunge un’area specifica con 3 aule Covid.
La realizzazione delle aule ha richiesto l’impiego di circa quattro mila pannelli e 500 corpi a led per l’illuminazione delle stesse.
L’idea di piccola città è rimarcata dalla definizione di aree intermedie per la condivisone o per laboratori e workshop, che si aprono tra le trame richiamando alla mente l’immagine di spazi urbani collettivi. Si vengono a creare, in questo modo, luoghi che permettono di avere momenti di libertà, seppur all’interno di uno spazio chiuso.

Credit foto – Francesco Paolucci
La “scuola città” di Cucinella vuole far divertire e allo stesso tempo riflettere sul tema della sostenibilità e su quello della sicurezza e per farlo si serve di rivestimenti colorati, pareti, pavimentazione e arredi che diventano oggetto di apprendimento, attraverso delle infografiche dinamiche e interattive che affrontano i grandi temi ambientali, e di distanziamento, attraverso cerchi concentrici colorati ricavati sul pavimento.
Le aree di condivisione sono arricchite dalla presenza delle sedute BAL8, disegnate dai giovani professionisti della SOS – School of Sustainability e realizzate mediante la stampa 3d, con filamenti di plastica riciclata, da WASP e R3direct.
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