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Questi i grandi temi trattati dal provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri per aiutare l’Italia piegata dall’emergenza coronavirus con un bazooka da 400 miliardi di euro. Valore di ‘cassa’ che sale a 750 miliardi, se si sommano i 350 miliardi messi in campo con il Cura Italia. Il pacchetto di misure prevede, tra l’altro, maggiore accesso al credito e aiuto al 100% per le Piccole e medie imprese. Ma arriva anche lo scudo anti-scippo per i settori strategici dell’Italia. E un insieme di altre norme per i medici, come la reperibilità per tutto il giorno anche a distanza. Intanto il governo lavora a un nuovo decreto, pronto dopo il 20 aprile. Il premier Conte: “Quando tutto sarà finito ci sarà una nuova primavera”. a cura di Tommaso Tetro Indice degli argomenti: Una potenza di fuoco da 400 miliardi Accesso al credito, sostegno alla liquidità, all’esportazione, all’internazionalizzazione e agli investimenti Misure per garantire la continuità delle aziende Rafforzamento dei poteri speciali nei settori di rilevanza strategica e degli obblighi di trasparenza in materia finanziaria Misure fiscali e contabili Disposizioni su tribunali e sport e norme per i medici Il nuovo decreto in arrivo Più garanzie per le imprese, rinvio delle tasse e delle scadenze fiscali, Golden power come scudo anti-scippo per mettere al sicuro i settori strategici dell’Italia da scorribande straniere. Questi i grandi temi che il decreto Imprese, dopo il via libera del governo, si pone come obiettivo e che intende sviluppare – grazie a un bazooka da 400 miliardi – per offrire un aiuto decisivo all’economia del nostro Paese, piegata dall’emergenza coronavirus. Il provvedimento, approvato nell’ultimo consiglio dei ministri (dal nome completo ‘Misure urgenti in materia di accesso al credito e rinvio di adempimenti per le imprese, nonché di poteri speciali nei settori di rilevanza strategica e di disciplina dei termini in tema di consultazioni elettorali e di giustizia’), ha infatti un valore ‘aziendale’ di circa 400 miliardi. Valore di ‘cassa’ che sale a 750 miliardi, se si sommano i 350 miliardi messi in campo con il precedente decreto Cura Italia. Cioè, quasi la metà di quello che il Pil italiano riesce a ‘raccimolare’ in un anno. E offre ossigeno a grandi e piccole imprese e a tutte le attività che, per via dell’epidemia Covid-19, sono state costrette a chiudere. In particolare, trovano spazio una nuova serie di misure che puntano ad estendere il sostegno alle aziende offrendo maggiore liquidità (era così che, semplificando, si sarebbe infatti dovuto chiamare il complesso di norme messe insieme); liquidità che andrà anche ai negozi, ai professionisti e a tutte le partite Iva, fino al nuovo stop delle scadenze fiscali per sostenere il tessuto produttivo. Ma c’è posto anche la protezione del Golden power nostranoin difesa dei gioielli industriali e delle eccellenze del marchio italiano nel mondo da assalti internazionali spinti dalla perdita di valore che la pandemia si è portata dietro. Tra le altre norme disposte dal super decreto, trova spazio anche il rinvio all’autunno di elezioni regionali e comunali. Una potenza di fuoco da 400 miliardi “Con il decreto approvato diamo liquidità immediata per 400 miliardi di euro alle nostre imprese – ha detto il premier Giuseppe Conte – 200 per il mercato interno, altri 200 per potenziare il mercato dell’export. E’ una potenza di fuoco” che “lo Stato mette subito nel motore dell’economia. Quando si rialza l’Italia corre”. Il presidente del Consiglio ha poi rassicurato gli italiani che “quando tutto sarà finito ci sarà una nuova primavera, e che presto raccoglieremo i frutti di questi sacrifici”. Gli elementi economici portanti del decreto (in particolare Sace e garanzia dei prestiti) vengono approfonditi anche dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri: “Il governo realizza un intervento senza precedenti a sostegno del sistema produttivo italiano. Un vero e proprio bazooka di liquidità con oltre 400 miliardi di garanzie che portano a più di 750 miliardi il credito mobilitato”. I cinque capitoli del decreto Il decreto interviene con misure specifiche su cinque principali ambiti. Primo: accesso al credito, sostegno alla liquidità, all’esportazione, all’internazionalizzazione e agli investimenti Le misure prevedono garanzie da parte dello Stato per un totale circa di 200 miliardi di euro concesse attraverso la società SACE Simest, del gruppo Cassa Depositi e Prestiti, in favore di banche che effettuino finanziamenti alle imprese sotto qualsiasi forma. In particolare, la garanzia coprirà tra il 70% e il 90% dell’importo finanziato, a seconda delle dimensioni dell’impresa, ed è subordinata a una serie di condizioni tra le quali l’impossibilità di distribuzione dei dividendi da parte dell’impresa beneficiaria per i successivi dodici mesi e la necessaria destinazione del finanziamento per sostenere spese ad attività produttive localizzate in Italia. Nello specifico le imprese con meno di 5mila dipendenti in Italia e un fatturato inferiore a 1,5 miliardi di euro ottengono una copertura pari al 90% dell’importo del finanziamento richiesto e per queste è prevista una procedura semplificata per l’accesso alla garanzia. La copertura scende all’80% per imprese con oltre 5.000 dipendenti e un fatturato fra 1,5 e 5 miliardi di euro, e al 70% per le imprese con fatturato sopra i 5 miliardi. L’importo della garanzia non potrà superare il 25% del fatturato registrato nel 2019 o il doppio del costo del personale sostenuto dall’azienda. Per le Piccole e medie imprese, anche individuali o partite Iva, sono riservati 30 miliardi e l’accesso alla garanzia rilasciata da SACE sarà gratuito ma subordinato alla condizione che le stesse abbiano esaurito la loro capacità di utilizzo del credito rilasciato dal Fondo Centrale di Garanzia. Il decreto potenzia ulteriormente il Fondo di Garanzia per le Pmi, aumentandone sia la dotazione finanziaria sia la capacità di generare liquidità anche per le aziende fino a 499 dipendenti e i professionisti. Il Fondo – già ampliato dal decreto Cura Italia con 1,5 miliardi di euro – completa così la sua trasformazione in strumento a supporto della piccola e media impresa, a tutela di imprenditori, artigiani, autonomi e professionisti, nonché a salvaguardia dell’export e di tutti quei settori eccellenze del made in Italy. Poi, è previsto un forte snellimento delle procedure burocratiche per accedere alle garanzie concesse dal Fondo. Il decreto potenzia anche il sostegno pubblico all’esportazione, per migliorare l’incisività e tempestività dell’intervento statale. Viene introdotto un sistema di co-assicurazione in base al quale gli impegni derivanti dall’attività assicurativa di SACE sono assunti dallo Stato per il 90% e dalla stessa società per il restante 10%liberando in questo modo fino a 200 miliardi di risorse da destinare al potenziamento dell’export. L’obiettivo è quello di consentire a SACE di far fronte alla crescente richiesta di assicurare operazioni ritenute di interesse strategico per l’economia che la società non avrebbe altrimenti la capacità finanziaria di coprire. Secondo: misure per garantire la continuità delle aziende Il decreto prevede una serie di misure finalizzate ad assicurare la continuità delle imprese nella fase dell’emergenza, con particolare riguardo a quelle che prima della crisi erano in equilibrio e presentavano una regolare prospettiva aziendale. L’intervento avviene in sede di redazione del bilancio in corso, valutando i criteri di prudenza e di continuità alla luce della situazione dell’ultimo bilancio chiuso; disattivando le cause di scioglimento societario per riduzione o perdita del capitale sociale. Accanto a queste due misure a protezione diretta della società se ne affianca una terza che punta a favorire il coinvolgimento dei soci nell’accrescimento dei flussi di finanziamento verso la societàdisattivando in questa fase i meccanismi che in via ordinaria li pongono in secondo piano rispetto ai creditori. Ci sono poi misure che riguardano la disciplina del fallimento e che servono in questa fase a sottrarre le imprese all’apertura del fallimento e alle altre procedure fondate sullo stato di insolvenza, fino a quando durerà l’emergenza; sterilizzare il periodo dell’emergenza ai fini del calcolo delle azioni a tutela dei creditori. Terzo: rafforzamento dei poteri speciali nei settori di rilevanza strategica e degli obblighi di trasparenza in materia finanziaria Le norme rafforzano, all’interno del contesto di emergenza epidemiologica, la disciplina dei poteri speciali nei settori di rilevanza strategica: anticipano, con effetto immediato – e nelle more dell’attuazione del decreto attuativo – l’ampliamento dell’ambito di intervento oggettivo della disciplina Golden power ai settori di rilevanza strategica dell’Italia, consentendo di sottoporre alla preventiva autorizzazione le operazioni rilevanti relative (tra l’altro, ai settori finanziario, creditizio e assicurativo, alle infrastrutture e tecnologie critiche, tra cui l’energia, i trasporti, l’acqua e la salute) alla sicurezza alimentare, all’accesso a informazioni sensibili, compresi i dati personali, all’intelligenza artificiale, la robotica, i semiconduttori, la cibersicurezza, le nanotecnologie e le biotecnologie. E prevedono la possibilità per il Governo di aprire il procedimento d’ufficio, se le imprese non assolvono agli obblighi di notifica; estendono poi, in via transitoria fino al 31 dicembre 2020, il campo di applicazione della disciplina dei poteri speciali anche ad operazioni interne all’Europa che richiederanno la preventiva autorizzazione del Governo. Mentre in caso di operazioni esterne all’Europa, l’ampliamento, sempre transitorio, riguarderà anche le acquisizioni di partecipazioni superiori al 10% da parte di soggetti non appartenenti all’Unione europease superiori alla soglia di un milione di euro. In materia di trasparenza finanziaria, vengono integrati gli obblighi di trasparenza previsti dall’art. 120 del TUF per consentire alla CONSOB di abbassare transitoriamente le soglie rilevanti per le comunicazioni (portandola al 5%) e ampliare anche le imprese che ne sono soggette, includendo le società ad azionariato diffuso. Quarto: misure fiscali e contabili Si interviene con norme urgenti per il rinvio degli adempimenti fiscali e tributari da parte di lavoratori e imprese. In particolare, è prevista la sospensione dei versamenti di Iva, ritenute e contributi per i mesi di aprile e maggio, in aggiunta a quelle già previste con il Cura Italia. E nel dettaglio, Iva, ritenute e contributi sospesi per soggetti con calo di fatturato di almeno il 33% per ricavi e compensi sotto i 50 milioni e di almeno il 50% sopra tale soglia; sono sospesi in ogni caso questi stessi versamenti per i soggetti che hanno iniziato ad operare dal primo aprile 2019; per i residenti delle 5 province più colpite (Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Piacenza), sospensione versamento Iva se c’è un calo del fatturato di almeno il 33% a prescindere dalla soglia di fatturato dei 50 milioni; ripresa dei versamenti a giugno, con la possibilità di rateizzazione in cinque rate. La sospensione delle ritenute d’acconto sui redditi da lavoro autonomo prevista dal decreto Cura Italia viene estesa anche alle scadenze di aprile e maggio. È esteso al 16 aprile il termine per i versamenti in scadenza il 20 marzo e la scadenza per l’invio della Certificazione Unica è stata prorogata dal 31 marzo al 30 aprile. Inoltre, il credito d’imposta al 50% per le spese di sanificazione degli ambienti di lavoro viene allargato anche all’acquisto dei dispositivi di protezione individuale, mascherine e occhiali. E’ consentito all’Inps di rilasciare un pin semplificatotramite identificazione telematica del richiedente posticipando al termine dell’emergenza la verifica. Vengono introdotte norme sui cosìdetti ‘farmaci compassionevoli’ (quelli non ancora autorizzati), come l’esclusione dell’applicazione di imposte in caso di cessione gratuita. Quinto: disposizioni su tribunali e sport Il decreto prevede anche lo spostamento, dal 15 aprile all’11 maggio, del termine per il rinvio d’ufficio delle udienze dei procedimenti civili e penali pendenti presso tutti gli uffici giudiziari, nonché la sospensione del decorso dei termini per il compimento di qualsiasi atto dei procedimenti civili e penali. Sono sospesi, per la stessa durata, i termini per la notifica del ricorso in primo grado davanti alle Commissioni tributarie. C’è anche, l’ampliamento fino alla fine dell’anno dell’operatività del Fondo di garanzia per l’impiantistica sportiva, amministrato in gestione separata dall’Istituto per il Credito Sportivo, includendo anche i finanziamenti per le esigenze di liquidità, attualmente esclusi, delle Federazioni Sportive Nazionali, delle Discipline Sportive Associate, degli Enti di Promozione Sportiva, delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche. Per questo viene costituito un apposito comparto del Fondo con una dotazione di 30 milioni di euro. Altre norme per i medici Ma anche un ampio capitolo dedicata alla sanità: altri fondi per il commissario all’emergenza ospedali Domenico Arcuri per reperire mascherine e altri strumenti necessari, sblocco degli aumenti contrattuali per i medici di famigliai pediatri e gli specialisti ambulatoriali, più soldi in busta paga per far fronte al maggior impegno dei camici bianchi, e la reperibilità dei medici di base tutto il giorno anche a distanza con la dotazione di piattaforme digitali e sistemi per fornire un video-consulto in teleassistenza ai pazienti contagiati, ai quali verranno consegnati, in caso di necessità, i saturimetri per il controllo dell’ossigeno. Il nuovo decreto in arrivo E’ in preparazione anche un nuovo decreto che dovrebbe arrivare dopo il 20 aprile, con risorse ancora più consistenti, regole per allentare il lockdown e consentire alle filiere di riaprire le fabbriche e ai negozi di rialzare le serrande. Ma non solo, perché potrebbe esserci già da subito anche un rilancio degli investimenti pubblici con lo sblocco dei cantieri, oltre a nuovi aiuti per gli affitti e a un pacchetto per sostenere i Comuni in dissesto. Intanto per la fase due e le riaperture il governo ha messo in messo in mano a Vittorio Colao una nuova task-force che, appena insediata a Palazzo Chigi, ha già iniziato a studiare modelli e scenari per trovare un punto di equilibrio tra chi chiede di ‘ricominciare’ e la prudenza della medicina. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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