Coronavirus batte economia Italia, Pil affonda dell’8% e il debito pubblico schizza al 155,7%

Coronavirus batte economia Italia, Pil affonda dell’8% e il debito pubblico schizza al 155,7%

Non solo, la strapazza. Per poi scuoterla verso un ‘rimbalzo’ di un più 4,7% nel 2021. Il tutto con un deficit che arriverà al 10,4% quest’anno, per scendere al 5,7% nel 2021. Ce lo racconta il Def messo a punto dal governo e varato nell’ultimo consiglio dei ministri. E’ la prima volta che un Documento di economia e finanza non offre le sue proiezioni sul prossimo triennio ma si limita al 2020 e al 2021: “Se non si fosse materializzato il cigno nero della crisi epidemica, l’economia italiana avrebbe potuto registrare un ritmo di crescita in graduale miglioramento nell’anno in corso” con la previsione di crescita annua dello 0,6%. Ma è quasi pronto il nuovo decreto, ribattezzato ‘Aprile’, una vera e propria Manovra con tutta la forza dell’extra-deficit e una potenza di 150 miliardi.

a cura di Tommaso Tetro

Coronavirus batte economia Italia, Pil affonda dell’8% e il debito pubblico schizza al 155,7%

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Il coronavirus batte l’economia dell’Italia. Lo avevamo capito. Ce ne siamo, come dire, accorti. Niente di nuovo. Ma ora sappiamo che non solo la batte: la strapazza.

Il Pil è la prima vittima; viene portato giù e affondato fino a un meno 8% nel 2020. Per poi scuoterlo verso un ‘rimbalzo’ di un più 4,7% nel 2021. Il tutto condito da un deficit che arriverà al 10,4% quest’anno, per scendere al 5,7% nel 2021. E questo, nonostante “l’impatto finanziario del decreto contenente misure urgenti per il rilancio economico”. Il Def, il Documento di economia e finanza messo a punto dal governo e varato nell’ultimo consiglio dei ministri, è chiaro oltre che impietoso sui conti pubblici che attendono l’Italia.

Addirittura si sussurra che ci sia la speranza che le stime attese si trasformino in numeri certi, in modo che non possano diventare ancora peggio di quelle raccontate, se per esempio il debito pubblico previsto dovesse salire alle stelle e essere al 155,7% del Pil alla fine di quest’anno, e al 152,7% alla fine del prossimo. L’indebitamento si attesterebbe al 7,1%; e questo al netto delle risorse aggiuntive necessarie per il nuovo decreto, ormai ribattezzato ‘Aprile’, pari a 55 miliardi (cioè il 3,3%). Mentre il deficit strutturale dovrebbe prendere una serie di pugni in faccia fino ad arrivare a una riduzione dell’1,7%; dovrebbe però riuscire a non cadere al tappeto perché, nello scenario ipotizzato per il 2021, si pensa a un suo miglioramento dello 0,6%: quindi un meno 3,6% nel 2020 e un meno 3% nel 2021.

Non escluso, ma per ora si tratta soltanto di un annuncio, che il governo possa eliminare le clausole di salvaguardia sull’Iva e sulle accise a partire dall’anno prossimo. Anche se le stime sono frutto di calcoli che tengono in considerazione gli aumenti previsti a legislazione vigente.

Il Def però tutto questo lo ipotizza (e alcuni, come detto, ci sperano). Ma a patto che l’epidemia si fermi, che arrivi il vaccino contro il Covid-19, e che le ricadute economiche dei contagi si siano esaurite nel primo trimestre del prossimo anno. Inoltre, bisogna ricordare che questa è la prima volta che un Documento di economia e finanza non offre le sue proiezioni sul prossimo triennio ma si limita al 2020 e al 2021. Un’esigenza che tiene insieme l’incertezza del quadro attuale e l’eccezionalità della crisi sanitaria; un’esigenza che ha ricevuto il placet da parte della commissione Europea per tutti i Paesi. Con la promessa del governo di un aggiornamento non appena il delicato momento sarà passato.

In alcuni passaggi il Def è anche ottimista per quello che sarebbe potuto essere della nostra economia e per esempio formula un ragionamento sulla crescita del Paese senza la ‘botta’ coronavirus: “Se non si fosse materializzato il cigno nero della crisi epidemica, l’economia italiana avrebbe potuto registrare un ritmo di crescita in graduale miglioramento nell’anno in corso. Tale ripresa avrebbe condotto ad una modesta espansione nel primo trimestre dell’anno, rendendo raggiungibile la previsione di crescita annua dello 0,6%”.

Produzione, calo senza precedenti

“I dati sulla produzione e i consumi di elettricità, i trasporti e la fatturazione elettronica – si osserva nel Def – testimoniano di un calo senza precedenti dell’attività economica”. Nelle stime “il mese di marzo registrerebbe il più forte calo congiunturale, seguito da un’ulteriore contrazione in aprile tenuto conto della decisione di mantenere in vigore le misure di contrasto all’epidemia adottate nella seconda metà di marzo. A ciò seguirebbe un parziale recupero del Pil in maggio e giugno, consentito dal graduale rilassamento delle misure di controllo”.

Coronavirus: Produzione, calo senza precedenti

La contrazione del Pil su base trimestrale “sarebbe pari al 5,5% nel primo trimestre e al 10,5% nel secondo trimestre. A queste fortissime cadute seguirebbe un rimbalzo del 9,6% nel terzo trimestre e del 3,8% nel quarto, che tuttavia lascerebbe il Pil dell’ultimo trimestre ad un livello inferiore del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2019”. Sull’anno, come detto, la previsione è del meno 8%.

I redditi a picco del 5,7%

Nel 2020 i redditi dei lavoratori dipendenti in Italia diminuiranno del 5,7%, anche per il ricorso massiccio alla Cassa integrazione, ma la riduzione sarà comunque più contenuta di quella della spesa delle famiglie, con una propensione al risparmio che aumenterà superando il 13% su base annua. I redditi dovrebbero tornare a crescere nel 2021, con un aumento del 4,6%.

Privatizzazioni per oltre 3 miliardi

Il processo di privatizzazione per contenere il debito pubblico non si ferma con l’emergenza Coronavirus. Il governo indica un target di oltre tre miliardi all’anno sia per il 2020 che per il 2021, pari allo 0,2% del Pil, da “privatizzazioni e altri proventi finanziari”. Nell’ultima nota di aggiornamento al Def dell’inverno scorso la previsione per quest’anno e per il prossimo era la stessa, comprensiva però dei dividendi straordinari delle partecipazioni pubbliche.

Sanità, la strategia anti-Covid

L’obiettivo “prioritario della strategia seguita dall’Italia” nell’emergenza coronavirus è stata “la minimizzazione delle perdite umane e del numero di ricoveri ospedalieri in particolare in terapia intensiva. Al contempo, la capacità del sistema ospedaliero è stata fortemente incrementata, al punto che a metà aprile il numero di letti per terapie intensive risultava aumentato di due terzi in confronto a fine febbraio”.

Scende la pressione fiscale

La pressione fiscale grazie “agli effetti del nuovo decreto”, che cancellerà definitivamente gli aumenti dell’Iva, scenderà dal “41,8%” del 2020 al “41,4% nel 2021, comprensivi del beneficio degli 80 euro mensili”, che aumenteranno da luglio per effetto del taglio del cuneo fiscale. Senza l’eliminazione delle clausole di salvaguardia la pressione fiscale sarebbe invece salita al 42,5%.

I consumi in calo, gli investimenti a picco

L’emergenza Covid peserà sui consumi e soprattutto sugli investimenti, che crolleranno di una percentuale a due cifre. Secondo le previsioni contenute nella bozza del Def i consumi dovrebbero registrare quest’anno un calo del 7,2% e gli investimenti fissi lordi del 12,3%.

Anche per le esportazioni sono previste decrementi importanti del 14,4% e per le importazioni del 13,5%. Si tratta in questo caso, viene osservato, di andamenti in linea a quelli riscontrati in occasione della precedente crisi globale del 2008-2009.

Rilancio investimenti e riforma fisco

“I principi generali della strategia di rientro” del rapporto debito-Pil “saranno, oltre al conseguimento di un adeguato surplus di bilancio primario: il rilancio degli investimenti, pubblici e privati, grazie anche alla semplificazione delle procedure amministrative; il contrasto all’evasione fiscale; la riforma del sistema fiscale, improntata alla semplificazione, all’equità e alla tutela ambientale; la revisione e la riqualificazione della spesa pubblica”.

Strumenti innovativi Ue anti-Covid

“L’azione del governo sarà indirizzata all’introduzione di innovativi strumenti europei che possano assicurare una risposta adeguata della politica di bilancio alla luce della gravità della crisi e, al contempo, migliorare le prospettive di crescita di lungo termine e la sostenibilità delle finanze pubbliche dei Paesi membri”.

Il nuovo decreto di Aprile, una vera e propria Manovra

Il nuovo decreto, atteso ad Aprile, avrà dentro tutta la forza dell’extra-deficit con un potenza di circa 55 miliardi di deficit e una capacità moltiplicatrice fino a oltre 150 miliardi grazie a una serie di stanziamenti che non incidono sull’indebitamento ma sul saldo netto da finanziare.

Ci saranno dentro i 12 miliardi che serviranno per i pagamenti dei debiti della P.a., ma anche i 30 miliardi a copertura delle garanzie sulla liquidità fino alla ‘dote’ per circa 50 miliardi per Cassa depositi e prestiti per la capitalizzazione delle imprese e il sostegno alle attività.

Inoltre il “prossimo decreto garantirà, pur in un contesto di miglioramento graduale e strutturale della finanza pubblica, la completa eliminazione dell’incremento delle aliquote Iva e delle accise previsto dal 2021”. In questo modo si migliora finalmente “la trasparenza delle previsioni di finanza pubblica”. Il pacchetto di misure, viene svelato, sarà concentrato soprattutto su una “drastica semplificazione”.

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