Italia a crescita quasi zero: fine crisi per Ance nel 2045 (forse)

Italia a crescita quasi zero: fine crisi per Ance nel 2045 (forse)

L’osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni di Ance ha recentemente presentato uno studio relativo alla crescita economica in Italia, valutando i dati che hanno segnato la chiusura del 2019 e le previsioni per il 2020.

A cura di Fabiana MurgiaCrescita economica bloccata Indice:

Nello specifico lo studio è stato illustrato dal Presidente dell’Ance, Gabriele Buia, dal Vicepresidente Rudy Girardi e dal Direttore del Centro Studi Ance, Flavio Monosilio, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche Annalisa Giachi, della fondazione Promo Pa, che ha illustrato i principali risultati della ricerca “Investimenti pubblici e burocrazia: cause, costi sociali e proposte”, e Gustavo Piga, Professore Ordinario di Economia Politica all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, concentrandosi sulle prospettive di sviluppo del settore anche in relazione al contesto macro economico generale.

Dallo studio è emersa una situazione di crescita nel 2019 pressoché stagnante, appesa a timidi segnali positivi insufficienti per considerare cessata la situazione di crisi. Di fatto il PIL italiano rimane fermo, prendendo le distanze dalla risposta positiva riscontrata nei principali paesi europei in seguito alla grande recessione.

Ci troviamo a fare i conti con una situazione economica che non riesce a recuperare i livelli pre-crisi e questo appare evidente dai dati negativi che a fine anno registravano un -4,1% di crescita rispetto al 2007 (contro il +11,3% della Francia e +15,5% della Germania), nonostante il +2,3% degli investimenti intrapresi nel settore delle costruzioni rispetto al 2018 che, però, non è in grado di segnare una vera svolta e di stabilizzare un settore che negli ultimi 11 anni si è ridotto ai minimi storici.

La situazione economica nel corso del 2019

Il 2019 ha rappresentato per l’economia italiana un anno critico dal punto di vista economico, generando un livello di crescita prossimo allo zero e prospettive insoddisfacenti per questo 2020, non solo a causa dei problemi interni al Paese, ma anche in funzione di una situazione incerta del contesto internazionale.

Le cause di questa situazione precaria sono da ricercarsi nelle scelte di una politica economica volta al sostegno dei consumi piuttosto che degli investimenti.

Dopo una fase di picco iniziale della produzione, la seconda parte del 2019 ha mostrato una tendenza alla decrescita. Bisogna però riconoscere una crescita positiva nel settore delle opere pubbliche, interessato da un +2,9% negli investimenti dopo una caduta libera iniziata nel 2005.

Alti e bassi nel mercato immobiliare

La situazione del mercato immobiliare è stata interessata nel 2019 da un incremento delle compravendite di 600mila unità immobiliari e una crescita della produzione residenziale pari al 5,4% rispetto al 2018; crescita che, seppur avendo un segno positivo, non basta per porre rimedio alla drastica contrazione dei livelli produttivi che ha superato il 70% in questo settore.

Compravendita delle unità immobiliari ad uso abitativo
Fonte: Ance

Se da una parte il settore dell’edilizia sembra essere sulla giusta strada, dall’altra i dati registrati relativamente ai permessi di costruzione risultano particolarmente allarmanti, segnati da una diminuzione nel primo trimestre 2019 dello 0,9% nell’edilizia residenziale e del 7,9% in quella non residenziale.

Si concretizza così il rischio di un calo che nei prossimi anni potrà portare effetti negativi sugli investimenti.

Grafico erogazione mutui 2019
Fonte: Ance

Anche il secondo e il terzo trimestre del 2019 hanno dato segni negativi nell’ambito dei finanziamenti alle imprese per il comparto residenziale e non residenziale con diminuzione della concessione dei mutui destinati all’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie. Dati alla mano, si parla di un -8,2% nei primi nove mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Previsioni di crescita per il 2020

Il ritmo rallentato che la crescita economica ha avuto nel 2019 si proietta inevitabilmente nella prospettiva futura, generando una previsione non particolarmente rosea per il 2020.

Un ingresso notevole nell’anno nuovo l’ha fatto la Legge di bilancio 2020 che ha penalizzato la spesa in conto capitale, destinando gli spazi finanziari concordati con la Commissione Europea a spese di natura corrente. Ecco che emerge nuovamente il tentativo, già dimostratosi fallimentare, di un sostegno alla crescita economica attraverso i consumi, piuttosto che un incentivo agli investimenti pubblici.

È una storia già vista e rivista quella del rinvio recidivo all’anno successivo dell’utilizzo di risorse destinate agli investimenti pubblici e, a quanto pare, anche questo “nuovo anno successivo” non sembra essere quello buono per la Legge di bilancio.

La previsione Ance per il 2020

Alla luce di queste rapide valutazioni la domanda nasce spontanea: cosa dobbiamo aspettarci da questo 2020?

Per evitare che le menti più ottimiste rimangano deluse vi distogliamo subito da eventuali pensieri gioiosi e rassicuriamo i più scettici confermando che nemmeno il 2020 sarà l’anno della svolta per il nostro Paese.

Ance prevede, infatti, un aumento degli investimenti in costruzione solo dell’1,7% in termini reali, con riferimento ai singoli comparti:

  • Investimenti nella nuova edilizia abitativa +2,5% rispetto al 2019 – prosegue tendenza positiva, seppur di intensità più contenuta rispetto agli anni precedenti.
  • Investimenti in manutenzione straordinaria dello stock abitativo +1,5% grazie all’impatto dei primi interventi con ecobonus e sismabonus su interi condomini e del bonus facciate.
  • Investimenti in non residenziale privato +0,4%.
  • Investimenti in opere pubbliche +4% dovuto essenzialmente alla ripresa dei bandi di gara degli anni precedenti e al rifinanziamento del Piano spagnolo.

Ance sostiene che con questi ritmi potremo finalmente uscire dalla crisi nel 2045!

Sarà vero? Non ci resta che aspettare e nell’attesa, magari, anche agire. Possibilmente nella giusta direzione.

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