Ance su DL Crescita, bene ma non benissimo

Ance su DL Crescita, bene ma non benissimo

In audizione alla Camera dei Deputati, la delegazione Ance ha da una parte apprezzato le misure messe in atto dal Governo a sostegno dell’edilizia, DL Crescita e Sbloccacantieri, dall’altra ha espresso preoccupazione su alcune misure, proponendo disposizioni correttive.Ance su DL Crescita, bene ma non benissimoLo scorso 9 Maggio, una delegazione dell’Ance, presieduta dal Vicepresidente economico-fiscale-tributario, Dott. Marco Dettori, è stata ascoltata in Audizione presso le Commissioni riunite Bilancio e Finanze della Camera dei Deputati sul DL Crescita 34/2019.

L’Associazione dei Costruttori ha sottolineato la soddisfazione per l’impegno dimostrato dal Governo verso il settore edile con gli ultimi provvedimenti, ovvero il DL Crescita, il Documento di Economia e Finanza e lo “Sbloccacantieri

Rispetto al DL Crescita il Dott. Dettori ha evidenziato l’apprezzamento dei costruttori per alcuni parametri che interessano il profilo fiscale, quale per esempio l’aumento della deducibilità, dalle imposte sul reddito, dell’IMU pagata sugli immobili strumentali.

Sono considerate particolarmente positive alcune misure per gli interventi di rigenerazione urbana e di sostituzione edilizia, a partire da quelle che rendono più facile il prelievo fiscale per le imprese  che acquistano fabbricati usati da demolire e ricostruire, permettendo “l’applicazione delle imposte di registro, ipotecaria e catastale in misura fissa (anziché nella misura ordinaria del 9% del valore dichiarato in atto”. Molto positivo anche l’allargamento alle zone sismiche 2 e 3 del “Sismabonus acquisti”, ovvero la detrazione, del prezzo di acquisto non superiore a 96.000 euro, del 75% o 85% a seconda che ci sia il miglioramento di una o due classi sismiche, di cui beneficia chi acquista unità immobiliari antisismiche, che si trovano edifici demoliti e ricostruiti.

Pur apprezzando lo sforzo del Governo, l’Ance sottolinea però che entrambe le misure per essere davvero efficaci andrebbero potenziate. Per sostenere in maniera capillare gli interventi di riqualificazione e di messa in  sicurezza del patrimonio immobiliare esistente, secondo l’Associazione il regime ridotto introdotto per l’acquisto di fabbricati da demolire e ricostruire si dovrebbe applicare anche al trasferimento di edifici da ristrutturare incisivamente, senza la preventiva demolizione e delle aree urbanizzate sulle quali realizzare nuovi immobili ad alta efficienza energetica e antisismici.

Per quanto riguarda il “Sismabonus acquisti” sarebbe bene estendere la scadenza, attualmente al 31 dicembre 2021, almeno fino al 2030, così da avere un margine di tempo sufficiente per realizzare in modo efficace e strutturato gli interventi di rigenerazione urbana, piuttosto complessi e che necessitano di tempi certi e di una adeguata pianificazione.

Sul fronte degli investimenti pubblici bene il finanziamento di 500 milioni di euro per interventi comunali da far partire nei prossimi sei mesi e le norme sulla riprogrammazione e l’accelerazione della spesa del Fondo Sviluppo e Coesione, che rappresenta una quota significativa delle risorse stanziate per il rilancio degli investimenti negli ultimi tre anni. Entrambe le misure potranno avere un effetto positivo sulla crescita degli investimenti, anche in chiave “sbloccacantieri”.

No allo sconto alternativo all’ecobonus

L’Ance non è assolutamente favorevole all’art 10 che prevede che i committenti dei lavori possano beneficiare, in alternativa alla cessione dell’Ecobonus e Sismabonus, “di uno sconto sul corrispettivo corrispondente all’importo della detrazione spettante, che viene, quindi, anticipato dall’impresa esecutrice dei lavori e da questa recuperato sotto forma di credito di imposta da utilizzare in compensazione (tramite F24) in cinque quote annuali e senza possibilità di cessione ulteriore”.

Si tratta infatti di una misura che, come già sostenuto da più parti, sfavorisce le PMI  e rischia che si formi un mercato aperto solo a poche grandi realtà in grado di “sfruttare pienamente la detrazione nei cinque anni previsti, recuperando così lo sconto offerto ai committenti e relegando al ruolo di subappaltatori le imprese di costruzioni”.

Senza dimenticare che si rischierebbe di compromettere uno strumento, quello della cessione dei credito, che funziona ormai molto bene e ha stimolato l’avvio di interventi complessi di messa in sicurezza sismica e di riqualificazione energetica dell’esistente.

L’Associazione Costruttori ritiene particolarmente positivo il rifinanziamento del Fondo di Garanzia per la Prima Casa, misura che ha aumentato la platea delle  famiglie che possono accedere al bene casa. Per ottimizzare la misura l’operatività del Fondo dovrebbe essere allargata anche alla riqualificazione degli edifici, indipendentemente dall’acquisto.

Scarica il documento Audizione Ance su DL Crescita

 

 

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