Reintrodotto lo sconto in fattura ecobonus per lavori sopra 200 mila€

Reintrodotto lo sconto in fattura ecobonus per lavori sopra 200 mila€

Un nuovo emendamento approvato dalla Commissione Bilancio del Senato nella notte ha reintrodotto lo sconto in fattura per i lavori importanti sulle parti comuni degli edifici condominiali, sopra i 200mila euro

Reintrodotto lo sconto in fattura ecobonus per lavori sopra 200 mila€

Indice dei contenuti
Manovra 2020, stop allo sconto in fattura ecobonus e sismabonus
Decreto Crescita 2019, PMI contro lo sconto in fattura
Decreto Crescita 2019, ok dal Senato
Decreto Crescita 2019, le novità per edilizia ed energia
Approvato dal CDM il Decreto crescita
Decreto Crescita 2019, le prime anticipazioni

E’ uscito dalla porta e rientrato dalla finestra… Parliamo dello sconto in fattura per interventi che danno diritto a ecobuonus e sismabonus, l’ormai noto articolo 10, eliminato da un emendamento approvato dalla Commissione Bilancio del Senato l’11 dicembre e reintrodotto con un nuovo emendamento della medesima Commissione, ma solo per i lavori sulle parti comuni degli edifici condominiali che prevedano una ristrutturazione importante sopra i 200mila euro.

Dal 1 gennaio 2020 solo in questo caso dunque il condomino può scegliere al posto delle detrazioni, un contributo di pari ammontare, “sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi e a quest’ultimo rimborsato sotto forma di credito d’imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione, in cinque quote annuali di pari importo. Il fornitore che ha effettuato gli interventi ha a sua volta facoltà di cedere il credito d’imposta ai propri fornitori di beni e servizi, con esclusione della possibilità di ulteriori cessioni da parte di questi ultimi. Rimane in ogni caso esclusa la cessione ad istituti di credito e ad intermediari finanziari”.

Tante le reazioni, da quelle cautamente soddisfatte ad altre decisamente polemiche rispetto a questo nuovo emendamento che favorirebbe le grandi aziende a discapito delle PMI che non sono in grado di sostenere finanziariamente una misura del genere.

CNA è assolutamente contraria alla misura, anche se applicabile ad un perimetro apparentemente circoscritto. “Il voto in Senato rappresenta una clamorosa retromarcia da parte del Governo e della maggioranza parlamentare che reintroducono uno strumento discriminatorio che penalizza le vere imprese dell’edilizia, dell’impiantistica e dei serramenti ed è un regalo ingiustificato ai grandi operatori”.

Di parere opposto Ance, l’Associazione dei costruttori edili auspicava infatti una soluzione intermedia che permettesse di incentivare e semplificare le operazioni di riqualificazione senza danneggiare la concorrenza nel mercato né i cittadini. “Giusta dunque- sottolinea il presidente Gabriele Buia – una rimodulazione per tutelare il lavoro delle piccole imprese ma non una cancellazione totale.


12/12/19

Manovra 2020, stop allo sconto in fattura ecobonus e sismabonus

Approvato un emendamento in Senato che dal prossimo anno elimina lo sconto diretto in fattura per i lavori che danno diritto a ecobonus e sismabonus

la redazione

Manovra 2020, stop allo sconto in fattura ecobonus e sismabonus

La Commissione Bilancio del Senato ha approvato un emendamento a firma di Forza Italia, che ha abrogato l’articolo 10 (commi 1,2,3 e 3-ter) introdotto dal Decreto Crescita la scorsa primavera, che permetteva agli utenti di chiedere lo sconto immediato in fattura per gli interventi che danno diritto all’Ecobonus e al Sismabonus.

Ricordiamo che il suddetto articolo ha suscitato moltissime polemiche perché di fatto si trattava di una misura che aiutava le grandi aziende ma rischiava di mettere in difficoltà gli artigiani e le PMI, difficilmente in grado di poter compensare i crediti d’imposta acquisiti.  Secondo una stima di Confartigianato, lo sconto in fattura avrebbe provocato in 5 anni per le piccole imprese del ‘sistema casa’ pesanti riduzioni del fatturato, dal 37% al 58%9 sul segmento interessato dalle detrazioni fiscali per riqualificazione energetica.

Non sarà dunque più possibile cedere il proprio credito ai fornitori in cambio dello sconto diretto sulla cifra complessiva da pagare per i lavori di riqualificazione o di messa in sicurezza antisismica.

Tra i primi commenti segnaliamo la soddisfazione di Emanuele Orsini, presidente di FederlegnoArredo, che sottolinea che “FederlegnoArredo vince una importante battaglia per eliminare una misura dannosa per le nostre imprese e che avrebbe messo a rischio interi settori. Orgogliosi di questo grande risultato”.

Italia Solare, che aveva presentato un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, plaude alla scelta e in una nota a firma del Presidente Paolo Rocco Viscontini sottolinea che l’associazione ha individuato una soluzione che lascia agli utenti finali la possibilità “di beneficiare della riduzione dell’esborso finanziario nel rispetto della libera concorrenza nel mercato. Ma abbiamo sempre detto che in caso non fosse stato possibile modificare l’articolo sarebbe stato comunque meglio abrogarlo”. Per facilitare le realizzazioni fotovoltaiche residenziali la proposta è di ridurre il periodo di detrazione, anche modificando se necessario la percentuale della detrazione.

E’ molto soddisfatto il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti che in una nota sottolinea cheIl Parlamento ha compreso le ragioni di Confartigianato e la necessità di ristabilire nel mercato corrette condizioni di concorrenza che non penalizzino gli artigiani e le piccole imprese”.


9/7/19

Decreto Crescita 2019, PMI contro lo sconto in fattura

Dopo l’approvazione da parte del Senato del Decreto Crescita 2019, che prevede una serie di misure per edilizia, appalti e imprese, si sono levate forti proteste da parte di aziende e associazioni sull’articolo 10 che inserisce il possibile sconto in fattura al posto di ecobonus. Il commento di CNAAter, Coordinamento Free e Italia Solare scrivono al Ministero dello Sviluppo Economico

 

Decreto Crescita, ok dal Senato

 


La Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa – CNA, in una nota esprime molta preoccupazione per la possibilità introdotta dal Decreto Crescita 2019 (34/2019), recentemente approvato dal Senato, di sconto in fattura al posto della detrazione fiscale prevista per gli interventi di efficienza energetica (ecobonus) o di messa in sicurezza antisismica (sismabonus).

Lo sconto è da intendersi di pari importo a ecobonus/sismabonus, anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi e a quest’ultimo rimborsato sotto forma di credito d’imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione, e dunque non cedibile ad altri soggetti, in cinque quote annuali di pari importo.

Il commento della CNA segue il giudizio negativo inviato dall’Antitust al Presidente del Consiglio e ai 2 presidenti di Camera e Senato, segnalando che il comma 3 dell’articolo 10 “Modifiche alla disciplina degli incentivi per gli interventi di efficienza energetica e di rischio sismico”, che dà la possibilità ai beneficiari di avere immediatamente uno sconto da parte dell’impresa che verrà poi rimborsata, rischia di mettere in difficoltà le PMI, favorendo i soli operatori economici di maggiori dimensioni. Se è positivo il fatto di voler agevolare i clienti finali, si tratta però di un “meccanismo fruibile, nei fatti, solo dalle imprese di grande dimensione, che risultano le uniche in grado di praticare gli sconti corrispondenti alle detrazioni fiscali senza confronti concorrenziali… Infatti, non essendo prevista – nell’art. 10 del Decreto Crescita – la facoltà di successiva cessione del credito d’imposta da parte del fornitore degli interventi, il nuovo meccanismo, così come articolato, è sostanzialmente precluso alle PMI che operano nel mercato della riqualificazione energetica, non disponendo esse della capienza fiscale necessaria per poter compensare i crediti d’imposta acquisiti”.

Secondo l’Autorità per non avvantaggiare solo pochi operatori, sarebbe necessario introdurre la possibilità di successiva cessione del credito a terzi, e non solo ai propri fornitori, ma anche a Banche e Istituti finanziari, secondo modalità definite dall’Agenzia delle Entrate.

Molto duro il commento della Confederazione Nazionale Artigianato e PMI che aveva proposto, come l’antitrust, di vendere il credito d’imposta sulla spesa effettuata direttamente alle banche. Il DL approvato invece altera la concorrenza a danno delle piccole e medie aziende.
Proprio per tutelare le PMI, più di 60 imprese dei settori impianti, legno ed arredamento aderenti a CNA hanno avviato un procedimento amministrativo davanti alla Commissione Europea ed all’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato affinché venga accertata l’illegittimità dell’art. 10 della L. 58/2019.

Anche nell’ambito delle rinnovabili la norma desta non poca preoccupazione. Ater, Coordinamento Free e Italia Solare hanno scritto al ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio e al sottosegretario Davide Crippa, sottolineando grande preoccupazione per la norma che in caso di acquisto di un impianto fotovoltaico dà la possibilità all’acquirente di cedere il credito IRPEF al fornitore dell’impianto stesso. Le associazioni chiedono che sia eliminato il divieto di cessione del credito a intermediari finanziari o in caso contrario che la norma sia cancellata: “Tale disposizione mette in grande difficoltà la stragrande maggioranza degli operatori del settore, siano essi installatori o grossisti/distributori”, lasciando solo alle grandi utilities la possibilità della cessione del credito IRPEF offerta dal comma 3 dell’art. 10.

Il rischio è che le piccole imprese riescano a lavorare solo in subappalto, con scarsi margini di guadagno e spesso cercando di ridurre al minimo i costi e dunque lavorando in condizioni di scarsa sicurezza.

Si tratta di un’ulteriore difficoltà per le “imprese di installazione che subiscono una ritenuta dell’8% sui prezzi degli interventi che possono beneficiare della detrazione IRPEF, con un conseguente impatto negativo sui flussi di cassa”.
Le 3 associazioni ricordano che il settore delle rinnovabili dovrebbe essere sostenuto con la nascita delle comunità energetiche aprendo la possibilità di autoconsumare energia su più POD; semplificando burocrazia e agevolando l’installazione di sistemi di accumulo per il residenziale e l’industriale.


1/7/2019

Decreto Crescita 2019, ok dal Senato

Il 28 giugno il Senato ha approvato, senza modifiche al testo licenziato dalla Camera, il Decreto Crescita che contiene una serie di misure per edilizia e imprese di cui in questo periodo vi abbiamo dato conto e che ora riassumiamo.

Incentivi per la valorizzazione edilizia

Tassazione agevolata per le imprese di costruzione che fino al 31 dicembre 2021 acquistino fabbricati provvedendo entro i successivi 10 anni alla loro demolizione e ricostruzione, conformemente alla normativa antisismica e con il raggiungimento della classe energetica A, B, o NZEB, anche con variazione volumetrica rispetto al fabbricato preesistente.

Sismabonus del 75 o 85 per cento esteso alle zone 2 e 3

Chi acquisterà un immobile, in un edificio da demolire e poi ricostruire, nelle zone a rischio sismico 2 e 3 (oltre a quelle a rischio sismico 1) potrà ottenere una detrazione del 75% se dalla realizzazione degli interventi deriverà una riduzione del rischio sismico che determini il passaggio a una classe di rischio inferiore. La detrazione potrà essere portata all’85% se si dovesse realizzare un passaggio a due classi di rischio inferiore. Il tetto massimo di spesa è di 96.000 euro. Con questa modifica, quasi tutto il territorio nazionale potrà accedere all’incentivo.

Alternativa incentivo eco e sismabonus

Il Decreto Crescita stabilisce che per gli interventi di efficienza energetica e di messa in sicurezza antisismica, il soggetto possa scegliere per la detrazione fiscale (ecobonus-sismabonus) o per un contributo di pari importo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi e a quest’ultimo rimborsato sotto forma di credito d’imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione, in cinque quote annuali di pari importo.

Fondo Salva Opere

Si tratta di un Fondo, alimentato con un contributo dello 0,5% del valore del ribasso offerto dall’aggiudicatario delle gare di appalti pubblici, che viene istituito per assicurare il completamento delle opere, la tutela dei lavoratori e delle imprese subappaltatrici che abbiano dei crediti, in caso di fallimento dell’appaltatore. E’ una misura accolta con favore dall’Ance, il cui presidente Gabriele Buia sottolinea: “E’ una norma di civiltà che non poteva essere pagata dalle imprese e che salutiamo con soddisfazione. Ora però bisogna fare in fretta, non perdiamoci in estenuanti istruttorie prima di procedere al pagamento”

Messa in sicurezza edilizia scolastica, procedura negoziata entro i 5,5 milioni

I comuni o le provincie beneficiarie di finanziamenti statali per la messa in sicurezza delle scuole, nel triennio 2019-2021, nel caso in cui Invitalia ritardi la pubblicazione delle gare per l’affidamento dei lavori, potranno affidare le gare di importo fino a 5,5 milioni di euro con procedura negoziata previa consultazione di almeno 15 operatori economici.

Sostegno ai Comuni per interventi di efficienza energetica

In materia di efficienza energetica, sono confermati, per il 2019, i 500 milioni di euro ai Comuni sul Fondo sviluppo e coesione per gli interventi di efficientamento energetico (illuminazione pubblica, risparmio energetico negli edifici di proprietà pubblica o destinati all’uso pubblico, installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili) e di sviluppo territoriale sostenibile (adeguamento e messa in sicurezza di scuole, edifici pubblici e patrimonio comunale, abbattimento delle barriere architettoniche, progetti in materia di mobilità sostenibile). I fondi verranno erogati ai Comuni in misura proporzionale alla popolazione: 50mila euro per i Comuni fino a cinquemila abitanti; 250mila euro per quelli oltre i 250mila abitanti.

Esenzione dal pagamento della TASI per gli immobili costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita.

– Accesso a una sezione speciale del Fondo di Garanzia per le PMI titolari di crediti certificati nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni e che abbiano difficoltà a restituire i finanziamenti contratti con banche e intermediari finanziari. Il Fondo potrà coprire fino all’80% della cifra.

– Sostegno alla transizione delle attività economiche verso un modello di economia circolare, attraverso concessione di finanziamenti agevolati a imprese e centri di ricerca che stiano sviluppando progetti a sostegno di un uso più efficiente e sostenibile delle risorse o per l’acquisto di prodotti che derivino per almeno il 75% della loro composizione, dal riciclaggio di rifiuti o di rottami;

– Le agevolazioni delle Nuova Sabatini per investimenti in nuovi macchinari, impianti e attrezzature, sono estese anche alle PMI.

– Meccanismo incentivante per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili si estende anche alle biomasse. Molto soddisfatta l’AIEL, Associazione italiana energie agroforestali, che in una nota sottolinea che “Questa misura “sblocca” finalmente molti investimenti virtuosi per la realizzazione di impianti di produzione di energia termica da biomasse, soprattutto nel settore industriale, ovvero nei processi produttivi, per i quali mancava un meccanismo incentivante (il Conto Termico incentiva infatti solo la climatizzazione)”. L’associazione stima che il meccanismo, nei prossimi 5 anni, potrebbe attivare potenzialmente la realizzazione di 1.600 impianti, investimenti per oltre 1,5 miliardi di Euro, nei settori agroindustriali e industriali, nel teleriscaldamento, nel settore alberghiero e nel settore delle coltivazioni protette (serre).

– Reintrodotto il superammortmento, ovvero l’agevolazione che consente di maggiorare del 30% il costo di acquisizione a fini fiscali degli investimenti in beni materiali strumentali nuovi. Rispetto alle norme previgenti, l’articolo introduce un tetto di 2,5 milioni di euro agli investimenti agevolabili.
Il presidente di Enerqos Energy Solutions, Giorgio Pucci a questo proposito spiega: « Il Decreto Crescita reintroduce uno strumento importantissimo per l’economia del Paese con il superammortamento 130% per chi compra una caldaia nuova a biomassa per una serra, un impianto fotovoltaico, un cogeneratore, o anche lampade nuove purché questi beni siano collegati alla produzione e all’innovazione delle imprese e non siano utilizzati per vendere energia elettrica, ma per usarla»

Eco incentivi per la rottamazione di veicoli euro 0,1, 2 e 3, estese a moto, motorini e microcar elettriche e ibridi, senza limitazione di kilowatt. Il contributo pari al 30% del prezzo di acquisto, poò arrivare a un massimo di 3.000 euro.


6/5/2019

Decreto Crescita 2019, le novità per edilizia ed energia

Il decreto crescita 2019 è diventato realtà. Novità per l’edilizia e l’energia. Potenziato il meccanismo del sismabonus, che viene esteso a tutte le classi di rischio sismico. Novità anche per le detrazioni fiscali ai proprietari che decidono di realizzare interventi antisismici e di efficientamento energetico. Decise cento nuove assunzioni per i provveditori regionali alle opere pubbliche

a cura di Pietro MezziDecreto Crescita, le novità per edilizia ed energia

Dopo un inter tormentato, con la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale del 30 aprile scorso, il decreto Crescita è diventato realtà e il 1 maggio, il provvedimento che dovrebbe dare impulso all’economia nazionale, è entrato in vigore. Gli attriti all’interno della maggioranza di governo, infatti, hanno pesato non poco su alcuni contenuti di fondo del provvedimento. E, a quanto pare, non è finita, perché la Camera si prepara a nuove modifiche sia in commissione sia in aula su temi come la riapertura dei termini per la rottamazione delle cartelle e le norme salva Roma.

Insomma, stiamo a vedere. Intanto, per quanto riguarda i temi dell’edilizia e dell’energia, proviamo a fare il punto della situazione e a capire cosa stabilisce il provvedimento del governo.

Non sembra cambiare nulla rispetto alla situazione attuale per quanto riguarda alcune norme urbanistiche di cui era stata annunciata la modifica, in particolare per quanto concerne la modifica del decreto ministeriale 1444 del 1968 in materia di distanze dai confini, densità edilizie e altezze degli edifici. Tutto come prima, insomma, anche perché la nuova disciplina è stata in qualche modo dettata dalle disposizioni dell’articolo 5 (Norme in materia di rigenerazione urbana) del decreto legge 32 del 2019, il cosiddetto Sblocca Cantieri, pubblicato sulla gazzetta ufficiale il 18 aprile scorso. In realtà, il decreto legge 31 rimanda alle Regioni il compito di adottare, in forma obbligatoria, regolamenti e disposizioni in deroga a quanto contenuto nel decreto ministeriale del 1968. In altre parole, tutto rinviato.

Novità per sismabonus e interventi di riqualificazione

Per quanto concerne il sismabonus, il decreto ne ha previsto il potenziamento alle zone a rischio sismico 2 e 3.

Il decreto interviene anche sulle norme che regolano le detrazioni fiscali riservate ai proprietari che decidono di effettuare interventi di messa in sicurezza antisismica e riqualificazione energetica delle proprie abitazioni: l’obiettivo dichiarato è incentivare la realizzazione di interventi che possono accedere al sismabonus e all’ecobonus. Il provvedimento del governo stabilisce che il soggetto che effettuerà gli interventi di messa in sicurezza dal rischio sismico e di efficientamento energetico potrà ricevere un contributo anticipato dal fornitore che ha effettuato l’intervento, sotto forma di sconto sul corrispettivo spettante. Il contributo sarà recuperato dal fornitore come credito d’imposta, di pari ammontare, da utilizzare esclusivamente in compensazione, in cinque quote annuali di pari importo, senza l’applicazione dei limiti di compensabilità.

Su questo passaggio, prima del varo definitivo del provvedimento da parte del governo, si sono levate voci contrarie, soprattutto quelle di alcune associazioni di categoria, le cui motivazioni proviamo a riassumere per punti. Chi ha contestato (e che tutt’ora contesta) questo punto specifico del decreto teme che la norma, così com’è stata concepita, determini: 1) una forte concentrazione dell’offerta nel mercato della riqualificazione energetica in capo a pochi grandi operatori dell’energia; 2) una forte distorsione del mercato; 3) un diffuso contenzioso fiscale; 4) nessuna semplificazione burocratica; 5) una restringimento del mercato, con un effetto esattamente opposto alle finalità del provvedimento.

A favore della ricerca, dello sviluppo e dell’innovazione nel campo delle tecnologie energetiche pulite, nonché degli impegni assunti all’interno del Piano nazionale integrato energia clima, è autorizzata la spesa di 10 milioni di euro per il 2019 e per il 2020 e di 20 milioni per il 2021: si tratta di interventi connessi al rispetto degli impegni assunti dal governo con l’iniziativa Missione Innovation adottata in occasione della Cop 21 di Parigi.

Saranno agevolati i trasferimenti di interi fabbricati a favore di imprese di costruzione che, entro i successivi dieci anni, li demoliscano o ricostruiscano diminuendone il rischio sismico e conseguendo la classe energetica A o B, anche con variazioni della volumetria. L’incentivo è valido fino al 31 dicembre 2021.

Infine, per migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione e in particolare dei Provveditorati interregionali alle opere pubbliche, verranno assunti 80 professionisti di elevata professionalità tecnica, nei settori dell’ingegneria stradale, strutturale, edile e idraulica, dell’architettura e della geologia, e 20 esperti in materie giuridiche nel campo delle gare e dei contratti pubblici.


30 aprile 2019

Approvato dal CDM il Decreto crescita 2019

Approvato il Decreto Crescita 2019 con le misure per rilanciare l’economia su 4 principali direttrici: Investimenti, incentivi, imprese, immobili

Approvazione Decreto Crescita

Il 24 aprile il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Crescita 2019: Misure urgenti per la crescita economica ed interventi in settori industriali in crisi.

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria in un comunicato ha evidenziato che per rilanciare l’economia e sostenere i settori maggiormente in difficoltà, il Governo punta su 4 principali direttrici, ovvero investimenti, incentivi, imprese, immobili.

In particolare il decreto mette a disposizione a sostegno del sistema produttivo 1,9 miliardi di euro nel triennio 2019-2021, di cui un miliardo di euro nel solo 2019 e 450 milioni annui nel biennio 2020-2021.

Per quanto riguarda gli investimenti è obiettivo del Governo invertire il trend negativo della spesa delle Amministrazioni Pubbliche, che negli ultimi 10 anni è passato dal 3% circa a meno del 2% del Pil. E’ stato deciso uno stanziamento per i comuni di 500 milioni per piccoli investimenti di rapida esecuzione, volti alla messa in sicurezza delle infrastrutture e degli edifici e all’efficienza energetica.

Sostegno anche agli investimenti privati con 150 milioni per il Fondo di garanzia per lo sviluppo della media impresa e il rifinanziamento con 100 milioni di euro del Fondo di garanzia per la prima casa.

E’ stato reintrodotto il superammortamento al 130% sui beni strumentali nuovi, con un tetto di 2,5 milioni di euro, è stata aumentata la deducibilità dell’Imu per gli immobili delle imprese e semplificata la mini-IRES introdotta con la legge di bilancio 2019, verso una progressiva riduzione dell’aliquota sugli utili reinvestiti fino al 20,5%.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sulla propria pagina facebook ha commentato che il Decreto crescita prevede una serie di norme a sostegno delle PMI, che facilitano l’accesso alle varie forme di finanziamento, riducendo in modo significativo il carico fiscale.

Il Decreto prevede inoltre interventi per l’ambiente, “come il potenziamento del bonus per la riqualificazione energetica degli edifici e gli incentivi all’economia circolare, e per il rilancio del settore dell’edilizia”.

Il Decreto crescita potenzia il sismabonus, allargando il bonus previsto fino a ora per gli edifici in zona 1 anche a quelli in zona 2 e 3. La detrazione in tutte e 3 le aree può essere del 75 o anche 85%.


 

5 aprile 2019

Decreto Crescita 2019, le prime anticipazioni

Approvato dal governo  il decreto legge per la crescita economica: un via libera “salvo intese”. Stanziati 500 milioni per i Comuni che vogliono realizzare opere pubbliche per l’efficienza energetica. Nasce Cantiere Ambiente, il programma governativo per contrastare il dissesto idrogeologico. Attesa per le nuove norme in materia edilizia, energetica e sismica circolate nei giorni scorsi.

A cura di: Pietro Mezzi

Il governo approva il decreto legge per la crescita. Stanziati 500 milioni per le opere pubbliche attente all’efficienza energetica. Nasce Cantiere Ambiente per prevenire il dissesto idrogeologico. Previsti 300 milioni per le zone economiche speciali per rendere attrattivo l’investimento nel Sud d’Italia.

Dopo tre ore di riunione, ieri sera il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto legge per la crescita. Dopo un tira e molla durato alcuni giorni, in cui si sono consumate le ennesime divisioni tra i partiti di governo su temi scottanti come l’aggiornamento delle norme per velocizzare i rimborsi ai risparmiatori coinvolti nelle crisi bancarie degli scorsi anni, il decreto tanto atteso dal mondo economico ottiene il via libera con la formula “salvo intese”, il che vuole dire che vi potrebbe essere bisogno di nuove modifiche.

Stando alle prime indicazioni, frutto di dichiarazioni dei ministeri interessati, per quanto riguarda la parte relativa alla crescita, per il settore delle costruzioni, il decreto legge del governo fissa alcuni punti.

Secondo quanto dichiarato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, il provvedimento odierno stanzia 500 milioni di euro a favore dei Comuni italiani per avviare opere pubbliche in materia di efficientamento energetico e di sviluppo sostenibile del territorio. Si tratterebbe di un piano straordinario per rilanciare la spesa per investimenti  dei Comuni e dare impulso alla crescita sostenibile. I cantieri per le finalità stabilite dal decreto dovranno iniziare entro metà ottobre, mentre i fondi, concessi in base alla popolazione residente, saranno assegnati con un decreto specifico del ministero dello Sviluppo economico entro il prossimo 25 aprile; i soldi arriveranno in due tranche: una prima quota come anticipo e il saldo a conclusione dei lavori. I Comuni che non saranno in grado di far partire le opere entro la data del 15 ottobre perderanno il contributo statale.

Varato, nella giornata di ieri, anche il disegno di legge contro il dissesto idrogeologico, che sostituirà il programma “Italia Sicura” dell’ex premier Matteo Renzi, e che prenderà il nome di “Cantiere Ambiente”.

Si tratta, secondo quanto diramato in una nota dal ministero dell’Ambiente, della necessità di razionalizzare la normativa in materia di dissesto idrogeologico, in quanto allo stato attuale mancherebbe una legge quadro, a fronte di una miriade di disposizioni frammentate all’interno di leggi e decreti vari.

Il ministero dell’Ambiente ha inoltre fatto sapere che in materia di contrasto al dissesto idrogeologico c’è un oggettivo ritardo nella progettazione delle opere da parte delle Regioni, con un tasso di spesa di appena il 7%.

Dal canto suo, la ministra per il Sud Barbara Lezzi, ha annunciato che nel decreto legge per la crescita sono stati stanziati 300 milioni per le zone economiche speciali, le Zes, per rendere ancora più  attrattiva, per le imprese che vogliano investire nel Sud d’Italia, la possibilità di insediarsi e programmare investimenti. Sono previsti 50 milioni nel 2019, 150 nel 2020 e 100 milioni nel 2021, cifre che si aggiungono ai 250 milioni già stanziati per il fondo delle Zes per le agevolazioni sul credito di impresa.

Nella consueta conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri, il premier Conte ha annunciato che è in dirittura d’arrivo anche il decreto sblocca cantieri approvato “salvo intese” due settimane fa: dovrebbe essere pubblicato in Gazzetta ufficiale tra due o tre giorni (ma a oggi il testo non risulta giunto al Quirinale per la firma del Capo dello Stato; nda).

Per quanto riguarda invece la conferma di quanto contenuto nelle bozze di decreto circolate nei giorni scorsi e che avrebbero riguardato le nuove norme per la semplificazione dell’attività edilizia privata, l’introduzione del principio del silenzio-assenso nei lavori sui beni culturali, l’estensione del sisma-bonus per l’acquisto di case antisismiche anche nelle zone 2 e 3 di classificazione sismica e le agevolazioni per gli interventi di efficientamento energetico e di antisismica, occorre attendere la lettura del testo finale.

Sui contenuti finali del decreto Infobuild terrà informati i propri lettori con una serie di approfondimenti.

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