In Italia non ancora demoliti l’80% degli immobili abusivi
Legambiente denuncia nel Dossier “Abbatti l’abuso” la situazione dell’abusivismo edilizio nel nostro Paese, negli ultimi 15 anni sono state eseguite solo il 20% delle demolizioni previste per oltre 71.000 immobili
Legambiente presenta un Dossier dedicato all’abusivismo edilizio in Italia, argomento “spinoso” e poco popolare considerando che si parla di abbattere un’abitazione, ma che sarebbe ora di affrontare in maniera più seria. Nel nostro paese infatti gli abbattimenti degli immobili abusivi sono previsti dalla legge ma considerando i dati, è evidente che qualcosa non vada nel verso giusto.
Negli ultimi 15 anni infatti dopo che è stato concesso l’ultimo dei tre condoni edilizi, da quanto emerge dal Dossier “Abbatti l’abuso. I numeri delle (mancate) demolizioni nei comuni italiani“, più dell’80% delle demolizioni previste per i 71.450 immobili abusivi presenti su 1804 comuni, non sono state eseguite. Nel dettaglio solo 14.018 immobili, ovvero il 19,6% del totale sono stati demoliti. Le aree più interessate da questo fenomeno sono quelle costiere, basti pensare che in media in ogni comune sulla costa sono previsti 247 ordini di abbattimenti per interventi che hanno devastato aree meravigliose del paese.
Inoltre solo il 3% delle case da abbattere viene acquisito al patrimonio comunale, come previsto per legge in caso non venga effettuato dal proprietario. La legge prevede che il Comune demolisca l’immobile per poi destinarlo a usi di pubblica utilità.
Tra le regioni più virtuose in termini di rapporto tra ordini di demolizione e abbattimenti, si segnala il Friuli Venezia Giulia, con il 65.1%; maglia nera alla Campania, con il 3% di esecuzioni, pur detenendo il numero maggiore di ordinanze, ovvero il 23% del totale nazionale.
Ci sono però anche degli esempi virtuosi nel nostro Paese. In particolare nel Salento dove la procura Repubblica di Lecce prosegue da alcuni anni con gli interventi di demolizione.
Nel Dossier si segnala che ancora oggi continuano ad essere realizzati interventi abusivi, anche se a ritmi meno intensi del passato o in zone meno visibili, verso l’entroterra o nelle aree agricole.
Legambiente sottolinea che c’è una certa reticenza da parte dei Comuni a fare luce sulla situazione degli abusi: sono più di 6mila quelli che non hanno risposto all’indagine e 84 hanno addirittura negato le informazioni richieste.
Legambiente chiede al Parlamento di intervenire con una proposta di legge che faciliti la fattibilità delle demolizioni degli immobili abusivi. In particolare l’Associazione ambientalista sottolinea che è necessario “Chiudere questa pagina vergognosa della storia italiana e opporsi a ogni tentativo di nuovi condoni, affidando allo Stato e ai prefetti la competenza sulle demolizioni degli abusi edilizi, oggi in mano ai Comuni vittima del ricatto elettorale”.
Ci sono altri 3 aspetti importanti secondo Legambiente: controllo della Corte dei Conti sul danno erariale prodotto; il rapporto tra la prescrizione del reato di abusivismo e la demolizione; l’effetto dei ricorsi per via amministrativa sull’iter delle demolizioni.
Infine l’Associazione ambientalista chiede che venga creato un fondo di 100 milioni di euro per ogni anno dal 2019 al 2025 in modo da completare finalmente l’esame di milioni di pratiche ancora inevase.
Scarica il Dossier Legambiente “Abbatti l’abuso”
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