Su Codice degli Appalti tutti concordi sulla trasparenza

L’intera filiera delle costruzioni unita sul nuovo Codice degli appalti più efficiente ed efficace.

appalti

E’ stato messo a punto, dall’intero Tavolo della filiera delle costruzioni, un pacchetto di proposte atto a sostenere e innovare un settore ancora ampiamente colpito dalla crisi e a garantire legalità ed efficienza.
Temi largamente condivisi da tutte le sigle che hanno aderito al documento unitario e sul quale si sperano ulteriori adesioni nelle prossime settimane.

Tra le questioni prioritarie affrontate dal gruppo, del quale fanno parte gli attori della grande filiera produttiva c’è quella relativa al nuovo Codice, che necessita di alcune modifiche indispensabili per assicurare maggiore trasparenza.

A partire dal tema della qualificazione delle imprese per la quale è necessario tenere conto degli effetti della pesante crisi e quindi di estendere a un decennio il periodo di riferimento per comprova dei requisiti Soa, oltre alla possibilità per le gare sopra i 20 milioni di utilizzare i migliori 5 anni sugli ultimi 10 e di introdurre ai fini della qualificazione nuovi criteri reputazionali non solo quantitativi, ma in grado di premiare quei soggetti che hanno mantenuto una struttura affidabile e con elevate professionalità.
Allo stesso modo occorre richiedere l’obbligo di iscrizione alle Soa a partire dai lavori oltre i 258 mila euro, per semplificare e facilitare l’accesso delle più piccole imprese al mercato dei lavori pubblici.

Un altro elemento importante per la filiera sono i criteri di aggiudicazione delle gare che devono poter garantire efficienza e trasparenza allo stesso tempo: per questo motivo si chiede l’introduzione del meccanismo dell’esclusione delle offerte anomale con metodo antiturbativa, per gare per lo meno fino a 2,5 milioni di euro, onde evitare cartelli tra imprese e allo stesso tempo garantire celerità e obiettività nell’aggiudicare le gare d’appalto.

Serve poi incentivare il project financing, che preveda misure che agevolino la bancabilità delle operazioni per i privati, anche considerando le scarse disponibilità pubbliche e le caratteristiche di alcune tipologie di concessioni.

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