Case popolari a maggior rischio sismico

Case popolari a maggior rischio sismico

La vulnerabilità sismica è un problema di grande attualità soprattutto per il patrimonio residenziale popolare

sismica
Alto il rischio per le strutture popolari in caso di terremoti

Continua con ottimi risultati la collaborazione tra ISI – Ingegneria Sismica Italiana e Federcasa, con l’obiettivo di estendere lo studio della vulnerabilità sismica del patrimonio gestito dagli Enti di edilizia residenziale pubblica, iniziato nel corso del 2015 su un campione limitato di edifici, nelle zone sismiche più rilevanti del Paese.

“Il nostro obiettivo è promuovere il tema dell’antisismica nel settore dell’edilizia residenziale pubblica presso le Istituzioni. – afferma il presidente di Federcasa Luca Talluri – In tal modo vogliamo evidenziare l’importante impatto economico connesso ad una massiccia operazione di riqualificazione del patrimonio, proprio a partire dal miglioramento antisismico.
A partire dalla classificazione del patrimonio Federcasa, fino alla definizione di un documento contenente gli interventi strutturali percorribili per ogni tipo di vulnerabilità strutturale, che consenta agli Enti a noi associati di ottimizzare le risorse a disposizione, selezionando la tipologia di intervento più adeguata e valutandone le caratteristiche in termini di prestazioni attese dal punto di vista antisismico. Siamo certi che la collaborazione con ISI, realtà della quale Federcasa è divenuta recentemente socio collettivo, ci condurrà ad importanti risultati”.

“Dopo il successo della prima fase del lavoro, siamo felici di continuare la collaborazione con Federcasa. – ribadisce il Presidente di ISI Luca Ferrari – La prima parte, che si è conclusa con la presentazione dei risultati in un convegno a Roma lo scorso luglio, è stato un primo passo verso un obiettivo più ambizioso. Fino ad ora ci siamo occupati di valutare lo stato conservativo di un campione di edifici popolari con l’obiettivo di valutarne il grado di vulnerabilità sismica. Tuttavia, il campione di questa analisi preliminare è costituito da 8 edifici e come è ovvio non si può pensare che tale numero consenta di avere una visione d’insieme, l’obiettivo era infatti di individuare una metodologia che andremo ad applicare in questa seconda fase del lavoro. Dai risultati di questa seconda fase sarà possibile analizzare le risorse economiche necessarie ad una riqualificazione e di messa in sicurezza del patrimonio pubblico edilizio-residenziale, nonché si forniranno indicazioni sulle modalità di adeguamento.
Oltre al primario obiettivo di migliorare la sicurezza degli occupanti, l’impatto economico che derivante da una massiccia operazione di riqualificazione di tale patrimonio garantirebbe un forte impulso all’economia del paese e al settore edilizio”.

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