Via la TASI per tutti?

Via la TASI per tutti?

Al Governo ancora non si sono messi d’accordo.
Sembrerebbe esserci un piccolo sconto per chi possiede un castello, un appartamento signorile o una grande villa con annesso giardino. Così secondo l’ultima versione del disegno di legge di Stabilità.
Per molti si tratta di una scelta ‘anticostituzionale’.
Per altri è un obbligo morale togliere la tassa sulla prima casa a tutti.
E così mentre il dibattito continua, si moltiplicano anche studi, approfondimenti, e conteggi per dare una valutazione ‘tecnica’ della misura.
La Cgia di Mestre fa i suoi calcoli e sostiene che, se si guarda al risparmio percentuale che ottengono le famiglie rispetto al reddito, ad ottenere i maggiori vantaggi sono proprio quelle meno abbienti.
Una volta chiarito che la Tasi sull’abitazione principale sarebbe stata eliminata per tutti, a prescindere dal valore (catastale) degli immobili, i primi a fare due conti erano stati gli uffici della Uil servizi territoriali, che aveva stimato un risparmio medio per le case ‘di lusso’ – quelle signorili (A/1), ville (A/8) e castelli e palazzi storici (A/9) – di 2.778 euro, contro i 180-230 euro massimi di media per le altre categorie. Ma, è il ragionamento portato avanti numeri alla mano dalla Cgia di Mestre, se è chiaro che “in valore assoluto” il risparmio è più alto per chi ha case di un certo pregio (anche se per l’associazione in media le ville avranno uno ‘sconto’ di 1.830 euro, i castelli di 2.280) se si guarda invece alla proporzione rispetto al reddito disponibile “il raffronto si capovolge”. Dai dati sulla distribuzione dei proprietari di prima casa sia per fasce di reddito sia per imposta pagata, secondo l’elaborazione della Cgia per coloro che presentano un reddito fino a 10.000 euro, l’abolizione delle tasse sulla prima casa garantirà un risparmio medio di 152 euro che incide per il 3 per cento sul reddito disponibile. Per la fascia di reddito successiva che va da 10.000 a 28.000 euro, invece, il risparmio medio sale fino a 161 euro, ma l’incidenza sul reddito scende all’1 per cento. “In buona sostanza – osserva l’associazione – al crescere del reddito aumenta il vantaggio fiscale, ma si riduce progressivamente l’incidenza sul reddito”. Per coloro che presentano un reddito medio disponibile di 100.000 euro, lo sgravio è di 362 euro, ma l’incidenza si abbassa allo 0,58 per cento.
Fonte ANSA

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