Aumenta la domanda di mutui

+81,1% a giugno, +58,7% nel I semestre 2015

Aumenta la domanda di mutui

Le famiglie italiane confermano che nel mese di giugno la domanda di mutui si mantiene su livelli record, con un eloquente +81,1% rispetto allo stesso mese del 2014 (valore ponderato, a parità di giorni lavorativi), nel segno della continuità rispetto alle brillanti performance già registrate nei mesi precedenti.

Nello specifico, l’incremento rilevato da CRIF nel mese appena concluso è inferiore di poco al record assoluto fatto registrare nel mese di maggio e va a consolidare il progressivo riavvicinamento dei volumi ai livelli precedenti la grande depressione che colpì il comparto nel biennio 2011-2012.

L’andamento in forma grafica a partire dall’inizio del 2009, quando la crisi non aveva ancora iniziato a incidere sui progetti di investimento immobiliare delle famiglie, consente di meglio apprezzare la dinamica in atto.

Le variazioni rispetto allo stesso mese dell’anno precedente sono indicate in valori ponderati, cioè al netto dell’effetto prodotto dal differente numero di giorni lavorativi.

DOMANDA DI MUTUI Var. % su anno precedente ponderata
(a parità di gg. lavorativi)
Totale 2010 0,5%
Totale 2011 -19,4%
Totale 2012 -41,8%
Totale 2013 -3,6%
Gennaio 2014 +10,5%
Febbraio 2014 +8,4%
Marzo 2014 +10,0%
Aprile 2014 +12,6%
Maggio 2014 +6,6%
Giugno 2014 +12,9%
Luglio 2014 +18,1%
Agosto 2014 +14,7%
Settembre 2014 +14,7%
Ottobre 2014 +22,1%
Novembre 2014 +21,1%
Dicembre 2014 +30,6%
Totale 2014 +15,0%
Gennaio 2015 +22,6%
Febbraio 2015 +38,7%
Marzo 2015 +49,4%
Aprile 2015 +71,9%
Maggio 2015 +84,5%
Giugno 2015 +81,1%

Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

Con l’ulteriore forte crescita registrata nel mese di giugno si irrobustisce, dunque, il recupero verso i livelli pre-crisi tanto che la variazione complessivamente registrata nel I semestre 2015 ha fatto segnare un significativo +58,7% rispetto al corrispondente periodo 2014, sostenuto sia dal miglioramento delle condizioni di offerta del credito sia dalla ripresa del mercato immobiliare, incoraggiata da prezzi di acquisto in costante flessione.

Tuttavia non è ancora stato colmato del tutto il consistente gap accumulato durante la fase più dura della crisi, cosa che si può ben apprezzare attraverso la tabella seguente che mostra come, se rapportato agli anni compresi tra il 2009 e il 2011, il ritardo appaia ancora netto seppur in graduale attenuazione.

DOMANDA DI MUTUI (numero di richieste) a parità di giorni lavorativi Var. % I semestre 2015 su I semestre 2014 Var. % I semestre 2015 su I semestre 2013 Var. % I semestre 2015 su I semestre 2012 Var. % I semestre 2015 su I semestre 2011

 

Var. % I semestre 2015 su I semestre 2010 Var. % I semestre 2015 su I semestre 2009
Gennaio-Giugno +58,7% +74,8% +57,5% -11,5% -19,2% -20,7%

Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

Al contempo va però sottolineato come l’importo medio richiesto rimanga contenuto: nel mese di giugno appena concluso si è attestato a 122.671 Euro, al di sotto dei valori registrati nel corrispondente mese degli anni precedenti ma, soprattutto, ben distante dagli oltre 140.000 Euro del giugno 2010.

Analogamente, nel primo semestre dell’anno in corso il valore medio è stato pari a 123.150 Euro, contro i 124.670 Euro del corrispondente periodo 2014.

L’andamento dell’importo medio richiesto trova spiegazione sia nei valori di compravendita più bassi rispetto al recente passato sia, soprattutto, nella perdurante prudenza da parte delle famiglie, che tendono a privilegiare soluzioni che pesino il meno possibile sul reddito disponibile.

A questo riguardo è sufficiente rimarcare come in Italia solamente 4 immobili residenziali su 10 vengano acquistati attraverso l’accensione di un mutuo, inequivocabile segnale del fatto che per un acquisto impegnativo come la casa primariamente si attinge ai risparmi della famiglia.

La tendenza a richiedere un mutuo il più contenuto possibile trova conferma anche nella distribuzione per fascia di importo: nei primi sei mesi del 2015, infatti, le preferenze degli italiani si sono concentrate nuovamente nella classe compresa tra 100.000 e 150.000 Euro, con una quota pari al 30,6% sul totale, in crescita di 2 punti percentuali rispetto al 2014.

Va però sottolineato come quasi 4 domande su 5, il 77,8% del totale per la precisione, abbiano importo inferiore ai 150.000 Euro.

Importo medio richiesto mutui gennaio–giugno 2015

​0-75.000 € 26,1%
75.000-100.000 €​ 21,1%
100.000-150.000 €​ 30,6%
150.000-300.000 €​ 19,5%
Oltre 300.000 €​ 2,7%

Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

L’atteggiamento ancora prudente degli italiani, alla ricerca di soluzioni in cui la rata mensile incida nel modo più lieve possibile sul bilancio familiare, può essere dedotta anche dal progressivo spostamento, registrato negli anni, verso piani di rimborso più lunghi. A questo riguardo, la distribuzione della domanda di mutui per durata mostra, ancora una volta, come 7 richieste di mutuo su 10 abbiano scadenza superiore ai 15 anni.

Nello specifico, è la classe compresa tra i 15 e i 20 anni ad essere risultata la preferita dalle famiglie italiane, con una quota pari al 24,0% del totale, seguita a ruota dalla fascia tra i 25 e i 30 anni, con il 22,0%, e da quella tra i 20 e i 25 anni, con il 20,3%.

Classi di durata domande di mutui gennaio–giugno 2015

Fino a 5 anni 1,2%
​Da 5 a 10 anni 10,9%
Da 10 a 15 anni​ 19,7%
Da 15 a 20 anni​ 24,0%
​Da 20 a 25 anni 20,3%
Da 25 a 30 anni​ 22,0%
​Oltre 30 anni 1,9%

Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

Dall’ultimo aggiornamento del barometro CRIF emerge anche un altro dato interessante, relativamente alla distribuzione della domanda di mutui per fascia di età del richiedente.

Se ancora una volta la classe maggiormente rappresentata è stata quella compresa tra i 35 e i 44 anni, con una quota pari al 37,9% del totale (per altro in sensibile crescita rispetto al 2014), va sottolineato come al contempo sia diminuita l’incidenza delle domande presentate da giovani al di sotto dei 34 anni, alle prese con le perduranti difficoltà sul mercato del lavoro, passata dal 30,7% della prima metà del 2014 al 27,0% del I semestre 2015.

Classe di Età Incidenza % sul totI semestre 2015
18-24 anni 1,9%
25-34 anni 25,1%
35-44 anni 37,9%
45-54 anni 22,5%
55-64 anni 9,8%
65-74 anni 2,5%
Oltre 74 anni 0,3%

Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

L’analisi di CRIF propone, infine, un approfondimento a livello territoriale dal quale si evincono, come sempre accade, dinamiche estremamente variegate a livello di singole regioni, influenzate da peculiarità e dinamiche locali.

In particolare, nel I semestre 2015 tutte le regioni italiane si sono caratterizzate per una crescita del numero di richieste di mutuo presentate, con il picco fatto registrare dalla Liguria (+85,0% rispetto al pari periodo 2014). All’estremo opposto della classifica la Valle d’Aosta, con una crescita della domanda che si è fermata ad un più contenuto +26,7%.

Riguardo gli importi medi richiesti, è stata invece il Trentino Alto-Adige la regione che ha fatto registrare il record assoluto, con 149.444 Euro, mentre in coda alla graduatoria si è posizionato il Molise, con poco più di 102.000 Euro

“L’andamento delle richieste di mutuo rappresenta un indicatore fondamentale per tastare il polso in modo tempestivo alle famiglie e alla loro propensione ad impegnarsi in un investimento importante come quello della casa – commenta Simone Capecchi, Direttore Sales & Marketing di CRIF -. Quanto osservato in questa prima parte dell’anno conferma il trend già in atto da diversi trimestri, con una domanda di mutui per l’acquisto di abitazione in espansione a cui si affiancano una costante contrazione degli importi richiesti e la preferenza per i piani di rimborso più lunghi nel tentativo di ridurre quanto più possibile il peso delle rate sul reddito disponibile. Questo sta producendo un progressivo miglioramento anche sul fronte della rischiosità creditizia, con il tasso di default che nel segmento dei mutui immobiliari nelle ultime rilevazioni è rimasto stabile all’1,8%”.

 

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