Ddl Zanda in Senato per la qualità dell’architettura

Ddl Zanda in Senato per la qualità dell'architettura

E arrivato in Senato il Decreto Legge sui buoni progetti e buona architettura, contro la mafia.
I punti salienti sono

  • Obbligo di Concorso di progettazione per qualsiasi intervento di trasformazione del territorio;
  • Blocco degli appalti integrati di progetto e lavori, con obbligo di affidare a un unico professionista, sia esso una società o un team, tutti i livelli della progettazione;
  • Permessi edilizi per interventi grandi e piccoli richiesti da privati subordinati alla presentazione di un progetto redatto da un professionista abilitato;
  • Direzione lavori a carico dello stesso responsabile di progetto.

Plauso da Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, che dice “I raccapriccianti fatti di cronaca di questi ultimi giorni dimostrano ancora una volta – e se mai ce ne fosse bisogno – che solo la qualità dell’architettura rappresenta l’ unica arma contro il malaffare, la mafia, la cattiva sorte delle opere pubbliche. Come gli architetti italiani sottolineano da tempo è nei progetti malfatti e mal pagati che si annida la malavita che  non prevede la competenza di bravi architetti o di imprese di costruzioni serie. Ecco perché è urgente che il Parlamento approvi al più presto il provvedimento presentato dal capogruppo al Senato del Partito Democratico, Luigi Zanda, sulla qualità architettonica e sulla disciplina della progettazione.”
“Un legge sulla qualità dell’architettura rappresenta un’esigenza più volte ribadita ed un progetto storico degli architetti italiani: riconoscendo la funzione civile dell’architettura, risponde al principio che essa non riguardi solo gli addetti ai lavori, progettisti e costruttori, ma riguardi, invece, i cittadini ed il  loro diritto ad un habitat  e ad un ambiente migliori”.
“Solo stabilendo che la qualità del progetto è il criterio per vincere le gare potrà essere possibile colpire le mafie – che sugli appalti pubblici hanno costruito le fondamenta della loro economia – ed avere, allo stesso tempo, buone architetture pubbliche, realizzate bene e al giusto costo e che rispondono concretamente ai bisogni dei cittadini”.
Molto positivo – per Freyrie – la promozione, che il Ddl Zanda prevede, del ricorso ai concorsi di progettazione o di idee per scegliere i progetti delle opere pubbliche, così come  lo stop agli appalti integrati, l’obbligo di affidare a un unico soggetto i tre gradi del progetto e la direzione lavori al titolare del progetto esecutivo.
“Tornare a bandire i concorsi –  conclude –  significa ridare centralità alla progettazione, rendere trasparente il mercato, sconfiggere mafie e corruttele; significa realizzare buona architettura e significa consentire ai professionisti, soprattutto ai giovani, di liberare le loro idee e la loro creatività”

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