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L’analisi del Disegno di Legge di stabilità per il 2015 mostra una riduzione degli stanziamenti per nuove infrastrutture che verranno iscritti nel bilancio dello Stato per il 2015 di circa l’11% in termini reali rispetto al 2014. Le risorse per nuovi investimenti in opere pubbliche subiscono, quindi, una riduzione complessiva del 45%, rispetto al 2008. La stima è stata realizzata confrontando le risorse iscritte nel bilancio dello Stato per il 2014 con quelle che, sulla base delle previsioni contenute nella Tabella E della Legge di stabilità, saranno iscritte nel bilancio 2015. La manovra per il 2015 conferma, in termini quantitativi, gli stanziamenti previsti a legislazione vigente. Il saldo delle risorse risulta da una diversa scelta nella destinazione delle stesse, in particolare risultano finanziamenti aggiuntivi pari a 1.000 milioni di euro, compensati da circa 800 milioni di definanziamenti di ulteriori interventi. Nel triennio 2015-2017 sono previste risorse aggiuntive per 7.560 milioni di euro (che arrivano a 21.000 milioni di euro negli anni successivi). Pur riconoscendo l’attenzione del decisore pubblico, appare opportuno evidenziare, il rischio che tali previsioni di stanziamento possano essere disattese, come avvenuto negli ultimi anni. Questo aumento di risorse, però, risulterà vanificato dalla riduzione, già prevista a legislazione vigente, degli stanziamenti inscritti nello stesso triennio. Tale andamento, infatti, imporrà, nel 2016, una riduzione complessiva degli stanziamenti previsti per le opere pubbliche del 7,9% in termini reali e, nel 2017, un primo aumento (+1,5% in termini reali rispetto al 2016). Le risorse aggiuntive nel triennio 2015-2017 riguardano, per il 47%, interventi ferroviari. Si tratta di stanziamenti per le linee AV/AC Milano-Genova, Brescia Verona e Verona Padova, nonché di 2.000 milioni di euro per le opere di manutenzione della rete ferroviaria, di cui 500 milioni di euro per il 2015. La riduzione delle risorse nel bilancio dello Stato per il 2015 appare molto lontana rispetto alla proposta contenuta nell’Allegato infrastrutture al DEF di destinare strutturalmente, nell’ambito della Legge di Stabilità, almeno lo 0,3% del Pil, pari a circa 4,7 miliardi di euro, ad un Fondo Unico Infrastrutture per realizzare opere grandi, medie e piccole. In questo contesto è assolutamente necessario spendere con urgenza le risorse per le opere pubbliche messe in campo dagli ultimi provvedimenti, in modo che possano produrre effetti sull’economia. Al riguardo si evidenzia che risultano già stanziati, e ancora da utilizzare, 2,3 miliardi di euro per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico e 2,7 miliardi di euro per le scuole. Si tratta complessivamente di circa 5 miliardi di euro che possono produrre effetti positivi in termini di crescita e occupazione. Le risorse per lo sviluppo e la coesione Le risorse per lo sviluppo e la coesione continuano a rivestire un ruolo prioritario nella politica infrastrutturale del Paese. Le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione e quelle relative al cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali rappresentano, infatti, il 40% delle risorse complessive stanziate per nuove infrastrutture nel 2015. In merito alle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione, si evidenzia la riduzione per circa 500 milioni di euro della dotazione relativa alla programmazione 2007- 2013 e un’anticipazione di 2,4 miliardi di euro della programmazione 2014-2020. Le risorse complessive della programmazione 2014-2020 del Fondo Sviluppo e Coesione risultano ridotte di circa 5 miliardi di euro per fare fronte a varie esigenze di finanza pubblica, passando da 44 miliardi, previsti nella legge di stabilità per il 2014, a 39 miliardi attuali. Si tratta, in particolare, di riduzioni di spesa effettuate per finanziare opere infrastrutturali del decreto-legge “Sblocca Italia”, per 3.050 milioni di euro; crediti di imposta per investimenti in nuovi beni strumentali (Sabatini-bis), per 1.224 milioni di euro; Aiuto alla Crescita Economica (ACE), per 280 milioni di euro; Zone Franche Urbane, per 175 milioni di euro. In merito al DL Sblocca Italia, si evidenzia che il DDL di Stabilità recepisce il provvedimento prevedendo un rifinanziamento del “Fondo sblocca cantieri “, pari a 231 milioni di euro nel 2015, 159 milioni nel 2016, 1.073 milioni nel 2017 e 2.362 milioni nel 2018 e successivi, coincidente con le esigenze finanziarie indicate all’art.3 dello stesso decreto. Analogamente, il DDL di Stabilità riduce di 3,5 miliardi le risorse destinate al Piano di azione e coesione per coprire l’azzeramento dei contributi sui nuovi assunti a tempo indeterminato. Si ricorda che il Piano di azione e coesione, adottato a partire a fine 2011, è dotato di 9 miliardi di euro destinati per lo più alle infrastrutture. Il taglio operato nel DDL di stabilità rischia, quindi, di provocare il definanziamento di opere infrastrutturali. In merito al Fondo per lo Sviluppo e la Coesione si evidenzia l’approvazione nel corso del primo esame alla Camera dei Deputati di un emendamento del Governo volto a ridefinire le modalità di funzionamento del Fondo, modificando i principali elementi di governance e di procedura relativamente alle risorse relative alla programmazione 2014-2020. In particolare, tra le modifiche apportate si evidenzia che la ripartizione del Fondo avverrà con delibera Cipe entro il 30 aprile 2015 in ritardo di circa 14 mesi rispetto a quanto stabilito dalla legge di stabilità per il 2014 che prevedeva la delibera programmatica di ripartizione entro il 1° marzo 2014. A seguito di tale disposizione sono state abrogate alcune disposizioni della legge di stabilità per il 2014 che disponevano una riserva di assegnazione delle risorse del Fondo agli interventi di messa in sicurezza del territorio, di bonifica di siti d’interesse nazionale, di bonifica di beni contenenti amianto e di altri interventi in materia di politiche ambientali. In attesa della delibera di ripartizione, il CIPE potrà comunque approvare un piano stralcio per la realizzazione di interventi di immediato avvio dei lavori. Entro il 2 marzo 2015 il Comitato provvederà all’assegnazione definitiva dei fondi destinati a interventi già approvati dal Cipe stesso in via programmatica che siano a carico delle risorse 2014-2020. Inoltre, viene modificata la procedura contabile di trasferimento delle risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, che dal 2015 sono allocate nello stato di previsione del Ministero dell’economia (e non più del Ministero dello sviluppo economico). Le risorse del Fondo assegnate al piano stralcio e ai piani operativi approvati saranno trasferite su un fondo della Ragioneria che gestisce in apposite contabilità speciali le risorse nazionali e UE dei fondi strutturali. Infine, si evidenzia il rischio che vengano ridotte le risorse del Fondo destinate alle infrastrutture dal momento che la norma fa esplicito riferimento, tra gli obiettivi strategici, all’adozione della Strategia nazionale di specializzazione intelligente (banda larga, agenda per la digitalizzazione, …), così come definita dalla Commissione europea nell’ ambito delle attività di programmazione dei Fondi strutturali e di Investimento europei. . Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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