Gli effetti della crisi sull’edilizia

Gli effetti della crisi sull'edilizia

Il tessuto produttivo del settore delle costruzioni risulta sempre più ridimensionato a causa della crisi e i dati sulle imprese stimati dall’Istat per il 2013 lo confermano.
Nel 2013, risultano 219.498 imprese attive con dipendenti operanti nel settore delle costruzioni, circa 18.000 in meno in un solo anno (-7,6% rispetto al 2012).
Dal 2008 al 2013 nelle costruzioni sono uscite dal mercato circa 68.000 imprese con oltre un addetto.
La contrazione registrata nel settore delle costruzioni nel 2013 (-7,6%) risulta essere la più elevata tra tutti i settori di attività economica: per l’industria in senso stretto la flessione è stata del 3,7%, nel settore del commercio, trasporti alloggio e ristorazione e
negli altri servizi i cali si sono attestati, rispettivamente al 3,7% e all’1,5%. L’intero sistema economico ha registrato una riduzione del 3,7% rispetto al 2012.

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Il calo del numero di imprese con dipendenti nel settore delle costruzioni nel 2013 coinvolge tutte le classi di addetti ma con livelli di intensità particolarmente forti per le imprese con un numero di addetti compreso tra i 20 e i 49 addetti (-11,6%) e per la fascia 50-99 addetti (-10,1%).
In un contesto generale di forte crisi settoriale, la significativa contrazione del numero di imprese con dipendenti operanti nelle costruzioni appare particolarmente preoccupante in quanto testimonia che il settore sta perdendo le realtà imprenditoriali più strutturate e dotate di un know-how specifico e consolidato nel tempo.

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Informazioni più complete sulla struttura delle imprese di costruzioni sono attualmente disponibili fino al 2012 e pertanto le analisi seguenti sono delimitate a tale anno.

La struttura delle imprese di imprese di costruzioni nel 2012

In Italia, le imprese di costruzioni attive nel 2012 sono 572.412 e rappresentano il 12,9% del totale delle imprese operanti nell’intero sistema economico nazionale (circa 4,4 milioni di imprese), per un totale di 1.553.165 addetti.
Il 73,8% delle imprese nel settore (circa 423mila) opera nei comparti di attività dei lavori di costruzione specializzati, quasi un quarto (142mila imprese) si occupa di costruzioni di edifici e l’1,3% di ingegneria civile (7.500). In particolare, se si esclude l’attività di “Installazione di Impianti Elettrici, Idraulici ed altri Lavori di Costruzione e Installazione”, nel 2012, le imprese di costruzioni risultano circa 422mila (il 73,7% del totale).

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Disarticolando le imprese operanti nel settore delle costruzioni nel 2012 per classi di addetti (572mila) emerge un tessuto produttivo fortemente frammentato: le imprese fino ad un addetto costituiscono la maggioranza (il 59,2%), mentre quelle con due o più addetti sono circa 233.000, pari al 40,8%.
Nell’anno considerato la dimensione media delle imprese operanti nel settore nel 2012 si attesta al 2,7 addetti per impresa.

La dinamica delle imprese di imprese di costruzioni nelle regioni nel periodo 2008-2012

Tra il 2008 ed il 2012 le costruzioni hanno sperimentato una notevole contrazione del tessuto produttivo, con una fuoriuscita dal sistema di circa 57.000 imprese che corrisponde ad un calo in termini percentuali del -9,1%.
La forte contrazione del tessuto produttivo in atto nel settore delle costruzioni è generalizzato a tutto il territorio nazionale con tassi di flessione che oscillano tra il – 1,7% della Puglia al -13,9% dell’Emilia-Romagna. In termini assoluti la perdita più elevata si rileva in Lombardia, con più di 12.000 imprese uscite dal settore tra il 2008 e il 2012 (circa il 21% della perdita complessiva).

L’aumento dei fallimenti

La tenuta del tessuto imprenditoriale continua ad essere fortemente compromessa dalla grave crisi, che ormai da sette anni sta vivendo il settore delle costruzioni.
L’indebolimento della struttura produttiva è ben evidenziato dall’aumento dei fallimenti nelle costruzioni, in progressiva crescita dal 2009.
Secondo i dati di Cerved Group, le imprese di costruzioni entrate in procedura fallimentare sono passate da 2.152 nel 2009 a 3.119 nel 2013, con un aumento del 44,9%. La tendenza si conferma anche nei primi nove mesi del 2014 con un ulteriore aumento delle procedure fallimentari nelle costruzioni dell’11,8% nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente (+11,9% i fallimenti nel complesso dell’economia).
Complessivamente dal 2009 ai primi nove mesi del 2014 i fallimenti nelle costruzioni sono stati 15.833 su un totale di oltre 70 mila nell’insieme di tutti i settori economici.
Pertanto il 22,4% dei fallimenti avvenuti in Italia riguardano le imprese di costruzioni.

Anonimo

A livello geografico si confermano, tra il 2009 ed il 2013, situazioni di difficoltà su tutto il territorio nazionale. Nel Centro e nel Sud ed Isole si rilevano, nel periodo esaminato, aumenti rispettivamente del 56,9% e del 50,5% superiori rispetto alla media nazionale
(-44,9%).
Segue l’area del Nord-Ovest con +39,4% ed il Nord-Est che fa registrare un aumento dei fallimenti del 35,6% rispetto al 2009.
Dall’analisi delle singole regioni per il periodo 2009-2013 emergono valori superiori al 50% in Toscana, Lazio, Molise, Campania e Sicilia.
In forte aumento i fallimenti anche in Lombardia (+49,9%) ed in Emilia-Romagna (+47,3%) e nel resto del Paese con incrementi a due cifre, ad eccezione della Basilicata e Valle d’Aosta che manifestano segnali negativi.

Il problema dei ritardati pagamenti dei lavori da parte della Pubblica Amministrazione e le difficili condizioni di accesso al credito per le imprese sono alcuni dei fattori che continuano ad incidere sul fenomeno dei fallimenti nelle costruzioni.
Le costruzioni continuano ad essere, infatti, uno dei principali settori colpiti dal fenomeno dei ritardati pagamenti ed i tempi medi di pagamento si attestano sui sei mesi.
I dati della Banca d’Italia, descrivono un progressivo disimpegno del sistema creditizio nei confronti delle costruzioni: tra il 2007 ed il 2013 i mutui erogati per investimenti in edilizia residenziale sono diminuiti del 64,1%, mentre quelli per l’edilizia non residenziale
del 73,4%. Anche nei primi sei mesi del 2014 si registra un ulteriore riduzione del 14,2% dell’importo dei muti erogati per il finanziamento degli investimenti in edilizia abitativa e del 15% per quelli nell’edilizia non residenziale.

Tratto dall’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni – ANCE, Dicembre 2014

 

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