Fondi strutturali europei e FSC

Fondi strutturali europei e FSC

Nel contesto di progressiva diminuzione delle risorse a disposizione per la realizzazione di infrastrutture, i fondi della politica di coesione territoriale (Fondi strutturali europei e Fondo Sviluppo e Coesione) hanno acquisito un peso sempre maggiore nella programmazione infrastrutturale.
Secondo le stime dell’Ance, infatti, tra il 40 ed il 45% delle risorse destinate ogni anno alle infrastrutture derivano da queste fonti di finanziamento.
Il rapido utilizzo di questi fondi rappresenta quindi un elemento determinante per la riuscita della politica infrastrutturale a livello nazionale.
Purtroppo, gli effetti di tali stanziamenti sul mercato delle opere pubbliche sono stati finora di gran lunga inferiori al loro potenziale, in considerazione dei bassi livelli di spesa registrati dai fondi per la politica di coesione.
Complessivamente si tratta di circa 162 miliardi di euro di cui 47 relativi alla programmazione 2007-2013 e 115 miliardi di euro relativi alla programmazione 2014-2020. Le risorse per le città nella programmazione 2014-2020 Nella nuova programmazione dei fondi europei, le istituzioni comunitarie attribuiscono carattere prioritario al tema delle politiche urbane ed in particolare al tema della rigenerazione urbana. Alla luce dei programmi presentati dall’Italia alla Commissione Europea durante l’estate, però, l’inserimento dello sviluppo urbano sostenibile tra gli assi prioritari della programmazione è vissuto come un mero adempimento burocratico da parte delle Amministrazioni competenti (Ministeri, Regioni) e non vi è visione strategica sulla materia.
A livello nazionale, il Programma Operativo Nazionale “Città Metropolitane” rischia di rappresentare una nuova occasione persa per rilanciare le politiche urbane nel nostro Paese. L’esistenza del programma rischia inoltre di costituire l’alibi per non avviare ulteriori programmi nazionali e iniziative sul tema della riqualificazione delle città nei prossimi mesi/anni. Il programma,
infatti, non presenta particolari elementi di innovazione rispetto al tema delle politiche urbane ed è stato invece costruito con un approccio “antico” alla questione delle città, basato su singoli e limitati progetti, non inseriti in una più ampia visione strategica nazionale.
Non è poi condivisibile la scelta di attribuire il ruolo di autorità urbana esclusivamente ai Comuni capoluogo e di concentrare l’intervento sul territorio dei comuni capoluogo, senza quindi interessare l’intero territorio metropolitano.

Anonimo

Infine, non è chiaro come sarà operato concretamente il raccordo con le misure di sviluppo urbano sostenibile contenute nei Programmi Operativi Regionali (POR). Da questo punto di vista, il rischio è quello di una frammentazione degli interventi senza visione strategica Anche a livello regionale, l’opportunità dei fondi strutturali europei per la riqualificazione delle città rischia di essere un’occasione persa.
Su circa 30 miliardi di euro di finanziamenti del Fondo europeo di Sviluppo Regionale destinati alle Regioni, solo 2,3 miliardi di
euro –pari all’8%- risultano destinati a strategie di sviluppo urbano sostenibile. Inoltre, quasi la metà delle Regioni -9 su 21 (NB:
esistono due programmi in Trentino Alto Adige)- non ha previsto di adottare strategie di sviluppo urbano sostenibile.
Alle risorse dei fondi europei, si aggiungono poi quelle del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) che possono essere destinate
a misure complementari, anche non comprese nella gamma di misure previste dai programmi dei fondi strutturali, a favore della
riqualificazione urbana. In questo contesto, l’Ance sottolinea la necessità di affrontare in modo organico il tema delle città, definendo visioni e strategie unitarie di intervento a livello territoriale, garantendo l’integrazione dei fondi ed evitando la frammentazione dei finanziamenti su una pluralità di obiettivi. Per fare ciò è necessario cambiare approccio e ragionare in termini di fabbisogni e progetti di riqualificazione urbana sui quali fare confluire i finanziamenti disponibili.

 

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