Mercato delle tecnologie per il legno e i suoi derivati

Continua il periodo difficile per il settore delle tecnologie per il legno e i suoi derivati. Questo è il messaggio che emerge dall’incontro odierno con la stampa di settore italiana organizzato da Acimall, l’associazione confindustriale che raccoglie le più importanti imprese nazionali del settore. Nessun rimbalzo, nessun travolgente cambio di rotta, per quanto moltissimi se lo aspettino. E la situazione permane certamente difficile in Italia rispetto a molti Paesi stranieri, anche se non ci sono aree del mondo che regalano grandissime performance. Ciò non toglie che sia proprio l’esportazione a essere la valvola di sfogo della produzione nazionale, che non può certo contare su un mercato domestico “attento”…

Un quadro ritratto con estrema chiarezza dai dati pre consuntivo sull’andamento nel 2014 delle tecnologie italiane per il legno e i suoi derivati elaborati dall’Ufficio studi di Acimall, dati che ribadiscono come il settore abbia perso circa il 30 per cento del proprio fatturato negli ultimi sette, interminabili anni.

MACCHINE ITALIANE LAVORAZIONE LEGNO. PRECONSUNTIVI 2014

Utensili compresi, in milioni di euro.

     2014         ∆% 2014/2013
Produzione 1.545 +0,5%
Esportazione 1.163 -2,0%
Importazione 118 -17,5%
Bilancia commerciale 1.045 0,0%
Mercato interno 382 +9,1%
Consumo apparente 500 +1,4%
 Fonte: Ufficio studi Acimall, dicembre 2014.

La produzione si è dunque assestata a quota 1.545 milioni di euro, con una leggera crescita rispetto all’anno precedente. Le esportazioni, per quanto punto di forza della nostra industria, perdono il 2 per cento, dato comunque confortante se pensiamo al meno 3,6 del consuntivo 2013 o al meno 8 per cento del 2012.

Le importazioni ­– che, fisiologicamente, rappresentano poco meno di un quarto del mercato italiano – si fermano a 118 milioni di euro, il 17,5 per cento in meno rispetto al 2013.

Immobile, per quanto a livelli decisamente importanti, la bilancia commerciale, che l’Ufficio studi di Acimall prevede attestata allo stesso valore del 2013. Incoraggiante il 9,1 per cento di crescita delle vendite sul mercato interno (fu del 2,9 per cento nel 2013) sommatoria degli incentivi governativi agli investimenti (Legge Sabatini in primis) e della impossibilità di congelare qualsiasi spesa per troppo tempo, se si vuole mantenere efficiente il proprio parco macchine. Il dato, in controtendenza rispetto al calo dell’import, sembra indicare come il mercato nel 2014 abbia priviliegiato le tecnologie “made in Italy”.

LE PREVISIONI PER IL 2015

“Siamo sempre estremamente restii nel guardare nella sfera di cristallo per trarne indicazioni sul futuro”, ha commentato Dario Corbetta, direttore di Acimall, dall’alto della sua lunga esperienza come responsabile  dell’Ufficio studi della associazione che oggi dirige. “La storia, specialmente la più recente, ci ha insegnato che ci sono moltissimi fattori che possono improvvisamente mutare un dato o un trend che si riteneva certo. Le nostre analisi partono da alcuni punti fermi e dalla approfondita conoscenza del settore e dei mercati internazionali, ma ci sono incognite di carattere sociale, religioso, politico ed economico che possono determinare la chiusura o l’apertura di un mercato nel volgere di un pugno di giorni.

Possiamo comunque azzardare che, secondo i dati in nostro possesso e le previsioni sull’andamento dei mercati più rilevanti per il “made in Italy”, le esportazioni italiane nel 2015 potranno aumentare di qualche punto percentuale”.

“Non nascondiamo – ha proseguito Corbetta – che ci sono elementi che inducono a guardare ai prossimi dodici mesi come un periodo nel quale molti indicatori potrebbero mostrare una propensione al rialzo, ma non siamo certi che si potrà parlare di una vera, risolutiva inversione di tendenza”.

Determinanti, infatti, saranno gli andamenti nelle diverse aree geografiche. Secondo i dati presentati presso la sede di Assago (Milano) gli analisti di Acimall ritengono che la situazione sarà stazionaria nell’Unione europea, in Africa e in Cina. Più difficili le sorti delle tecnologie italiane per il legno in Sud America e in Russia, a causa delle note e drammatiche vicende politiche. Previsioni più ottimistiche per il mercato italiano, dopo tanti anni di stagnazione, per il Nord America e per l’Asia in generale.

Durante la conferenza stampa è stata delineata la “consistenza” del settore delle macchine e degli utensili per la lavorazione del legno: 270 aziende (di cui 180 associate ad Acimall) che rappresentano il 18 per cento della produzione mondiale, forti di 9mila addetti per 1,53 miliardi di euro di fatturato, di cui l’80 per cento venduto all’estero.

Interessante anche il “confronto fra Pil” che ha animato la parte iniziale della conferenza stampa: a fronte dei 1.560 miliardi di euro del Pil nazionale, la “quota” della meccanica strumentale “made in Italy” è pari a 35 miliardi, quella del sistema legno-arredo a 27,4. La meccanica per la lavorazione del legno, come già ricordato, si ferma a quota 1,6 miliardi, in pratica un millesimo del Pil italiano. Ma basta dare una occhiata alla bilancia commerciale e i rapporti in campo si trasformano: la bilancia commerciale nazionale, infatti, vale 20,5 miliardi, quella della meccanica strumentale ben 19,3, quella del macrosistema legno-arredo a 8,2 e il mondo delle tecnologie del legno esprime un ottimo 1,04 miliardi. Insomma, un settore che non può certo vantare dimensioni da colosso, ma che garantisce un fondamentale contributo al nostro avanzo commerciale nei confronti del mondo.

Consiglia questa notizia ai tuoi amici

Commenta questa notizia



Categoria notizia

MERCATO

Le ultime notizie sull’argomento